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Autore: iride89    25/01/2006    4 recensioni
Mi sono sempre chiesta come la scuola di Hogwarts nacque...dopotutto la Rowling non ha che sfiorato l'argomento...e questa è la mia versione dei fatti come Godric Grifondoro, Cosetta Corvonero, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde, semplici ventenni, dovranno affrontare magie e ostacoli per creare una scuola... leggete e recensite in numerosi mi raccomando!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pozioni

Mi scuso immensamente per non aver più aggiornato…davvero, sono mortificata…purtroppo mi sono beccata una prolungata punizione dai miei genitori e ho dovuto salutare il mio adorato computer e la mia storia fino ad ora (che tra parentesi sto usando di nascosto!) Scusate ancora tantissimissimo…cmq ora vi lascio al nuovo cap…

 

 

 

Capitolo 16 – Il profumo dei gelsomini

 

 

Camminavano ormai da una buona mezz’ora e lei ascoltava incantata la sua voce melodiosa mentre una dolce brezza estiva la accarezzava.

 

-mio zio è il Conte Merovit, l’organizzatore del torneo. Dato che solitamente io trascorro qui le mie vacanze, zio Rudolph mi ha chiesto un favore…lui mi avrebbe trasfigurato la testa in quella di un toro per personificare il Minotauro-

 

si fermarono sotto un portico e si sedettero su una panca di pietra decorata con incisioni floreali e greche curvilinee.

 

-però è strano, durante la prova non sembravi capace di intendere e volere, insomma, non mi sembra che tu ragionassi come un essere umano, eri guidato più dall’intuito, come un animale…-

 

era sempre stata curiosa e quando pensava una cosa lei la diceva, ignara del fatto che i suoi interventi a volte erano fuori luogo o imbarazzanti.

 

Lui, però, rispose senza distogliere lo sguardo dalle colonne del portico avvolte dai rami sottili dei gelsomini coperti da verdi foglie e piccoli fiorellini bianchi che diffondevano un piacevole aroma nell’aria

 

-trasfigurandomi, mio zio ha anche applicato un incantesimo che mi avrebbe fatto diventare per un periodo limitato un Minotauro anche nell’animo e nel comportamento, nonostante conservassi una coscienza umana rimasta, però, in disparte…in poche parole ero un Minotauro vero e proprio, ma riuscivo a percepire ed essere presente con una doppia mente…-

 

-capisco-

 

era stato esauriente e semplice. Si voltò nuovamente a fissarlo e lo vide ancora assorto nei suoi pensieri. Era piacevolmente assorta nella contemplazione di quel ragazzo così serio, così maturo.

Avrà avuto più o meno la sua età, anzi qualche anno in più…se in quel momento il nipote del Conte si fosse girato avrebbe colto una Tosca con le labbra socchiuse, gli occhi fissi e i riccioli biondissimi leggermente scompigliati mentre le sue manine trovavano frescura poggiate sulla pietra della panca.

Ma il ragazzo non si voltò e fece riscuotere la ragazza dal suo stato di apatia

 

-ehi, aspetta un attimo…tu mi hai raccontato molte cose, però io non conosco ancora il tuo nome!-

 

si era stupita di quella dimenticanza, non aveva proprio fatto caso al fatto di non sapere il suo nome.

 

Lui prese a ridacchiare per la buffa esclamazione che tutt’a un tratto aveva rotto quel silenzio pacifico. Si alzò dalla panca e si diresse verso quelle colonne “vegetali”, colse un rametto composto da tre piccoli fiorellini bianchi dalle corolle gialle, messe in risalto dalle foglie che completavano il quadretto.

 

Dopo aver fatto sgocciolare la linfa bianca e collosa lo porse alla ragazza aprendosi in un sorriso radioso

 

-il mio nome è Richard, Richard Harold Merovit-

 

 

 

 

 

-benissimo, e con questo le prove del Torneo sono ufficialmente concluse, i quattro vincitori sono Cosetta Corvonero, Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde. Complimenti ragazzo, ora è meglio che tu vada in infermeria a farti medicare.-

 

Il Conte aveva ormai fatto concludere il Torneo, anche se mancava la celebrazione ufficiale che si sarebbe svolta qualche giorno dopo.

Con quelle parole Salazar venne congedato dalla presenza dei giudici. Così dopo aver consegnato il libro della sua famiglia al padre, che sorrideva soddisfatto, si mise a camminare verso il castello.

 

Non poteva crederci, era riuscito a vincere, e insieme a lui anche i suoi amici…era euforico, felice, per la prima volta…

 

Corse in infermeria dove probabilmente si trovavano anche gli altri per festeggiare.

 

Il braccio leggermente scottato non faceva nemmeno più male da quanto era gioioso, superò arazzi, quadri di gentiluomini che sbuffavano per il modo incivile dei giovani di quel periodo, ma a lui non importava…

 

Ancora ansante aprì la porta della candida infermeria, per trovarsi di fronte l’angosciante visione di un Godric bendato e chino in lacrime sul corpo inerme di una Cosetta più pallida del solito.

Si avvicinò dispiaciuto ricevendo uno sguardo di pura tristezza da quel suo nemico-amico. Comprese subito che il tempo di festeggiare non era ancora arrivato. La sua euforia si spense e mentre Godric stringeva quasi timoroso la mano della ragazza, Salazar pose una mano sopra la spalla del grifone in segno di solidarietà, di comprensione, di amicizia…

 

 

 

 

 

-Bene, ora che tutto è concluso direi che potremo andare dai nostri figli a fargli le congratulazioni, che ne dite?- Theodore Tassorosso sorrideva bonariamente ai suoi colleghi, nonostante la botta sulla testa pulsava ancora leggermente.

 

-sono più che d’accordo…credo sia meglio avviarci in infermeria…- non appena pronunciate quelle parole, Galviano Grifondoro strinse il braccio di Charles Corvonero che più taciturno che mai si avviò verso l’infermeria dove la sua Cosetta stava lottando.

 

 

 

 

 

-che cos’è successo?- Salazar si stava preoccupando. Guardava con tristezza Godric che disperato bagnava la mano della ragazza con le sue lacrime e subito dopo la asciugava delicatamente, quasi avesse paura di eroderla con le gocce salate.

 

Il ragazzo dagli aurei capelli alzò il viso e si apprestò a parlare, ma le parole gli morirono in gola…non aveva ancora accettato il fatto che lei potesse…

 

-per sconfiggere la sua creatura ha fatto ricorso ad un incantesimo mentale forte…troppo forte per una mente giovane e inesperta come la sua…ora è in una specie di sonno profondo, e non si sa quando si sveglierà…-

 

A parlare era stata Mrs Curtis, l’infermiera del castello che si era avvicinata per curare il braccio ferito di Salazar.

 

Lui le tese l’arto e, mentre lei cospargeva un unguento, le chiese a bassa voce –lei può curarla? Quando si sveglierà da questo sonno?-

 

-nessuno lo sa…ammetto che la situazione è abbastanza critica, ma non disperata…non perdete mai la speranza, non fatela mai stare sola…il signor Grifondoro le è stato accanto da quando è venuto in infermeria, ho cercato di farlo spostare, ma è stato inutile…ha bisogno di riposo…guardi se almeno lei riesce a farlo allontanare…- e detto questo se ne andò nel suo ufficio con la tristezza nei profondi occhi castani.

 

Il ragazzo si avvicinò a Godric e dopo averlo scosso leggermente gli disse –ehi Grifondoro, smettila di piagnucolare, sbaglio o siete proprio tu e la tua famiglia che vi ritenete “coraggiosi”, “intraprendenti”…con tutte queste lacrime sembri più un micino che ha paura dell’acqua…-

 

Godric però non si indignò, anzi, il suo corpo venne scosso da leggere risatine isteriche che deformavano il suo viso, affondandolo sempre più nel dolore –smettila Serpeverde, lo sappiamo tutti e due che il tuo è uno stupido modo per farmi rinsavire…mi spiace ma hai sbagliato…io non mi sono ancora arreso, e la prova è il fatto che le sono ancora accanto, che non me ne sono andato, che rimarrò sempre qui se è necessario…per quanto sia sottile e piccola, c’è sempre speranza nel cuore di un Grifone…-

 

Così sorridendo tristemente per il suo misero tentativo di risollevarlo si sedette accanto a lui, in silenzio, a vegliare…ancora una volta il camaleonte aveva avuto ragione…gli sarebbe richiesta pazienza, e non solo in quell’occasione.

 

 

 

 

 

-grazie-

 

Tosca prese il rametto di quella pianta profumata.

Il gelsomino era sempre stata una della sue piante preferite, non aveva poteri magici, quindi teoricamente inutile secondo molti erborai e botanici del tempo, ma quegli ottusi non riuscivano a scorgere la bellezza nelle piante, come invece riusciva lei.

Lei guardava quei piccoli petali bianchi e vedeva la purezza di una giovane donna, passava le dita sulle gialle corolle e non trovava oggetto più prezioso di quello, annusava il suo profumo e il mondo diventava più dolce e colorato…

 

Richard rimase colpito dall’intensità dello sguardo di Tosca su quei piccoli fiori che lui riteneva adorabile, ma solo fiori…lei invece li guardava come una persona che guardava il suo amato…avrebbe voluto essere quei fiori…

 

-ehi, che c’è? Ti sei innamorata di quei gelsomini?- chiese scherzosamente.

Lei, silenziosamente, spostò il suo sguardo su di lui, che era ancora in piedi di fronte a lei, e rispose con la stessa intensità con la quale mirava i fiori

 

-si, e non solo di quelli…- sorrise timidamente per poi alzarsi e correre…si era scoperta troppo, e non era ancora riuscita a capire cosa, di preciso, avesse scoperto.

 

Nella mano ancora quei tre fiorellini bianchi, su di sé ancora il suo sguardo stupito e scosso…

 

 

 

 

 

I quattro giudici entrarono nell’infermeria e videro i due giovani chinati su Cosetta.

Charles Corvonero si diresse verso la figlia lanciando occhiate penetranti a Salazar e Godric, che si era asciugato le lacrime e aveva lasciato la candida mano della ragazza non appena aveva sentito la porta aprirsi.

 

Galviano si avvicinò al figlio e lo abbracciò con gioia, in silenzio però, per rispetto nei confronti di Corvonero.

 

Simeon, invece, sorrise superbo facendo un cenno d’assenso al figlio, che distolse lo sguardo per farlo posare sull’immagine dei due Grifoni che si abbracciavano con amore, come padre e figlio, come lui e il suo non avevano e non avrebbero mai fatto…

 

Salazar e Godric furono praticamente obbligati a stendersi a letto e a riposare, mentre a Theodore Tassorosso veniva medicato dall’infermiera e Charles Corvonero posava un bacio sulla fronte della figlia amata.

 

 

 

 

 

-Aspetta…-

 

la voce di Richard rimbombava nella sua testa, ma lei, presa dal panico, si era messa a correre lontano.

Aveva detto quelle parole senza nemmeno pensarci, aveva praticamente fatto una dichiarazione d’amore a un ragazzo che aveva tentato di aggredirla sottoforma di semi-toro e poi le aveva dato semplicemente tre fiorellini bianchi…si sentiva una stupida…una stupida ventenne in totale imbarazzo.

 

Dopo la faticosa corsa, resa ancora più stancante dal fatto che poco prima aveva sostenuto una prova, si fermò al termine di un corridoio per riprendere fiato.

 

Una voce arrivò alle sue orecchie, era la voce di quel ragazzo che probabilmente  l’aveva seguita.

 

Si guardò a destra e a sinistra ed entrò nella prima porta che trovò.

 

Dopo essere entrata e chiuso la porta dietro di sé, si lasciò cadere stremata a terra mentre il sole cominciava a sciogliersi in un rosso tramonto.

 

Ripreso fiato si accorse di non essere mai stata in quella stanza, non che fosse strano, dopotutto quel castello aveva centinaia di stanze, per non parlare delle torri e dei sotterranei.

 

Si guardò intorno e vide che la stanza era antica, o meglio, presentava un antico mobilio e le sue pareti erano totalmente tappezzate di quadri di paesaggi, tranne uno, che stava sopra il camino.

 

Era una giovane donna dai lunghi capelli castani raccolti in una morbida acconciatura, mentre i suoi occhi profondi di un marrone scurissimo la scrutavano. Il suo sorriso poi la colpì particolarmente, era un sorriso enigmatico…proprio come quello descrittole da Cosetta al termine della sua settima prova…

 

-ciao- quella damina dipinta l’aveva salutata educatamente e la guardava con rispettosa curiosità.

Dopo averla scrutata il ritratto le chiese –tu sei per caso Tosca Tassorosso? La migliore amica di Cosetta Corvonero?-

 

Tosca spalancò la bocca…come faceva a sapere quella ragazza chi era…

 

-si, sono io…perché?-

 

-perché ho saputo dal ritratto della Marchesa Brenn che Cosetta è in infermeria ed è grave…dimmi, sai se sta meglio?- la sua voce tradiva preoccupazione.

 

-come?! Cosetta è in infermeria?!-

 

senza neanche aspettare una risposta, uscì di corsa dalla stanza e si precipitò in infermeria mentre mentalmente si malediva per non essere andata subito dalla sua amica che aveva bisogno di lei.

 

Gli occhi si offuscarono di lacrime, i gelsomini espandevano nell’aria il loro dolce profumo di dolore.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti…allora, alcune considerazioni su questo cap…prima di tutto non so se i gelsomini crescono nel sud della Scozia, molto probabilmente no, perché sono piante che, presumo richiedano un clima mite-caldo, però è l’unico fiore, che io conosco, che mi andava bene per la storia, quindi spero non vi dispiaccia se mi “prendo” questa licenza “floreale”.

 

Un’altra cosa…questo cap non mi piace molto, lo ammetto, non è uscito come desideravo…rileggendolo mi pare troppo noioso e triste e alcuni pezzi, nonostante li abbia riscritti decine e decine di volte non mi venivano…probabilmente sono un po’ arrugginita…quindi non abbiate paura a scrivermi anche commenti negativi, perché ammetto che questo cap ne richiede parecchi…cmq prometto di impegnarmi di più!

 

Ora si passa, come di consueto, ai doverosi ringraziamenti:

 

-Judeau: Grazie mille per la tua recensione…mi fa piacere che l’intestazione sia risultata macabra, è quello che volevo…anche a me piace molto Echidna, quando ho letto che tipo di mostro era, l’ho trovato perfetto per Salazar! Grazie ancora tantissime, leggi e fammi sapere anche per questo cap baci

 

-Angelikall: ciao bellissima, scusami se non ho inserito prima il cap, ma le strigliate dei miei sono purtroppo cocenti…cmq il bacio era tra Godric e Cosetta, non ho specificato i nomi, perché pensavo si capisse che i capelli biondi appartenevano a lui e quelli mori a lei, avrei fatto meglio e nominarli!

Spero che tu abbia capito la storia delle trasfigurazioni e del minotauro, cmq  se non hai capito, non farti scrupoli e chiedi…bacioni

 

-cikatrice87: Wow, mi hai fatto troppi complimenti…oddio, mi sa che non me li merito! La tua bontà è troppa! Cmq mi fanno piacere anche se mi imbarazzano…grazie millissime, veramente…sei riuscita, con il tuo commento, a scrivere ciò che mi farebbe piacer comunicare a tutti quelli che leggono la ff, quindi grazie e al prossimo commento, ci conto…Kiss

 

-parsifal89: anche tu hai elargito con i complimenti, grazie 1000, troppo buono! Cmq spero che questo cap ti piaccia quanto i precedenti, quindi mi raccomando lasciamo un commento, mi faresti molto piacere…baci

 

 

grazie mille anche a tutti quelli che leggono e no commentano…scusate ancora per il ritardo al prossimi cap

 

                        iride89

 

 

 

 

 

 

  
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