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Autore: nainai    29/03/2011    4 recensioni
“You Belong to Me I Believe”
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Give’em Hell, kid!

If you were here I'd never have a fear.
So go on live your life.
But I miss you more than I did yesterday.

You're beautiful!

Well I'm a total wreck and almost every day.
Like the firing squad or the mess you made.
Well don't I look pretty walking down the street.
In the best damn dress I own?

If you were here I'd never have a fear.
So go on live your life.
But I miss you more than I did yesterday.
You're so far away.
So c'mon show me how.
'Cause I mean this more than words can ever say.
 
“Give’em Hell, kid”
My Chemical Romance
“Three Cheers for a Sweet Revenge”
 
Frank promise a Jamia di non metterci molto. Lei annuì, per nulla convinta. Poi lui chiuse la portiera, infilò le chiavi dell’auto nella tasca della giacca e corse dall’altro lato della strada.
Girò attorno all’isolato, davanti al portone di Gerard la strada era libera ma lui passò comunque sul retro e cercò da lontano la palazzina dove lavorava il padre di Sarah. La ragazzina era lì come sempre, immersa nella lettura di un libro di storia contemporanea, lui le si fermò davanti sorridendo e la chiamò: quando alzò gli occhi, si illuminò, felice, nel riconoscerlo.
-Ciao. Ti ho portato una cosa.- cominciò Frank cercando nell’altra tasca.- Per farmi perdonare davvero, stavolta.- scherzò.
Sarah scese a due a due i gradini d’ingresso, raggiungendolo fuori dal cancelletto esterno.
-Farti perdonare?- chiese.- Ma se io sto chiaramente vivendo un sogno!- esclamò raggiante.
Frank si strinse nelle spalle e le allungò un cd anonimo in una custodia trasparente, sopra non c’era scritto nulla e lei lo fissò interrogativa.
-Cos’è?- gli chiese.
Lui ridacchiò.
-Una sorpresa.- rintuzzò la sua curiosità.- Fidati, ti piacerà.
Lei accettò il regalo e lui affondò le mani dentro i jeans e la guardò dondolandosi sui talloni, indeciso su come affrontare la cosa. Sarah lo capì anche senza che parlasse che quello era un addio, sorrise triste ed abbassò gli occhi fissandosi la punta delle scarpe rosa.
-Vi hanno lasciati in pace, eh?- disse dopo un po’.
Lui annuì, con una smorfia che la fece ridere.
-Sì. Brian sa come gestirsi i giornalisti, credo abbia fatto capire loro che non avrebbero cavato nulla di più di quello che gli abbiamo dato.- rispose.- Si sono dovuti accontentare di Mikey e Ray.
-Sono stati molto bravi!- affermò lei, orgogliosa come fossero stati amici suoi.
Frank rise e pensò che era davvero carina, dispiaceva anche a lui rinunciare alla sua…amicizia? Brian era sempre stato molto categorico sullo spazio per i fan dopo che erano diventati famosi, e loro avevano imparato piuttosto in fretta che era una necessità quella di non dare eccessiva confidenza.
Questo, però, non pareva sufficiente a non fargli provare un po’ di tenerezza per quella ragazzina con l’aria da bambina che lo guardava con un misto di ammirazione ed affetto. Avrebbe voluto dirle che si sarebbero rivisti tutte le volte che voleva, magari darle pure il proprio numero. Alla fine si disse solo che andava bene così.
-Ehi.- la chiamò dandole un buffetto sulla guancia, e lei arrossì appena e lo guardò.- Fatti vedere al prossimo concerto, così ti presentiamo gli altri.- le promise.
Sarah rise.
-E poi dai!- insistette lui allegramente.- Quell’altro sta proprio qui dietro! Basta che fai il giro dell’isolato e te lo ritrovi che torna a casa con le buste della spesa!
-Dio, Frank, che immagine!- sbuffò lei affondando il viso tra le mani in preda all’imbarazzo.
Lui ridacchiò, scompigliandole i capelli già arruffati.
-Io vado,- disse solo. “Mmmh”, bofonchiò lei mordendosi le labbra.- ci si vede in giro, piccola.
Nel salire le scale della palazzina di Gerard aveva ancora l’immagine di Sarah - che tornava in silenzio a sedersi sul suo gradino, l’ipod già in mano ed una cuffia tra le dita – a ronzargli nella testa e dirgli che magari non proprio tutto quello che avevano fatto ed ancora facevano era inutile. Era un po’ che non gli succedeva, ma aveva voglia di suonare.
Sorrise, allungò un dito e premette il campanello.
Gerard gli aprì, ed il suo primo pensiero cosciente nel vedere Frank fu “cosa cazzo ha da sorridere a quel modo?!”; inghiottì il rigurgito di bile che gli salì dallo stomaco e sostituì l’espressione perplessa con una scazzata, mentre voltava le spalle al chitarrista e tornava ad immergersi nell’appartamento, la tuta ancora addosso, una maglietta indecifrabile ed i capelli bagnati.
-Non sei ancora pronto?!- lo raggiunse la voce di Frank, alterata.
Sentì la porta chiudersi e non si degnò di voltarsi, mettendo piede sul primo gradino della scala per tornare al bagno al piano di sopra.
-È una cena a casa del mio fratellino, non lo vedo da ieri, devo essere bellissimo.- elencò asciutto.
Frank sospirò, scosse la testa rassegnato e lo guardò allontanarsi. Mentre il rumore del phon e la voce di Gerard – stava canticchiando…?! – lo raggiungevano al piano di sotto, lui si mise a girovagare per la casa alla ricerca di un punto da cui poter guardare giù in strada. Entrò in studio, arrivò di fronte alla finestra verandata e si affacciò: l’auto nera era ancora ferma dall’altro lato, accostata al marciapiede, dal finestrino abbassato vide che Jamia aveva tirato fuori una rivista e leggeva, dondolando la testa a tempo di musica mentre ascoltava la radio. Tornò dentro, voltandosi ad ispezionare la stanza; non era cambiato nulla dall’ultima volta, salvo che sulla scrivania qualcuno aveva spostato la tastiera del pc e c’era un foglio – che sembrava bianco da lì – abbandonato accanto ad un paio di portamine rossi e blu e a due gomme rovinate.
Frank sentì il cuore mancare un battito.
Uno solo.
Fu per quello che si avvicinò, perché un po’ sperava che il foglio fosse bianco davvero – ed un po’ no…proprio come la sensazione di rivolere una chitarra sotto le dita – ma per scoprirlo aveva bisogno di farlo piano, perché rimettere tutto a posto in una volta sola poteva essere semplicemente troppo…
-Ma che accidenti stai combinando?!
La voce di Gerard lo fece trasalire. Si voltò di scatto, “pescato con le mani nella marmellata!” pensò, e poi si diede mentalmente dello scemo perché non gli sembrava di stare facendo nulla di che. Infilò le mani in tasca ostentando la sfacciataggine dei ragazzini impudenti.
Una cosa che aveva sempre avuto, in realtà, ed a Gerard faceva anche un po’ ridere, proprio per questo decise di non dire nulla e si affrettò a girarsi per non fargli vedere lo sbuffo di sorriso che aveva in faccia.
-Smettila di infilare il naso nei cazzi miei ed andiamo! – lo riprese quando fu certo di poter suonare convincente – Poi dici che sono io a fare tardi!- si lamentò petulante avviandosi verso la porta di casa.
Frank non lo seguì subito.
Nonostante tutto il suo sguardo tornò a posarsi sul foglio che no, non era affatto bianco, ed un viso di ragazzino – o di ragazzina? – che somigliava incredibilmente a Lindsay ed aveva il sorriso che Gerard aveva perso da tempo, gli ricambiò quell’occhiata curiosa.
Gerard camminava davanti a lui, veloce e nervoso, si stava ancora lamentando di qualcosa ma Frank aveva smesso di ascoltarlo; quando il cantante si spostò per lasciargli spazio davanti la porta ed uscire, lui lo aspettò sul pianerottolo.
-Ascolta bene, tu!- lo rintuzzò Frank con un sorriso a metà.- Vietato fare lo stronzo se non vuoi che ti lasci a piedi!- minacciò mostrando le chiavi dell’auto all’altro.
-Tu, invece, puoi?- lo rimbeccò sarcastico Gerard, andandogli dietro verso le scale.
-Io, invece, posso.- confermò arrogante Frank.
Gerard scosse la testa ridacchiando ma il chitarrista non lo vide perché ce l’aveva alle spalle. Più che altro intuì il sorriso quando vide il bruno avvicinarsi all’Hammer ed affacciarsi a salutare Jamia con una serenità tranquilla che lui non si aspettava affatto. “Ciao, Jam, è un sacco che non ci si vede”, “Ti trovo bene, Gee!”. Le portiere che si aprivano, la musica che veniva abbassata, Frank ascoltò il rombo del motore quando lo avviò e le chiacchiere di Jamia e Gerard quando lei si girò sul sedile per continuare a parlare con lui.
Sorrise, ingranò la marcia e sterzò.
***
Il ragazzo era alto ed anche abbastanza robusto. Non fosse stato per quel viso da ragazzino, con gli occhi verdi grandissimi e brillanti ed i capelli tagliati corti e morbidi, biondissimi, sarebbe stato un uomo fatto.
Era anche piuttosto carino.
Ed a giudicare da quello che portava addosso non doveva stare messo male nemmeno a soldi.
Sarah lo valutò nel complesso mentre si avvicinava, lei era seduta come sempre sulle scale del portoncino con l’i-pod alle orecchie e la vecchia borsa di tela strabordante libri di fianco a sé sul gradino. La Sig.ra Whelland si lamentava sistematicamente con suo padre perché le permetteva di stare lì, ma poi non la voleva dentro – nemmeno nella stanzetta del custode – e lui non sapeva cosa diavolo farci con lei al pomeriggio. Così Sarah rimaneva sulla scala, ascoltava musica e guardava il mondo che passava davanti al portoncino.
In questo caso “il mondo” – un ragazzo biondo, dagli occhi verdi, piuttosto carino – le si fermò davanti.
-Ciao!- le sorrise lui amichevole.
Sarah si chiese se stesse parlando proprio con lei, uno così non lo conosceva, se ne sarebbe ricordata!
-…ciao…- mormorò togliendo una cuffia dall’orecchio e spegnendo il lettore.
-Tu sei Sarah, vero?- le chiese lui, con una punta di sicurezza in meno. Quando lei fece sì con la testa, il sorriso tornò con lo stesso entusiasmo.- Frank mi ha mandato a portarti una cosa.- spiegò lui.
-Frank?- domandò Sarah perplessa.
-Sì. Faccio parte dello staff dei MyChem.- aggiunse il ragazzo, aprì il cancelletto esterno della palazzina e le si fece incontro lungo il viale, dal basso della corta scalinata di ingresso arrivava proprio alla sua altezza, se lei restava seduta così sul gradino. Le porse una mano.- Ethan.- si presentò.
-Sarah.- confermò lei, rilassandosi un po’ nel sentire il calore piacevole di quelle dita grandi e forti.- Lavori davvero per loro?- chiese con curiosità.
Ethan rise.
-Sì!- esclamò.
-Ma quanti anni hai?- indagò lei leggermente stupita. Non gliene dava più di diciotto scarsi. Almeno non a guardarlo in faccia.
-Ventidue.- rispose lui e poi scosse la testa divertito.- Sembro più piccolo, eh? Tu quanti ne hai?
-Sedici.- disse.- Senti, ma Frank è stato qui poco fa e…- aggiunse poi interrogativa.
-Sì, ma questo – cominciò Ethan tirando fuori qualcosa dal proprio tascapane, lei vide che era una copia del nuovo album dei My Chemical Romance- sono andato a prenderlo io da casa di Ray, i ragazzi te lo hanno autografato.- le annunciò porgendole il cd.
Sarah, nel riconoscerlo, si lasciò sfuggire un gridolino di gioia che soffocò veloce dietro la mano mentre lui rideva.
-Oh, Dio!- saltellò scattando in piedi e, prendendo il cd dalla sue mani, lo cullò contro il petto.- Frank è un angelo!
-Beh, insomma!- commentò Ethan ironico.- Gli dirò che hai gradito.
-Digli pure che lo amo!
Ethan rise ancora.
-Sei proprio come ti ha descritto Frank!
-Che ha detto? - chiese lei un po’ preoccupata.
-Dice che sei una strana ragazzina, che sei simpatica e non ti atteggi a stalker come le altre fan impazzite…
-Davvero ha detto così!? Ha detto che sono simpatica.... - arrossì pensando che era stata  dannatamente fortunata.
-In realtà parla un sacco di te e…
-Sarah!- Lei alzò il viso, dalla finestra del secondo piano una vecchia signora la fissava con aria di rimprovero.- Chi è quel ragazzo? Mandalo via o dirò a tuo padre che ti vedi con persone poco raccomandabili! E poi entra, che Pussy è scappato di nuovo e devi riprendermelo.
Ethan rideva ancora quando la vecchia rientrò e Sarah abbassò il viso con un’espressione scocciata.
-La Sig.ra Whelland.- presentò- È un’arpia e ci credo che Pussy le scappi sempre! Io le scapperei in continuazione, per dire!- commentò acidamente.- …devo andare.- sospirò poi.
-Sì, o.k.- ridacchiò lui. E le sorrise ancora.- Senti…ti secca se torno qualche volta? Così, giusto per far arrabbiare la Sig.ra Whelland ed aiutarti a cercare Pussy.- le chiese.
Sarah arrossì, non le era mai capitato che un ragazzo - un ragazzo! - per di più un ragazzo di 22 anni! S’interessasse anche solo minimamente a lei.
-…uhm…mmh mmh.- mugugnò prima di scappare dentro.
Ethan la guardò entrare nel portone continuando a sorridere, lei si richiuse il battente a vetri dietro le spalle e lui la sentì chiamare “Pussy! micio micio”.
Abbassò gli occhi sulla tracolla di tela della ragazzina, infilato nella tasca interna c’era il cd anonimo che Frank le aveva portato un paio di ore prima, l’angolo della custodia trasparente sporgeva fuori dalla cerniera. Si abbassò e lo sfilò con calma, lasciandolo ricadere nella propria borsa. Poi andò via.
***
-Dai, molla quell’insalata e vieni a giocare con noi, Gee!
Il cantante lo guardò malissimo, ma Ray non sembrò accorgersene, impegnato a cercare di contrastare il Way minore che, sullo schermo del televisore, stava pestando felicemente il suo personaggio nell’ultima versione di “Tekken”.
Gerard si guardò bene dal commentare - anche perché Ray aveva già smesso di prestargli attenzione ed era tornato a concentrarsi esclusivamente sul videogame - posò di malagrazia la coppa di vetro al centro del tavolo e sentì suo fratello indagare sarcastico:
-Cos’è? Hai bisogno di qualcuno da battere per recuperare in autostima, Toro?!
Gerard scoccò a suo fratello un’occhiataccia perfino peggiore di quella che aveva rivolto al chitarrista, ma anche Mikey non si voltò per accorgersene ed il più grande ringhiò un freddo “Grazie tanto, Mikes! anche io ti voglio bene!”, tornando subito dopo in cucina.
-Gioco io!- si offrì prontamente Frank.
Con un salto acrobatico superò la spalliera del divano e piombò accanto a Mikey che lo accolse con un  sonoro “vaffanculo” quando gli fece perdere un paio di punti.
-Tu stai lontano dalla mia 360!- strepitò il bassista senza soluzione di continuità e senza guardarlo- Non intendo dovermene comprare una nuova!
-Ancora con questa storia che sarei un animale analogico, io…- cominciò a protestare il più piccolo.
-Mi hai distrutto il portatile la scorsa settimana, Frank.- terminò incolore Ray mentre sullo schermo atterrava Mikey e poi cominciava a prenderlo a calci in rapida sequenza.- Perfino le ragazze ti hanno detto che devi stare lontano dal forno elettrico!- lo prese per il culo.
Gerard - appena tornato in salotto insieme al cesto del pane - rise. Frank lo guardò di sbieco e poi ricominciò a concentrarsi su Ray e Mikey.
-Siete cattivi! Io voglio giocare!- piagnucolò.-Bob, diglielo tu!- si appellò al batterista, in piedi di fianco alla TV.
-Non provarci, Frank, dopo è il mio turno e vorrei giocare anche io.- lo rimbeccò lui insensibile alle sue lamentele.
 Jamia uscì anche lei dalla cucina, portando altre ciotole ed una bottiglia di vino, gettò un’occhiata circolare al gruppetto radunato attorno alla TV e sospirò pesantemente.
-C’è qualcuno di voi altri maschi – esordì in tono spregiativo – che sia così gentile da muovere il sedere e venire a dare una mano? Gerard è l’unico cavaliere rimasto qui dentro!
-Grazie, Jamia.- si beò lui, pavoneggiandosi soddisfatto.
-No, è che è troppo schiappa per giocare con noi veri uomini e viene a dare una mano a voi signorine.- lo rintuzzò Mikey, sempre senza staccare gli occhi dallo schermo.
Mentre era il turno di Frank di spanciarsi dalle risate arrotolato sul divano, Gerard mollò brusco i piatti che stava distribuendo sulla tavola e marciò a picchiare il fratello.
Jamia sospirò ancora ed annunciò che ci rinunciava, ritirandosi in buon ordine in cucina mentre Alicia, ridendo anche lei, veniva a darle il cambio nel sistemare la tavola.
-Mikey, fate giocare Frank.- ordinò Aly, ignorando il fatto che il marito non avesse dieci anni e lei non fosse sua madre che mediava con i compagnetti di scuola.
-Ma, amore…!- rintuzzò lui disperatamente.
Ray approfittò di quell’ulteriore momento di distrazione per scaraventare il personaggio di Mikey giù dal ring e la scritta “You lose” lampeggiò felice sullo schermo.
-Ahah!- gridò il chitarrista soddisfatto.
-Cedi il posto, Mikey, che ti faccio vedere come si fa.- ridacchiò Bob facendosi passare il pad e detronizzando il bassista dal divano.
-‘Fanculo…- borbottò lui alzandosi.- Vado in cucina anche io prima di uccidere Frank per avermi fatto perdere.- annunciò stizzito.
-Ehi! cosa centro io?!- protestò il diretto interessato, sistemandosi a gambe incrociate accanto a Bob per seguire la nuova partita tra lui e Ray.
Mikey non rispose. In cucina Jamia e Gerard chiacchieravano tra loro, lei gli stava chiedendo di quei mesi in cui non si erano visti, cosa avesse fatto, come si sentisse. Domande di circostanza che, però, faceva piacere sentire. Mikey sapeva che tra Jam e suo fratello le cose non erano più state troppo lineari dopo il Project, nessuno all’interno della band conosceva le vere motivazioni – tranne Gerard e Frank, s’intende – ed anche Jamia era stata brava a non lasciare trapelare nulla. L’ultima volta che lei e Gerard si erano visti era stato per il funerale di Lindsay e del bambino, lei, se possibile, era stata in quell’occasione la più amorevole, accorta ed attenta delle amiche, perfino più di Alicia che Gerard lo conosceva come un fratello! Ma lui non c’era con la testa in quell’occasione. E non c’era stato più per un mucchio di tempo dopo. Mikey non aveva difficoltà a pensare che semplicemente non si fosse neanche accorto delle attenzioni che Jamia gli aveva rivolto allora, per cui era stato facile per lei farlo e per lui accettarlo. Di sicuro, si disse il minore dei Way mentre continuava a spiare la scena tra i due fingendo di aiutare Christa a scodellare e spadellare, il loro “piccolo mondo” aveva subito negli ultimi due anni tanti e tali scossoni da avere un terrificante bisogno di ricostruire i propri equilibri e Jamia e Gerard, in qualche modo, ci stavano provando sotto i suoi occhi.
-Mikey, no! Ti ho detto che la salsa la devi versare nella coppetta, non sull’anatra!- strillò Christa, strappandolo bruscamente a quelle riflessioni.
Mikey arrossì mentre gli altri due presenti nella stanza si voltavano a fissarlo, Christa gli toglieva di mano mestolo e pentola per riparare al danno e finire il lavoro al posto suo ed Alicia tornava in cucina ridendo di lui.
-Pasticcione!- schioccò sua moglie stampandogli un bacio sulla guancia che non fece che aumentare il suo imbarazzo.
-Se hai la testa altrove, non venire a fare danno qui.- rintuzzò la “cuoca”.
-Hai perso contro Ray, fratellino?- indagò Gerard con un sorriso cattivo.
Jamia rise e Mikey sbuffò un “fatti i cazzi tuoi” piuttosto risentito ma che diede a tutti la risposta esatta alla domanda del maggiore dei due fratelli.
-Fuori, fuori tutti!- esordì frettolosamente Christa quando ebbe terminato di preparare la coppetta con la salsa ed il piatto di portata con l’anatra arrosto. Rifilò la prima ad un fratello ed il secondo all’altro e li spinse in direzione del salotto.- Voi maschi siete dei disastri! Non so chi sia peggio tra Frank, te, e tuo fratello!
-Io cosa centro?- s’indispettì Gerard.
-Stessi geni!
-Lavatevi le mani e venite a tavola.- chiamò Jamia a raduno.
-Si mangia!- scattò su Bob felice mollando tutto a mezzo tra le proteste di Ray che stava vincendo.
-Vigliacco!
-Io mi siedo accanto a Bobby!
-No, perché altrimenti passate tutto la cena a fare casino, Frank, ed io non voglio raccogliere cibo finito nei posti più impensati del salotto per i prossimi dieci giorni!
-Ma, Aly…!!!
Mentre prendevano posto tra le chiacchiere confusionarie, le battute che si inseguivano, le risate e qualche manata tirata a caso nei momenti più irritanti, Mikey guardò la scena dicendosi che era così che sarebbe dovuto essere sempre e gli sembrò, per un solo momento, di essere tornato indietro di anni ed anni, a quando la sera si radunavano a casa di qualcuno a caso tra loro e la madre di turno preparava la cena per tutti.
…peccato per quell’ombra scura nel sorriso di suo fratello…
 
 
 
 
 
  
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