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Autore: 48crash    30/03/2011    2 recensioni
Premetto che il mondo del rock mi ha sempre affascinato. Ho sempre trovato figure particolarmente interessanti le groupie, e ho sempre desiderato diventare una di esse. Ma documentandomi un po' sull'argomento, ho scoperto che non era affatto semplice reggere la vita della groupie. Forse qualcuno che aveva la mia stessa idea leggendo la mia ff cambierà idea.
NON è tratto da una storia vera, ma cercherò di rendere il tutto il più realistico possibile. E' la storia di una ragazza, groupie, che conoscerete andando avanti. Parla della sua vita al fianco degli Arosmith, all'inizio della loro carriera, nel periodo tra Get Your Wings e Toys In The Attic, quando la loro vita era davvero tutta "sesso, droga e rock 'n' roll", quando io avrei dato l'anima per essere lì in mezzo. Però sono qui, e non mi resta che parlare di questa ragazza, alla quale con lo scorrere del tempo mi sono affezionata, a lei e a tutti i suoi problemi, alle sue follie, alle sue passioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 settembre 1974, 23:30
<< Dai, Curlie, dimmelo >>. Tom mi guarda in viso, mentre mi sbottona i jeans nel bagno dell'università. Hanno appena finito di suonare, nel seminterrato.
<< Cosa ti dovrei dire? Che non sei neanche capace di una sveltina senza distrarti? >>
<< Lo sai cosa >>ribatte lui torvo. << Lo so che ci stai pensando ancora >>.
<< Ma finiscila! Non penso mica a cazzate simili >>. Volto il viso dall'altra parte e sento che ce l'ha fatta. I pantaloni e gli slip sono andati, e lui è dentro. Adesso non mi importa più di niente.
Lo sento mentre si muove ritmicamente, ma non riesco a provare niente. Neanche un minimo di piacere. Spero che sia perché sono troppo fatta, e non per quello che è successo prima.
Eppure, se riesco ancora a ragionare, non posso essere troppo fatta. Ha ragione Steven, cazzo: non si è mai troppo fatti per queste cose.
Allora ha ragione anche Tom: ci sto pensando ancora.
Lui intanto non se ne preoccupa più, figuriamoci: lui sì che è fatto del tutto. E poi, come tutti gli uomini, basta avere quello che vuole.
E non nego che anche io lo sto usando. In effetti sono qui, a fare sesso con lui anche se stasera non sono dell'umore adatto, solo per un motivo. Non ci devo pensare. Non devo pensare al fatto che stasera, una ragazzina che avrà avuto la mia età e che era qui all'università con il suo ragazzo più grande che probabilmente frequentava proprio qui, mi ha dato della puttana perchè ero con loro.
Normalmente non ci avrei fatto caso. Ma vederla lì, così pulita, così tranquilla, col suo bel ragazzo universitario, mentre mi sputava addosso parole così velenose, mi ha fatto male.
<< Vaffanculo >>le ho detto. Poi me ne sono andata di là con i ragazzi e ho preso tutto quello che mi davano, chiedendone anche di più. Senza però riuscire a perdere la lucidità.
Mi aggrappo alla schiena di Tom, voglio sentirlo ancora di più. Voglio una sensazione così forte da farmi scordare il resto.
Vaffanculo, stronza. Glielo ripeterei altre mille volte.
Lei non sa chi sono io, che vita faccio io. Non è consapevole della scelta che ho fatto. Che è stata una scelta estrema, e che ha necessitato un coraggio che lei forse non avrà mai in tutta la sua vita. È soltanto una bambina cresciuta nella bambagia, che non capirà mai niente di questo mondo, e che non amerà mai nessuno come io amo e venero questi ragazzi. Li ho seguiti perchè erano i miei dei. E questo lei non lo può capire.
 
 
3 settembre 1974, 06:45
Un suono, come lo squillare di una sveglia, si fa strada lentamente nella mia mente annebbiata. Prima è ovattato, poi comincio a sentirlo sempre di più.
Cosa diavolo è?
Sollevo la testa e cerco di mettermi seduta e una fitta mi trapassa il cranio da parte a parte, quasi impedendomi di aprire gli occhi, seguita da un conato di vomito.
Mi riabbasso accasciandomi sul pavimento freddo.
Mi rendo conto che sto tremando, cosa del tutto naturale visto che sono accasciata sul pavimento gelido del bagno dell'appartamento dei ragazzi e ho addosso solo una maglietta troppo larga. Il fatto che ho bevuto e preso dosi inimaginabili di roba ieri sera non mi aiuta.
Guardo meglio la maglia che indosso. Come pensavo, è di Steven. Fantastico, ho fatto sesso con almeno due uomini diversi in una sera. E quando dico due, so già che ce ne sarà un terzo.
I conati non cessano, così mi trascino verso il gabinetto e vomito anche l'anima.
Mentre sono piegata in due e tossisco, Joe entra in bagno e mi vede.
<< Cazzo! >>urla precipitandosi verso di me per sorreggermi.
<< Joe, vattene >>gli dico secca. << Vai a spegnere quell'allarme, o qualsiasi cosa sia >>.
Non voglio che mi veda in queste condizioni, anche se è già successo. Non sopporto di condividere i miei problemi con gli altri, e quindi cerco sempre di impedire che qualcuno mi veda quando sono così conciata.
<< Non è un allarme, è la sveglia di Steven >>risponde lui con dolcezza, spostandomi i capelli dal collo sudato a cui si erano appiccicati. << Abbiamo le prove, stamattina >>.
<< Bene, allora vai. Non sia mai che te le perdi per me, così mr. Tyler ci incula entrambi >>sputo tra un colpo di tosse e l'altro.
<< Non fare la scema, non me ne vado >>.
<< Ah, già: prima ti devo liberare il bagno >>commento sarcastica. Vomito ancora quel poco che c'è nel mio stomaco, e poi, rassegnata, mi lascio pulire gli angoli della bocca con un pezzo di carteigienica, mentre appoggio la schiena contro al muro. Adesso il fresco mi fa quasi piacere.
<< Lasciami pure nella vasca se ti serve il cesso, io da qui non mi muovo >>dico senza aprire gli occhi.
<< Non ti lascio proprio da nessuna parte, Jay >>.
Joe si piega e mi solleva di peso. Io vorrei dirgli qualcosa ma non posso, non riesco nemmeno ad articolare una frase. Ma quanto cazzo ho bevuto ieri notte?
Esce dal bagno con me in braccio, come se non pesassi niente, e si dirige verso camera sua. Una volta entrato, sposta col piede qualcosa e si avvicina al letto, dove mi depone.
Mi copre con le lenzuola candide e si piega per darmi un bacio sulla fronte. << Non prendere più tutta quella robaccia, Jay >>sussurra.
<< Tu ne prendi anche più di me! >>protesto con la voce impastata.
<< Ho un sacco di anni in più di te, e poi mi so regolare >>dice accarezzandomi una spalla.
<< Smetto di drogarmi, promesso >>biascico senza sollevare le palpebre.
<< Brava. Ora fatti una bella dormita. Per quando saremo tornati, ti sarai ripresa >>.
Si alza dal letto dove si era inginocchiato al mio fianco e se ne va chiudendo piano la porta alle sue spalle, dolcemente. Poi sento i suoi passi mentre si allontana dalla stanza.
Sento il brusio dei ragazzi e delle ragazze che si sono scopati ieri sera di là. Sento Joey che urla a Steven di spegnere quella sveglia che ci sta trapanando i timpani. Sento Steven che gli grida che dovrebbero ringraziarlo invece, perchè se lui non ci fosse sarebbero tutti fottuti.
E sento Joe che gli dice di fare piano. Perchè in camera sua c'è una ragazza sfinita, che vive solo per dare piacere a loro cinque scalmanati. E lui non la vuole disturbare, per oggi.




Visto che avevo voglia di scrivere, ho fatto anche il terzo capitolo. Questo è un po' più lungo, e forse anche più profondo.
Sicuramente, anche più crudo. Non voglio risparmiare niente.
Fatemi sapere se trovate qualche imprecisione o qualcosa che non va.
Un bacio
Lucy :***

  
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