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Autore: Whenulookmeintheeyes    30/03/2011    4 recensioni
Nessuno può tirarsi fuori dalla propria storia.
E loro nemmeno lo volevano.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Voi non sarate mai nessuno, non arriverete mai da nessuna parte".

"Se il vostro precedente album non ha fatto succcesso un motivo ce".



Quante volta si erano sentiti ripetere queste frasi? Un migliaio? O forse più?

Il fatto è che non ce la facevano più di sentirsi dire che erano delle nullità senza un futuro. Un anno prima avevano pensato che con l'aver trovato una casa discografica tutti i loro problemi erano risolti. Ma così non è stato. Perchè non serve solo una casa discografica per sfondare nel mondo della musica, ma c'è bisogno anche dipersone che comprino i tuoi dischi e ascoltino la tua musica. Loro di queste persone che vengono chiamati fan ne avevano trovati veramente pochi. Il loro primo album "It' about time" non era stato proprio ciò che si definisce un succeso, cinquantamila copie vendute sono un po' poche; i ragazzi nelle scuole dove suonavano li guardavano come se fossero degli alieni scesi sulla terra. E loro si sentivano un po' cosi, come delle persone fuori posto che non dovevano stare lì.

Poi oltre ai fan devi trovare anche qualcuno che ti supporta e loro a parte i loro genitori, non avevano nessuno. Già perchè la loro ormai ex casa discografica gli aveva voltato le spalle senza alcun ritegno, perchè loro non avrebbero mai venduto un solo altro cd.

E così tre adolescenti si erano ritrovati a girare tutti gli Stati Uniti alla ricerca di qualcuno che credesse in loro.

"Ragazzi ce la faremo?" chiese un ragazzo con ancora il viso di un bambino, con così tanta innocenza da far venire i brividi.

"Sai Nick, ormai non ci credo più" l'innocenza non toglieva però la facoltà di ricevere sempre e comunque la verità e questo lo sapeva bene il fratello maggiore.

"Joe bisogna crederci".

"Kevin a cosa vuoi credere? Sono sette mesi che papà fa solo chiamate per noi e le risposte sono sempre le stesse" Joe scese dal letto dove era seduto e andò ad abbracciare il fratello minore; sapeva che ciò che aveva detto lo aveva ferito, perchè se c'era qualcuno che soffriva più di Joe e Kevin per quella situazione quello era Nick. Lui era il ragazzo nato per la musica, lui che già all'età di tre anni canticchiava sottovoce, lui che a cinque anni aveva già deciso il suo futuro: fare il cantante.
Per lui come per i suoi fratelli fare il cantante non era un modo per essere famosi, ma era semplicemente fare ciò che amava. Perchè la musica li rendeva felici, era parte integrante di loro. Fin da piccoli il padre li aveva cresciuti con il rock degli anni '80 e i grandi autori del passato. Loro vedevano nella musica un modo per esprimere loro stessi, per far sapere alla gente le loro idee,il loro passato e le loro emozioni. Volevano solo comunicare i loro sentimenti, ma questo pareva non essere compreso da molti.

Così andavano avanti aspettando che qualcuno si accorgesse di loro, delle loro doti e della loro buona volontà.

"Nick io volevo solo dire che...."

"Joe so cosa volevi dire e hai ragione. Nessuno ci vuole ed è quasi un anno che papà si stressa solo per noi, forse dovremo chiudere qui e tornare a fare i ragazzini normali" disse il riccioletto con gli occhi lucidi.

"Ma è il tuo sogno Nick!?!" già era il suo sogno, Kevin aveva ragione, ma il piccolo di casa aveva ragione.

"Forse dovremmo" affermò Joe in sottofondo. Tutti e tre sospirarono guardandosi.

Forse sarebbero andati avanti per un altro mese, poi avrebbero definitivamente chiuso con la storia di diventare rockstar.

I giorni passavano e la situazione era bloccata, avevano rintracciato tramite alcuni contatti una casa discografica, ma non sapevano se avesse già sentito la loro musica.

Inutile dire che neanche questa accettò. Anzi disse che i loro pezzi mancavano di qualcosa, erano vuoti e con poca fantasia.

Un altro colpo che li affondò sempre più.

"I nostri pezzi sono privi di fantasia? Ma cosa hanno ascoltato?" urlò un Joe furibondo, faceva avanti e indietro per il salone ed era rosso dalla rabbia.

"Joe non arrabbiarti è inutile, forse hanno ragione in fondo" ammise Nick a malincuore.

"Hanno ragione?? Nick ma ti senti? E' da quando hai sette anni che scrivi canzoni, hai dato l'anima per questo album".

"Joe mi sono stufato di sentirmi dire che le canzoni che scrivo e scriviamo insieme fanno schifo, io mollo tutto"detto questo si alzò dal divano dove era seduto e salì in fretta le scale, per chiudersi con un tonfo la porta della sua stanza alle spalle.

Era finita. Se lui mollava allora non c'era più ragione di andare avanti.

Per giorni nessuno parlò più di cd, case discografiche o cose simili. La casa taceva, tutti si erano messi il cuore in pace. Tranne il padre.

Il signor Jonas continuava a credere nei figli e nel loro talento, sapeva che un giorno sarebbero diventi dei grandi cantanti.

Così non si perse d'animo e continuò il suo giro di chiamate, all'insaputa di tutti eccetto della moglie.

In un pomeriggio abbastanza caldo i tre ragazzi erano in giardino a giocare con la palla. Si lanciavano quell'oggetto rotondo pensando ai fatti loro, nessuno seguiva più di tanto le azioni degli altri.

Finchè i genitori non uscirono di corsa dalla porta di casa, si bloccarono a fissarli con gli occhi lucidi.

Anche i tre fratelli bloccarono il gioco e fissarono i genitori quasi preoccupati.

"Ragazzi abbiamo trovato...una-una casa discografica" rimasero all'inizio immobili per assimilare le parole del padre, ma non appena quelle lettere si misero ognuna al posto giusto nelle loro teste iniziarono a saltare e gridare dalla gioia.

Ce l'avevano fatta.

"Come si chiama la casa discografica?"chiese Joe.

"Hollywood Records".







Cinque anni dopo.



Tre ragazzi un po' cresciuti camminano per le strade di L.A. Con una mano tengono un bicchiere di Sturbucks, mentre con l'altra salutano i paparazzi.

"Allora a che ora è l'intervista oggi?"

"Joe tu non ti dimentichi come ti chiami perchè sono ventuno anni che te lo ripetono, comunque è alle tre" gli rispose il riccio più grande.

Camminavano per quelle strade assaporando l'aria calda della California.

"Che ne dite ragazzi se prima del concerto di questa sera facessimo una partita a football, come ai vecchi tempi?"

"Si io ci sto. Tu Kev?"

"Va bene, ma chi perde questa sera fa qualcosa di imbarazzante per le fan".

"Va bene" annuirono i due più piccoli.

"Qualsiasi cosa per far ridere le nostre fan" affermò Joe aprendo la portiera della macchina.

La giornata con interviste, foto e incontri con i fan passò davvero veloce, così eccoli nel backstage del loro quarto tour da protagonisti.

"Siete pronti?" fece la voce di quel uomo che non gli avrebbe mai abbandonati, loro padre.

"Un po' emozionati e molto timorosi".

"Ancora? Siete saliti centinaia di volte su un palco e ancora avete paura come la prima volta?"

"Forse perchè ogni volta è come la prima".

Si misero in cerchio, le mani in alto e un solo grande grido: "Living the dream".

Perchè loro stavano davvero vivendo il sogno. Stavano vivendo la vita che avevano sempre desiderato.

Ma anche se avevano milioni di dischi venduti, ogni sorta di oggetto con le loro facce sopra, milioni di fan che gridavano ogni volta che respiravano solamente; loro erano rimasti sempre gli stessi. Sempre i soliti Kevin, Joe e Nick che quel pomeriggio nella loro casa nel New Jersey avevano iniziato a crederci di nuovo.

Sul palco diedero anche l'anima, adoravano vedere migliaia di ragazzine urlanti che si muovevano con loro, cantavano le loro canzoni e gridavano i loro nomi.

"Ah ragazze, prima della fine del concerto assisterete ad uno spettacolo davvero "carino" di Kevin" disse Joe riodendo.





La loro storia era già scritta e nessuno può tirarsi fuori dalla propria storia.







Lo so fa schifo, ma volevo provare qualcosa di diverso dalle solite storie d'amore. Così mi sono venuti in mente i piccoli Jonas e le difficoltà che hanno dovuto passare per diventare quello che sono adesso.

Be' ma se vi piace, fatemelo sapere.

Un bacio,Aly.
  
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