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Autore: Herm735    31/03/2011    6 recensioni
“Credo che sia il momento opportuno per parlare della profezia.” [...] "Il suo cuore è puro, incontaminato. Dovrà affrontare un lungo viaggio, e alla fine la metà del suo cuore sarà con lei per sempre.” Aveva scoperto che avevano due possibili ipotesi su cosa significasse quella frase.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Salve a tutti!
Oggi ho trovato il tempo di aggiornare, e così eccomi qua. Per prima cosa voglio ringraziare, come sempre, coloro che hanno recensito: angelina, rxy_xyz, Jud16, SweetBlueNight, GinevrasRevenge e Lights. Ogni commento è importante per me. Grazie mille a tutti.

Buona lettura!




Il turno di guardia



Sospirò, tentando di rimanere concentrata.
Però non era facile, anzi.
Non riusciva a capire come Ron ci riuscisse.
Lo faceva sembrare così facile, a volte, quando ne parlava.
Smetti di pensare.
Staccati da tutto il resto e tenta solo di ascoltare quello che hai intorno.
Però lei non ci riusciva.
Aveva un milione di pensieri che le affollavano la mente, e un altro milione che tentavano di entrarci.
Era impossibile rimanere concentrata sull'accampamento, con così tante domande in testa.
Dov'erano Harry e Hermione?
Stavano bene?
Sarebbero mai tornati?
O forse...erano già morti?
Al solo pensiero le si strinse forte il cuore.
No, non potevano essersene andati.
Non senza dirle addio.
Non senza guardarla negli occhi e darle una spiegazione, qualcosa che le facesse comprendere meglio cosa avesse spinto due persone così innamorate l'uno dell'altra a fare a meno di stare insieme.
Voleva che Hermione la guardasse negli occhi e le dicesse che non amava Harry abbastanza per rimanere.
Voleva che Harry le dicesse di non fidarsi abbastanza di Hermione per stare con lei.
No, lei non c'entrava niente nella loro storia, però non le importava.
Si amavano.
Era evidente.
O, almeno, si erano amati, molto tempo prima.
E poi qualcosa era cambiato.
Era tutto riguardo alla fiducia.
Strinse più forte la bacchetta.
“Luna?”
Alzò lo sguardo e vide Dean che la fissava, confuso.
“Sei almeno venti metri fuori dalla tua zona. È tutto ok?”
“Sì. Sì, certo. Ero solo sovrappensiero.”
Con un sorriso debole fece dietrofront e ricominciò a camminare.
Provò a concentrarsi solo sul fare la guardia.
Uno, due, tre passi.
Ascoltava i rumori intorno a lei.
Tutto era tranquillo.
E poi, di nuovo, uno, due, tre passi.
Come potevano essere così ciechi?
Come potevano non vedere quanto soffrissero entrambi?
Dicono che quando una storia finisce, uno dei due è destinato a soffrire.
Ma se a soffrire erano entrambi, come poteva la loro storia essere finita?
Sbuffò e strinse i denti, mentre si fermava e ascoltava di nuovo.
E poi altri tre passi.
Odiava quella cosa.
Non le piaceva sorvegliare il campo, era come se stessero tentando di tenerla lontano dalla vera guerra, affidandole il compito di sorveglianza.
Sospirò e poi fece altri tre passi.
Iniziava davvero ad essere stufa.
E avrebbe dovuto farlo per altre quattro ore e cinquantatré minuti.
Lei era immortale.
Lui sarebbe invecchiato, lentamente. Prima avrebbe iniziato ad avere il fiatone quando correva per dieci metri, poi avrebbe smesso di correre. I capelli gli sarebbero prima diventati un po' grigi ai lati, brizzolati, e poi sarebbero diventati bianchi, ma non tutti, perché qualcuno sarebbe caduto col passare degli anni.
Poi sarebbero comparse le prima rughe, la vista sarebbe calata ulteriormente, e poi le mani avrebbero iniziato a tremargli ogni volta che sollevava un braccio all'altezza della spalla.
E poi avrebbe smesso di tentare di cambiare il mondo e cose come questa, che Harry Potter faceva di continuo.
Non sarebbe stato neanche più lui, ad un certo punto.
Sarebbe stato un estraneo per la maggior parte delle persone.
Non per Hermione, ovviamente.
Però sarebbe cambiato molto.
Sarebbe diventato più saggio, con gli anni.
Finché la saggezza si fosse trasformata in vecchiaia.
E dopo se ne sarebbe andato.
Se fossero stati fortunati, durante il sonno, in modo dolce.
Altrimenti no. Forse si sarebbe ammalato.
Di una di quelle malattie babbane incurabili.
E sarebbe morto molto più lentamente e dolorosamente.
Mentre lei no.
Lei avrebbe continuato a vivere.
Per così tanto tempo da essere quasi impossibile da immaginare.
Infondo, non riusciva neanche ad avere una pallida idea di come sarebbe potuto essere il mondo mille, duemila, diecimila anni dopo.
Hermione forse lo avrebbe visto con i suoi occhi.
Avrebbe visto arrivare il giorno dell'Apocalisse e avrebbe a quel punto guardato la morte negli occhi, sospirando di sollievo, ringraziandola per essere finalmente venuta a prendersi quello che si sarebbe dovuta prendere molto tempo prima.
Ma fino ad allora, avrebbe vissuto sola.
Diecimila anni di solitudine.
Forse di più.
Sentì il vuoto dove un attimo prima le batteva il cuore.
Lei non riusciva a resistere nemmeno sei ore lontano dalla persona che amava, senza sentirsi incompleta.
Sospirò, e capì finalmente perché Ron tentava di non pensare.
Era più facile.
Doveva solo pensare che il presente era tutto quello su cui doveva concentrarsi.
Non c'era un futuro.
Niente domani.
E assolutissimamente non c'erano diecimila anni di solitudine ad attendere nessuno che lei conosceva.
Sospirò, riprendendo a contare meccanicamente i passi, tentando disperatamente di lasciar perdere tutti quei pensieri.

Incontrò Ginny al limite della sua zona. I loro tratti erano comunicanti.
“Notato niente di strano?”
“No. Tu?”
Luna fece cenno di no con la testa.
“Qualcosa non va?” le chiese la rossa.
“No, tutto ok. Stavo solo...pensando.”
Ginny sospirò e annuì lentamente.
“Pensavi a loro, vero?”
Luna la guardò alzando gli occhi ma non la testa.
“Pensavo a loro anche io” confessò Ginny.
“Sembra solo così ingiusto.”
“Lo so. Si meritavano davvero il loro lieto fine.”
“Sai, ho sempre pensato che, un giorno, sarebbero stati, come nelle favole, felici e contenti per sempre.”
“Sai, Luna, il problema è che nessuno ha quello che si merita. La gente ha quello che ha, basta. La vita è ingiusta, lo sappiamo bene, noi.”
Luna la guardò addolorata.
“Non farlo, Ginny. Non è colpa nostra, questa guerra.”
“Sto solo dicendo che, se la guerra non ci fosse, saremmo potuti essere più tranquilli. Non avremmo dovuto ogni giorno temere che uno di loro non torni a casa.”
“Lo so” sospirò Luna. “Fidati, lo so.”
“Vorrei solo aver avuto più tempo. Più tempo per godermi la pace.”
La bionda annuì. “Già. Non è forse quello che ognuno vorrebbe, infondo? Più tempo.”
Ricominciò a contare i passi, mentre si dirigeva nella direzione opposta a quella di Ginny.

Ogni giorno si domandava come sarebbe stata la sua vita se non ci fosse stata la guerra.
Ogni istante.
Però non poteva cambiare il passato.
Poteva solo vivere il presente, tentare di far funzionare le cose.
Rinunciare non era la soluzione.
La soluzione era lottare.
E lei non avrebbe mai smesso di combattere per le persone che amava.
Avrebbe sopportato il dolore nel modo migliore che poteva, avrebbe cercato di trovare la forza per affrontare ogni battaglia.
E dentro sé avrebbe trovato la fede per credere che Ron sarebbe tornato vivo ogni sera, e lei avrebbe potuto guardarlo, nella luce soffusa dentro la loro tenda e pensare che, sì, era fortunata.
Era fortunata nonostante la guerra, perché era riuscita ad essere felice.
Alcuni non c'erano riusciti.
Altri stavano ancora tentando.
Ed alcuni, come Harry e Hermione, non ce l'avevano fatta. Era mancato loro quel tempo che Ginny tanto reclamava.
Non era colpa loro, né di nessun altro.
Non era perché erano meno buoni, o meno innamorati di altri.
Anzi, forse era stato, ad un certo punto, uno svantaggio, che si amassero così tanto, più di qualsiasi altra persona lei avesse mai conosciuto.
Non era il fatto che non si amassero abbastanza.
Era semplicemente fortuna.
A volte, senza motivo, le cose vanno bene.
Altre volte qualcosa va storto, e tutto il resto crolla.
E, di nuovo, il suo pensiero andò a loro due.
Chiusi chissà dove, a subire chissà cosa.
Ma insieme.
Fregandosene della sorte e del destino, dopo tutto quel tempo e quel dolore, ancora insieme.
Aldilà di tutto il resto.




Allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Come sempre Luna dovrebbe dare speranza, contagiare con il suo ottimismo. Spero di essere stata brava a riportare quelli che credo sarebbero stati i suoi pensieri, così che possa infondere quei sentimenti anche a voi.

In questi giorni ho avuto un paio di decisioni difficili da prendere su questa storia. Mi ci è voluto un po', ma alla fine ho deciso. Spero di non essermi sbagliata, ma questo dovrete dirmelo voi quando verrà il momento.

Recensire richiede solo un minuto del vostro tempo. Ringrazio chiunque di voi si prenderà la briga di scrivermi due righe e farmi sapere la sua opinione. Grazie a tutti per aver letto.





  
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