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Autore: PrincesMonica    01/04/2011    12 recensioni
Dal 1998 al 2006 la vita di Jared è decisamente cambiata. Cambierà ancora di più quando scoprirà di avere un figlio. Ma a lui la cosa interesserà? O preferirà fare finta che non esista?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volevo ringraziare tutte le mie lettrici, nonchè tutte coloro che commentano qui e via Twitter. Vi adoro!! E mi fate arrossire ^////^
Inoltre volevo lasciare una piccola nota: rileggendo la storia mi sono accorta che ho dato molta enfasi ad un particolare, cioè alla, insana per tutte noi, paura di Monica, sia per quanto riguarda i sentimenti di Alex, ma, e soprattutto, per quanto riguarda la sua paura per la presenza di Jared. Non voglio essere ridondante, ma in una situazione simile,  credo che io reagirei nella stessa esatta maniera di Monica. 
Per fortuna, o purtroppo, non accadrà mai!! XD
Ultimo punto: Alex, per forza di cose, non esiste. Però molte delle cose che fa e come le fa, sono prese spunto dal bambino che ho in casa, cioè mio fratello Nicola. Lui adesso ha 11 anni, quindi un po' più grande si quanto sia in realtà Alex. 
Bene, detto questo, vi faccio leggere!

Capitolo 5: Si piccolo, noi!

“Mi spieghi perchè mi vuoi con voi?”
Monica si stava sistemando i capelli prima di uscire. Jared l'aveva chiamata due giorni prima per chiederle di portare Alex al Luna Park di Santa Monica. Dato che era domenica non aveva nessun problema ad accontentarlo ed anche il bambino era stato entusiasta di andare a divertirsi alle giostre. Ecco, magari il fatto che ci fosse Jared non era di suo massimo interesse, ma conoscendolo, Monica sapeva che come avrebbe visto uno dei suoi cantanti preferiti, si sarebbe lanciato in mille chiacchiere. La logorroicità era un segno distintivo dei geni Leto.
Diede un'ultima occhiata alla maglietta e si domandò se andava bene. No... forse era da cambiare.
“Monica, mi vuoi rispondere?”
Reneè era passata da loro e Monica aveva preso al balzo il momento, chiedendo all'amica di andare con lei alle giostre.
“Bhe, perchè Jared vorrà passare più tempo possibile con Alex e io... non ho voglia di fare il palo.” lo sguardo scettico della donna le fece capire che non ci aveva creduto neppure un secondo. “Perchè mi guardi così?”
“Semplicemente perchè non ci credo. Questo dovrebbe essere un appuntamento tra te e Jared, non un incontro con la tua amica.”
“Questo non è un appuntamento! È un... non so neppure io che cosa è, ma di certo non è un cazzo di appuntamento romantico.”
“Allora mi spieghi perchè ti sei truccata? E soprattutto perchè è la terza volta che ti cambi la maglietta?”
“Mi sono truccata perchè esco con mio figlio e... voglio sembrare apposto...e... ehm...”
“Sento lo stridio delle tue unghie sul vetro.” Reneè rise dell'espressione sconfitta di Monica. “Ammetti che ti fai bella perchè ti vuoi mostrare al meglio a quel gran pezzo di uomo. Non c'è niente di cui vergognarsi, sai?”
Monica sospirò gettando sul letto l'ennesima maglia.
“La cosa triste sai qual'è? É che posso cercare di mettermi in tiro come non mai, ma non sarò mai alla sua altezza.”
“E di grazia perchè?”
“Dopo che ci siamo lasciati, con chi si è messo lui?”
“Cameron Diaz?”
“Appunto, ti pare che dopo aver fatto cose folli con lei, si possa interessare nuovamente a me? Lei era una stella, io che cosa sono? Niente.”
“Smettila di dire cavolate e mettiti questa addosso: farai un figurone, tanto che mi sentirò io la terza incomoda.”
Reneè le stava passando una maglia a maniche lunghe attillata rossa, che aveva il pregio di una profonda scollatura e che quindi avrebbe aiutato a far vedere il decoltè: qualcosa che Jared avrebbe di certo apprezzato, Diaz o meno. Si guardò allo specchio: poteva andare.
Certo, fissando l'amica, si sentì praticamente surclassata in tutto: Reneè era una bellissima donna, più vicino all'età di Jared che alla sua, con un corpo minuto ma sodo. I capelli erano acconciati in bellissimi ricci biondo scuro ed incorniciavano un volto vispo e allegro, ma soprattutto un paio di incredibili occhi verdi come due smeraldi scintillanti. Se si considerava che i pantaloni stretti le fasciavano le gambe come una seconda pelle, l'effetto era devastante per parecchi uomini.
Scosse il capo: era veramente il brutto anatroccolo della compagnia.
“E comunque ancora non capisco perchè vuoi che venga con te. Visto che ti stai comunque facendo figa, io che c'entro?”
“Se tu sei nei paraggi io sono sicura di non rischiare di saltargli addosso. Ok, sono pronta. Alex, ci sei?” Un mugolio dal salotto fu l'unica risposta. “E' ancora più bello di quando l'ho lasciato e credimi, non credevo potesse essere possibile. Io più vado avanti e più invecchio, sembra che abbia 35 anni e non ventinove, mentre lui ringiovanisce. Ha il ritratto di Dorian Gray in soffitta, è un vampiro, un Immortale... è deprimente, ti senti persa nello stesso momento in cui sei nel suo stesso spazio. Oltre al fatto, non dimentichiamolo, che quando orbito intorno a lui, tutta la razionalità del mondo va a farsi benedire e i miei ormoni, normalmente assopiti, si risvegliano, come fosse già primavera inoltrata. E considera che è appena Marzo.”
Uscirono dalla camera da letto per trovare Alex che stava giocando con il gatto e un gomitolo di lana vecchia.
Per quel giorno Monica gli aveva tirato fuori un paio di pantaloni quasi nuovi, neri, in ottimo stato e una felpa con lo squalo della Maui, regalo della Nonna per Natale
“Prendi il cappellino ed andiamo.”
Lei indossò la sua giacca di jeans e si misero in macchina di Reneè. La donna guidava tranquilla e sicura. Il sole splendeva caldo, nonostante l'inverno: insomma, una giornata a dir poco perfetta.
“La paura è normale, Monica.”
“Lo so, ma... non posso cadere negli stessi sbagli. Oltretutto non sono più sola, ti ricordo.”
“Se posso darti un consiglio da assistente sociale, credo che Jared può solo far del bene ad Alex. Al di la del fatto che è realmente... bhe lo sai.” Disse lanciando un'occhiata al bambino dietro che guardava fuori dal finestrino muovendo la testa al tempo della musica dell'autoradio. Sembrava non stesse ascoltando nulla in realtà, ma meglio non rischiare.
“Spero solo che Jared non faccia cazzate con lui, chi se ne frega di me.”
Parcheggiarono vicino la spiaggia e si avviarono verso la grande ruota panoramica. L'aria fresca passava tra i capelli e la tranquillità del mare stava facendo effetto anche sull'umore di Monica: forse non sarebbe andato tutto male.
Arrivarono davanti all'entrata del Luna Park e si trovarono una visione un po' surreale: Jared che parlava con una specie di pupazzo con la maschera da squalo. Lui cercava di allontanarlo, mentre quello gli proponeva un volantino. A lato un divertitissimo Shannon che fumava una sigaretta.
Reneè avvampò.
“Non mi avevi detto che c'era anche Shannon.”
“Non lo sapevo.”
Il batterista sembrava tranquillissimo, con una maglietta a maniche corte dei Led zeppelin e un paio di Jeans neri e le scarpe da ginnastica.
“Dammi quel coso e vattene!” fece Jared al limite dell'esasperazione.
“Come mai così isterico di prima mattina?” Domandò Reneè facendo l'apripista. Shannon la squadrò da capo a piedi, scoccandole un sorriso di puro interesse.
“Da sempre Jared ha paura degli squali.” rispose Monica portando mano nella mano Alex.
“A me piacciono gli squali.” Fece il bambino.
Jared alzò gli occhi al cielo e cercò di troncare quella discussione. Andò verso l'unica che non conosceva e si presentò.
“Ciao. Io sono Jared e lui è mio fratello Shannon.”
“Io sono Reneè, la sua Assistente sociale.”
“Nonchè amica.”
“Andiamo sulle giostre???!” Alex aveva iniziato a tirare Monica verso l'entrata. “Voglio andare sulla ruota e nella casa degli specchi. E sulle montagne russe.”
“Piano, un passo alla volta, Io sulle montagne russe non ci vado e lo sai.”
“Ma mamma!”
“Ciao Alex, come stai?”
Jared libero dal volantino andò dal bambino che aveva il broncio per il primo no della giornata.
“Voglio andare sulle montagne russe.”
“E ci andremo... magari lasciamo la mamma giù e ci andiamo solo noi che siamo coraggiosi.”
“Forte! Andiamo.”
Lo strano gruppetto si mosse verso il parco. Solo Alex pareva completamente a suo agio, mentre gli adulti si stavano studiando in modo da capire come far andare avanti la giornata. Sembravano imbarazzati, soprattutto Monica che continuava a torcersi le dita. A breve se le sarebbe staccate.
“Mamma, li!” gli autoscontri parevano abbastanza innocui anche per lei e quindi diede il suo benestare.
“Dai Alex, vieni con lo zio Shan! Ti insegno io a guidare.”
“Zio?” fecero in coro tutti quanti.
“Yeah! Andiamo!” fece Alex correndo verso una macchina parcheggiata.
Monica, Jared e Reneè si guardarono ridendo.
“Mi domando chi dei due è vero bambino.” fece Jared.
“Bhe ringraziamo Dio che Shannon non sia bambino da molto...molto tempo.” Rispose Reneè leccandosi quasi involontariamente le labbra. “Guarda che gran bel culo.”
“Reneè!!”
“Scusa, Monica... scusa. Però... insomma, ammettilo, guarda li!”
Shannon si stava abbassando per mettere il gettone nella macchina del nipote, per poi andare a sedersi nella sua. I due iniziarono a guidare cercando di scontrarsi più volte possibile.
“Come mai lui è qui?”
“Potrei chiederti la stessa cosa per quanto riguarda la tua assistente sociale.”
“Non volevo sentirmi sola se tu avessi voluto stare con Alex senza di me.”
“Pensi che dovrei anche crederti?”
“Potete flirtare quando io non ci sono?”
Reneè stava osservando tutto ridacchiando: quei due erano spassosissimi, anche se poteva capire tutti i dubbi della amica. Si guardavano di sottecchi, si avvicinavano e poi si allontanavano. Sembravano due ragazzi del liceo alla prima cotta.
Mentre Monica arrossiva, Jared spostò lo sguardo su suo figlio: rideva come solo un bambino sapeva fare, cioè spensierato e con gli occhi brillanti di felicità. Andava a sbattere contro Shannon che sembrava addirittura felice di essere li. Si spostò verso il bordo della pista.
“Alex, vieni qui.” In velocità entrò nella macchina del bambino “Facciamo vedere a zio Shannon chi guida meglio!”
“Noi!”
“Si piccolo, noi! Andiamo!”
A Monica scese un brivido lungo la schiena. Era così che doveva essere. Era così che si era sempre immaginata una vita ideale, fatta di lei, lui e il bambino. Una normalissima vita familiare.
“Non vale la pena di provarci, tesoro?”
Monica si limitò ad annuire leggermente commossa.
“Mamma, andiamo a giocare con i cigni?”
“Si, certo. Andiamo a vincere l'ennesimo pupazzo. ”Lo prese per mano portandolo verso un piccolo stand dove dei cigni di plastica nuotavano placidi in una vasca. “Sei contento di essere venuto?”
“Sì. Jared e Shannon sono simpatici. E poi Jared mi ha abbracciato... strano. È simpatico, anche se strano.”
“Non è mai stato troppo normale, neanche da giovane. Ehi, salve. Facciamo un giro!”
“Arrivo Signora. Ecco bimbo, prendi la canna.” Alex prese una canna da pesca dove in fondo c'era un cerchio fatto apposta per prendere i cigni “Tre animali, non di più.”
Monica lo prese in braccio per alzarlo e fare in modo che arrivasse al gioco in maniera migliore.
“Ma guardalo che carino... un vero cacciatore.” Fece Shannon tirando fuori il sacchetto delle sigarette. “Ne vuoi una?” chiese a Reneè.
“Non fumo, ma grazie comunque.”
“A te manco lo chiedo, fratello.”
Monica ed Alex tornarono con un bellissimo pupazzo a forma di Gufo, felice come una Pasqua.
“Visto cosa abbiamo vinto? La mamma mi ha detto i cigni da prendere, lei vince sempre!”
“Sono la mamma migliore del mondo!” disse Monica ridendo.
“Sì lo sei amica mia!” disse Reneè prendendola per le spalle ed incamminandosi con lei al gioco successivo.

La giornata continuò in quella maniera per tutto il tempo, passando da una giostra all'altra. Mangiarono un poco sano panino davanti lo sguardo schifato di Jared che aveva optato per un pezzo di pizza, unta come poche cose al mondo, ma almeno vegetariana. Si era appena reso conto che suo figlio era un carnivoro mica male.
Stava iniziando a scendere la sera, il vento era leggermente più forte e il freddo stava iniziando a crescere.
“Alex, dobbiamo andare a casa.”
“Ma dobbiamo andare ancora alla ruota panoramica. Jared dillo tu alla mamma.”
“Ha ragione lui, lassù non ci siamo ancora andati. Dai andiamoci adesso. Poi potremmo andare a cena assieme.”
Monica si voltò verso Reneè che era in piena discussione tecnica sui pezzi della batteria di Shannon e su come l'usava. Stavano scendendo in cose veramente tecniche che lei non capiva. Inoltre la sua amica stava dando sfoggio alle sue tattiche di seduzione, fatte di occhiate maliziose e battutine al limite. Tutte cose che Shannon apprezzava oltre ogni dire.
“Shan, Reneè, venite anche voi?”
“Uhm... no, Jay, vado a prendermi un caffè e lo offro anche alla mia deliziosa compagna di chiacchiere. Andate voi sulla ruota, noi vi aspettiamo qui.”
Come sempre Alex fu il primo ad avviarsi felice, con in mano il suo gufo di peluches. Jared prese la mano di Monica e la portò con se a riprendersi il bambino.
“Non sono uno spettacolo da vedere assieme?” Domandò Reneè prendendo il bicchiere di carta che le stava passando Shannon.
“Si ed è per questo che sono rimasto qua sotto... volevo che si godessero il loro momento famiglia. Jared se lo merita, visto che fino a questo momento non ne ha avuto la possibilità.” il tono arrabbiato si intuiva nonostante avesse cercato di dire quella frase con la solita apparente ironia. Reneè sospirò.
“Non condannare Monica. Non ha avuto una vita semplice.”
“Appunto, avrebbe potuto risparmiarsi un sacco di problemi se ne avesse parlato con Jay prima.”
“Ha fatto una scelta, cioè quella di lasciarlo andare per la sua strada. Possiamo essere d'accordo o meno, ma nessuno di noi ha il diritto di giudicarla, soprattutto se Jared non lo ha fatto per primo.”
Shannon la guardò, forse per la prima volta realmente interessato a lei per la personalità, piuttosto che per il sedere sodo.
“Forse hai ragione.”
Si voltò verso suo fratello e lo vide mentre saliva su una delle piccole cabine della ruota: aveva un sorriso diverso dal solito, molto più pudico e personale, non sapeva neppure lui come definirlo. Gli pareva di rivederlo bambino.
E sorrise anche lui.
   
 
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