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Autore: Dhialya    01/04/2011    2 recensioni
Spin-off collegato alla long "Narnia's Spirits", in particolare al cap 35.
Le prime volte in cui Evelyn inizia a percepire che Edmund è più di un fratello.
-Co__C_cosa stai facendo?- Eve balbettò quelle tre parole più di quanto si aspettasse e il tono le uscì leggermente più acuto del solito. Si sorprese di come fosse imbarazzata e si voltò leggermente alla ricerca del viso del Pevensie, cercando di scorgere qualcosa che le desse delle risposte. Questo si era bloccato dietro di lei e sembrò studiarla per qualche istante che le parve lunghissimo – Eve si pentì del tono acuto con cui aveva parlato. Sicuramente stava destando sospetti con quel suo comportamento da idiota.
-Ti metto la collana. Non la vuoi?-

[Pairing: Edmund/Evelyn - Incesto]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'The Spirits Within - The Just and the Sly special moments.'
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Narnia's Spirits
[Spin-Off]


Necklace of Feelings









Il sole splendeva, illuminando ancora a pieno giorno il paesaggio nonostante mancassero poche ore al tramonto.

Il venticello, fresco e frizzante come solo quello che annunciava l'arrivo della sera poteva essere, correva sulla spiaggia che dava sul mare dell'est, alzando dei granellini di terra che si facevano trasportare dall'aria incuranti di dove sarebbero potuti finire. Gli alberi facevano danzare le foglie e i petali di fiore, scuotendo le chiome, e il cielo era azzurro, quell'azzurro luminoso tipico di Narnia capace di far rilassare se lo si guardava per più di qualche attimo.

Evelyn stava camminando sul bagnasciuga in solitaria, osservandosi i piedi incrociarsi e superarsi ad intervalli regolari, per poi girarsi indietro e constatare che le proprie impronte erano state cancellate dalle onde che, placide, avvolgevano il bagnasciuga.

Ridestatasi dai propri pensieri si fermò a riflettere.

Susan sarebbe potuta essere in biblioteca o all'allenamento degli arcieri, Lucy a far compagnia a qualche driade, bevendo degli infusi con Tumnus ed i Castori. Peter era forse quello che se la stava vedendo peggio, in quanto aveva dovuto indire un consiglio per discutere dei confini a Nord. Ed Edmund…

Eve corrugò la fronte, pensierosa, strizzando gli occhi osservando la riga dell'orizzonte.

Suo fratello era sparito dopo pranzo, dicendo che andava a fare una cavalcata e a far dare una controllata alla lama della spada. A nulla erano valse le richieste di Peter – nemmeno troppo insistenti, in realtà – di restare per potergli dare una mano con le sue capacità di ragionamento.

Sospirò, sedendosi sulla sabbia asciutta, stando attenta che l'acqua salata non raggiungesse la gonna rischiando di rovinarla. Le sarebbe dispiaciuto, anche se qualche Narniana sarebbe stata ben contenta di confezionarle un nuovo abito. Si sciolse lo chignon e chiuse gli occhi gli occhi, serena, lasciando che l'aria proveniente dalla foresta le si insinuasse tra i capelli – li aveva lasciati crescere molto più rispetto alle sue sorelle ed ormai superavano la metà della schiena. Ne andava fiera.

Erano passati più di quattro anni.

Più di quattro lunghi ed emozionanti anni da quando avevano scoperto Narnia, da quando erano diventati Sovrani di un mondo che nemmeno conoscevano ma che avevano imparato a sentire loro fin nelle ossa.

Ed era così incredibilmente bello, così appagante per la sua anima, che ad Eve sembrava tanto un sogno. Un sogno ammaliante da cui non avrebbe mai, per nessuna ragione al mondo, voluto svegliarsi. Perché quella era la sua vita, la sua aria, la sua libertà. Perché li stava bene, incredibilmente bene. Niente bombe, guerre, attacchi aerei da cui scappare la sera. Niente puzza di case bruciate o pianti di persone in lutto. Niente tormenti, niente angosce.

Pace, serenità, vita, risate, felicità...

Narnia offriva a lei ed ai suoi fratelli tutto ciò che ogni persona si ritrova a cercare di ottenere per tutta la vita.

La felicità.


Sorrise da sola a quei pensieri, piegando la testa all'indietro e beandosi dei raggi del sole sul viso, il rumore calmo del mare che le faceva compagnia e l'odore pungente della salsedine nel naso.

Però... però le mancava una cosa.


Aprì gli occhi, un velo di malinconia che velava il luccichio di serenità che li animava, posando lo sguardo verso il basso. Sospirò, improvvisamente affranta, sfiorando il ciondolo con la E che brillava in mezzo alle clavicole.

L'altra mancava. Le si era rotta la cordicina qualche giorno prima durante un allenamento ed era stato impossibile riuscire a rimetterla.

E si sentiva in colpa, perché le era stata regalata da Edmund per il suo compleanno. Capitava a tutti che si rompessero le cose, non si spiegava come mai le dispiacesse così tanto.

Forse perché sembrava che non ne avesse avuto abbastanza cura.

Si portò le ginocchia al petto, circondandole con le braccia, appoggiandoci poi sopra il mento ed osservando il movimento continuo delle onde che arrivavano sulla spiaggia, sentendosi avvolta solo dai suoni della natura che la circondava.

Così rilassante...


Fu quando si vide coperta da un'ombra che alzò di scatto lo sguardo, sentendo il proprio corpo intorpidito risvegliarsi all'istante per quella presenza improvvisa che non aveva sentito arrivare.

Oh...


Si rilassò istantaneamente quando, mettendo a fuoco la vista, trovò gli occhi castani e familiari di Edmund che la osservavano, tranquilli. Sussultò lievemente, rendendosi conto che le era venuta una morsa allo stomaco alla vista del fratello.

Tutto il sospetto verso quella presenza inattesa che aveva provato per quei pochi secondi scemò via così come era arrivato.

Perché?

Evelyn tentò di rilassarsi, respirando lentamente e a fondo, riportando gli occhi su Edmund, facendogli cenno di sedersi con un sorriso forzato che voleva apparire naturale. Sperò che il suo volto non tradisse l'improvviso cambiamento di umore che stava percependo.

-Dove sei stato?- si decise a domandargli, cercando di concentrare la testa su altri pensieri e ripuntando ostinatamente lo sguardo verso il mare.

Perché non riusciva a guardarlo in faccia?


Edmund si era seduto vicino a lei in una posa decisamente più stravaccata, smuovendo con gli stivali un po' di sabbia.

-In giro.-

Evelyn si voltò ad osservarlo come se fosse stata chiamata, non riuscendo a decifrarne il tono di voce ma immaginando che poteva aver fatto spallucce dal tono vago che aveva utilizzato. Boccheggiò un paio di volte, ritrovandosi spiazzata a fissare gli occhi di Edmund.

Riportò lo sguardo sulla distesa d'acqua, voltando la testa di scatto come se si fosse scottata. Sentiva le gambe tremare, eppure non era in piedi. Sembravano gelatina e tremavano. Tremavano come mai avevano fatto.

Per cosa? Dannazione! Era emozionata? Non aveva senso!


Scosse la testa cercando di scacciare la vocina insistente che aveva iniziato a girarle in testa.

-Tieni.-

La voce del Giusto, e il suo braccio che le tendeva qualcosa, riportarono Eve alla realtà. Sgranò gli occhi, sorpresa, mentre titubante protendeva la mano verso la scatoletta che lui le stava porgendo. Corrugò la fronte, desiderosa di spiegazioni, ma l'occhiata eloquente di Ed verso l'oggetto la spinse a lasciare perdere le domande e fare ciò che le aveva chiesto.

Ci mise qualche secondo a capire come aprire la scatola, aveva paura di metterci troppa forza o fare qualche figura pessima come già capitato.

La Pevensie sgranò gli occhi, sentendosi nuovamente spiazzata nel giro di qualche minuto. Riportò lo sguardo verso Edmund in modo talmente meccanico che quasi le fece male il collo per quel movimento improvviso.

La sua collana...


Il cuore sembrava volerle schizzare fuori dal petto ed Evelyn si ritrovò ad odiarlo, in quel momento. Se avesse potuto avere un pulsante per poterlo spegnere lo avrebbe premuto all'istante.

-L'ho fatta riparare.- fu la semplice risposta che le diede – tranquillo, Edmund era fin troppo tranquillo per i gusti di Eve, in quel momento, che al contrario si sentiva investita come da un tornato di emozioni – mentre prelevava il ciondolo dalla scatolina.

-Co__C_cosa stai facendo?- Eve balbettò quelle tre parole più di quanto si aspettasse e il tono le uscì leggermente più acuto del solito, accorgendosi di Edmund che le si posizionava alle spalle.

Si sorprese di come fosse imbarazzata e si voltò leggermente alla ricerca del viso del Pevensie, cercando di scorgere qualcosa che le desse delle risposte. Questo si era bloccato dietro di lei e sembrò studiarla per qualche istante che le parve lunghissimo – Eve si pentì del tono acuto con cui aveva parlato. Sicuramente stava destando sospetti con quel suo comportamento da idiota.

-Ti metto la collana. Non la vuoi?- fece poi lui eloquente, in apparenza per nulla turbato dal modo di fare della Pevensie.

-Ah, oh… si, grazie.- Eve sgranò gli occhi quasi sorprendendosi del suono flebile con cui le erano uscite quelle parole. Riconobbe con angoscia anche l'imbarazzo che le aveva impregnate insieme ai suoi atteggiamenti.

Perché era così imbarazzata? Perché diavolo si stava comportando in maniera così strana?


Edmund si ritrovò a sorridere senza che lei potesse vederlo, osservando il collo candido della sorella che si era spostata i capelli di lato per facilitargli il lavoro.

-Prego.- Evelyn si ritrovò a socchiudere gli occhi, inebriata senza nemmeno volerlo dalla presenza di Edmund dietro di lei. Protettiva, calda, dolce, sicura. Non la stava toccando se non per cercare di agganciare il ciondolo, eppure riusciva a percepire il modo in cui la sua figura era china su di lei.

Sbatté le palpebre sorpresa, un brivido che le correva la schiena quando lui le sfiorò la pelle in un tocco sfuggente.

Perché? Perché stava accedendo tutto quello?


Ed arrossì. Si ritrovò ad arrossire senza volerlo, gli occhi puntati in basso che evitavano in tutti i modi di incrociarsi con quelli castani del fratello. Odiò la debolezza che stava dimostrando in quel momento nel comandare il proprio corpo. Strinse i pugni, indignata con se stessa.

-Finito!- Eve si sentì prendere per le spalle e si sforzò di alzare lo sguardo. Guardò Edmund senza capire, notando che si stava facendo sera e un tenue rossore proveniva dal sole che stava tramontando. Anche i capelli di Ed riflettevano in parte quella luce rossastra, riempiendosi di riflessi castani che la Pevensie trovò particolarmente simili alle sfumature dei suoi occhi.

-Non dici niente?- le domandò lui davanti al suo silenzio, imbronciando un labbro in una smorfia insoddisfatta ed alzandosi.

Evelyn si rilassò, riuscendo in parte a riprendere il controllo su se stessa e sorrise.

-Grazie.- accettò la mano che il Pevensie le stava porgendo per aiutarla. La percorse una scossa quando se la ritrovò circondata da quella salda del fratello, e sentì di nuovo il calore salirle alle guance. Si stava imbarazzando ancora.

Edmund la precedette, apparentemente ignaro dell'effetto che le stava facendo in quei momenti. Evelyn osservò la sua sagoma camminare sulla spiaggia, lentamente. Cosa le era preso? Si perse ad osservarlo, mordendosi un labbro pensierosa ed un po' angosciata da se stessa.

Non era possibile... Non poteva essere
così idiota.

-Evelyn, muoviti! A Cair Paravel si staranno domandando che fine abbiamo fatto!- Edmund si stava sbracciando per richiamare la sua attenzione.

Eve si portò automaticamente una mano al petto, stringendo la collana nuovamente tornata al proprio posto e sospirò, consapevole che le cose non sarebbero più state uguali da quel momento in avanti.

Dannazione... era proprio un'idiota.






































































Revisionata in data 31/03/2020. Collegata al capitolo 35 di Narnia's Spirits "Collana di sentimenti."

Ben ritrovati! Beh, che dire? Altra one-shot collegata alla long principale, in particolare più delle altre per via delle collane che sono presenti anche nella storia. Evelyn in questa ha circa diciotto anni, età secondo me "giusta" per farla innamorare in una maniera che non si confonda con una possibile infatuazione dal momento che se la trascina dietro poi per anni come sappiamo.

Qui ho dato principalmente solo il punto di vista di Eve. Ovviamente non è approfondito abbastanza perchè lo riprenderò anche nella storia principale in un momento abbastanza importante per la trama, quindi ho cercato di evitare di farvi leggere due cose apparentemente uguali. Il capitolo nella long sarà più completo, ma ho voluto darvi questo piccolo anticipo che spero apprezzerete.

Vi ringrazio,
D.

   
 
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