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Autore: elfin emrys    01/04/2011    6 recensioni
[Della serie Erede]
Dal capitolo 12:
"Ma delle mani invisibili lo trattenevano
no, non era lui a correre
dei becchi neri gli strappavano la pelle
bianca, pura, troppo morbida per essere la sua
le dita che entravano nella terra
dita... piccole, infantili
e un filo.
Un filo lungo, rosso, macchiato di oscurità.
Che si univa.
A un altro filo.
Fato. Destino."
MESSO NUOVO CAPITOLO, FINALMENTE!
Genere: Avventura, Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Erede'
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Crash!

Un rumore di cocci rotti riempì l'aria, mentre da una stanza del castello venivano delle grida.

-Ma che hai, l'ateriosclerosi al cervello?

-Ma che dici?

-Ah, no, hai ragione, ho detto una stupidaggine.

-Te ne sei accorta...

-Quale cervello?

Bum!

Un altro boato che fece sobbalzare le serve che passavano di lì.

-Sai che ti dico, Emrys?

-Cosa?

-Vai a quel paese!

-Mi dispiace, mi ci hanno cacciato.

Bam!

Emrys si abbassò, evitando un calice lanciato dalla sorella.

-Ma che fai, strombola?

-Cerco di farti fuori!

-Mi dispiace, sono già fuori-disse, andando fuori dalla stanza.

-Di testa? Beh, quello sì, lo sei!

Wraaam!

Un carro passò a tre centimetri da Aranel.

-Ma che ca...?

-Ops!

La ragazza fissò la faccia del fratello nel quale gli occhi finivano il loro lampo dorato.

-Brutto... potevi ammazzarmi!!

-E' la mia più profonda aspirazione!

Sbum!

Un'incudine cadde a pochi millimetri dal piede del Principe.ù

-Cretina!

Aranel sorrise, arcuando un sopracciglio.

-Idiota!

-Asina!

-Quando vedo la tua faccia mi convinco che Dio è un caricaturista!

-Cos'è quello, un opossum bagnato infilato nella maglia o il tuo viso, Emrys?

Clang!

 

 

Merlin sospirò lentamente, mentre si riprendeva.

Il medico lo fissava sorridente.

-Tutto bene, solo uno svenimento.

Il co-Re annuì leggermente.

Si sentiva come quando era incinto di Emrys.

Si diede dell'idiota: aveva 40 anni, cavolo!

E poi c'era stato quel malfunzionamento...

al pensiero, Merlin rabbrividì.

Il moro scosse la testa, cercando di rialzarsi, ma ricadde subito sdraiato sul letto.

-Non alzarti, Merlin, ti devo dire una cosa.

L'uomo spalancò gli occhi, sorpreso.

-E' qualcosa di grave?

-Sì, di irrimediabile!

Merlin lo guardò spaventato.

Crash!

-Lascia stare, Merlin: solo Aranel e Emrys che litigano.

-Se è qualcosa di grave, bisognerebbe dirlo a Arthur...

-Beh, certo, anche perchè si ritroverà...

-Non dirmi che si ritroverà vedovo!

-No. Con un figlio un più!

Merlin lo guardò come se fosse malato.

-Ma che hai, l'ateriosclerosi al cervello?

-...Aranel mi ha letto nel pensiero!

Il medico lo fissò, sorridente.

-...E' un pesce d'aprile?

-Assolutamente no, non mi permetterei mai!

Merlin lo guardò attentamente, prima di sedersi decentemente sul letto.

-Quindi... non... stai scherzando?

-No.

Il moro si mise sdraiato.

-...Beh... emmm...

 

-Emrys, sottorazza di AntiCristo, vieni qui, che ti concio per le feste!

-Dei, vi prego, non uccidetela, voglio farlo io!

-Hai molto di cui essere modesto, te!

-Sei una fessa fosforescente!

-Entra in te stesso e restaci.

-Come fai ad amare la natura dopo tutto quello che ti ha fatto?

Crash!

-Porca miseriaccia, tutta colpa di Arthur!

I due fratelli si fermarono sentendo la voce del papà.

-Ma che sta dicendo? Emrys, tu lo sai?

-Penso che la predizione che ti ho fatto tre mesi fa si stia avverando.

-Credi che papà sia ancora incinto? Ecco perchè era così nervoso!

-Ma quando Dio sparse l'intelligenza sotto forma di pioggia, lui stava al coperto o cosa?

-Sì, ne ho la conferma, Aranel.

-Ma come mai è così arrabbiato?

-Diciamo che per un uomo non penso sia una cosa felice, né tantomeno semplice.

Crash!

 

*_*_*_*_*_*_*

 

Merlin sorrise.

Si era finalmente calmato e adesso non era più infuriato.

Arthur doveva capirlo: non era più tanto giovane, era una cosa inaspettata.

In fondo il Re non aveva fatto problemi, l'aveva solo coccolato un po', prima di ricominciare a fare Arthur.

Il moro sorrise, ricordando la notte di tre mesi prima in cui probabilmente era stato concepito il bimbo.

Arthur spinse ancora, gemendo.

-Non sono più tanto giovane...

Merlin rise.

-Sì, me ne sto accorgendo.

Il Re lo baciò, dandogli contemporaneamente un piccolo scappellotto sulla nuca. I due continuarono a muoversi, in maniera lenta e profonda, non frenetica come era una volta.

-Cosa vorresti dire?

Il moro sentì il marito venire dopo un'ultima piacevole spinta, prima di sentirlo sdraiarsi sopra di lui.

-Sai, le tue performance non sono più soddisfacenti come un tempo...

Arthur si ritirò, offeso. Merlin rise, abbracciandolo e allungandosi sopra il suo corpo, strusciando un po' il viso contro il petto del biondo.

-Sembri un gatto...

Il moro rise ancora, facendo il verso delle fusa, mentre gli dava un bacio vicino alle labbra.

-Ma un gatto non potrebbe mai darti dei consigli...

-Che io non voglio...

-Ma che poi segui sempre...

Arthur sorrise, mettendo un braccio sul fianco dell'uomo, addormentandosi.

Merlin sorrise. Un bel ricordo, certamente.

Arthur mentre dormiva era uno spettacolo affascinante.

Sembrava sempre tenero e inoffensivo, con le labbra leggermente aperte, il respiro calmo e regolare...

ed era uno spettacolo di cui solo Merlin aveva goduto davvero.

Il moro si mosse lentamente nel letto, mentre Arthur si svegliava.

-Sei sveglio, Merlin?

-Sì...

-Ma quando sei incinto non riesci mai a dormire?

-...No...

-Troppa emozione?

-No.

-Troppo peso?

-No.

-Troppo...

-No.

Arthur sospirò, accarezzandogli leggermente la spalla.

Merlin alzò gli occhi al cielo.

-Allora cosa...?

-E' una cosa naturale, Arthur. Viene spontaneo. O almeno a me sì.

Il Re gli diede un bacio dove prima aveva poggiato la mano.

-Ma cos'era quella storia dell'intelligenza sparsa con la pioggia e io che stavo al coperto?

Merlin rise.

Un leggero vento entrò dalla finestra: era estate.

-Niente.

-Sì, certo: ripetilo se hai il coraggio!

-Asino sei, asino sarai e asino morirai (speriamo il più tardi possibile), non è vero?

-Sì e ne vado piuttosto fiero.

Le loro voci risuonavano nell'ombra.

Silenzio.

-...Arthur?

-...Sì?

-Tu credi che...

Crash!

In quel momento si udì un brutto rumore, come qualcosa che si rompeva.

E quel suono, anche se l'aria era leggera, anche se risuonavano ancora le loro risate, parve inglobare un oscuro futuro.


NOTE: alcuni insulti sono presi da internet. Mi scuso per alcune cose anacronistiche. Spero che il fatto che in questa fanfiction ci siano molte parti comico/sereno e molte invece drammatiche non dia fastidio, perchè spesso stonano tra loro. Grazie.

   
 
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