Crash!
Un rumore di cocci rotti riempì l'aria, mentre da una stanza del castello venivano delle grida.
-Ma che hai, l'ateriosclerosi al cervello?
-Ma che dici?
-Ah, no, hai ragione, ho detto una stupidaggine.
-Te ne sei accorta...
-Quale cervello?
Bum!
Un altro boato che fece sobbalzare le serve che passavano di lì.
-Sai che ti dico, Emrys?
-Cosa?
-Vai a quel paese!
-Mi dispiace, mi ci hanno cacciato.
Bam!
Emrys si abbassò, evitando un calice lanciato dalla sorella.
-Ma che fai, strombola?
-Cerco di farti fuori!
-Mi dispiace, sono già fuori-disse, andando fuori dalla stanza.
-Di testa? Beh, quello sì, lo sei!
Wraaam!
Un carro passò a tre centimetri da Aranel.
-Ma che ca...?
-Ops!
La ragazza fissò la faccia del fratello nel quale gli occhi finivano il loro lampo dorato.
-Brutto... potevi ammazzarmi!!
-E' la mia più profonda aspirazione!
Sbum!
Un'incudine cadde a pochi millimetri dal piede del Principe.ù
-Cretina!
Aranel sorrise, arcuando un sopracciglio.
-Idiota!
-Asina!
-Quando vedo la tua faccia mi convinco che Dio è un caricaturista!
-Cos'è quello, un opossum bagnato infilato nella maglia o il tuo viso, Emrys?
Clang!
Merlin sospirò lentamente, mentre si riprendeva.
Il medico lo fissava sorridente.
-Tutto bene, solo uno svenimento.
Il co-Re annuì leggermente.
Si sentiva come quando era incinto di Emrys.
Si diede dell'idiota: aveva 40 anni, cavolo!
E poi c'era stato quel malfunzionamento...
al pensiero, Merlin rabbrividì.
Il moro scosse la testa, cercando di rialzarsi, ma ricadde subito sdraiato sul letto.
-Non alzarti, Merlin, ti devo dire una cosa.
L'uomo spalancò gli occhi, sorpreso.
-E' qualcosa di grave?
-Sì, di irrimediabile!
Merlin lo guardò spaventato.
Crash!
-Lascia stare, Merlin: solo Aranel e Emrys che litigano.
-Se è qualcosa di grave, bisognerebbe dirlo a Arthur...
-Beh, certo, anche perchè si ritroverà...
-Non dirmi che si ritroverà vedovo!
-No. Con un figlio un più!
Merlin lo guardò come se fosse malato.
-Ma che hai, l'ateriosclerosi al cervello?
-...Aranel mi ha letto nel pensiero!
Il medico lo fissò, sorridente.
-...E' un pesce d'aprile?
-Assolutamente no, non mi permetterei mai!
Merlin lo guardò attentamente, prima di sedersi decentemente sul letto.
-Quindi... non... stai scherzando?
-No.
Il moro si mise sdraiato.
-...Beh... emmm...
-Emrys, sottorazza di AntiCristo, vieni qui, che ti concio per le feste!
-Dei, vi prego, non uccidetela, voglio farlo io!
-Hai molto di cui essere modesto, te!
-Sei una fessa fosforescente!
-Entra in te stesso e restaci.
-Come fai ad amare la natura dopo tutto quello che ti ha fatto?
Crash!
-Porca miseriaccia, tutta colpa di Arthur!
I due fratelli si fermarono sentendo la voce del papà.
-Ma che sta dicendo? Emrys, tu lo sai?
-Penso che la predizione che ti ho fatto tre mesi fa si stia avverando.
-Credi che papà sia ancora incinto? Ecco perchè era così nervoso!
-Ma quando Dio sparse l'intelligenza sotto forma di pioggia, lui stava al coperto o cosa?
-Sì, ne ho la conferma, Aranel.
-Ma come mai è così arrabbiato?
-Diciamo che per un uomo non penso sia una cosa felice, né tantomeno semplice.
Crash!
*_*_*_*_*_*_*
Merlin sorrise.
Si era finalmente calmato e adesso non era più infuriato.
Arthur doveva capirlo: non era più tanto giovane, era una cosa inaspettata.
In fondo il Re non aveva fatto problemi, l'aveva solo coccolato un po', prima di ricominciare a fare Arthur.
Il moro sorrise, ricordando la notte di tre mesi prima in cui probabilmente era stato concepito il bimbo.
Arthur spinse ancora, gemendo.
-Non sono più tanto giovane...
Merlin rise.
-Sì, me ne sto accorgendo.
Il Re lo baciò, dandogli contemporaneamente un piccolo scappellotto sulla nuca. I due continuarono a muoversi, in maniera lenta e profonda, non frenetica come era una volta.
-Cosa vorresti dire?
Il moro sentì il marito venire dopo un'ultima piacevole spinta, prima di sentirlo sdraiarsi sopra di lui.
-Sai, le tue performance non sono più soddisfacenti come un tempo...
Arthur si ritirò, offeso. Merlin rise, abbracciandolo e allungandosi sopra il suo corpo, strusciando un po' il viso contro il petto del biondo.
-Sembri un gatto...
Il moro rise ancora, facendo il verso delle fusa, mentre gli dava un bacio vicino alle labbra.
-Ma un gatto non potrebbe mai darti dei consigli...
-Che io non voglio...
-Ma che poi segui sempre...
Arthur sorrise, mettendo un braccio sul fianco dell'uomo, addormentandosi.
Merlin sorrise. Un bel ricordo, certamente.
Arthur mentre dormiva era uno spettacolo affascinante.
Sembrava sempre tenero e inoffensivo, con le labbra leggermente aperte, il respiro calmo e regolare...
ed era uno spettacolo di cui solo Merlin aveva goduto davvero.
Il moro si mosse lentamente nel letto, mentre Arthur si svegliava.
-Sei sveglio, Merlin?
-Sì...
-Ma quando sei incinto non riesci mai a dormire?
-...No...
-Troppa emozione?
-No.
-Troppo peso?
-No.
-Troppo...
-No.
Arthur sospirò, accarezzandogli leggermente la spalla.
Merlin alzò gli occhi al cielo.
-Allora cosa...?
-E' una cosa naturale, Arthur. Viene spontaneo. O almeno a me sì.
Il Re gli diede un bacio dove prima aveva poggiato la mano.
-Ma cos'era quella storia dell'intelligenza sparsa con la pioggia e io che stavo al coperto?
Merlin rise.
Un leggero vento entrò dalla finestra: era estate.
-Niente.
-Sì, certo: ripetilo se hai il coraggio!
-Asino sei, asino sarai e asino morirai (speriamo il più tardi possibile), non è vero?
-Sì e ne vado piuttosto fiero.
Le loro voci risuonavano nell'ombra.
Silenzio.
-...Arthur?
-...Sì?
-Tu credi che...
Crash!
In quel momento si udì un brutto rumore, come qualcosa che si rompeva.
E quel suono, anche se l'aria era leggera, anche se risuonavano ancora le loro risate, parve inglobare un oscuro futuro.
NOTE: alcuni insulti sono presi da internet. Mi scuso per alcune cose anacronistiche. Spero che il fatto che in questa fanfiction ci siano molte parti comico/sereno e molte invece drammatiche non dia fastidio, perchè spesso stonano tra loro. Grazie.