Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Shinalia    03/04/2011    6 recensioni
estratto capitolo
« Sei una vampira, non puoi soffrire di emicranie! » ribattei mesto ed in tono leggermente acido.
Alzò gli occhi al cielo con evidente irritazione « Sembri un animale in gabbia. A casa sono tutti preoccupati … » Annuii distrattamente, non dando realmente peso alle sue parole. Notando la mia disattenzione Alice si indispettì « Bella si è divertita moltissimo a scuola! - squittì
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 9



Corsi via, con il cuore che batteva a mille, e la fronte imperlata di sudore mentre un senso di agitazione mi logorava lo stomaco.
Perchè?
Perché Edward non riusciva a comprendere quanto quella sua asfissiante gelosia fosse deleteria? Quanto le false speranze che i suoi gesti risvegliavano in me fossero esasperanti e dolorose….
La mia mente continuava a dovermi rammentare che ogni sua carezza, ogni sua pretesa su di me non era che in virtù del legame fraterno che lui si ostinava a vedere tra noi.
Brutto... sciocco... stupido...
Nella mia mente si alternavano gli epiteti più vari, mentre mi ribellavo alla ricerca di uno sfogo. Il vento sferzava tra i miei capelli, i rametti e le foglie secche scricchiolavano sotto i miei piedi e per una volta desiderai poter mutare la mia esistenza radicalmente, desiderai poter divenire finalmente consapevole dello stato di cose che mi circondava.
Volevo per una volta essere capace di scegliere ciò che sarebbe stato il meglio per me, non lasciandomi trasportare tra futili fantasie.
Ma… ciò che il cuore desidera, per quanto la mente possa non condividerlo, avrà su di noi un lampante controllo.
Perché il cervello può comprendere il giusto, ma non quanto meraviglioso possa essere amare.
Un sentimento, un’emozione avranno quella forza che la ragione non possiederà. Risveglieranno in noi un calore ed una forza che nessun pensiero razionale potrà mai sviluppare. Si avvilupperanno a noi, scuotendoci, motivandoci, rafforzandoci…
Perché l’amore è il sentimento dei folli.
Illude e sprona a percorrere anche quelle vie impervie dove non vi è speranza, lasciando intravedere un barlume di luce dove solo la mente di un pazzo vedrebbe più del buio.

Avvertii d’improvviso un ringhio ed arrestai il mio passo alla ricerca dell’origine di quel suono sinistro, voltandomi e scorgendo un’immagine tutt’altro che rassicurante.
Gli occhi rossi di Matt mi fissavano rapaci, i suoi muscoli tesi fino allo spasimo erano pronti a scattare ad ogni mio impercettibile movimento.
Ero la sua preda.
Scioccamente, presa dalle mie elucubrazioni avevo trascurato un per nulla effimero dettaglio. Se disturbare uno dei miei familiari durante una caccia poteva essere pericoloso, nel caso di un vampiro non vegetariano le implicazioni erano peggiori.
Dentro di me scorreva sangue umano.
Dannazione.
Deglutii a vuoto, umettandomi le labbra, facendo scorrere frenetica lo sguardo attorno a me, alla ricerca di una via di fuga adeguata che potesse consentirmi di sfuggire a quella creatura dall’aspetto ferino.
Come se fosse possibile, mi rammentai internamente.
Per quanto fossi in parte vampiro, il mio lato umano mi rendeva più lenta, meno capace di contare sui miei sensi. Ero una macchina meno perfetta, più fragile per quanto la mia pelle dura come il marmo potesse essere definita tale.
Rispetto ad un umano potevo essere indistruttibile, rispetto ad un vampiro potevo essere piegata come un fuscello.
A metà tra due mondi… inadatta per entrambi.
Le mie capacità erano limitate.
Un solo passo e lui mi sarebbe balzato alla gola.
La fuga, dunque, non era una soluzione.
Lasciai il mio cervello lavorare frenetico alla ricerca di una qualunque possibilità di salvezza, senza che questo ne ricavasse un ragno da un buco. Avrei potuto tentare di indurre la consapevolezza, cercare un barlume di raziocinio in quello sguardo famelico, ma le mie parole si sarebbero perse nel vento.
Quello stesso maledetto vento che in quell’istante trasportava verso di lui il mio odore. Lo vidi inspirare con forza, senza che staccasse gli occhi da me.
Nessuna distrazione.
«Matt, sono io: Bella.» mormorai in tono volutamente calmo, forzando me stessa a reprimere i tremiti del mio corpo e della mia voce.
Ma la mia morte, apparentemente inconsapevole delle mie parole, fece un passo verso di me. Mi studiava, comprendendo forse che al minimo errore sarei fuggita con una possibilità di salvezza. Scarsa, ma pur sempre una possibilità.
Un barlume di eccitazione attraversò il suo sguardo. Voleva la caccia, l’ebbrezza di una corsa sfrenata, l’odore pungente della paura della sua vittima consapevole della fine incombente.
Talvolta una parte di me tendeva a dimenticare il lato prettamente animale dei vampiri, forse perché io, un po’ per natura un po’ per educazione, avevo represso quella parte di me.
Soffocai un singulto, mentre il panico mi assaliva.
«Matthias, ti prego.» sussurrai nuovamente, avvertendo le lacrime pungermi gli occhi, mentre un urlo mi serrava la gola.
Sarei morta lì, dissanguata da un vampiro, dopo una lite con Edward. Avrei portato con me, nella tomba, il suo logorante senso di colpa per non avermi protetta, avrei distrutto con me quell’umanità che aveva conquistato con le unghie e con i denti.
La mia morte lo avrebbe distrutto.
Quei pensieri non erano egocentriche affermazioni, ma la pura consapevolezza che, nonostante gli screzi degli ultimi tempi, l’affetto che lo legava a me era profondo. Probabilmente non paragonabile all’amore che io nutrivo per lui, ma un sentimento comunque intenso.
Sollevai lo sguardo velato di lacrime su quel viso amico, trasformato dalla fame.
Volevo renderlo più umano.
Volevo renderlo più simile a me.
È quello che faccio sempre, mi dissi, desidero che tutti si adeguino a me, perché non sono abbastanza, perché mi è impossibile seguire i loro passi.
Giuro che se uscirò da questa situazione smetterò di pretendere che tutto segua i miei desideri. Smetterò di sperare in un amore che non esiste e che è solo frutto della mia fantasia e terminerò con quei folli tentativi di sgretolare la mia amicizia con Edward.
Basta.
Tentai nuovamente invano di penetrare la sua coscienza, presa dalla disperazione più acuta, che mi attanagliava le viscere. « Matty per favore. – bisbigliai, per l’ultima volta, mandando al diavolo il contegno. Tremavo dalla paura, dannazione, e ne avevo tutti i motivi. Sperai che le lacrime potessero smuovere qualcosa dentro di lui, inducendolo ad arrestarsi. Ma non fu così. – Tu sai chi sono, non vuoi farmi del male.»
Il suo incedere non sembrò mutare, si avvicinava a passi lenti e misurati, con il corpo teso pronto a balzare non appena avessi tentato un qualunque tipo di scatto. Voleva giocare, ero la sua preda e lui desiderava giocare.
Voleva scappassi, tremassi di paura, urlassi in cerca di aiuto.
Ma, qualunque cosa avessi fatto, non mi avrebbe salvata.
Quell’equilibrio precario su cui ci stavamo muovendo non stava che prolungando l’attesa di qualche manciata di minuti.
Un passo avanti di Matt.
Un mio passo indietro.
Un suo passo avanti.
Un mio passo indietro.
Lo osservai alzare il mento ed inspirare l’aria con un cipiglio in volto, prima che un ringhio feroce si levasse dal suo petto. Non ne compresi il motivo, almeno non fino a quando la figura indistinta di Edward non si catapultò con un balzo su Matthias, scaraventandolo al suolo prima che questo potesse solo pensare di reagire. Un intreccio di gambe e braccia si mossero nel caos dei loro corpi che si combattevano scompostamente, mentre io osservavo impietrita la scena a poca distanza.
Le urla si fecero eco, così come i ringhi colmi di furia mentre l’odore del sangue aleggiava nell’aria.
Fu quello a risvegliarmi, la consapevolezza che uno dei due o forse entrambi non si sarebbero rialzati dal suolo.
Non fui così sciocca da gettarmi tra di loro per dividerli, non sarei mai riuscita in un’impresa simile ed avrei inevitabilmente peggiorato la situazione.
Così urlai, urlai con tutto il fiato che avevo in gola, cercando al contempo di attirare l’attenzione di Velia e quella dei due vampiri che si combattevano con ostinata risolutezza, senza riserve, pronti a sottomettere l’altro .
Urlai fino a quando la mia voce poté, fino a quando i colpi di tosse non scossero il mio petto, ma continuai ad urlare.


_________________________

pov Edward


Puoi cercare di negare ciò che desideri.
Puoi fingere di non comprendere i tuoi stessi sentimenti.
Puoi provare a sperare che chiudendo gli occhi, ciò che temi, svanisca. Come quando si è bambini e si serrano gli occhi temendo l’uomo nero o il mostro sotto il letto, ma arriverà sempre un momento in cui la consapevolezza vincerà le tue riserve.
Puoi solo sperare che non sia troppo tardi.

Osservai Bella correre lontano da me, furiosa, percependo l’odore salmastro delle lacrime che scivolavano pigre sul suo bel viso arrossato. Con una morsa allo stomaco mi resi conto di essere stato nuovamente causa di sofferenza per lei. Stranamente maggiori erano i miei tentativi di avvicinarmi a lei maggiore era il divario che si frapponeva tra di noi.
Forse Alice non aveva torto quando mi rammentava che le mie pretese di conoscenza erano più vacue di quanto io fossi consapevole.
Credevo di conoscere Bella, i suoi bisogni, i suoi sentimenti… e probabilmente era stato così in passato. Quella che conoscevo era una bambina dalle guance rosse e i boccoli castani.
Ma la ragazza che stava correndo via da me, in quel momento? No, di lei non sapevo nulla.
Umettandomi le labbra osservai il bosco che si estendeva attorno a me, con la vegetazione rigogliosa ed i suoni familiari in sottofondo. Probabilmente avrei dovuto darle il tempo di sbollire la rabbia, mi dissi, permettendole di calmarsi, di asciugare le lacrime e recuperare il contegno.
Bella detestava lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Per lei era l’ennesima dimostrazione del suo lato umano, quello che avrebbe desiderato sopprimere, senza comprendere quanto in realtà anche quello la rendesse speciale.
Era la perfetta incarnazione di ciò che c’era di meglio in due razze tanto diverse quanto simili.
Ciò che la accomunava ad entrambe le permetteva di vivere adeguandosi perfettamente in entrambi i luoghi.
Non avrei dovuto seguirla, lo sapevo, ma lo feci ugualmente.
Iniziai a correre per la foresta con i sensi all’erta per seguire la sua scia. Per me, il migliore cacciatore del mondo, l’incarnazione della forza e delle caratteristiche dei grandi predatori, trovare Bella sarebbe stato semplice.
Il suo odore floreale mi invase le narici, riempiendomi i polmoni fino a far vorticare i miei pensieri, persi tra le immagini più varie.
Avrei per una volta desiderato spingere il viso tra i suoi capelli, lasciandomi inebriare da quella fragranza.
Avrei voluto bearmi del suo sapore, per quanto ributtante mi sentissi anche solo a pensarlo.
Avrei… i pensieri si interruppero immediatamente quando captai un singulto e delle parole strascicate. Il ringhio di un animale, l’odore pungente della paura, il silenzio innaturale della foresta, immobile nel terrore.
Non ci fu momento per pensare o per riflettere, corsi fino allo spasimo seguendo quella scia familiare, sintonizzandomi sui battiti del suo cuore impazzito, che batteva anche per me.

L’immagine che mi si palesò dinanzi sarebbe rimasta impressa in eterno nella mia mente, per quello che sarebbe potuto accadere, per quello che avrei perso, che avrei causato, per le lacrime che non avrei potuto versare sul suo corpo non più caldo.
Per quelle labbra che non avrei mai potuto baciare.
Forse fu quello l’istante in cui capii, probabilmente indotto dallo stravolgimento e dal terrore, ma compresi quanto vigliacco ero stato nei confronti di Bella, nei miei confronti.
Voltavo il viso altrove per non permetterle di scorgere i miei sentimenti, temendo un rifiuto. Mi rifugiavo nelle folli affermazioni di una sua presunta inesperienza, del suo essere ancora una bambina…
Tutte bugie.
Tutte futili bugie atte a proteggermi, perché quando un vampiro si innamora il suo mondo muta.
Non vi è altro centro, per i suoi pensieri e per la sua esistenza, all’infuori di lei.
E Bella per me era questo, lo era sempre stata… anche se in modi diversi.
Crescendo, divenendo la donna che ormai era, anche i miei sentimenti erano mutati, palesandosi nella loro forma più scura e torbida.
Non c’era più solo affetto.
Non più solo amore infantile.
No… c’era quell’amore passionale e forte che mi legava a lei inesorabilmente, c’erano i desideri che scuotevano la mia mente ed il mio corpo quando ero in sua compagnia. C’era molto, troppo, tanto a sconvolgermi.
Ed io ero scappato, consapevole che dinanzi ad un suo rifiuto sarei stato costretto ad allontanarmi.
Sciocche le frasi che parlano di capacità di reprimere i propri sentimenti verso la persona amata, la capacità di limitarsi ad osservare a distanza mentre trova l’amore altrove.
Impossibile.
La sofferenza sarebbe tale, la gelosia così furiosa che nessun amicizia potrebbe mai reggere.
Il mio amore per lei era troppo forte e folle per poter sopportare una simile prospettiva.
Dinanzi ad un suo rifiuto avrei abbandonato con lei le mie speranze, cercando in un altro luogo una parvenza di pace.
Mi sarei allontano dai suoi occhi e dai miei desideri non condivisi, ma almeno non avrei rimpianto più di aver osservato in silenzio il distruggersi di ogni possibilità.

Sarebbe stato più giusto per entrambi.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Shinalia