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Autore: Annette85    03/04/2011    3 recensioni
Si richiuse la porta di casa alle spalle cercando di fare il minor rumore possibile. Era consapevole del fatto che fossero le due di notte e che probabilmente tutti la credevano nella sua stanza a dormire. [...]
Storia scritta per il "Contest Famiglia Black-Malfoy-Lestrange", indetto da Alih nel forum di EFP, e classificatasi quinta.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nota: Storia partecipante al Contest Famiglia Black-Malfoy-Lestrange, indetto da AliH (che ringrazio, insieme a Gigettina, per aver indetto il contest e la pazienza dimostrata nei confronti di noi tutte partecipanti) sul forum di EFP, e classificatasi quinta.
La storia non è molto originale, ma spero che possa piacervi comunque. È stata scritta parecchi mesi fa e ho fatto le correzioni consigliatemi da AliH in sede di consegna dei risultati.
Non mi dilungo oltre, quindi
Buona lettura^^


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Scelte difficili

Si richiuse la porta di casa alle spalle cercando di fare il minor rumore possibile. Era consapevole del fatto che fossero le due di notte e che probabilmente tutti la credevano nella sua stanza a dormire.

L’appuntamento con Ted si era protratto più del previsto e ancor meno prevista era stata la proposta che le aveva fatto, prontamente accettata da lei.

Solo nel tragitto verso casa, però, il pensiero di poter deludere i propri familiari si era fatto strada dentro di lei e, per qualche istante, l’aveva fatta vacillare. Ma non se la sentiva di dire di no all’uomo che amava.

Non poteva fare a meno di pensare a come sarebbe stata la sua vita lontano dai simboli Serpeverde, dalle teste mozzate di poveri Elfi Domestici, dai continui riferimenti a quanto il sangue puro fosse la sola e unica salvezza per il Mondo Magico. Era stanca di tutto ciò e sentiva la necessità di cambiare aria.

Forse per qualche giorno o forse per sempre.

Sospirò appoggiandosi alla porta mentre i dubbi, i pro e i contro di quella scelta, continuavano una partita infinita a Quidditch; alla fine la scosse leggermente come a voler scacciare ancora quei pensieri e fece qualche passo verso il piano superiore.

Passando davanti al salottino notò la luce delle candele penetrare da uno spiraglio lasciato aperto dalla porta e la tentazione di guardare dentro la stanza fu più forte di qualsiasi necessità di posare la testa su un cuscino e cedere a Morfeo tentatore.

Spinse la porta lentamente come per paura che si potesse celare chissà quale creatura assetata di sangue e si sorprese di trovare Bella e Cissy ancora in piedi.

«Cosa ci fate qui a quest’ora?» domandò prima che il suo cervello le imponesse di stare zitta e fare dietro front diretta in camera.

«Potremmo chiederti la stessa cosa», disse Bellatrix alzando lo sguardo su Andromeda.

La nuova arrivata questa volta diede retta al cervello e attese prima di dire qualsiasi cosa.

«Come mai sei tornata così tardi?» chiese Narcissa alzandosi dal divanetto e muovendo qualche passo verso di lei.

«Avevo un appuntamento», confessò Andromeda sostenendo lo sguardo indagatore della sorella.

«Scommetto che tu e quel... mezzo-Babbano vi siete rivisti», disse Bellatrix con disprezzo, calcando la voce soprattutto sull’aggettivo che aveva trovato per Ted.

Andromeda si trattenne a fatica dal ribattere, conscia che così facendo avrebbe dato motivo alle sorelle di dire altre cattiverie su di lei e il fidanzato.

«È così ovvio che si siano visti», intervenne Narcissa, dando manforte a Bellatrix in quello che ad Andromeda parve assomigliare terribilmente a un processo. «Non ti ricordi che la scorsa estate ha avuto il coraggio di rientrare all’alba e non si è neanche degnata di trovare una scusa per giustificarsi?»

«Perché avrei dovuto giustificarmi?» domandò la strega questa volta furente. «In fondo sono maggiorenne e non vedo perché dovrei rendere conto a qualcuno di quello che faccio. Soprattutto se lo faccio con la persona che amo».

Bellatrix e Narcissa si scambiarono un’occhiata prima di scoppiare a ridere, anche se la risata che proruppe dalle loro labbra non aveva nulla di spontaneo o di divertente, ma era semplicemente di scherno, volta a prendersi gioco di lei.

«Amore. L’hai sentita, Cissy? Parla di amore», disse Bellatrix avvicinandosi ad Andromeda.

«Lei non sa cosa sia l’amore», concluse Narcissa ricominciando a ridere.

Andromeda, sbigottita, guardò ancora per qualche istante le due sorelle, sorpresa di quel misto di astio e odio che riusciva a emanare in poche e semplici parole. Abbassò il capo e la sua mente andò a qualche ora prima, quando Ted le aveva chiesto di sposarlo, di lasciare tutto per iniziare una nuova vita con lui, lontano dai Black e, soprattutto, dai pregiudizi.

“È la cosa giusta”, si disse prima di rialzare gli occhi su Bellatrix e Narcissa.

«Non saprò cosa sia l’amore», iniziò con calma, sorprendendo se stessa e le sorelle. «Ma so che sono stanca di vivere così, in questa casa, a contatto con persone che non capiscono che c’è ben altro là fuori per cui lottare, non certo per la purezza del sangue. Nel mio petto c’è un cuore che batte, non è certo di pietra o insensibile come i vostri».

Bellatrix spalancò la bocca disgustata da quel breve discorso e Narcissa si stupì delle sue idee: mai nessuno in quella casa si era permesso di fare discorsi del genere. Mai nessuno col loro stesso sangue si era sognato di pronunciare simili parole.

Andromeda l’aveva fatto.

Aveva preso tutto il coraggio che celava e aveva ribattuto e messo a tacere due persone che, non molto tempo prima, erano le più importanti della sua vita.

Quelle parole le erano costate fatica, ma sapeva che nulla avrebbe potuto farle cambiare idea, lei amava Ted ed era giusto lasciare il proprio cuore libero di scegliere.

«Non saprò cosa sia l’amore», riprese dopo qualche istante. «Ma sposerò Ted».

«Tu non puoi farlo», intervenne Bellatrix quando ebbe assimilato anche quell’ultimo colpo.

«Certo che posso», ribatté Andromeda con aria di sfida.

«I Black non sposano i Mezzosangue», continuò Narcissa seguendo la sorella più grande in quella battaglia.

«Sarò la prima Black a sposare un nato Babbano e di questo ne andrò fiera», disse ancora Andromeda non badando alle obiezioni delle altre due.
«Sarai un disonore per la nostra famiglia», asserì ancora Bellatrix facendo un passo avanti verso la sorella.

«Non mi importa», sibilò Andromeda appoggiandosi allo stipite della porta. «Come non mi importa se voi sarete d’accordo con me o se mi darete la vostra benedizione», disse prima di voltarsi e uscire dalla stanza, lasciando così le sue sorelle.

Bellatrix e Narcissa si guardarono di nuovo per un lungo interminabile istante pensando a ciò che Andromeda aveva rivelato loro.

«Sono sicura che non farà nulla di quanto ha detto», sentenziò Bellatrix con un ghigno sulle labbra. «È talmente codarda che alla fine non seguirà neanche uno dei propositi che si è prefissata e non sposerà quel Mezzosangue».

Narcissa non rispose, convinta che, al contrario delle previsioni di Bellatrix, Andromeda ce l’avrebbe fatta: avrebbe inseguito i propri ideali e il proprio cuore.

   
 
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