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Autore: Goddess of Blasphemy    03/04/2011    1 recensioni
Amore. Amore in tutti i sensi, dall'amore che si rifiuta all'amore miele e sussurri. Dall'amore superficiale all'amore carnale e passionale. Dall'amore tradito all'amore sperato. Dall'amore deluso all'amore ritrovato. Dall'amore in una coppia all'amore in una famiglia. Dall'amore, al suo opposto. Tre ragazze, e la colonna sonora che le segue nelle loro vite.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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*Michelle
Sorrido a Jimmy nella penombra del locale mentre ci sistemiamo i vestiti. Mi circonda le spalle con il braccio mentre usciamo all'aria aperta, allontanandoci dal rumore della folla.
Frugando nella mia borsa, tiro fuori la mia Canon e mi inginocchio per scattare una foto. I due soggetti, accortisi della nostra presenza, interrompono il loro bacio.
-Michelle cosa cazzo hai fotografato.- ringhia la mia amica.
-niente, due ragazzi che si baciano dolcemente nonostante lei rifugga questo genere di cose- ammiro nel piccolo display la foto che ho fatto. -è proprio romantica-
Lei si allontana violentemente dall'abbraccio di Mika e da noi, andando sul ciglio della strada.
-ma cos'ha?- chiede Mika attonito, il braccio ancora semisollevato.
-niente, solo...niente- dico appoggiando la testa sulla spalla di Jimmy, lasciando che qualche secondo passi in silenzio.
-quando partite per Glasgow?- dice il cantante dopo essersi arreso a comprendere la strana filosofia di vita di quella ragazza.
-dopodomani-
-ma il concerto è sabato, perché partire giovedì?
-lo so, ma sul momento ci è sembrato meglio suddividere così i giorni-
-ah-
-voi quando andate?
-partiamo venerdì. Nonostante tutto Jimmy deve sposarsi e Cat è fissata con i preparativi.
Alzo lo sguardo, e il ginger boy mi sorride. -posso venire in albergo con te domani notte-
-dovrei prendere un'altra stanza, dormo con le mie amiche-
-penso a tutto io-
Mika sospira guardando la figura della mia amica in controluce.
-Mika, non starle addosso, è l'unico modo che hai per averla vicina-
-ma perché è vicina a voi? Rifiuta l'amore, ma non le amicizie?
-più o meno. È che noi viviamo a 200 km l'una dall'altra-
-ah-
-Michelle, rientriamo in albergo?- chiede il soggetto della conversazione, avvicinatosi.
-si, certo, va...va bene. Ciao, Jimmy- dico baciandolo.
Mika non muove un muscolo, se non quello dell'avambraccio destro per accennare un debole saluto. Poi sembra riscuotersi.
-siete a piedi. Vi riporto in albergo-
La mia amica si vede costretta ad ammettere che ha ragione, così accettiamo l'invito. In auto, eccetto il rumore provocato dai respiri veloci di me e il bassista, non si sente nessun suono.
-mio fratello ha detto che riporta lui Irene. Chissà che combini qualcosa- dice Mika scendendo dall'auto. Il suo accennato sorriso non trova risposta, e saliamo silenziosamente le scale dell'albergo.
-capisco che tu non vuoi legarti troppo a nessuno, ma non puoi essere così stronza-
-perché no?
-perché gli piaci-
-anche lui mi piace-
-ma lui non vuole solo scoparti occasionalmente-
-io si-
Mi risponde con un tono che mi fa capire che non ha più intenzione di parlare. Apriamo la porta della camera e vediamo Irene che si toglie le scarpe.
-oh, siete arrivate! Sono qui da un paio di minuti. Com'è andata?
-bene- risponde l'altra senza un minimo di intonazione della voce, chiudendosi in bagno.
-cos'ha?- mi sillaba Irene sottovoce.
-al solito- dico, lanciandomi sul letto e iniziando a togliermi gli anfibi.
Irene sospira, ma la ragazza che esce dal bagno sta sorridendo come se non avesse appena rotto una storia a malapena cominciata con il suo cantante preferito.
-Ire, com'è andata con il tuo bello?- dice sorridente, sedendosi al suo fianco mentre comincia a spogliarsi.
-è stato splendido!
-vi siete fatti?
-no, no...non voglio rischiare, non so se gli piaccio-
-ma si che gli piaci!
-preferisco aspettare un suo segnale...non che io non mi fidi di voi, ma...-
-ma sei fatta così. Vedrai che la storia tenera e dolce che tanto sogni si avvererà presto- conclude abbracciandola e gettando i suoi vestiti sul nostro letto, restando in lingerie. Scuotendo i capelli rosso fuoco, tinta antecedente a quella di Rihanna, ci tengo a precisare, afferra la propria trousse e va in bagno. Il telefono di Irene emette un breve bip. Lo afferra e legge il messaggio appena ricevuto, mentre un'aria desolata compare sul suo volto.
-chi è?
-Fausto, il ragzzo di cui ti parlavo...
-lo sfigato che ti viene dietro senza lasciarti respirare?
-non fare la stronza! Non fa niente di male, è solo un po'...
-sfigato?
-forse...è solo lui che non mi piace-
-come vuoi. Cosa ti scrive?
-mi chiede dove sono-
-perché gli stai rispondendo?
-perché è educazione, dai-
-diglie che sei a Glasgow. Se no se ti scrive di nuovo giovedì ti chiederà perché passi da una città all'altra-
Lei annuisce, lo sguardo chino sul proprio cellulare. Poco dopo si sente un altro suono.
-in che albergo saremo a Glasgow?
-non hai motivo di dirglielo-
-dai, non posso dirgli che non voglio dirglielo-
-sì che puoi-
-dai-
-the Hall. Ma non lamentarti se poi continua a romperti riempiendoti di domande.
-non mi lamento-
-come preferisci-

*Clover
La mattina seguente andiamo a fare shopping, ma come immaginavo l'unica che trova qualcosa da comprare è Irene. Io e Michelle cerchiamo negozi meno tradizionali, ma non ne troviamo.
Nel pomeriggio siamo a Soho quando Irene riceve una chiamata da Fortuné e ci fa cenno di andare avanti.
-vi raggiungo dopo, vi telefono io- ci scandisce con le labbra, sedendosi in una panchina a parlare con un sorriso ebete.
-ecco, vedi? Quel sorriso non mi dona affatto. Ecco perché non ci tengo a doverlo indossare-
Michelle ride spintonandomi leggermente, ma torna seria un attimo dopo.
-guarda chi c'è-
Alzo lo sguardo e a venti metri da me c'è quello che da qualche anno ho cominciato a ritenere il mio cantante preferito nonché mia ragione di vita.
-cazzo. Vieni qua- dico trascinandola rapidamente dentro ad un negozio, e vedendo che si tratta di una gioielleria mi tranquillizzo. Non entrerebbe mai qui dentro. Guardo distrattamente i gioielli, cose che mai indosserò. Tranne, forse...l'anello che ho di fronte.
-guarda quest'anello- dico a Michelle, interessata a questo posto ancor meno di me. -guarda che bello-
Lei annuisce. -già-
-vi piace?- un elegantissimo commesso si avvicina a noi, parlando con estrema lentezza come se fossimo marziani che non capiscono neanche una parola di inglese.
-si, è davvero raffinato, è quarzo la pietra centrale?
Sorridiamo dell'aria stupita dell'uomo al sentire il mio inglese fluente. Non siamo appena tornate da un Erasmus nel Devon solo per il panorama.
-si, è davvero preparata. Altrimenti c'è la stessa versione, ma con dei lapislazzuli- dice indicando un altro anello.
-è bello anche questo- commento osservandolo. Degli intricati disegni in metallo incastonano la pietra centrale. Michelle annuisce, ma in un italiano troppo veloce anche per un qualsiasi italiano sopra ai settant'anni mi dice di guardare il prezzo, e mi blocco. Qualsiasi gioiello con un prezzo superiore alle tre cifre è decisamente impensabile.
Sto per replicare qualcosa di carino al commesso, quando sento pronunciare il mio nome da una voce che mi fa fossilizzare. Mi volto lentamente e Mika è sulla soglia, con la chiara intenzione di volermi parlare.
-arrivederci- dico al commesso, e ci avviamo verso la porta.
Esco dal negozio con Mika a pochi centimetri da me, che sta già per iniziare a parlare. Mi guardo intorno, sperando in un'impensabile via di fuga, e vedo una comitiva di una trentina di turisti, la metà dei quali ha meno di 18 anni. Perfetto.
-OMMIODDIO SEI MIKA!- strillo sorridendo sadica.
La parte minorenne del gruppo si volta verso di noi, e vedono il ragazzo, che mi guarda tra il terrorizzato e l'incazzato. In pochi secondi una decina di ragazze gli è intorno. Non è certo la folla da film nella quale speravo, ma non potevo pretendere di più. Con Michelle che ride, ci allontaniamo da lui a passo rapido seguendo le streade più turistiche della città, in modo da avere sempre un buon numero di turisti intorno.
Un paio d'ore dopo recuperiamo Irene e andiamo a cenare in albergo.
Verso le undici siamo nel bar dell'albergo a bere qualcosa quando vediamo entrare Jimmy.
-guarda chi c'è- dice Irene rivolta a Michelle, che si volta trovandosi davanti il bassista.
-ehi- dice baciandolo. Sono sexy solamente da guardare insieme, quei due.
-ho già sistemato tutto-
Lei sorride e ci fa un cenno di saluto, allontanandosi con il ragazzo.
-allora?
-allora cosa?
-cos'è successo con Mika?
-niente-
-cos'è successo?
-cosa ti ha detto Michelle?
-niente-
-allora non è successo niente-
-smettila. Ora lui non è venuto qui con Jimmy, e ti ho vista scappare da lui quando oggi ti ha visto a Soho.
-già-
-hai intenzione di dirmi qualcosa?
-no, non credo. Più che altro non ho niente da dire-
-tesoro, parla-
-non chiamarmi tesoro-
-lo sai che lo faccio apposta-
-mi scusi?- accenno al cameriere con un gesto. -altri due sex on the beach, grazie-
Il cameriere ci serve rapidamente e avvicino i cocktail a Irene.
-bevi, su-
Lei ne affferra uno porgendomi l'altro, ma io non lo bevo.
-sono a posto, tienilo tu-
-non vorrai farmi ubriacare-
-assolutamente no-
Lei finisce il proprio bicchiere ma non accenna a prendere l'altro.
-scusi- dico nuovamente al cameriere. -può portarmi delle patatine?
Lui ne porta una ciotolina e Irene comincia a mangiarle sovrappensiero.
-e non pensare che questo capitolo sia chiuso-
-ah no?
-assolutamente no.
Assetata dagli snack salati, prende il bicchiere pieno e comincia a bere.
-perché sorridi?
-niente. Scusi? Altri due-
Conoscendo i meravigliosi ed incredibili effetti che l'alcol esercita sulla mia amica, mi limito ad aspettare.
-ehi, ti ricordi quella volta che ero in alber...
-non provare a cambiare argomento, tesoro- dice alternando sistematicamente le patatine ad un abbondante sorso di cocktail rosato. -perché eviti Mika? Perché non vuoi fidarti di lui?
-ed ero in albergo in camera e sono scivolata sul tappeto e tu hai provato ad arrotolarmi dentro?
Lei scoppia a ridere, bevendo un altro sorso di cocktail che le va di traverso. Sorrido.
-E CHE MINACCIAVO DI BUTTARTI DAL TERRAZZO!
A quest'affermazioine fatta con troppi decibel di troppo segue un'altra fragorosa risata.
-ODDIO GUARDAMI! AHAHAHAHAHAAHAHAHAH! STAVO TENTANDO DI BERE LE PATATE AHAHAHAHAHAHAH!
Lo sguardo serio di altri clienti del bar mi fa capire che dobbiamo cambiare aria.
-Ire, andiamo in camera? Qui disturbiamo-
-si, certo, oraaaAAAH!- urla inciampando sul nulla. La prendo saldamente per un braccio e la aiuto ad arrivare in ascensore.
Entriamo in camera e lei barcollante si butta sul letto matrimoniale.
-vuoi dormire sul mio letto stanotte?
-si, che bello, MA NON PENSARE CHE IO VOGLIA FARE ALTRO EH! EHEHEHEH VOLEVI FREGARMI!
Scoppia a ridere e si butta a pancia in giù sul letto. Dopo un delirante quarto d'ora vado in bagno, e quando torno la trovo addormentata, gli stivaletti ancora su. Glieli sfilo sorridendo, posandoli a terra mentre lei nemmeno si muove. Le tolgo la gonna e la t-shirt e lasciandola in lingerie la copro con le coperte, ma lei sbarra gli occhi.
-HA! VOLEVI STUPRARMI!
-no, Ire, non volevo-
-ah, ok...- dice sistemandosi sotto alle coperte e tornando a dormire.
Dopo essermi anche io sistemata per la notte, prendo l'iPod e metto il lettore a random.
Dopo la terza canzone di Mika, sospetto che sia la mia coscienza che si intrufola nella mia musica, così opto per i Muse. Splendidi, energici, fantastici Muse.
Unintended. Ma vaffanculo.








≈ Niente note finali stavolta, niente canzoni, niente.
Au revoir
Goddess
  
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