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Autore: luceterea    04/04/2011    11 recensioni
Avanzava leggero, splendente nella divisa celeste e i suoi piedi, calzanti solidi stivali neri, parevano non toccare il terreno.
Quando giunse davanti a Madamigella Oscar si fermò e le fece il saluto militare, portando rapidamente alla fronte la mano destra e sbattendo i tacchi con la maestria di un ballerino.
Alzati gli occhi verso il comandante, sorrise.
“Marcel de Lemaire, ai vostri ordini, Comandante”.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 Maggio 1777, sera. Strada di ritorno verso Palazzo Jarjayes.
 
Oscar sbirciò il giovane biondo che cavalcava sereno al suo fianco, il cui volto era attraversato da un largo sorriso e nei cui occhi si poteva ben scorgere una luce entusiasta.
 
“Permettetemi di dirvi, Maestà, che avete fatto grandi progressi nell’equitazione.” esordì Oscar.
“Vi ringrazio Madamigella. Ho dovuto prendere molte lezioni e subire altrettanti rimproveri da Madame de Noailles, che interpretava questo mio desiderio di montare tutti i giorni come ‘uno dei miei soliti capricci’. Ma del resto, non potevo certo presentarmi tra i soldati completamente impreparata, non trovate?” replicò gaiamente Maria Antonietta.

La regina scoppiò in una risata cristallina quando una folata di vento le si abbatté contro, sfacendole svolazzare la chioma dorata.
“Guardate Madamigella Oscar! Guardate come volano liberi i miei capelli! Come sono felice! E come soffia forte il vento! Se avessi avuto la gonna di sicuro mi si sarebbe vista di sicuro la sottoveste! Oh, se mi vedesse il conte di Mercy in questo momento, di sicuro morirebbe di crepacuore!”
 
Oscar le lanciò un’occhiata di rimprovero ma subito il suo sguardo si raddolcì.
 
Sua Maestà è davvero unica qui a Versailles.
Non è capace di trattenere il suo carattere vivace…
Eppure com’è diversa: forse se al mio posto ci fosse stata un’altra persona, stamane, essa non sarebbe stata in grado di riconoscere il Marcel de Lamaire la regina di Francia.
Questa sua idea è davvero folle.
Ma…per quanto possa essere rischioso tutto ciò non riesco proprio ad essere adirata con lei…
Ha vissuto per quasi ventidue anni senza poter decidere del suo destino…
Ha diritto a un po’ di libertà.

 
**
 
20 Maggio 1777, mattina
 
Maria Antonietta si voltò verso Oscar, occhi negli occhi.
Poi sospirò e sul suo volto,  fino a poco prima attraversato da un sorriso, si dipinse un'aria affranta .
 
“Madamigella Oscar…mi dispiace recarvi sempre disturbo, con i miei capricci…e mi rendo perfettamente conto che avermi al vostro fianco tra i soldati non sarà facile. Ma vedete…io non ce la facevo più. Quando il conte di Fersen ha lasciato la corte di Versailles, io mi sono sentita abbandonata. Sua Maestà il re non ha molto tempo da dedicarmi…anzi non ne ha mai avuto. E le mie notti, come le mie giornate, sono fredde e vuote. Inoltre da quando sono diventata la Regina di Francia sento di non potermi fidare di nessuno, tranne di poche persone. Voi…voi siete una di quelle persone, Oscar…e io vi chiedo di perdonarmi per tutti i problemi che vi sto creando. Io…” scoppiò in lacrime “Io mi sento così sola…tanto, tanto sola! Permettetemi di rimanervi accanto per un po’ di tempo, Madamigella. Poi io vi do la mia parola che non vi disturberò più”.
 
Oscar guardò sempre più sbalordita la Regina di Francia cadere sulle ginocchia e singhiozzare senza alcun ritegno.
In cuor suo Madamigella era rimasta molto colpita dalle parole della sovrana e in quel momento provò una gran pena per quella ragazza, destinata dalla nascita a portare sulle spalle il peso di una vita che non le apparteneva.
Fece un passo avanti e si accovacciò accanto a Maria Antonietta. Le sollevò gentilmente il mento, costringendola a guardarla negli occhi.
 
“Maestà, non avete motivo di domandare il mio perdono. Ma concedetemi di dirvi una cosa: in ogni occasione, qualunque abito indossiate, sia esso un vestito o una divisa, voi non dovete mai dimenticare di essere la Regina di Francia. Maestà guardatemi! Io vi giuro, Dio mi è testimone, che vi sarò sempre accanto, non dovete temere. Io non permetterò che vi  capiti nulla di spiacevole. Però vi supplico, mia Regina, non dimenticate mai chi siete!”
 
Maria Antonietta, dopo un secondo di smarrimento, causato forse dai sensi di colpa, forse dalla vicinanza di Oscar, che la guardava ancora con quel suo sguardo profondo, decise che quello che le aveva appena detto Madamigella era giusto.
Allora scosse la testa, come per rimettere in ordine tutti i pensieri che le si affollavano nella mente e, con l’aiuto del comandante, si rimise in piedi.
 
“Avete ragione Madamigella! Grazie per i vostri preziosi consigli. Ora sono pronta…volevo dire…sono pronto ad affrontare la dura vita militare!”
Fece per dirigersi, a passo di marcia, verso la piazza d’armi, dove nel frattempo Girodelle aveva iniziato l’allenamento, ma Oscar la trattenne per un braccio.
 
“Perdonatemi, soldato Lemaire” esordì con tono leggermente divertito “Come ve la cavate con la spada?”
 
Maria Antonietta arrossì furiosamente.
 
“Ehm…ecco…veramente non ne ho mai presa in mano una, Madamigella...”
 
Oscar trasse un sospiro rassegnato.
Poi sorrise e continuò.
“C’è anche un’altra cosa che non mi è chiara…Com’è possibile che la Regina Maria Antonietta si sia potuta travestire da soldato, arruolarsi nella sua Guardia Reale senza farsi riconoscere? Come giustificherete la vostra assenza da corte per un periodo di ‘oltre un mese’, come mi avete detto voi poco fa?”
 
La regina aveva già aperto la bocca per rispondere quando un tossicchiare nervoso la fece voltare di scatto.
 
Il tenente Girodelle, non vedendo tornare né Oscar né 'quel Marcel', aveva pensato di andare a dare un’occhiata e ora fissava incuriosito le due figure bionde, spostando gli occhi dall’una all’altra.
 
“E’ tutto a posto, Comandante? Ci sono problemi con questa recluta?” chiese Girodelle, con tono inquisitorio.
 
Oscar, il cui viso alla vista del tenente aveva acquistato una tonalità piuttosto pallida, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
 
Non ha sentito la conversazione, sia lodato il cielo!
 
“Tutto sotto controllo Girodelle. Avevo solo bisogno di fare qualche domanda al soldato Lemaire…adesso arriviamo”.
 
Madamigella Oscar si voltò verso la Regina, che stringeva nervosamente l’elsa della spada, e le fece cenno di seguirla.
 
“Mi spiegherete dopo, Maestà. Mi direte ogni cosa una volta giunti a Palazzo Jarjayes” le sussurrò nell’orecchio quando le fu accanto.
 
**
 
Oscar si riscosse dai ricordi della mattina e si accorse che, mentre ricordava gli avvenimenti della mattina,  aveva continuato a fissare intensamente la Regina, che ora la guardava con aria interrogativa.
 
Finalmente in lontananza si riuscirono a distinguere i cancelli di Palazzo Jarjayes.
Oscar a quel punto fermò il cavallo, che scosse la testa contrariato (evidentemente sperava di poter presto ritrovarsi nella quiete della scuderia e gustare le carote che Andrè era solito offrirgli).

Maria Antonietta la imitò e attese che parlasse.
 
“Maestà, nelle prossime settimane vivrete con me a Palazzo. Prima di giungervi è necessario stabilire i comportamenti che entrambe dovremmo tenere” esordì la ragazza, e la Regina annuì.
“Dunque, tanto per cominciare io non potrò rivolgermi a voi chiamandovi ‘Maestà’ o ‘Regina’ o ‘Altezza’: voi dal momento in cui varcherete le porte d'ingresso sarete solo ‘Marcel de Lemaire’. Ovviamente, nei momenti in cui saremo sole, io tornerò a chiamarvi con i titoli che vi spettano…”
“Oh, non c’è nessun problema Oscar” sorrise Maria Antonietta.
“Inoltre non dimenticatevi che, in quanto soldato, dovete parlare di voi stessa con aggettivi maschili”.

Al vedere l’altra annuire nuovamente, Oscar tolse una mano dalle redini del cavallo e la posò su quella della Regina.
“Maestà…dobbiamo assolutamente evitare che scoprano la vostra vera identità. A corte ci sono diverse persone che non nutrono sentimenti positivi nei vostri confronti…se sapessero che la Regina di Francia si è arruolata come una semplice recluta…non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe accadere. Vi prego Maestà, fate attenzione!”

“Madamigella Oscar, io…”
Maria Antonietta d’Austria si commosse vedendo l’amica, di solito fredda e impenetrabile come il ghiaccio, seriamente preoccupata per lei..e nuovamente l’assalì la vergogna per causarle così tanti problemi…ma ormai era tardi per tirarsi indietro…
“…grazie” disse infine.
 
Oscar sorrise e si voltò verso casa. Prima di spronare il cavallo al galoppo, aggiunse: “Ah, Maestà. Non dimenticatevi che mi dovete ancora spiegare come avete fatto a sparire così dalla corte!”
Maria Antonietta rise.
“Non preoccupatevi Madamigella Oscar. Ve ne parlerò non appena saremo a Palazzo! Lo prometto.”
 
Oscar sembrò piuttosto rassicurata da quella risposta, e le due giovani si diressero velocemente verso casa.
 
**
 
A Palazzo Jarjayes, Andrè aspettava con ansia il ritorno di Oscar.
Quel giorno il Generale gli aveva chiesto di accompagnarlo a Parigi per acquistare un nuovo cavallo, e per questo motivo non aveva potuto accompagnarla a Versailles.
Pur essendo perfettamente consapevole del fatto che Oscar sapeva badare a sé stessa meglio di quanto sapesse fare lui, non si sentiva tranquillo.
Erano anni che la seguiva come un’ombra, ovunque lei andasse, ed erano davvero poche le persone che avessero visto lei senza lui e viceversa. Si dava dello sciocco, pensando a queste cose. Si ripeteva che Oscar non era più una bambina e non aveva certo bisogno che lui le reggesse il moccolo… Eppure…
Non appena sentì un rumore di zoccoli sulla pietra del viale, si precipitò giù dalle scale, diretto verso l’ingresso principale, che lei stava varcando proprio in quel momento.
 
“Ehi Osc..”
Andrè si bloccò a metà della scalinata, gli occhi fissi sulla porta.
 
Oscar era appena entrata e al suo fianco c’era un giovane biondo, con lunghi capelli dorati e due limpidi occhi azzurri.
La sua figura era piuttosto esile e delicata per un ragazzo…ma era di una bellezza mozzafiato.
Andrè rimase incantato da quella visione: quel tipo e Oscar messi insieme gli ricordavano due divinità.
Eppure le pungenti frecce della gelosia cominciarono a stuzzicargli il cuore, quando notò che Oscar aveva posato una mano sulle spalle dell’altro e lo incoraggiava ad entrare con un dolce sorriso.
 
Gli occhi verdi di Andrè si ridussero a fessure.
 
Chi diavolo è costui?
 
Continua…
***************************************************
Ciaooooo! Eccomi di nuovo qui!
Spero siate rimasti soddisfatti dal secondo capitolo.
Come avete potuto leggere, Andrè è geloso del nostro Marcel!
Come si evolverà la situazione? E che scusa avrà inventato Maria Antonietta per scomparire dalla corte?
Aspetto le vostre ipotesi! Sono curiosa di sapere se avete già qualche idea!
Grazie a tutti coloro che hanno letto questo capitolo e a chi vorrà lasciare un commentino!
A presto :)
albazzurra
  
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