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Autore: luceterea    01/04/2011    13 recensioni
Avanzava leggero, splendente nella divisa celeste e i suoi piedi, calzanti solidi stivali neri, parevano non toccare il terreno.
Quando giunse davanti a Madamigella Oscar si fermò e le fece il saluto militare, portando rapidamente alla fronte la mano destra e sbattendo i tacchi con la maestria di un ballerino.
Alzati gli occhi verso il comandante, sorrise.
“Marcel de Lemaire, ai vostri ordini, Comandante”.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Mi scuso innanzitutto per non avere ancora aggiornato “Il convento”, ma da qualche tempo mi ronzava in testa un’ideuzza per questa fanfic e mi sono lasciata trasportare da una vena creativa.
Fatemi sapere se la devo continuare.
(Perdonate gli eventuali errori di battitura ma l’ho scritta di getto proprio stasera)
albazzurra

  
 
 
20 Maggio 1777
 
Oscar François de Jarjayes si dirigeva al galoppo verso la reggia.
Era ancora presto, ma nell’immenso cielo di Maggio il sole era già alto e illuminava la Francia, la nazione più bella d’Europa.
La giovane cavalcava sicura, elegante e altera sul suo destriero bianco, che sembrava volare lungo le vie ciottolose che portavano a Versailles.
 
In breve tempo la bionda comandante delle Guardie Reali varcò i cancelli dorati di Versailles e si diresse verso la piazza d’armi, dove i suoi soldati la attendevano schierati.
Oscar fece rallentare il cavallo al passo e si avvicinò ai suoi uomini, squadrandoli uno per uno con i suoi penetranti occhi turchesi.
I soldati della Guardia di Sua Maestà costituivano un gruppo privilegiato, formato dagli uomini più abili e più valorosi di Francia. Ognuno di loro era scelto con attenzione e criticità in base al suo coraggio, alla sua bravura nel maneggiare le armi e alla sua lealtà verso la corona.
Osservando il battaglione schierato davanti a Madamigella Oscar, si poteva ben notare che erano disposti in perfetto ordine di altezza: i più bassi in prima linea e i più alti man mano che si procedeva.
I fucili erano rigidamente appoggiati sulla spalla destra, le spade sul fianco sinistro.
Mentre Oscar controllava che ognuno fosse al loro posto, le si avvicinò il tenente Girodelle.
“Madamigella Oscar…” esordì.
“Sì, dite pure Girodelle” replicò lei senza alzare gli occhi dai soldati.
“Ecco…vorrei presentarvi una nuova recluta, Comandante..” continuò il tenente.
“Può presentarsi benissimo da solo, tenente, senza che voi dobbiate fargli da portavoce” disse seccamente la ragazza. “Dunque, chi sarebbe?”
“Sono io, Comandante” disse una voce argentina.
 
Una figura esile, minuta, sottile, fece un passo avanti.
A parlare era stato un giovane con lunghi capelli biondo grano, due occhi cerulei e un’inaspettata grazia nei movimenti.
Avanzava leggero, splendente nella divisa celeste e i suoi piedi, calzanti solidi stivali neri, parevano non toccare il terreno.
Quando giunse davanti a Madamigella Oscar si fermò e le fece il saluto militare, portando rapidamente alla fronte la mano destra e sbattendo i tacchi con la maestria di un ballerino.
Alzati gli occhi verso il comandante, sorrise.
“Marcel de Lemaire, ai vostri ordini, Comandante”.
 
Oscar, dal canto suo, era attonita.
 
No…
Non è possibile...questo è uno scherzo di pessimo gusto.
E’ impensabile che…
Eppure quei capelli…quegli occhi…
Per non parlare della voce…
E poi…
No. Questa è pazzia…
È…
 

“Comandante vi sentite bene?” il tenente Girodelle sembrava piuttosto preoccupato.
“Si grazie Girodelle…” disse Oscar, fissando con la bocca semiaperta quel giovane.
“Vorrei” proseguì la ragazza “ vorrei scambiare due parole con il soldato de Lemaire in privato”.
Detto ciò smontò da cavallo e fece cenno al ragazzo biondo di seguirla.
 
Una volta giunti in un luogo appartato Madamigella Oscar si voltò verso Marcel, che sorrise nuovamente, divertito dall’espressione sconvolta del comandante.
 
“Cosa….Cosa ci fate voi qui?” domandò Oscar, a metà tra il furente e lo sbigottito.
 
“Oh, andiamo Madamigella Oscar. Ve l’ho detto anche l’altro giorno, ricordate?” Marcel voltò le spalle alla ragazza e si mise a guardare il cielo senza nuvole, ricordando gli avvenimenti di alcuni giorni prima.
 
 
8 Maggio 1777
 
Era una bella giornata a Versailles: un cielo terso e i caldi raggi del sole offrivano i loro omaggi alla reggia che si ergeva in tutto il suo splendore circondata da prati verdeggianti e alberi ormai in fiore.
Madamigella Oscar passeggiava lungo un viale secondario, con occhio vigile.
Un tiepido vento primaverile soffiava dolcemente, scompigliandole i lunghi capelli biondi.
 
La reggia era molto affollata. Tra qualche giorno si sarebbe tenuto un gran ricevimento in onore del re Luigi XVI e della sua consorte, la regina Maria Antonietta, per l’anniversario della loro incoronazione e in questa occasione duchi, marchesi, conti e signori affluivano a Versailles da ogni regione di Francia.
Mancavano appena due giorni al ricevimento e ancora molta gente, proveniente dai confini del Paese, doveva arrivare.
Madamigella Oscar, in quanto capitano delle Guardie di Palazzo, aveva il compito di pattugliare tutta la zona circostante alla reggia.
 
I giardini di Versailles erano immensi, tuttavia ogni singola stradina era collegata ad un’altra e Oscar ben presto si ritrovò di fronte al maestoso Bacino di Apollo. Una imponente statua del Dio Sole troneggiava al centro della struttura, guidando il suo cocchio trainato da quattro divini destrieri.
La ragazza si fermò ad osservare: gli occhi della divinità mostravano una fierezza che raramente si sarebbe potuta scorgere in uno sguardo mortale.
Fece per proseguire il suo giro, quando un rumore di passi la distolse dai suoi pensieri.
Si voltò e con suo enorme stupore vide correre nella sua direzione Sua Maestà Maria Antonietta.
 
“Madamigella Oscar, aspettate!”
“Maestà…” la giovane scattò sull’attenti e salutò la Regina di Francia.
 
La ragazza nel frattempo l’aveva raggiunta e si era fermata, ansante,  a un passo da lei, in uno svolazzo di trine e merletti.
Oscar la fissò, perplessa.
 
“Cosa posso fare per voi, Altezza?” chiese cordialmente.
“Oh nulla, Oscar…volevo solo passare un po’ di tempo insieme a voi. Raramente ne abbiamo l’occasione, non vi pare?” la Regina le rivolse un gran sorriso.
“Avete ragione altezza, ma per me essere un soldato viene prima di essere una donna. Per questo motivo devo adempiere ai miei doveri e spesso mi manca il tempo di fare qualsiasi altra cosa”.
“Oh…capisco Madamigella. Vi sto forse recando disturbo?” domandò la regina un po’ delusa.
“Niente affatto, Maestà. E’ un piacere ed un onore poter conversare con voi. Ma, vedete, ho il compito di perlustrare i Giardini della reggia e…”
“Permettetemi di accompagnarvi, allora!” Maria Antonietta, rassicurata, tornò a sorridere felicemente.
 
Camminarono alcuni minuti in silenzio, fianco a fianco.
Il vento, dopo essersi placato per qualche tempo, aveva ripreso a soffiare dolcemente. Gli unici rumori che si udivano erano il frusciare delle foglie, scosse da quella lieve brezza, e quello dei loro passi sulla pietra del viale.
Maria Antonietta osservava di sottecchi la sua accompagnatrice.
 
Madamigella Oscar è una persona molto riservata.
Non so molto sul suo conto. O meglio, so quello che giunge alle mie orecchie tramite le dicerie delle donne di corte, ma Dio solo sa quali cose sono menzogne e quali verità.
C’è da dire che, però, è davvero affascinante e quel suo stesso riserbo le conferisce un’aria di mistero.

 
I ricci biondi di Oscar ondeggiavano mentre camminava. La regina restò abbagliata dalla loro lucentezza e dalla loro strana fisionomia. La luce del sole si rifletteva perfettamente tra quelle buffe onde d’oro, creando ipnotizzanti chiaroscuri. Un soffio di vento li scompigliò e la Regina avvertì il loro profumo. Profumo di rose.
 
Fu Oscar a rompere il silenzio.
 
“Perdonatemi, Altezza, ma non dovreste essere con i vostri ospiti, a quest’ora?”
 
Sua Maestà si riscosse. Poi sospirò.
“Dovrei, Madamigella. Ma vedete…quasi tutte le donne che ci sono a corte non sono altro che sciocche pettegole, che passano la vita a frequentare salotti, e le nobildonne che ho incontrato nell’ultima settimana non sono da meno; la loro conversazione verte la maggior parte delle volte su argomenti frivoli e poco interessanti. Sapete, in loro compagnia si discute solo di abiti e inoltre sono delle vere e proprie impiccione”.
“Capisco la vostra noia, Maestà. Ma permettetemi di ricordarvi che in quanto Regina di Francia voi…”
“…dovrei intrattenere i miei ospiti e mostrarmi disponibile e gentile nei loro confronti, lo so. Madame de Noailles e il Conte de Mercy non fanno che ripetermelo” sbuffò la Regina, chiudendo gli occhi.
Poi continuò.
“Ma parlatemi di voi, Madamigella. Com’è essere comandante delle Guardie Reali? La vostra vita deve essere meravigliosa: piena di avventure, libera... E voi siete così coraggiosa, Oscar… come mi piacerebbe essere come voi! Provare, anche per poco tempo, ad essere un soldato…di sicuro non mi annoierei affatto!”
 
Marcel si voltò verso Oscar che lo stava ancora fissando con le braccia abbandonate lungo i fianchi.
 
“Ricordate anche voi vero, Madamigella?” Marcel le fece l’occhiolino.
 
Oscar sbatté un paio di volte le palpebre prima di rispondere.
Poi si inchinò.
 
“Questa…questa è una vera follia, sicura pazzia…mia Regina.
 
Continua…
 
Grazie per coloro che hanno letto il primo capitolo e per chi vorrà lasciare un commentino :)
  
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