Non sono morta!!!! Nono, eccomi
qui….la storia prosegue….
Avete già aspettato abbastanza
quindi, senza altre parole vi lascio alla fic…
…
“Se dici, sono ancora indecisa lo so
Forse non sai che cosa cerchi
Se non capisci ancora cosa voglio da te
È inutile che te lo ricordi
Ve bene non ti fidi di me
Chissà che cosa c’è
Chissà che cosa pensi”
[Vasco Rossi – “ Cosa vuoi da me”]
Illusioni,
quello di cui è tappezzata la realtà,
Illusioni,
quello di cui si ha bisogno...
Illusioni,
formate da apparenza.
Abitudine,
ciò che è diventata ogni cosa...
Breanna
è nervosa… continua a camminare avanti e indietro per la sua stanza d’albergo,
sospira e si rifà per la centesima volta l’acconciatura.
Ancora
in intimo fissa nervosamente l’orologio, è in ritardo… e lei non è mai in
ritardo.
Guarda
con occhio critico i vestiti appoggiati sul letto, niente di adatto ad una
festa come quella a cui sta per partecipare…
Ne
sceglie uno a caso e lo infila rimirandosi allo specchio per l’ennesima volta,
ed è nel riflesso dello specchio che vede Kevin che la osserva, non sa da
quanto è lì… guarda nei suoi occhi attraverso la superficie, lo vede mentre
prende una collana da una scatoletta, si avvicina chiudendogliela al collo.
Il
contatto con le sue mani la va sciogliere per pochi secondi…
- Ora sei
perfetta…- Si
volta verso di lui, chiude gli occhi prendendo un respiro profondo…
-Sei pronta?- un sorriso
amaro si dipinge sulle sue labbra.
- No…- un lieve
sospiro esce dalle labbra di Kevin, sapendo che la ragazza non si stava
riferendo alla festa, la guarda e le passa un braccio intorno alla vita
schiacciandosela addosso, immerge il viso nei suoi capelli che profumano di
balsamo, morbidi al tatto, quei fili dorati s'intrecciano tra le sue dita.
Tic Tac… il
tempo passa… Tic Tac.
Mai
come adesso si sente fuori luogo,
mai
come adesso si sente intrappolata,
annoiata.
Mai
come adesso sente che la sua presenza è inutile per tutte le persone in quella
stanza.
Mai
come adesso ha la conferma che deve cercare un’altra strada.
Circondata
da persone della tv, della musica, delle case discografiche più in voga Bree si
sente stanca, come se non ci fosse ossigeno.
Il
display del suo cellulare s'illumina…
Un messaggio
ricevuto…
-
A cosa pensi?-
Alza
lo sguardo e cerca tra la folla il mittente del messaggio, lo trova, la sta
guardando appoggiato alla colonna del porticato, la visuale viene interrotta a
tempi alterni da figure che volteggiano sulla pista da ballo che li separa.
-
A quanto vorrei
essere lontana da qui.- Messaggio inviato, Kevin abbassa lo sguardo sul
cellulare, scorre con gli occhi quelle parole e digita qualcosa sulla tastiera.
Il cellulare di Bree vibra.
-
Ti porto a casa
se vuoi.- Un
sorriso divertito
-
Non mi userai
come scusa per andartene, devi restare, questo è il tuo posto. Te lo sei
scelto.- Pochi
secondi e il messaggio arriva al destinatario… Scuote la testa e ride, mima un touchè nella direzione della ragazza.
Bree
risponde con un bacio dato all’aria rimette il cellulare nella borsa e si
dirige verso l’uscita, si scontra con varie persone, ma sono due occhi scuri a
fermare la sua corsa, occhi che non sono rivolti a lei ma a una brunetta con
gli occhi da cerbiatta e il fisico da modella.
Si
scontra con un cameriere che fa finire a terra tutto il contenuto del vassoio
attirando molti sguardi, compreso il suo.
Non
si ferma, non chiede scusa, continua a camminare con la testa alta e il corpo
eretto, come gli ha insegnato lui, perché una volta lui la proteggeva dal male
che gli altri avrebbero potuto infliggerle, una volta non era lui a farle del
male.
She walks away
Colors fade to gray
Every precious moment's now a waste
-
Bree…- Joe corre- Bree aspetta- allunga un braccio- Bree fermati- l’afferra…
-
Joe torna alla
festa- Bree si volta,
riesce a sfilare la mano dalla sua morsa.
Nei suoi occhi la decisione.
-
Ma…- sui gradini
alle loro spalle c’è la ragazza di prima, con il suo sorrisetto stampato sulle
labbra e i suoi grandi occhi luccicanti.
-
Joe ti sta
aspettando.-
Il ragazzo freme, sposta lo sguardo da lei all’altra, dall’altra a lei. Sembra
decidersi.
-
Senti se è per
lei, le dico di sparire, di andarsene…- Le mani si torturano, nel tentativo di
non far trapelare il nervosismo che quella conversazione provoca in lei.
-
Non è per lei e
non è per te….ritorna alla festa- Un disco rotto, inceppato…
-
Lo so che ti fa
soffrire il vedermi con un'altra, mi dispiace io non…- Scuote la testa
rassegnata.
-
Forse per te non
è facile da concepire ma non tutto il mondo gira intorno a Joseph Jonas, non
tutti i miei problemi nascono a causa tua, quindi Joe torna a quella dannata
festa… per favore.- Un
groppo in gola indica che sta per crollare, che le lacrime stanno per vincere
sull’autocontrollo, che lui sta per vincere su di lei…
… Ancora una
volta…
-
Non mi cacciare
via… ti prego, andiamo da qualche parte…parliamo…- Una richiesta
disperata, perché anche lui non ce la fa più.
-
Joe è tardi, è
troppo tardi…Non capisci, non hai mai capito. Voi avete realizzato i vostri
sogni e io ci sono sempre stata, sono stata l’amica, la sorella, la fidanzata…
ma ora non mi basta più, ora voglio scoprire chi sono e per farlo ho bisogno…- La lettera,
finalmente Joe comprende o crede di farlo.
-
Di andartene, è
questo che cercavi di dirmi?E’ questo che c’era scritto in quella stupida
lettera?Da quando sei diventata così vigliacca da non riuscire a dirmi le cose
in faccia?!Quando avresti avuto intenzione di dirmi che mi lasciavi, che uscivi
dalla mia vita- Uno
schiaffo ad interrompere il suo sfogo, due lacrime sgorgano dagli occhi azzurri
di Bree, ma non ne seguono altre.
-
Jonas non hai
mai capito un cazzo, e mai lo capirai.-
…Addio…
La
ragazza si allontana sul vialetto fino ad uscire dal cancello sparendo dalla visuale
del ragazzo, i flash illuminano la notte, domani ci saranno molti titoli sui
giornali e nessuno gli piacerà.
I
giornalisti, e gli invitati curiosi affollano l’entrata dell’edificio, le
domande rivolte a Joseph Jonas non hanno risposta…il ragazzo rimane in uno
stato di trance, da cui si risveglia solo per rientrare nella sala accompagnato
dalla ragazza di prima che ammicca alle telecamere.
Kevin
e Nicholas si guardano e approfittando della confusione si allontanano.
She hits the gas
Hoping it would pass
The red light starts to flash
It's time to wait
And the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me a world I never would know
World I never knew
… Promesse…
Una bimba bionda
sta piangendo seduta sull’altalena,
un piccolo Joe
Jonas la raggiunge correndo con l’aria infuriata.
-
Bree che cosa ti
hanno detto quei bambini?Se vuoi vado lì e…-
-
E non fai niente
Jonas, ma mi devi promettere una cosa…- Lo sguardo rivolto al tramonto…
-
Tutto quello che
vuoi.- Il tono serio dei “grandi”, quello che usa la mamma quando ti sta per
dire un segreto che solo loro sanno.
-
Magari mi
prenderanno ancora in giro, ma non sarai mai tu a farlo.- Solo allora la bimba
si gira e alza il mignolo tendendo il braccio verso di lui.
-
Lo prometto…- Il
mignolo del bimbo si intreccia con il suo… e il sorriso torna a risplendere sul
visino di Bree.
…infrante…
She hates the sun
'Cause it proves she's not alone
And the world doesn't revolve around her soul
No
Sta
seduta con lo sguardo perso, incantata a guardare il vuoto, avvertendo appena
Flavia parlare al suo fianco. I suoi amici intenti a guardare le cameriere o
occupati a mangiare i loro panini non si accorgono della sua distrazione.
Due
occhi azzurri entrano nella sua visuale, Gabriele alza il bicchiere come a fare
un brindisi, le sorride, prima di berne il contenuto. Rebecca lo guarda
risponde con lo stesso gesto e svuota la bottiglia di birra.
Il
respiro le si blocca in gola, come quando stai per piangere, ma sai che non
scenderanno lacrime. Lo spazio circostante ti sembra così grande che tu ti
senti piccola, sospesa tra fantasia e realtà.
Becky
respira a fondo, guarda il ragazzo davanti a lei, ma la sua attenzione non è
più rivolta verso di lei, una ragazza è seduta sulle sue gambe e le mani sotto
le maglie e i baci poco casti fanno intuire come Gabriele finirà la sua serata.
Rebecca non avverte quella morsa di gelosia nei suoi confronti, sorride,
consapevole che quel sentimento che li aveva legati non c’è più, che l’amicizia
nella quale si è nascosta non esiste, che mai potranno essere amici e che piano
piano quel legame che adesso, sembra unico e indissolubile svanirà con il
tempo.
La
mente occupata da altro o meglio qualcun altro.
Decisioni…
Si
alza, prende la borsa al suo fianco ed esce dal locale, i piedi le fanno male
per i tacchi, ma sul suo volto si apre un sorriso, chiude gli occhi e respira a
pieni polmoni quella nuova sensazione…
Libertà…
Si
sfila le scarpe e inizia a correre, colpisce qualche ragazzo ubriaco nella via,
ma non si ferma fino a quando il respiro non le manca e la milza non le duole.
Guarda
nel portafoglio, ha abbastanza soldi, non ha voglia di prendere l’autobus e
chiama un taxi che arriva pochi minuti dopo.
Le
è sempre piaciuta l’atmosfera magica che la città ha di notte, il tassista sta
in silenzio e lei si perde nei suoi pensieri guardando il paesaggio.
Il
cellulare vibra:
Chiamata in
arrivo
Cesare…
Risponde
perplessa alla telefonata, cercando di capire cosa possa essere successo per
chiamarla a quell’ora di notte.
-
Cesare
dimmi…-
She loves the sky
Said it validates her pride
Never lets her know when she is wrong
Cesare
la sta aspettando sulla soglia del bar, lanciando di tanto in tanto occhiate al
suo interno, Rebecca affretta il passo raggiungendolo…
-
Dov’è?-
la voce flebile di chi non sa che fare.
-
Seduta
nel retro, scusa… ma non sapevo che fare e non mi fido a lasciarla andare a
casa da sola.- Becky si alza in punta dei piedi cercando di raggiungere la sua guancia,
intuite le intenzioni della ragazza l’uomo si abbassa per permetterle di
baciarlo, le labbra morbide della ragazza sono in contrasto la ruvidità dell’accenno
di barba sul volto dell’uomo.
Un
ultimo sorriso ed entra, si dirige nel retro, dove una figura minuta è seduta su
un piccolo letto con davanti un bicchiere ormai vuoto.
Rebecca
fa piccoli passi, come se avesse paura di spaventarla, si siede al suo fianco e
la guarda…
-
Ciao… ti ricordi
di me?...- Nessuna
risposta…- Mi chiamo Rebecca, sono un
amica di Nicholas.- Quando Rebecca si sta per rassegnare all’ennesimo
silenzio, Bree si volta e la guarda, piega la testa leggermente e sembra
studiarla, apre e chiude la bocca un paio di volte prima di emettere un suono
che somigli ad una parola…
-
Rebecca a te è
mai capitato di guardarti allo specchio e non riconoscere la tua figura?- Per un momento
non sa che rispondere, consapevole che la mattina seguente niente di ciò che
dirà sarà ricordato, così si limita ad annuire e stare in silenzio.
-
Sai, a volte mi
domando se mi sono mai conosciuta… sul serio intendo, a volte penso di essere
solo un riflesso della gente che mi circonda.- Una risata quasi
isterica interrompe il suo monologo…-
Infondo a che serve che io mi conosca?! Ogni giorno ho gente che s'impegna a
pensare per me, mio padre, mia madre, Joe, Kevin tra un po’ persino Nicholas e
Frankie cominceranno a dirmi cosa è meglio o peggio per me. A dirmi come
vestirmi o truccarmi, cosa voglio o non voglio fare o diventare, che cosa penso
e come devo considerare persone e cose.-
Un’altra
pausa… - Rebecca tu me lo sai dire che
cosa sto facendo? Perché io non lo so.- la calma innaturale, gli occhi resi lucidi dall’alcol
e le parole tremanti. – A volte li guardo
e penso che siano tutta la mia vita e l’attimo dopo li odio, perché senza di
loro , io non sono nessuno, niente avrebbe senso nella mia esistenza, senza di
loro io non avrei una vita!- scaglia il bicchiere contro il muro, cercando
di sfogare quella frustrazione che sente, che Becky si trova a comprendere.
Raggomitolata
su se stessa Bree sembra così indifesa, come vorrebbe essere lei a volte, la
testa abbassata, le braccia a circondare le sue stesse ginocchia.- Scusa, mi dispiace tanto…io…-
Ritorna
alla realtà, a carponi raggiunge i cocci e inizia a raccoglierli, la mano di
Becky la ferma, per la prima volta in quella conversazione i loro sguardi si
incontrano.
-
Io voglio andare
a casa.- Rebecca
le accarezza il volto con dolcezza, un sorriso umido increspa le labbra della
bionda, sta perdendo lucidità e presto cadrà nel mondo dei sogni.
-
Dammi il
cellulare…- Bree
glielo passa, gli occhi si fanno pesanti…-
Chiama Nicky, non chiamare Joe, chiama Nicky.-Becky inoltra la chiamata, un
secondo dopo sente il dolce peso del capo della ragazza al suo fianco, le
circonda le spalle con un braccio e appoggia la guancia sui suoi capelli
biondi.
-
Pronto…Bree?
Bree, dove sei?-
“
Preoccupazione”
-
Jonas? Nicholas
Jonas?...Senti ci troviamo…
And the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me a world I never would know
“ Voglio andare a casa…”
“ Voglio sentirmi a casa…”
Yeah
And the walls start closing in
Quando
entra nel locale Nicholas Jonas si sente addosso una strana agitazione. Cesare
dietro al bancone lo osserva, lo sguardo che gli rivolge ha un solo
significato: “Stai attento a quello che
fai” il ragazzo sorride con ironia, quante volte ha visto quello sguardo
sul volto di papà e ragazzi, ed ogni volta rivolto a Joe, lui era quello
piccolo e dolce, innocuo agli occhi di qualunque persona, e in quel momento si
sente quasi orgoglioso di essere stato visto come una minaccia.
L’uomo
gli fa cenno con la mano, indicandogli il retro, si dirige quasi intimorito
verso la porta chiusa vicino ai bagni, la apre e vede l’immagine più pura e
tenera che abbia mai visto in vita sua, Breanna è stesa su un letto, i capelli
sparsi sul cuscino rannicchiata in posizione fetale sembra così fragile, ad un’estremità
del letto è seduta Rebecca appoggiata al davanzale della finestra, sembra essersi addormentata, la brezza le
scompiglia leggermente i capelli il respiro è lento e regolare…
Nicholas
entra in punta dei piedi cercando di non spezzare prima del tempo quel quadro
stupendo che gli si è presentato, inciampa in una scarpa lasciata davanti
all’uscio, il rumore desta Rebecca che lo guarda curiosa per poi trattenere a
stento una risata…
-
Jonas…alla buon
ora….-
Le guance del ragazzo si colorano leggermente di rosa, facendola sorridere…
-
Il navigatore mi
ha dato dei problemi…-
La ragazza si alza avvicinandosi…
-
Credo…sia meglio
non svegliarla…-
Il ragazzo annuisce prendendo delicatamente in braccio Breanna, che si
accoccola al suo petto sospirando.
Nessuno
dei due proferisce parola durante il tragitto verso la macchina, non c’è
tensione, solo tranquillità, Rebecca osserva la figura di Nicholas che è un
passo avanti a lei, la fierezza e la semplicità con cui si muove, la goffaggine
con cui cerca di aprire la macchina tenendo in braccio la bionda la fa
sorridere per l’ennesima volta in quella serata.
Gli
apre la portiera permettendogli di appoggiare al suo interno la ragazza, un
silenzioso grazie lascia le labbra del ragazzo.
Becky
si appoggia alla portiera sul fianco della macchina e chiude gli occhi,
aspettando che Nick abbia finito, pochi secondi dopo sente una mano sfiorargli
la guancia portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio… apre gli occhi e
lo osserva, le braccia di nuovo lungo i fianchi.
Porta
una mano al suo volto sfiorandolo appena senza interrompere il contatto visivo…
Le sue dita sfiorano la fronte, segnano il profilo del naso, arrivando a
disegnare il contorno delle labbra…
-
Che cosa stai
facendo?- Il
fiato caldo di Nicholas solletica appena le dita della ragazza che sembra
ignorare la sua domanda per porgliene un’altra…
-
Mi senti?- poco più di un
sussurro il suo, come se da un momento all’altro tutto dovesse finire…
-
E’ da settimane
che ti sento ormai…-
Due mani che s'incontrano…
-
Jonas… non…- Il tocco leggero
delle labbra sulla pelle chiara di lei spezza le parole, ammutolisce quella
bocca che lui vorrebbe baciare…
-
Shh…- Con le dita
sfiora le labbra piene della ragazza, accarezza quella pelle come lei ha fatto
con lui, il suo volto si avvicina, un leggero bacio a sfiorargli la fronte,
le palpebre ora chiuse
per godersi quella coccola tanto agoniata, le guance arrossate dall’emozione.
-
Mh… - Il mugugno di
Bree li fa tornare alla realtà, le mani del ragazzo indugiano ancora per un
breve tempo su quel viso d’angelo.
-
Devi andare…- Le parole
rendono reali i loro pensieri.
Distacco…
-
Buonanotte.- possono sentire
il respiro sulle proprie labbra, il ragazzo si avvicina e posa un leggero bacio
all’angolo della bocca di Becky.
Silenzio…
Un leggero
rumore indica che la porta della macchina è stata chiusa.
Si sentono il
fiume in lontananza e il rombo del motore che si allontana…
Sola…
-
Buonanotte
Jonas…-
Don't let 'em get inside of your head
Don't let 'em get inside of your head
Don't let 'em get inside of your head
Don't let them inside
Il rumore delle
chiavi è coperto dall’urlo di un diavoletto biondo che abbraccia le gambe di
Rebecca.
-
Ciao
piccola, dove sono mamma e papà?- dopo aver teso le braccia verso l’alto facendosi
prendere in braccio, indica con la manina paffuta le due stanze adiacenti.
Un Respiro
profondo e un bacio leggero sulla testa della nipotina.
-
Amore
va dalla mamma che io devo parlare con il papà.-
Codardia…
Il cuore che
batte feroce nel petto, un senso d’ansia, lo scalpiccio di Mia sempre più
tenue.
Un passo dietro
l’altro e il tragitto verso il salotto non le è mai sembrato così lungo.
Il venticello
estivo che entra dalla finestra aperta le scompiglia i capelli e quella stanza
buia rischiarata solo dal bagliore della tv accesa le sembra meno soffocante.
Suo fratello è
sdraiato sul divano con gli occhi chiusi che si aprono nell’esatto momento in
cui avverte la presenza di Rebecca.
-
Sei
tornata presto…- Samuele si siede sul divano senza distogliere lo sguardo,
sembra non sapere come muoversi, cosa dire e non dovrebbe essere così.
Non lo è mai
stato…
-
Si,
è che … Samu senti io…- Le braccia lungo i fianchi e i pugni stretti in una
morsa di nervosismo, Il ragazzo si alza dal divano e si avvicina a Rebecca , le
posa le mani sul volto cercando i suoi occhi intenti ad osservare le scarpe.
-
E’
successo qualcosa? Qualcuno ti ha fatto del male?- Preoccupazione è quello che regna nella sua voce e Finalmente la
ragazza cede, alza lo sguardo, apre i pugni e appoggia le mani su quelle del
fratello facendo intrecciare le loro dita.
-
Sto
bene, mi dispiace Samu, scusa…- Le loro fronti a contatto.
-
No,
scusami tu non dovevo tenertelo nascosto… troveremo una soluzione. – Stretti in
un abbraccio fraterno, finalmente i loro corpi si rilassano e lasciano che la
tensione degli ultimi giorni scivoli via.
Due figure sulla
soglia della stanza osservano la scena con il sorriso sulle labbra.
-
Mamma
hanno fatto pace? Ora la zia tornerà a sorridere?-
-
Si
amore, ora è tutto a posto.- La bambina bionda sorride ancora di più e si
stringe alla madre schioccandogli un bacio sulla guancia.
'Cause the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull
(Ohhh)
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me the world I never knew
(Don't let 'em get) Don't let 'em get inside of your head
Don't let 'em get inside of your head
Don't let 'em get inside of your head
Don't let 'em get inside of your head
Crash…
Un
vaso rotto…
-
Samu…Samuele…-
Rebecca ha cinque anni, ha rotto un vaso…
Grandi
lacrimoni scorrono selle guanciotte paffute.
Un
ragazzino moro poco più grande le corre incontro abbracciandola…
-
Samu, ora papà
mi sgriderà…- le piccole manine del bimbo scorrono lungo i capelli della
sorellina cercando di tranquillizzarla…
-
No vedrai…
troveremo una soluzione…-
Sometimes we fight
It's better black and white
[ Jonas Brothers- “Black
Keys ” ]
…
Spero sia stato di vostro gradimento….
Alla prossima…
Baci Baci J