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Autore: Fauxlivia    05/04/2011    2 recensioni
'Alex, Alex, Alex, ripigliati. Me lo dico allo specchio, nemmeno fossi DeNiro in Taxi Driver, per poco non mi tiro anche uno schiaffone, giusto per togliermi gli ultimi boccoli biondi dalla mente, ancora mi ondeggiano davanti, ne sento quasi il profumo'.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Karev, Altri, Izzie Stevens
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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'But I'll find a way,
I'll find another way
Of saying....

All the time we have for life,
Thinking 'bout the lives we had
Together....

Whatever gets you through today'

Le cinque. Fra un’ora e mezza dovrò essere in ospedale e non ho ancora chiuso occhio. Vorrei poter dire che è colpa di Lucy, che non mi lascia dormire perché non può fare a meno di saltarmi addosso, ma sto parlando tra me e me quindi posso essere sincero.

Riposa – russa – tranquilla al mio fianco. Come darle torto?

Probabilmente capita solo a me, di sognare, svegliarmi nel cuore della notte e poi non riuscire più a riaddormentarmi causa macigno irremovibile sullo stomaco. Non ho nemmeno la scusa dell’incubo terribile – ne avrei, da fare – perché il sogno che ho fatto era quasi piacevole.

Stavo con una bionda.

Cosa potrebbe esserci di meglio? Lucy è bionda. Poteva anche essere lei. Nei sogni non sei mai sicuro, tutti i contorni sono sfocati.

Ma, dato che non riesco più a chiudere gli occhi, che guardo fisso il soffitto della mia roulotte – dannato Dr. Strana more, poteva anche ripararlo questo catorcio, prima di lasciarmelo – non posso fare altro che ammettere l’evidenza.

Era Izzie. Io che mi faccio allegramente la donna della mia vita. Che mi ha distrutto, e ricomposto e poi distrutto di nuovo.

Mi sto alzando – devo alzarmi -, sposto le coperte quel tanto che basta per sgattaiolare fuori dal letto, senza svegliare la donna che ancora dorme dall’altra parte del letto. Ma come faccio a cominciare una nuova relazione se sto già pensando ad un’altra? O meglio, se non ho mai smesso di pensare ad un’altra?

Alex, Alex, Alex, ripigliati. Me lo dico allo specchio, nemmeno fossi DeNiro in Taxi Driver, per poco non mi tiro anche uno schiaffone, giusto per togliermi gli ultimi boccoli biondi dalla mente, ancora mi ondeggiano davanti, ne sento quasi il profumo.

E uno schiaffo me lo do. Tieni, dottor Karev, assaggia i primi sintomi di demenza senile precoce.

Esco dal minuscolo bagno in pvc con la faccia rossa e la barba sfatta e i miei occhi incrociano quelli di Lucy. E’ sveglia e dall’aspetto sembra non essersi mai addormentata. Fresca come una rosa, anche senza trucco, riccioli sciolti sulle spalle.

« Se mi dicevi che la tua tecnica di risveglio erano quattro schiaffi ben assestati, ti avrei aiutato volentieri » Sorride, un po’ sorniona, e vorrei davvero risponderle a tono. Apro la bocca per farlo, mi sto quasi lanciando sul letto per farle provare un po’ di Alexander Mattutino, quando suona la sveglia, precisa e crudele.

« In pausa pranzo ti faccio vedere io, saputella » Lei scoppia a ridere, prima di chiudersi alle spalle la porta del bagno, lasciandomi solo davanti al lavello di acciaio. Ottima interpretazione Karev, ottima. Perdo il sorriso, guardo la tazza di latte che mi sono riempito nel frattempo, quasi vomito, la butto nel lavello.

Per quel giorno non le avrei comunque fatto vedere niente.

 


 

« Yang, Grey voi due siete di turno in ambulatorio oggi. Sapete com’è la primavera, temperature gradevoli, amore nell’aria e un sacco di pazzi in bicicletta che decidono di sfidare la dura vita della città. Preparatevi a ricucire ferite, qualche trauma cranico, distorsioni. Adoro la primavera »

Io e Cristina alziamo gli occhi nello stesso momento, verso il soffitto. La Bailey sembra amare tutti i momenti dell’anno, dal Natale al ringraziamento, dall’inverno alla primavera. Forse perché le persone di norma sono stupide tutto l’anno e fanno cose altrettanto stupide 365 giorni su 365 giorni. Mi affianco a lei, mentre le due Gemelline della chirurgia si allontanano insieme, scattando di malavoglia verso il poliambulatorio. 

La guardo dall’alto in basso, con la migliore aria da cucciolo che riesco a sfoderare dal mio repertorio.

« Io sono libero oggi, se ha bisogno di me dottoressa Bailey. Stark si è prenotato la sua fidanzat.. ehm volevo dire, la dottoressa Kepner  » Mi volto, continuando a camminare, lanciando un’occhiata divertita al viso rosso-pomodoro di April - a volte credo mi viene da pensare che finga. Nessuna donna al mondo può essere così pudica -, che vorrebbe dire qualcosa, ma richiude la bocca subito dopo, quando anche Jackson scoppia a ridere. E al suono della sua risata, la Bailey si ferma di colpo, in mezzo al corridoio. 

Guarda me, ma si zittiscono tutti, nemmeno fossero entrati in chiesa.

« No Karev. Oggi ti tocca il dottor Sloan. Ho deciso di non lasciarlo da solo con il dottor Avery soltanto per avere un morto in meno sulla coscienza »

Quella che si sta divertendo adesso è lei. Lancio un’occhiata significativa anche al Dottorino, che per spupazzarsi Lexie oggi mi costringerà a lavoro doppio. Con Sloan è sempre così, figurarsi adesso che è perso dietro alla minuscola bambina che Callie ha dato alla luce. Un’altra storia, quella, che ha dell’incredibile.

La Bailey se ne va, seguita dagli altri due che poi si dividono, sparendo in corridoi opposti. E adesso mi tocca andare a cercare il mio carnefice, sperando che abbia qualcosa di più interessante dell’ingrandimento di un paio di tette.

Prendo la cartella giusta, mi appoggio al bancone delle infermiere con il fianco.

La apro, per leggere il nome della paziente di Sloan e la camera in cui l’hanno sistemata. Faccio giusto in tempo a capire che ha 22 anni, più giovane di me, ormai, quando quei boccoli biondi tornano nel mio campo visivo.

Ed è strano, perché non sto dormendo, non adesso, non con tre caffè in meno di due ore.

Sollevo lo sguardo sbattendo le palpebre per far andare via quel colore e mi rendo conto che in parte è provocato dai capelli di Lucy. Mi si è avvicinata e nemmeno me ne ero accorto.  « Ehi. Sei scappato questa mattina, ho finito di lavarmi i denti ed eri già sparito. Tra l'altro, credo di aver finito tutta l'acqua.. che ne dici se stasera ci fermiamo da me? »

Ma la sto ascoltando? Per un istante mi volto verso di lei, anche se le mie orecchie hanno sentito solo fino alla parola 'lavarmi', poi ho perso tutto. La guardo , non tanto per la velata allusione che sta facendo sul fermarsi a casa sua dopo il turno, perchè Lucy è accanto a me, mi parla, ma io continuo a vedere biondo altrove. 

Sto per farmela addosso. Il calore che sento alla vescica non preannuncia niente di buono. « Sì. Certo. Devo andare adesso, scusami ». 

Non la bacio. Scusami Lucy, devo scappare. E scappo, corro, metto il turbo nascondendomi dietro il primo angolo come un bambino.

Sono sveglio, perfettamente sveglio. E se quella oltre l'ingresso, nel parcheggio delle ambulanze, che parla con la dottoressa Robbins, non è Isobel Katherine Stevens - non più 'in' Karev - allora mi aspetta psichiatria.

 

 

 

  
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