Anime & Manga > Shaman King
Segui la storia  |       
Autore: yukina_chan    29/01/2006    6 recensioni
La loro vita, il loro destino, tutto era già stato scritto: A levante stella, lei, brillante e vivace, riempirà il loro io di innocente purezza, e la via della quiete s’alzerà a grandi strade; nei loro occhi, allora, il riflesso, unico e solo il calore dell’amore. Ma a ponente stella, lei, dolce e mortuaria regina della notte, quello stesso riflesso di azzurro cielo tramuterà in riflesso di ramato rosso; spietato, crudele; e l’innocenza diverrà muta solitudine di mille corpi che si schiantano nella cruenta carneficina del male. §Ecco a voi la mia seconda fanfic su Shaman King. Una struggente storia d’amore e di morte, cupa e complessa… Non aspettatevi un lieto fine, perché non c’è…§ **Starring§TrioHana&Hao**
Genere: Romantico, Dark, Drammatico, Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Anna Kyoyama, Chocolove, Elisa, Faust VIII, Hao Asakura, Jun Tao, Lyserg Diethel, Manta Oyamada, Pirica, Redseb e Seyram, Ren Tao, Ryu, Tamao Tamamura, Tokagero, Trio Hanagumi, Yoh Asakura
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
§§**… It’s The Beginning… Of The End…**§§

§§**… It’s The Beginning… Of The End…**§§

Castello Invisibile – In un tempo buio e tempestoso

Le tre dame oramai non si facevano più vedere in giro per il castello, né la loro presenza veniva percepita. Le loro anime erano in uno stato ghiacciato, congelato, dormiente, e assieme a loro l’intero Castello e la sua rigogliosità sembrava esserlo. Le piante che tempo prima erano allegre e sfarzose, sgargianti, ribelli, chiacchierone, ognuna a proprio modo, ora erano fredde, statiche, silenziose, a malapena vive. Manta lo aveva notato già da parecchio tempo, ma non avrebbe mai pensato che la situazione sarebbe degenerata in una simile maniera. Camminò a lungo per i corridoi senza una meta precisa, lo sguardo basso, il passo lento, le labbra serrate e le sopracciglia inarcate in un’espressione di intensa preoccupazione. Non riusciva a darsi pace. La sua mente non ci riusciva. Da quando il Signor Hao aveva lasciato il luogo magico, niente era più stato come prima.

Al calare del sole non si era più attuata la maledizione, il Castello era rimasto quello luminoso di sempre, eppure c’era qualcosa nell’aria lì intorno che lo rendeva più grigio e buio che mai.

Il nulla che reprime il tutto.

*

“Manta…”perfino la voce di Chocolove, solitamente scherzosa e ottimista, sembrava in qualche modo invecchiata, più seria e cupa. Il piccolo cuoco si voltò verso la trasparente figura dello spettro, e tirò lievemente su col naso. “Non c’è più nulla ormai che valga la pena di essere vissuto, qua dentro…” mormorò trtattenendo i signhiozzi che lo stavano sopraffacendo. Chocolove non rispose, ma chiuse gli occhi solenne abbassando il capo. Manta strinse gli occhi per reprimere le lacrime, accasciandosi a terra tra i gemiti di pianto. Lo spettro si avvicinò a lui posandogli una mano sulla spalla, solidale.

“Se solo le Tre Padrone facessero qualcosa…” disse con un mormorio appena percettibile il giovane ragazzo, smettendo improvvisamente di piangere. Lo spettro abbassò gli occhi su di lui. “… Se solo ci provassero… Loro potrebbero fare qualcosa per risolvere questa situazione, lo so…” Chocolove continuò a tacere, ma lo sguardo venne posato sul fondo del corridoio dove si trovavano. Gli sembrava di vedere in lontananza le pareti stringersi in un minimo spazio, e una lieve foschia copriva quella che sembrava una nera porta.

Non aggiunse una parola.

*

La Prima inspirò lentamente e a lungo, tenendo le piccole palpebre socchiuse. La schiena era posata arrendevole alla parete ghiacciata e rocciosa, le esili gambe raccolte appena e le braccia abbandonate lungo i fianchi. Le iridi vispe e osservatrici non davano il minimo segno di coscienza.

La Terza si trovava a pochi passi da lei, completamente accasciata a terra e raggomitolata su sé stessa. Gli arti privi di peso, i capelli sparsi sul pavimento attorno a lei, le labbra socchiuse come gli occhi cristallini. Dalla giovane bocca uscivano lievi e impercettibili respiri.

La Seconda sorella stava invece abbandonata sulla sfera cristallina al centro della buia sala. Le gambe accasciate sul ghiacciato pavimento, le braccia aggrappate all’oggetto come un modo per reggersi in minima parte. Ma il volto era coperto dalle bionde ciocche, in segno di resa per quella lotta inutile.

Tutta la stanza taceva. Non un rumore, non un gemito. Solo il sinistro gocciolare del ghiaccio lungo le increspate pareti. Era quella la peggiore condizione che potevano subire le tre sorelle, e che avrebbero continuato a subire fino alla morte. Il silenzio. Silente solitudine e dolore passivo. Nulla ormai dava loro ragione di vita, e presto la piccola e debole fiamma ferita della loro anima si sarebbe spenta per sempre, inesorabilmente. Era la cosa più giusta per tutti. Era la cosa che era destinata ad accadere. Oramai non aveva più senso per loro vivere. In un modo o nell’altro, la morte era segnata nel loro destino. Ma perlomeno seguendo la loro scelta avevano evitato la morte di qualcun altro…

Non avrebbero resistito ancora molto a lungo. Era questione di settimane, forse di mesi. Ma entro 100 giorni i loro poteri si sarebbero spenti per sempre.

*

In giro per il mondo, 19/06

Oramai i seguaci di Hao erano diventati molti.

Erano passate numerose settimane dall’inizio del loro viaggio per salvare le Streghe. Non era un tasso di tempo così lungo a pensarci, ma per il nostro impavido gruppetto era sembrata l’eternità più devastante. Molte delle persone che avevano visto e udito il passato delle tre Streghe erano quasi impazzite, altre cadute in un’improvvisa depressione, e comunque la maggior parte ne era rimasta piuttosto turbata. Con lieve soddisfazione del giovane Hao, però, una notevole percentuale delle persone a cui aveva richiesto aiuto aveva accettato con vigore di seguirlo. Tuttavia, non ancora tutti erano disposti a perdonare le Tre Streghe per le loro azioni passate…

All’interno del gruppo molte personalità erano cambiate. HoroHoro e Pilica rimanevano sempre sulle loro, divenivano di giorno in giorno più distanti e distaccati, e la prima ad accorgersene fu la timida Tamao, abituata da sempre a vedere il bel viso del’amica sempre attivo e chiacchierone, illuminato, sorridente. Non era più così. E lo stesso valeva per Faust. Era rincuorato dal fatto di poter stare molto più tempo assieme a sua moglie, ma nello stesso tempo un’ombra di oscura e a lui ignota paura gli segnava l’anima, rendendolo più rude e sciupato anche nell’aspetto.

Ren invece era cambiato nel senso contrario. Mentre per tutta una vita altro non aveva fatto che scappare dalle cose per lui davvero importanti ora sembrava aver trovato non si sa da dove una determinazione immensa. Forse, come è probabile che sia, il motivo di questa sua adrenalina era dettato dal fatto che aveva intenzione di espiare ogni sua colpa morale. Aveva fatto tanti errori, dal momento in cui aveva abbandonato la famiglia per puro disprezzo a quello in cui aveva tradito l’unica persona che l’avesse mai veramente amato.

Questa volta non avrebbe fallito. Voleva portare a termine la missione affidatagli, adesso ci credeva, sarebbe andato fino in fondo.

Il giovane fratello gemello del condottiero di quella comitiva guerriera aveva avuto da subito con i compagni un impatto piuttosto positivo, come era d’altra parte da aspettarsi: non esisteva situazione in cui Yoh Asakura perdesse la calma, mai un istante in cui l’ottimismo l’abbandonasse. E questo suo solare animo contagiava in qualche modo tutte le persone con cui aveva a che fare. Uno dei tanti motivi per cui Yoh fosse la persona da Hao più invidiata in tutto il mondo.

Lyserg era invece incredibilmente timoroso. Era diventato silenzioso e scostante, evidentemente impaurito da ciò che attendeva lor tutti. Era stato così anche per Tokageroh, il quale miracolosamente erano giorni che non apriva alcun batibecco con l’amica-nemica Pilica. Era costantemente nervoso, teso, sobbalzava per le sciocchezze e a volte sembrava perso in un mondo tutto suo.

Ma l’animo più turbato di tutti era quello del giovane Hao. Il ragazzo faceva ogni sforzo immaginabile per apparire tranquillo e sicuro di sé, ma man mano he passavano i giorni percepiva chiaramente un terrore opprimente sopraffarlo dal profondo dell’anima. Il sangue della ferita aveva formato una crosta orribile, dilagata ormai fino al petto e quasi al ventre, mentre un’inquietante fessura delimitata da acceso color rosso iniziava a formarsi nel punto dell’avambraccio sul quale originariamente si era creata la ferita.

Non riusciva a pensare a cosa volesse significare, forse per paura di ammetterlo a sé stesso. Si sforzava e si sforzava, ma era inutile tentare di dimenticarsene: aveva visto cose che gli avevano segnato l’esistenza e il destino, e prima o poi avrebbe dovuto affrontarle. E questo sarebbe accaduto molto più presto di quanto pensasse, con lo scoppiare della Guerra delle Rose per la liberazione delle Streghe, la quale avrebbe avuto dei risvolti a tutti sicuramente ignoti, e una conclusione che alcuno mai, questo è certo, si sarebbe aspettato…

*

Sentiero per la Foresta Spinata, 24/07

Perché?

Perché doveva decidere di fermare bruscamente il passo proprio ora?

Il piccolo esercito aveva arrestato il passo pian piano dietro di lui, incuriosito da quella sosta improvvisa e non prevista. Molti mormorarono perplessi, numerosi volti osservarono un Hao immobile e silenzioso, distante da tutto ciò che lo circondava, con gli occhi bassi e avvolti dalla bruna criniera. Yoh lo osservò a lungo con espressione corruciata. Infine gli poggiò una mano sulla spalla domandando “Tutto bene, fratello?” Hao scosse il capo impercettibilmente.

No.

Non stava bene.

Il dolore che provava al braccio e a tutta la parte del corpo devastata dalla ferita gli impediva di camminare. Aveva la nausea, vedeva sfocato, la testa gli girava vorticosamente. Non capiva più nulla. Era stata una cosa improvvisa, proprio nell’esatto istante in cui aveva posato la scarpa sinistra alla pari con quella destra. Che cosa voleva suggerirgli quell’improvviso malessere corporeo e spirituale? Era forse un avvertimento di lasciar perdere? Un altro presagio oscuro? Ormai il ragazzo aveva fatto talmente l’abitudine con quelle fitte dolorose al cuore che non dava loro molta importanza, eppure quella volta il dolore era molto più acuto delle altre. Numerosi brividi lo socssero, finchè riuscì a recuperare coscienza e si sgrullò un poco, alzando il volto pallido e scarno verso la via che li attendeva di fronte a loro. Doveva riprendersi. Non poteva perdere il controllo proprio ora che era così vicino al raggiungere il suo scopo. Forse non tutto era perduto. Se le Streghe della Rosa avevano resistito tanto a lungo, c’era ancora qualche speranza di poterle salvare, lo sentiva.

“Hao… Dobbiamo proseguire…” “Non arrenderti proprio ora” “Sei stato tu a guidarci fino a questo momento, e devi essere tu a continuare a farlo”Era di Tamao l’ultima voce aggiuntasi alle altre incitazioni d’incoraggiamento. Il ragazzo si voltò verso di lei sorridendole suo malgrado, trattenendo un gemito di dolore per un ulteriore, improvviso sbalzo di pressione. Strinse i pugni e i denti. Doveva lottare. Doveva continuare a farlo. Glielo doveva. Loro che gli avevano salvato la vita più volte da un destino che lo oprimeva e lo tormentava. Loro che gli avevano donato un amore più profondo e complesso di qualunque altro sentimento provato fino ad allora. Glielo doveva.

*

“Sto bene. Dobbiamo continuare. Manca poco ormai, da qui dovete armarvi e essere costantemente all’erta” A quelle parole il passoriprese, più lento e cauto di prima, verso quello che era stato mesi addietro l’entrata verso il Castello Invisibile. Ren, camminando a fianco del giovane Hao, mormorò a quest’ultimo “Sei sicuro che riusciremo a entrare? Siamo in molti, forse troppi, e poi dovremo superare le prove…” Hao scosse la testa con un risolino, e poi disse “Non sarei così in pena. Ho intenzione di rendere le cose molto più facili…”

Ren lo guardò perplesso, ma continuò a seguirlo, all’erta e con l’ascia ben pronta nella mano destra.

D’un tratto, una leggera foschìa iniziò a inondare gli impavidi visitatori, che con notevoli accelerazioni di battito cardiaco si trovarono ben presto sovrastati dalla ben nota Nebbia del Gelo. Quando il grigio torpore si fece enormemente intenso, si iniziarono a udire richiami impauriti di gente che si era persa, che non vedeva più i compagni, che sentiva troppo freddo per continuare. Ma i nostri amici non si fermarono. Hao si voltò per verificare la situazione, e vide che almeno la metà del gruppo si era disgregata. Ma a fianco a lui, tenendolo ben stretto per la veste e attenti a non perderlo, stavano fedeli la comitiva della Taverna, determinati a seguirlo fino alla fine. Molti avevano preso il loro esempio, formando una lunga catena di sostenimento reciproco. Il ragazzo incrociò lo sguardo con quello del fratello, che gli porse un sorriso così incoraggiante e pieno di speranza che il nostro giovane ragazzo credette di non temere più nulla. Continuarono a camminare. In lontananza si cominiciavano a udire le risate di scherno delle Custodi della Forseta Spinata…

*

“Elisa… Come osi tornare a noi in veste di traditrice?” “E perdipiù in alleanza con dei luridi esseri umani…” La pallida donna non ebbe alcun sussulto né alterazione di alcun tipo, si limitò a proseguire nel lento cammino con il suo sguardo vacuo. Faust strinse a sé la sua minuta mano d’istinto, volgendo un’espressione sprezzante verso le numerose direzioni da cui provenvano le voci. “Andatevene di qui…” “Avete rovinato la vita alle nostre Padrone e il Castello sta morendo a causa vostra” “Sparite, sciagure! Andate a seminare rancora altrove!” Hao fece una piccola smorfia della bocca, lo sguardo duro di fronte a sé. Le parole gli girarono numerose volte in testa ‘Il Castello sta morendo…’ La situazione era più grave di quanto pensasse…

“Jun… Ti prego, lascia che ti parli…” aveva affermato con tono sicuro e deciso il giovane. Un risolino beffardo ma allo stesso tempo debole e sciupato si diffuse nei dintorni. La voce per così tanto tempo dimenticata della Custode ricomparve nella mente di Hao “Hao… Ne è passato di tempo… “ la nebbia svanì, e ciò che del gruppo era rimasto si trovò di fronte al macabro scenario della Foresta Spinata, ora così lugubre e smorta rispetto alla prima visita del ragazzo. Anche la Custode era incredibilmente cambiata: la pelle prima di un viola acceso aveva preso una sfumatura di un lilla molto più pallido, le radici spinate più secche e l’espressione sconvolta mascherata da un ghigno divertito. La voce era già di per sé di gran lunga più flebile di quella udita in passato. “Non credevo che saresti tornato davvero” aggiunse, con un rapido sguardo dei favillanti occhi verdi su tutti. “Sono qui per pareggiare i conti. E’ a causa mia che regna ora questa depressione al Castello, ma ora posso aggiustare le cose” Jun scosse la testa quasi divertita “Ogni tentativo è inutile. Hao, è stato nobile da parte tua tornare e tentare questa specie di Rivolta, ma è a mio malincuore che ti devo annunciare una cosa: non ti orterà a nulla” Hao si guardò un attimo intorno. Le ragazze erano sparite. “Ti prego, devi permettere a tutti noi di entrare nel Castello Invisibile. Ti supplico, permettici di aiutare le Streghe della Rosa!”Jun lo fissò a lungo, per poi dire cupa “Se continuerai nel tuo intento, te ne pentirai, Hao. Puoi starne certo” la sua voce era leggermente alterata, ora lievemente isterica. Yoh intervenne “Tu devi sentirti fedele alle tue Padrone, di sicuro anche tu vuoi aiutarle! Allora permetti a noi perlomeno di provare!” La Custode si portò le mani alla fronte “No, no, no… Vi dico che non c’è nulla da fare!” Hao insistette “La speranza che ci ha permesso di giungere fino a qui ci permetterà in ugual maniera di continuare!” All’improvviso, Jun esclamò adirata e folle di rabbia come Hao non l’aveva mai vista “HAO, MALEDIZIOE, PERCHE’ VUOI FARTI DEL MALE?? PERCHE’ SEI COSI DETERMINATO A NON ABBANDONARE I RICORDI LEGATI ALLE STREGHE E NON TE NE TORNI ALLA VITA DI SEMPRE?!! PERCHE’ SEI COSI MALEDETTAMENTE ALTRUISTA NEI LORO CONFRONTI??!!!”

Le parole di Jun clpirono tutti gli ascoltatori. Hao compreso. “Io non posso abbandonarle…” mormorò lui con un leggero tremore nella voce, preso nuovamente dai dolori della ferita. Jun urlò come lacerata da dolori sconfinati, e illuminandosi di energia oscura urlò “NON POSSO PERMETTERLO!! NON POSSO!!!” In un lampo, tutte le altre Custodi erano comparse e circondarono il gruppetto scagliando loro addosso getti di energia maligna veramente distruttiva. A stento riuscirono a evitare i colpi, mentre Elisa concentrava la mente a recuperare i suoi antichi poteri.

“Jun!! Ti prego, fermati!” ma le urla di Hao vennero soffocate da un pugno netto scagliato da un’altra Custode. Hao per un pelo schivò il colpo, mentre molte ragazze Spinate si avventavano su di lui cercando di ferirlo. Lo stesso valeva per gli altri, mentre nella Foresta Spinata si consumava una battaglia che determinava l’inizio della disfatta. L’inizio della fine.

*

“Aiuto!… Ren! Hao!… Pilica, dove siete?”

“Tamao! Sei tu?”

“Pilica!!”

“Oddio, Tamao, perfortuna ti ho trovata!”

“Perché non ti vedo? La nebbia è tropppo fitta, non riesco nemmeno a muovermi!”

“Sii tranquilla, presto ci tireranno fuori, ne sono sicura”

“E se ciò non accadesse?!”

“Succederà, vedrai…Hai fede in Ren e negli altri, vero?”

“Ma certo!”

“Allora non devi agitarti. Fai dei lunghi respiri”

“Non ci riesco! Mi sforzo di non pensare a ciò che staranno passando in questo momento ma mi è impossibile”

“Ti capisco. Ma non dobbiamo perdere la speranza”

“Non sempre è così facile”

“Lo so…”

“Pilica…?”

“Sì, Tamao?”

“Cosa ci accadrà se non riusciranno a tirarci fuori di qui? Vagheremo per queste lande desolate per sempre?

“Sciocchezze. Io ho fede in mio fratello”

“Ma se…?”

“Presto convinceranno le Custodi a farci entrare nel loro mondo… Dovranno combattere, forse ci vorrà del tempo, ma alla fine l’avranno vinta loro. Abbi fede, ci tireranno fuori…”

*

Yoh fu scaraventato a terra così velocemente che non si era nemmeno acorto del colpo sferratagli. Rialzandosi appena, vide che era stata la Leader delle Custodi a colpirlo. Jun si stava nuovamente scagliando verso di lui tentando di colpirlo con veloci scatti. Yoh era stanco e malridotto, ma riuscì ugualmente a parare molti attacchi della ragazza. Altri andarono a segno duremente.

“Yoh!” Hao non ebbe il tempo di verificare come se la cavava il fratello, perché alcune delle Custodi avevano preso tra le mani delle lunghe radici spinate brandendole stile frusta. “Qui si mette male!” esclamò HoroHoro da un altro punto della Foresta. Ren gridò “Restiamo uniti! Ci stanno allontanando singolarmente di proposito!” Lyserg si guardò intorno preoccupato “Hai ragione! Presto, riavviciniamoci!” Ma le fruste delle Custodi entrarono in azione, con tutta la loro potenza.

*

La Terza aprì gli occhi con un sussulto feroce al cuore.

“Hao…”

Il capo era immobile e incapace di spostarsi, quasi come congelato al terreno tanto era il tempo che vi stava appoggiato. Era stato una scaglia di immagine a svegliarla dal coma interiore in cui si trovava, il viso dell’unico ragazzo che avesse mai amato storto in una smorfia di dolore. Un nome e delle sensazioni si erano legate a quell’immagine.

Kanna si alzò di scatto seduta sul terreno gelido della Stanza. Era cambiata così tanto anche essa… Le pareti erano diventate color del ghiaccio, la temperatura bassa come non lo er mai stata, e la Strega percepì sulla pelle una leggera brina ghiacciata. La sua stessa pelle aveva assunto una sfumatura azzurra, l’intero suo io pareva esser morto da tempo. Ma qualcosa in quel volto l’aveva riportata alla vita.

“Hao” mormorò di nuovo tra sé. Non riusciva a crederlo sul serio. Era davvero tornato. Perché? Perché rischiare il tutto e per tutto quando invece avrebbe finalmente potuto vivere serenamente e in pace lontano da loro? … Forse, la vera contraddizione era che il giovane Hao non avrebbe potuto vivere serenamente e in pace lontano da loro. Lo stesso valeva per le tre dame. Ma Kanna sapeva che era sbagliato fare ciò che iniziava a progettare di fare, sapeva che avrebbe portato solo a una misfatta più grande della peggior morte. No, non poteva. Si doveva dimenticare di quella visione e richiudere lentamente gli occhi, continuare il suo eterno riposo e cessare finalmente tutto quel folle dolore…

Perché?

Perché proprio in quel momento doveva percepire anche lui il risveglio della dama?

Perché, nella sua incoscienza delle relative conseguenze, aveva pensato di raggiungere il cuore e la mente della fanciulla per avvertirla che aveva trovato il modo di far continuare a vivere lei e le sue sorelle?

“Hao!”stavolta Kanna non riuscì proprio a rimanere impassibile. Di scatto balzò in piedi, ora sapeva cosa doveva fare. Strinse i pugni, decisa, finalmente, a fidarsi del ragazzo che amava…

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shaman King / Vai alla pagina dell'autore: yukina_chan