Vento
La cosa sconvolgente di quei giorni è la sensazione di benessere che prova quando si corica la sera, nonostante a volte duri più fatica di quando lavora.
Shikamaru osserva l'armadio con attenzione,
correndo con lo sguardo sullo stile semplice per arrivare a
considerare che la presa non sarà semplice. Gli gira intorno,
chiedendosi distrattamente come possa non averlo notato quando è
entrato, e si ferma su un lato del mobile mentre Itachi esce dalla
cucina.
“C'è qualcosa che non va?” chiede lui,
toccandosi la maglia ancora umida in alcuni punti.
Shikamaru si
avvicina all'armadio, lo spinge leggermente verso destra per avere
una vaga idea del possibile peso.
“Pensavo fosse più
grande e quindi più pesante,” dice soltanto.
Itachi
si muove fino ad arrivare al lato opposto al suo, dall'altra parte
del mobile di legno, si china leggermente aspettando che lo faccia
anche lui e, quando Shikamaru esegue, lo tirano su di peso.
“Non
ho bisogno...” dice, con lo sforzo che traspare dalle lettere
trattenute, “di molto spazio.”
Shikamaru è
tentato di fargli notare che non è solo, però lo
spigolo dell'armadio gli entra nel fianco e si trova davvero troppo
impegnato per riuscire a vedere dove sia il suo errore di calcolo.
Quando, arrivati in cima alle scale Itachi poggia a terra l'ingombro,
però, ha come l'impressione che qualcosa di ovvio gli stia
sfuggendo.
“No, scusa, o è ancora troppo presto per i
miei neuroni oppure ho perso un passaggio importante: Sas'ke dove
mette le sue cose?” chiede, ansimando lievemente, mentre si
appoggia con un gomito alla balaustra.
Itachi, che riprende fiato
contro l'armadio, lo guarda inarcando le sopracciglia.
“Sas'ke
ha il suo,” dice, chinandosi per riprendere il lavoro, “abbiamo
stanze separate,” conclude, guardandosi indietro per non
sbattere in qualcosa.
Shikamaru spalanca gli occhi come un pesce
lesso, mugolando leggermente quando issa il mobile di riflesso ai
movimenti dell'altro, con nessuna coscienza motoria.
Non ci aveva
pensato. È una cosa scema, così ovvia che anche la
logica sembra ridere, eppure lui non ci aveva neanche pensato.
In
fondo è normale che due persone praticamente adulte
necessitino dei loro spazi, sarebbe stato innaturale il contrario,
piuttosto. Oltretutto, parlando di quei due soggetti in particolare,
il fatto di vivere sotto lo stesso mal messo tetto è già
sufficientemente strano, e mettere altra carne al fuoco porterebbe ad
un vero e proprio disagio. Un aspetto che adesso gli brilla sotto gli
occhi, ma che poco prima non aveva minimamente considerato, è
quello delle compagnie, di eventuali affaracci propri che entrambi
possono voler intrattenere, ognuno nella propria stanza. Insomma, lui
non ha capito se Sasuke preferisca l'azzurro o il verde, o se li
voglia entrambi, ma di sicuro non c'è motivo alcuno per cui il
fratello debba conoscere tutti i minimi e fisici dettagli. E lo
stesso vale per Itachi...
A questa consapevolezza si aggiunge una
leggera inquietudine quando realizza di essere appena entrato nella
sua camera, ma alzando gli occhi sul viso dell'altro non vi legge che
concentrazione per le azioni che sta compiendo. Distoglie lo sguardo
deciso a fare altrettanto, concentrandosi sul tatami in cui Itachi
sembra voler lasciare andare il mobile e si allinea di
conseguenza.
“Grazie dell'aiuto, non sarei riuscito a
portarlo su da solo,” dice il padrone di casa, allontanandosi
dal mobile per chinarsi vicino al futon, “il letto arriverà
la prossima settimana,” avverte, prendendo da una borsa una
maglia pulita.
“Ok,” annuisce Shikamaru, “comunque
sono sicuro che se non ci fossi stato io ti avrebbe aiutato tuo
fratello,” dice, voltandosi quando si trova ad osservare uno
sfregio considerevole sulla pelle nuda del fianco dell'altro, a pochi
metri da lui.
Ode dei fruscii e si concentra sul giardino,
guardando verso la finestra, ed è in quel momento che si
accorge che la luce proviene da vari piccoli punti, sparsi ovunque
sulla parete.
La finestra è aperta, l'aria circolerebbe in
ogni caso, ma intorno alla finestra e adesso anche all'armadio sono
stati praticati fori di varie, ridotte dimensioni. I contorni sono
scheggiati e irregolari e danno l'idea del buco fatto con qualcosa di
contundente. Mentre osserva la parete nella sua interezza, facendo
anche un passo indietro per avere una visuale migliore, la voce di
Itachi lo coglie di sorpresa, portandolo a voltarsi di scatto.
“Non
sono sicuro di volergli chiedere qualcosa, qualsiasi cosa...”
dice, tenendo la maglia sporca tra le mani, “non sono affatto
sicuro di voler chiedere.”
Shikamaru sbuffa, tornando a
scrutare la parete.
“Cos'è successo alla tua camera?”
chiede, ignorandolo.
Itachi abbassa la testa sulla maglia.
“Anche
quella di Sas'ke è così. Abbiamo il coprifuoco e gli
ANBU sono incaricati di sbarrare porte e finestre, dalle dieci di
sera fino alle sette del mattino; questo per sei mesi, che significa
per altri quattro mesi e sedici giorni,” dice, senza perdere
tempo, tornando sul suo profilo, “dal momento che siamo in
primavera abbiamo pensato di areare a modo nostro per la notte,”
rimane in silenzio poi, dirigendosi verso la porta per andare a
posare in bagno l'indumento sporco.
“Non sarei altrettanto
felice se non me ne parlassi, però non voglio sentire queste
cose tanto quanto non vorrei che tu le pensassi,” comunica
Shikamaru, girandosi finalmente verso di lui, “non c'è
motivo per cui tu non debba chiedere, se hai bisogno, e credo che
Sasuke ci resterebbe peggio a conoscere questo tuo blocco piuttosto
che sapere di dover trascinare dieci armadi su per le scale da
solo.”
“Sas'keeeee!”
La voce di Naruto
irrompe nell'aria, forte nonostante non sia ancora entrato in
casa.
“Non c'è.”
Shikamaru scuote la testa,
coprendosi gli occhi all'udire la risposta di Sasuke, la cui voce è
chiara perché è seduto sull'engawa, sotto la finestra
della camera d'Itachi, ad imprecare contro i pezzi del tostapane che
hanno avuto l'arroganza di avanzare, dopo che lui lo ha
aggiustato.
“Itachi,” lo chiama Shikamaru,
quando lo vede uscire dalla stanza, andandogli dietro, “senti,
sono certo che non sia così facile, ma, ti prego, promettimi
che gli chiederai tutto quello che vuoi!”
Lui, che si è
fermato per ascoltarlo, si volta e lo osserva per un momento, in
silenzio, poi sospira, perché è tutto incredibilmente
più pesante di quel maledetto armadio.
“Non ho chiaro
cosa dovrei chiedere, a volte penso che vorrei solo che sorridesse,”
sussurra Itachi, guardando altrove mentre la corrente d'aria gli
smuove i ciuffi neri, sfuggiti alla coda.
A pensare che
quell'uomo, quel ninja, quel fratello, si faccia tali paturnie viene
male allo stomaco. Shikamaru è sicuro che se c'è
qualcuno che può permettersi di pulirsi le parti intime con il
vessillo recante lo stemma del fuoco, oppure con la tunica
dell'Hokage, per dirne una, è proprio quello stesso uomo che
non riconosce i suoi più basilari diritti. E fa tanta, troppa
rabbia.
“Allora dovresti dirglielo.”
Itachi
appoggia le spalle allo stipite e butta la testa indietro. Shikamaru
per un momento lo vede così stanco che ha paura cada, ma non
fisicamente, e questo a volte lo spaventa al punto da non riuscire a
dormire. Tuttavia ha fiducia in lui e lo stima tanto da non riuscire
a formulare ipotesi stupide su eventuali comportamenti stupidi,
perciò tutto quello che fa è andare avanti così,
mostrandogli che c'è e ha intenzione di esserci ancora per
molto.
“Va bene che deve comunque essere ristrutturata, ma
non posso credere che hai bucherellato la casa,” dice,
aggrottando la fronte mentre prende un'ultima panoramica della
parete.
“Solo le camere,” precisa l'altro, a sua
difesa, omettendo volutamente quanto si sia divertito Sasuke con il
piccone.
Shikamaru alza gli occhi al cielo, chiedendosi vagamente
a che punto l'intelligenza possa essere chiamata follia, poi si
ricorda di come lo ha trovato quella mattina ed è lì
che decide di soprassedere.
“Forza, i canali...” gli
ricorda invece, sorpassandolo, mentre le parole dell'altro lo fanno
sorridere così spontaneamente e istintivamente che neanche si
sorprende.
“Che seccatura!” sospira Itachi,
teatralmente tediato.
Ecco inserito il
famoso Sasuke seduto per terra a litigare con un elettrodomestico
random, Tessa! Basta chiedere, come vedi. XD
Non cercate di dare
sensi logici alle trovate di Itachi perché lui non è
solo intelligente, ma è anche libero da stupide e limitative
convenzioni sociali, quindi è ragionevole credere che ci possa
mostrare un mondo tutto nuovo ogni volta che fa qualcosa. Anche, mi
suggeriscono dalla regia, mentre fa pipì, sì.
Ah, nel capitolo che si chiama Vento chi potrebbe saltare fuori? Ma Naruto, ovviamente. Mh. Essì, sono talmente velate che non me le ricordo nemmeno io. -.-
I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.