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Autore: JosephineGreen    07/04/2011    2 recensioni
Il continuo della mia prima storia "Sii fedele al tuo sangue". Ovviamente è ambientata al secondo anno di Hogwarts.
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ottobre arrivò come una folata di vento gelido: i compiti cominciavano ad aumentare, gli incantesimi a farsi più difficili e le pozioni sempre più elaborate. Josh non aveva rivelato di possedere un grande talento accademico, ma si dava da fare e riusciva ad ottenere risultati piuttosto soddisfacenti, nonostante le forze impiegate. Quella mattina la lezione di pozioni, come al solito svoltasi con i Tassorosso, era stata più pesante del solito, e il suono della campanella fu un gran sollievo per tutti. Josh, al tavolo con Colin, Jimmy e Ritchie cominciò a mettere i suoi strumenti in cartella e stava per avviarsi fuori dalla classe, quando si sentì tirare per una manica. Quando si voltò si trovò di fronte a Ginny Weasley.
-Hey, Josh.-
-Ciao, Ginny.-
Il ragazzino la guardò in attesa che lei dicesse qualcosa, ma la sua bocca rimase sigillata.
-Ti serve qualcosa Ginny?-
-No, il fatto è che...- La ragazzina arrossì violentemente.
-Oh cielo, mi sento così cattiva e senza tatto nel dirtelo, ma ho visto che ultimamente non te la sei cavata molto bene a pozioni, e visto che è una materia che mi riesce piuttosto bene pensavo che se magari tu avessi bisogno di una mano potrei dartela io.-
Aveva detto tutto d’un fiato, al punto che al ragazzo servì qualche secondo per rielaborare il disorso.
-Sei molto gentile Ginny, ma voglio farcela da solo.-
-Ma, sei sicuro? Insomma, non sarebbe un problema per me, anzi, sarebbe un piacere!-
Lui la guardò di sottecchi. A che gioco stava giocando? Voleva prenderlo in giro, o voleva davvero dargli una mano? Se non fosse stata una Weasley, forse Josh avrebbe accettato la sua richiesta, ma non voleva mettersi ulteriormente nei guai con Jack. Le cose erano rimaste congelate sin dal giorno dello Smistamento, ma finalmente il cugino gli aveva dato un’appuntamento per parlare: si sarebbero incontrati il giorno dopo, il 30 Ottobre, dietro la serra numero tre appena dopo pranzo.
-Grazie ancora Ginny, ma, davvero, posso farcela da solo.-
Le rivolse un sorriso veloce e prese ad incamminarsi verso il corridoio che portava all’uscita dei sotterranei. Non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno.
 
Il giorno dopo, quando entrò nella Sala Grande per il panzo era tesissimo. Prima di sedersi al suo posto al tavolo dei Griffondoro, gettò un’occhiata a quello dei Serpeverde: Jack stava ridendo a crepapelle insieme a quel suo amico di colore, e sembrava molto felice. Forse quella era la volta buona che l’avrebbe perdonato e tutto sarebbe tornato come prima.
Il ragazzino cominciò a buttar giù qualche boccone ma, questi, scendevano giù per il suo esofago come massi di proporzione gigantesca. Cercò allora di intrattenersi in una conversazione con Colin, che risultò essere piuttosto piacevole e che lo aiutò a dimenticarsi, almeno momentaneamente, dell’impresa che doveva affrontare: forse anche troppo, perchè quando Colin lo congedò dicendo che doveva ripassare trasfigurazione, la Sala Grande era ormai semi deserta. Josh, preso da una frenesia inumana, cominciò a correre alla volta delle serre, arrivando in pochi minuti alla tanto agoniata serra numero tre. Chinandosi per riprendere fiato, vide il cugino seduto a terra che strappava e giocherellava con fili d’erba. Jack alzò gli occhi a abbozzò un mezzo sorriso, facendogli poi cenno con la testa di sedersi accanto a lui.
Josh prese un ultimo e lungo respiro e si mise a sedere.
-Ciao Jack.-
-Ciao Josh.-
Il ragazzo lo fissava dall’alto in basso senza proferire parola e mettendolo in uno stato di totale soggezzione.
-Hai per caso qualcosa da dire?-
-Sei tu che hai voluto parlarmi Jack.-
-Oh, ma sai benissimo che non sono io che devo darti delle spiegazioni. Se tu non avessi voluto parlarmi, non saresti venuto.-
Sul suo viso alloggiava il solito sorriso sbruffone, che lo faceva apparire tanto sicuro di se, ma soprattutto, che lo faceva sentire tanto sicuro di sè.
Josh continuava a non proferirie parola, tenendo lo sguardo fisso sul manto erboso.
-D’accordo, visto che oggi sei di poche parole, dirò quello che penso. All’inizio credevo che ci fosse stato un errore, insomma, in fondo il sangue che ci scorre nelle vene un po’ si assomiglia. Abbiamo passato estati intere a giocare, ridere e scherzare, e adesso ti sei schierato dalla parte del nemico.-
-Io non mi sono schierato dalla parte di nessuno! Non sono stato io a scegliere di essere smistato in Griffondoro!-
-Non mi sembra che passare giornate con Weasley e i suoi stupidi amici ti dispiaccia, caro Joseph!-
-Quando la smetterai di accanirti contro Ron? Non è colpa sua se sua madre ha compiuto degli errori! Lui è a posto.-
Jack lo fulminò e si alzò di scatto.
-La mela marcia non cade mai lontano dall’albero, cugino.-
Josh sospirò e si mise a sedere.
-Non voglio litigare con te Jackie, e non voglio che tu sia arrabbiato con me.-
-Ma questo non dipende da me Josh: dipende soltanto da te.-
-Jo cosa ne pensa?-
-Jo ha la mia stessa opinione, ma, la conosci, lei è troppo buona ed è troppo affezzionata a te per riuscire a farti ragionare.-
-Possiamo trovare un compromesso?-
-I compromessi sono per gli idioti, per quelli che non sanno prendere una posizione. I compromessi sono per i deboli. Tu vuoi essere un debole?-
-Tutti siamo un po’ deboli.-
Jack emise un grugnito.
-Smetterai di frequentare Weasley?-
Josh fissò il pavimento arrabbiato e confuso. Perchè? Perchè doveva accanirsi così tanto? Lui non lo conosceva, non sapeva quanto Ron fosse simpatico. Quanto sua sorella fosse gentile e disponibile. Quanto Fred e George fossero esilaranti. Non voleva rompere di rapporti con Jack e Jo, ma ciò che gli era stato chiesto era esagerato.
-No, Jackson.-
Jack sorrise con falsa allegria. Si avvicinò al cugino lentamente ma con passi forti e decisi, alzando più che poteva le spalle e il petto senza sembrare ridicolo.
-Divertiti con i tuoi amcici mezzosangue, ma non ti aspettare che tu sia un privilegiato. Per me tu sei come loro. Allo stesso livello. Allo stesso livello di Weasley.-
Si voltò di scatto e si incamminò verso il castello. Josh rimase seduto lì ancora qualche minuto a riflettere sull’accaduto. Quando si alzò per andare a Trasfigurazione, cinque minuti dopo, una lacrima rigava il suo viso.
 
La sala comune era semi-deserta, se non per quel tavolo di fronte al camino, sempre occupato dallo stesso gruppo di ragazzi.
-Hey, Jo, che fine ha fatto tuo fratello?-
-“Fine”? Perchè? Non era a lezione con voi oggi?-
Blaise e Draco scossero la testa.
-Non si è fatto vivo nemmeno a cena!- esclamò Daphne –Insomma, nessuno l’ha visto da pranzo in poi!-
Jo cominciò a tormentarsi le unghie. Che cosa poteva esser successo? Sapeva che Jack avrebbe parlatocon Josh nel pomeriggio, ma com’era possibile che suo fratello fosse sparito, quando lei stessa aveva visto suo cugino a cena? Doveva esserci sotto qualcosa.
Mentre lei e Daphne tentavano di buttare giù delle ipotesi sulla sconosciuta collocazione del fratello, l’ingresso della sala comune si aprì, e da esso ne emersero Jack e Marcus Flitt. La differenza d’altezza tra i due era notevolmente diminuita dall’anno precedente,nonostante fosse ancora palese che Jack fosse molto più piccolo rispetto all’amico.
-Jack! Cielo, ma dov’eri finito?!-
Il ragazzo sollevò la ragazzina senza il benchè minimo sforzo e la guardò sorridendo.
-Io e Marcus avevamo da discutere, e, indovina?! Sono il nuovo battitore dei Serpeverde!-
Tutti sembravano molto sorpresi, soprattutto Draco.
-Ma, Jack, è fantastico, quindi ci alleneremo insieme?!-
-Si amico, insieme li distruggiamo quegli insulsi Griffondoro.-
Jo si svegliò dal suo stato di trance per la gioia della niova carica del fratello.
-Jackie, hai parlato con Josh?-
Il ragazzo si irrigidì tutto d’un tratto, posò la sorella dalla sua stretta e si lasciò cadere nel posto libero accanto a Blaise.
-Joseph Attle per me è un Griffondoro come tutti gli altri, e si merita il loro stesso trattamento.-
Jo rimasa abasita. Come poteva dire una cosa del genere? Come poteva parlare così di loro cugino? Sangue del loro sangue? Il timido ragazzino con il quale giocavano ogni estate? Capì comunque che quello non era il momento migliore per parlarne, visto l’umore del fratello. Diede la buonanotte a tutti e comiciò ad avviarsi verso il suo dormitorio quando sentì delle voci lungo il corridoio. Provenivano dalla stanza 12. Si avvicinò di soppiatto per non farsi sentire.
-Te lo dico io, bella mia, è cotto stracotto di te!-
-Si, lo credo anche io. Insomma, le attenzioni che da a me non le da a nessun altra ragazza, e per questo ci può essere una sola spiegazione, no?-
-Decisamente si! Siete bellissimi insieme. Anche solo pronunciare il vostro nome mi fa sentire in pace con me stessa! Pansy e Draco. Draco e Pansy.-
Jo si scostò bruscamente, andando a sbattere contro il muro alle sue spalle.
-Che cosa è stato?-
Jo sgranò gli occhi terrorizzata. Non voleva farmi cogliere in flagrante ad origliare le conversazioni altrui. Impazzò in una corsa forsennata, riuscendo a buttarsi nella prima stanza con la porta lasciata aperta, prima che Pansy si affacciasse per vedere chi stesse origliando.
Fortunatamente la stanza era vuota, ma Jo aspettò un attimo prima di reincamminarsi lungo il corridoio, avendo paura che Pansy fosse sempre di vedetta.
Non c‘era che dire: una fine adeguata per una giornata tanto stressante.
  
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