Settimo
anno, Ritrovamento.
[“E
ancora non mi vuoi dire perché è così importante dare la spada a Potter?”
Harry
Potter e i Doni della Morte, Cap XXXIII]
Severus Piton sedeva
nel suo ufficio; no, non il suo, quello di Albus. Non importava l’appellativo
che usavano, né la carica che il Signore Oscuro gli aveva generosamente concesso; di Preside ce n’era uno solo, e non era
lui.
Continuava a
compilare scartoffie, la scrivania ingombra di pergamene, piume d’oca e moduli
di richiesta per le punizioni degli alunni. Inutili e ignorati moduli.
Nonostante Piton non si degnasse nemmeno di leggerli –e men che mai di
firmarli– i Carrow avevano deciso che i motivi per cui mettevano in punizione i
ragazzi erano troppo importanti per poter aspettare la firma del Preside. Così
i moduli erano puntualmente compilati e abbandonati in un angolo del legno
scuro, a sfregio del buon nome di Hogwarts.
“Severus…”.
“Albus, sarei
impegnato ad evitare a quei ragazzi danni permanenti. Questo non è il momento
di parlare”.
“Temo che questo sia
esattamente il momento, Severus”.
Il mago sospirò e si passò una mano sugli occhi stanchi, chiedendosi
per quanto ancora sarebbe dovuta continuare quella recita, e se il piano così
ben congeniato di Albus non iniziasse ad avere qualche falla.
Tirò fuori la spada di
Grifondoro dal suo nascondiglio e si preparò a fare ciò che aveva promesso ad
Albus. Conosceva il luogo in cui si erano accampati i due ragazzi – Weasley era
già crollato - , ora doveva solo riuscire a trovare un modo per consegnare il cimelio
facendo in modo che sembrasse una specie di passo obbligato dettato dal
destino.
“Credo che dovrò scomodare il mio Patronus” mormorò “vorresti
spiegarmi il motivo per cui sono necessari tutti questi sotterfugi? Potrei
semplicemente lasciare la spada davanti alla loro tenda e nemmeno si
accorgerebbero della mia presenza”.
Il ritratto lo guardò con gli occhi azzurri che scintillavano, così
simili a quelli della persona che rappresentava che quasi Severus ebbe
l’impressione di trovarsi davanti il vecchio Preside in carne ed ossa.
La magia che fa
apparire i ritratti è davvero molto potente.
“Avresti almeno potuto rinforzare le scorte di Whiskey”.
Mormorò. Si mise il mantello e si costrinse a pensare al ricordo più
bello che possedeva, conservato gelosamente in un angolo ben custodito della
sua mente impenetrabile. Ancora una volta aveva agito basandosi sulla fiducia
per Silente, magari un giorno avrebbe scoperto la sottile tela di macchinazioni
che il Preside aveva tessuto durante la sua vita; fino ad allora si sarebbe
limitato ad eseguire.
Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune explication.