2054.
- Eravamo in quattro,
io, Talim, mia sorella Elizabeth e Hattie Black. Tutte dello stesso anno, del
1980. Se volessi provare a contattarle, Hattie sarebbe la più facile da
trovare. Vive con il marito, ha avuto figli e nipoti. A mio parere è quella che
ha avuto la vita migliore di noi. Cassandra sorrise. – Elizabeth non so dove
sia ma nel caso giungano sue notizie te lo farò sapere – aggiunse.
- Grazie professoressa –
la ringraziai mandando a memoria i nomi.
Poi la donna si
avvicinò alla finestra e con lo sguardo rivolto verso il cielo, cominciò:
- Shh Kassie, stai zitta!- esclamò una voce
dalle scale. Talim alzò la testa dal cuscino, mentre un’altra voce più profonda
risuonava nell’edificio.
La signora Smith, proprietaria
dell’orfanotrofio, aprì la porta della stanza e mise dentro la testa – Talim,
alcune persone vorrebbero parlarti – poi si ritirò e subito dopo entrò un uomo
completamente vestito di nero avvolto da un mantello e con dei lunghi capelli
neri unticci
Da dietro di lui fecero capolino una a destra e
una a sinistra due ragazzine.
Avevano i capelli neri e un occhio blu e l’altro
viola alternati.
Talim si accucciò contro l’angolo del muro
mentre guardava quelle tre strane figure che entravano nella stanza. Più che
altro era la prima volta che vedeva due ragazze con un occhio diverso dall’altro.
- Evans, dico bene?- domandò lentamente l’uomo
con voce profonda
Talim annuì col capo
- Piacere io sono…- fece una delle ragazze
avvicinandosi, ma fu subito bloccata dall’altra
– Aspetta
un attimo Kassie!
L’uomo si voltò a fulminarle con lo sguardo, poi
prese una sedia e l’avvicinò al letto per poter parlare con Talim
- Io sono il professor Severus Piton – le disse
- Professore?- chiese Talim
- Si! E di Hogwarts!- esclamò quella che Talim
aveva “intuito” chiamarsi Kassie
- Kassie! – la riprese infatti la sorella
- Hogwarts? Cos’è?- chiese Talim curiosa
- è una scuola di magia- le rispose Piton
Talim inarcò le sopracciglia – Magia?
- Certo! Hai presente quando gli oggetti
spariscono facendo “ puff” e compaiono da un’altra parte? Una volta ho fatto
sparire un paio di calzini di Lilly ma non li abbiamo più trovati- disse Kassie
meritandosi uno sguardo fulminante da Piton e un pizzicotto da Lilly
- Voi siete streghe?!- domandò Talim facendo un
misto tra domanda ed esclamazione
- Bhè, detto così non è molto simpatico, però
si- affermò Lilly, parlando per la prima volta senza insultare Kassie
- Quindi lei è un mago- fece Talim rivolta
all’uomo
- Si, ma anche tu sei come noi-le fu risposto da
Lilly
Talim spalancò gli occhi – Io sono cosa?
- Una strega! – esclamò Kassie quasi urlando
- Kassie! – sibilò Piton facendola tacere
- Ma se io sono una strega, perché vengo a
saperlo solo oggi? E cosa dovrei fare?
Piton si alzò lentamente dalla sedia e si
avvicinò alla porta passando in mezzo alle gemelle
- Perché questo è il momento- disse poi – Ora
fai i bagagli, poi raggiungici giù- e uscì dalla stanza
- Ma dove andiamo?- cercò di chiedergli Talim
- A casa di Sev!- risposero in coro le ragazze,
poi si avvicinarono alla porta e uscirono, ma prima di chiuderla, Kassie e
Lilly si voltarono e dissero in coro:
- A proposito, buon compleanno Talim!- poi la
porta si chiuse
Talim rimase un attimo accucciata lì tra le
lenzuola vecchie e rattoppate fissando ancora la porta, poi si decise ad
alzarsi. Indossava un paio di corti pantaloncini neri che quasi sparivano sotto
la maglia grigia. Chiuse la porta a chiave e si levò i vestiti. Dall’armadio
tolse un paio di jeans stretti e una felpa nera che si infilò di fretta e
furia. Gettò quei suoi pochi vestiti in borsa insieme a qualche quaderno e
oggetto personale e mise delle vecchie e consumate scarpe da tennis, poi prese
la borsa e uscì a sua volta dalla camera, non dandole neanche un ultimo
sguardo.
Scese le scale e sotto, vicino alla porta d’entrata
vi trovò Piton, Lilly e Kassie.
La signora Smith cercava di tenere gli altri
bambini lontani mentre diceva a Piton di fare attenzione a Talim
- La prego, faccia molta attenzione a lei, è,
come dire, un po’ strana- fece la donna
- Ma davvero?- Piton si finse sorpreso, poi fece
cenno alle tre si seguirlo fuori.
Lilly e Kassie uscirono di filata e Talim le
seguì, sentendosi addosso lo sguardo della signora Smith e di tutti quelli che
erano stati i suoi coinquilini.
Si girò a guardarli e disse: - Addio- poi chiuse
la porta e seguì gli altri lungo la strada
- Io sono Cassandra, o più semplicemente Kassie
- fece allungandole la mano
Talim gliela strinse poi si presentò anche Lilly
dicendo: - Io sono Elizabeth, anzi Lilly
Altra stretta di mano
- è bello il tuo nome, ma non lo ho mai sentito-
commentò Kassie a Talim mentre camminavano
- Lo so, è elfico – rispose questa
- Elfico?- le due gemelle guardarono Talim
- Non penso sia il luogo più appropriato per
parlarne- fece Piton che era più avanti di loro e faceva strada – è pieno di
babbani-
- Babbani?- domandò Talim
- è un termine magico per definire qualcuno
senza poteri magici- definì Lilly
- Oh, capisco. Allora è meglio che vi spiego
tutto dopo -
- Ma come ci sei finita in quel posto
squallido?- chiese Kassie
- La parola “Orfanotrofio” non ti dice niente?-
fece Talim
Kassie sembrò concentrarsi per poi arrivare alla
conclusione: - Sei orfana?-
- Un applauso per Kassie! Ma che brava- disse
Lilly
Piton si era fermato e quando anche le ragazze
lo raggiunsero, ordinò di prendergli il braccio
Lilly e Kassie scattarono come se gli fosse
stato chiesto di toccare oro, mentre Talim chiese: - Perché?-
- Ci smaterializziamo- rispose Piton senza
aggiungere altro
Anche non capendo, Talim imitò le altre.
Appoggiò un dito al braccio di Piton tenendo con l’altra mano la valigia. Dopo
pochi secondi tutto intorno prese a girare vorticosamente. Le parve di sentire
le budella muoversi, il cuore andarle nello stomaco e l’intestino venirle in
gola, insomma, una cosa nauseante.
Quando finalmente tutto si calmò, si trovavano
non più nella stradina di Londra, ma su un sentiero circondato da alberi sotto
un cielo cupo. Davanti a loro c’era una casa di pietra e dal camino usciva
fumo.
Lilly e Kassie corsero alla porta e la aprirono,
piombando in casa.
Piton sbuffò poi lei seguì, mentre Talim dietro di
lui avanzava titubante.
- Viene, accomodati- le disse Severus. Talim
entrò in casa lasciando la valigia e si guardò intorno.
- Non è male- sussurrò
-Ci credo, vieni da un orfanotrofio con altri
centocinquanta mocciosi- puntualizzò Lilly – anche un sottoscala sarebbe più
accogliente- poi sparì in un’altra stanza
Piton fece lo stesso e Kassie lo seguì.
Talim si sedette su una poltrona alzando una
marea di polvere e cominciò a starnutire, poi prese un giornale in cui le foto
si muovevano e iniziò a leggere di un mondo nuovo.