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Autore: SweetTaiga    10/04/2011    12 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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A chi segue questa storia, 
per farmi perdonare dell'immenso ritardo.


29. Mea culpa

E’ colpa mia se siamo diventati indifferenti, più poveri, più tristi e meno intelligenti.

«Blaise, dove diamine stai andando?», urla per l’ennesima volta Draco.
Ma io non rispondo, continuo a correre, continuo senza fermarmi.
Non sento stanchezza né dolore, inciampo e mi rialzo velocemente.
Un unico pensiero assale la mia mente.
Devo salvarla, devo fermarla.
Ho sperato che non accadesse, ho pregato che niente cambiasse.
In fondo stavo bene nella mia solitaria agonia, il dolore mi faceva sentire che ero vivo. Era comodo fingere di non poter fare nulla, era così semplice chiudere gli occhi e dimenticare.
Ora la realtà è venuta a prendermi, incazzata perché non ho pagato il mio debito.
E non posso chiudere gli occhi, non posso più fingere, non posso più voltarmi e sostenere che sia stato solo un brutto sogno.
Non posso più autoconvincermi che andrà tutto bene, che starà bene anche senza di me.
Io stesso non ho mai creduto alle mie parole, e speravo che invece lei mi ascoltasse.
Le inculcavo le mie scuse e le mie idee, e per inerzia accettavo qualunque situazione il destino mi mettesse davanti.
Ma ora non posso più, ora devo correre.
Ora devo andare avanti, passo dopo passo.
Devo fermarla, devo salvarla.
E’ colpa mia.

***
E’ colpa mia, è colpa mia che non mi curo delle tue speranze. Forse perché delle idee non so più che farne.

Il tempo s’è fermato quella notte.
Mi sembra ancora d’essere tra le sue braccia, quando senza guardarmi negli occhi accettava senza repliche la mia scelta forzata di andare via.
La sua era una fuga. Gli leggevo negli occhi il dolore, la paura, la voglia di fermarmi.
Eppure come sempre rimase silenzioso, come ogni qualvolta c’era in gioco il mio futuro.
Lo odiavo, lo odiavo davvero.
Volevo andare via per questo: perché non mi fidavo più, perché lui stesso non si fidava più.
Odio, solo odio. Era rimasto solo questo.
Eppure la cosa che odiai di più fu il suo lasciarmi andare.
Tutto ciò che avevamo faticosamente costruito nell’ombra delle mura di Hogwarts stava per essere distrutto.
Lasciai il dormitorio maschile a passo lento, sperando in un colpo di scena.
Il colpo di scena non arrivò.
Varcai la soglia e mi chiusi la porta alle spalle, lasciando indietro il mio passato, andando incontro ad un futuro del quale non volevo fare parte.
«Daphne, è ora di andare.»
Furono le uniche parole che mi rivolse mia sorella Astoria, prima di precedermi e raggiungere i nostri genitori.
A quel tempo non sapevo, non conoscevo la verità, ed in quell’attimo di solitudine, in un lampo di debolezza, mi accasciai su di lei, piangendo per la prima volta nella mia vita.
Piangere per Blaise, per l’unico al quale avessi mai aperto il mio cuore.
Che spreco di tempo e forze.
Piangere sulla spalla di mia sorella, mentre la sua mano mi accarezzava delicatamente i capelli.
Che grande presa per culo.
Tutte le belle parole, tutte le promesse, si susseguono nella mia mente come sfuocate sequenze di lettere, raccolte in un libro che non mi appartiene più.
“E’ per il tuo bene”.
Non c’è frase che può ferire più di questa.
Non mi ha fatto combattere al suo fianco, quell’idiota di Blaise.
Non si è fidato delle  mie parole.
“Spero di sbagliarmi, ma per ora la realtà è questa.”, mi disse quella notte.
Ti sbagliavi.
Non fui io a tradire Draco e la Granger.
Non fui io, eppure la colpa ricadde su di me.

***

E’ colpa mia, non c’avevo mai pensato.

La Guferia è ancora lontana, ma non ho voglia di correre.
Nei corridoi vuoti rimbomba il dodicesimo rintocco delle campane, ma continuo a camminare lentamente, per la prima volta in ritardo ad un appuntamento.
Continuo a pensare ad Harry, a quanto sia stato strano il suo comportamento negli ultimo giorni, e non ho il coraggio di affrontarlo.
Una Grifondoro senza coraggio.. Se lo sapesse Draco me lo rinfaccerebbe a vita.
Draco.. a volte vorrei essere come lui.
Lui che  sa quando fermarsi, lui che sa come evitare i guai, che sa stare al suo posto.
Io invece non riesco più a farmi guidare dalla razionalità.
L’istinto prende il sopravvento, ed il mio istinto non è mai stato molto sveglio.
Per questo ho sempre cercato di essere fredda e razionale, di calcolare bene le distanze e di studiare in modo approfondito amici e nemici, oggetti e situazioni.
Per questo sono diventata ciò che sono ora, ma pian piano le emozioni hanno preso il sopravvento.
E’ colpa di Harry, è colpa di Ron.
Sono stati loro, con la loro ingenua spontaneità, a far riaffiorare le emozioni che avevo accuratamente nascosto.
E’ colpa di Draco.
E’ stato lui, solo lui, a farmi risvegliare, a creare in me prima rabbia e frustrazione, adesso passione e tenerezza, a scavare uno squarcio nella mia calma apparente.
 O forse è solo colpa mia.
Avrei potuto andare via, nessuno mi costringeva a stare accanto al Bambino che è Sopravvissuto.
Avrei potuto creare una barriera tra me e Ron, non era una prescrizione del medico godere del suo sorriso.
Potrei allontanarmi da Draco. Nessun manuale mi ordina di stargli accanto, di ridere, di parlare e bisticciare con lui.
Nessuno mi costringe ad essere come sono.
La parte razionale di me e quella istintiva continuano ad essere in eterno conflitto.
Ed io, che col mio istinto sono arrivata solo a cacciarmi nei guai, azzittisco la razionalità e sfido per l’ennesima volta il Destino, varcando silenziosamente la soglia della Guferia.
E’ colpa mia: se avessi seguito la ragione, in questo momento non sarei coinvolta nella lotta contro Voldemort, non sarei stata parte del Trio, non avrei avuto nessun  rapporto con Draco.
Se avessi seguito la ragione la mia vita sarebbe stata estremamente noiosa.
«Harry?», sussurro debolmente verso la figura di spalle accanto alla finestra.
«Sei arrivata, finalmente.»
Lo vedo girarsi lentamente, ma se non avessi visto le sue labbra muoversi non avrei mai pensato che fosse stato lui a parlare.
Una voce suadente, quasi femminile, ma tagliente e malinconica.
Non il suono rassicurante e amichevole che ho imperato a conoscere negli anni, ma qualcosa di pungente che ferisce il cuore.
Solo allora me ne rendo conto.
Ciocche bionde tra i capelli neri, il verde cupo degli occhi macchiato da chiari bagliori.
«Harry?»
Questa volta non un’affermazione, ma una domanda.

***

E’ colpa mia, non presto mai troppa attenzione.
Corriamo, corriamo ancora senza fermarci, seguendo Blaise che sembra impazzito.
«Ricordi cosa fece Daphne?», domanda lui all’improvviso, parlando affannosamente.
«Ricordi, Draco?»
Il volto di Daphne, nonostante la sua lontananza, non è sbiadito minimamente.
Ricordo ancora le giornate passate insieme, le risate e i pungenti dibattiti, la sua austera figura e la sua acuta intelligenza.
Una delle poche donne che ho mai ritenuto alla mia altezza.
Fino a quel momento, almeno.
La notte in cui mio padre mi vide con Hermione, la notte in cui tutto il caos ebbe inizio.
La notte in cui sentii parlare sommessamente i miei genitori, accovacciato davanti alla porta del salone di Malfoy Manor.
“Ovviamente la Greengrass merita una ricompensa per averci svelato le.. attività compromettenti di tuo figlio, Narcissa.”, sibilò mio padre.
“Nostro figlio, Lucius. Nostro figlio.”, cercò di dire mia madre.
“Non sarà mio figlio finchè non smetterà di tradire il suo sangue:”
Ricordo che scappai, come sempre.
Ma per una volta la mia fuga non fu dettata dalla paura: era una rabbia cieca a guidarmi, una rabbia che raramente avevo provato.
In breve fui di nuovo ad Hogwarts, diretto a passi svelti verso la stanza di Blaise.
“Nel nome della nostra amicizia, allontana quella sporca doppiogiochista da noi.”
Fu la prima volta che litigai con Blaise.
Eppure, dopo aver ascoltato il perché della mia rabbia, dopo aver valutato la situazione, Blaise si sedette sul letto strinse i pugni.
“Comunque non devi preoccuparti. Daphne sposerà un ricco mago aristocratico.”, sussurrò. Ma non feci caso alla sua voce rotta dal pianto.
Invece risi, risi di un ghigno amaro che m’uscì dalle viscere.
Risi in faccia al mio migliore amico, risi in faccia al dolore che non riuscivo a notare.
Se potessi tornare indietro, piangerei con lui.
“Benissimo, finalmente ci libereremo di quella traditrice!”, sibilai, rigirando il coltello nella piaga.
Blaise strinse ancora i pugni.
“Non la fermerò…”, sussurrò lui, prima di andare via.
“E’ ovvio che non lo farai, che motivo ne avresti?”, gli urlai alle spalle, con una risata amara nella voce.
I motivi li scoprii mesi dopo, quando per la prima volta vidi Blaise piangere.
La comunicazione del matrimonio di Daphne era ufficiale.

***
E colpa mia perché non prendo posizione.

Avrei potuto fare qualcosa, quella notte.
Mentre Blaise e Draco litigavano, avrei potuto fare qualcosa.
Avrei potuto dire a Draco di smetterla, di ragionare, di guardare con lucidità la situazione.
Avrei potuto abbracciare Blaise, dirgli di fare qualcosa, di correre da Daphne e impedirle di andare via.
Ma soprattutto sarei potuto andare da lei, dall’amica che per tanti anni mi era stata silenziosamente vicino.
Non credevo alla sua colpevolezza, a non avevo prove della sua innocenza.
Pensavo che Draco stesse esagerando, ma riuscivo a capire la sua rabbia.
Vedevo il dolore di Blaise, ma non fui capace di avvicinarmi a lui.
Avrei potuto fare molte cose quella notte, ma prima che potessi alzarmi, Blaise era andato via, a dire addio alla donna che amava.
Alla donna che ama.
E Draco, povero, ignaro Draco, continuava a crogiolarsi nel suo egoismo, senza accorgersi nemmeno per sbaglio del dolore che aveva procurato a colui che definiva il suo migliore amico.
E’ colpa mia.
Se avessi fatto qualcosa, forse tutto sarebbe andato diversamente.

***

E’ colpa mia, mi crolla il mondo addosso e se ci penso.. non me ne frega niente.

La cara signorina Granger mi guarda con occhi vigili ma confusi, senza comprendere bene perché il suo migliore amico abbia improvvisamente i capelli biondi.
«Sei sorpresa, Granger? Pensavo sapessi riconoscere una Pozione Polisucco.», sibilo.
«Dov’è Harry?», domanda, guardandosi intorno in preda al panico.
Sbuffo sonoramente, alzando gli occhi al cielo. «Come sei prevedibile, Mezzosangue. Avrei scommesso la mia bacchetta che mi avresti fatto questa domanda. Il tuo amichetto sta bene, impegnato com’è nella ricerca di un Horcrux.», rispondo, godendomi il suo sguardo preoccupato.
«In fondo è l’eroe del Mondo Magico. Sconfiggere i cattivi è un po’ come andare al Luna Park per lui, o sbaglio?», continuo, consapevole di averla in pugno.
«Oh, non ti aveva avvisata della gita, il tuo amichetto? Che egoista, godersi tutto il divertimento da solo. Forse ho accidentalmente trovato un biglietto indirizzato a te e a Testa di Carota. E forse l’ho accidentalmente bruciato. Ops!»
Il suo volto ormai è livido di rabbia, ma nei suoi occhi leggo ancora la preoccupazione per il suo amichetto.
«Cosa vuoi da me, Greengrass?», mi domanda, scandendo lentamente le parole.
«Punire Draco, ovviamente.»
Tutto il mio dolore, tutta la mia frustrazione, tutto questo dipende da lui.
Il mio imminente matrimonio con un vecchio mago dipende da lui.
La mia separazione da Blaise dipende da lui.
Il tradimento di mia sorella dipende da lui.
E tutto per questa ragazzetta insignificante.
Vorrei urlargli in faccia che non fui io a tradire la sua fiducia; che fu Astoria, per gelosia, a svelare tutto ai suoi genitori.
Ma il tempo delle parole è finito.
Ora l’unica arma lecita è la vendetta.
Perché se a quel tempo mi avesse ascoltata, se a qual tempo avesse creduto in me come dovrebbe fare un amico, in questo momento la sua adorata Mezzosangue non sarebbe in pericolo di vita.
Ed io sarei tra le braccia di Blaise.

***

E’ colpa mia, ho aperto gli occhi all’improvviso e ho visto te.

«Ricordi, vero Draco?», domando ancora.
«Si, me lo ricordo, Blaise.», risponde lui con tono piatto.
«Ecco, dimenticalo. Non fu lei a tradirti, ma Astoria.», replico, togliendomi finalmente un peso dal cuore.
Avevamo sbagliato.
Avevamo dato per scontato che la Greengrass di cui parlavano i suoi genitori fosse Daphne, senza pensare a sua sorella.
«Cosa ne sai tu?», mi domanda lui, con una nota di amarezza nella voce.
«L’ho incontrata. Me l’ha detto lei.»
Era l’ultima persona che avrei pensato di vedere nella Foresta Proibita.
Seduto sull’erba, con le spalle appoggiate al tronco di una vecchia quercia, stavo pensando a lei.
L’ingresso della foresta è il luogo migliore per pensare.
Abbastanza vicino al pericolo da avere la certezza di essere solo, abbastanza lontano da esso per assicurarsi l’incolumità.
Probabilmente mi addormentai, perché quando riaprii gli occhi era già buio.
Iniziai a camminare verso il castello, ma un rumore di passi mi distrasse.
Voltai lo sguardo e c’era lei, Daphne, avvolta in un mantello nero come la pece.
“Io e te dobbiamo parlare.”, mi disse.
E capii, dopo averla ascoltata finalmente capii.
Capii che era tutta colpa mia.
Non di Draco, che l’aveva accusata ingiustamente.
Non di Nott, che non era intervenuto.
Non del grande Trio, per una volta.
Era solo colpa mia, perché il mio amore non era forte come credevo, se avevo permesso alla ragazza che amavo – che amo – di andare via da me.







NOTE:
Ciao a tutti, ragazze e ragazzi : )
Vi chiedo scusa per il ritardo assurdo di questo capitolo.
Spero che per voi sia valsa la pena di aspettare : )
La canzone di questo capitolo è “E’ colpa mia” di Il Teatro degli Orrori.
Ringrazio tutti coloro che hanno atteso pazientemente questo capitolo, e tutte le nuove lettrici :D




CONSIGLI DEL GIORNO

 A bad day di Hyperviolet Pixie  (one-shot)
Che Hermione fosse odiosa, saputella e a volte molto fastidiosa lo sapevamo.
Che Draco fosse un moccioso viziato e decisamente vendicativo.. pure.
Ma che Faccia da Carlino, l’odiosa Pansy Parkinson, potesse avere una sorta di capacità nell’attrarre giovani Serpeverde ricchi sfondati.. Bè, questa mi è nuova!
In maniera spontanea, Draco ed Hermione si avvicineranno.
Niente di smielato, nessuna dichiarazione a cuore aperto.
Solo un po’ di sano interesse verso il proprio acerrimo nemico.

Just Us di Moonlight___xX (one-shot)
Un diario. Ecco ciò che rimane di lei.
Gli occhi di Draco, vuoti e gelidi, trasmettono tutto il suo dolore, tutta la sua rabbia.
Ma il suo sorriso: è il suo sorriso che fa più paura.
Il sorriso di chi è capace di tutto, dopo aver perso la cosa più preziosa che aveva.
Una one-shot dal sapore agro-dolce, in cui è raccolto tutto ciò che non poteva essere detto.
Perché, si sa, l’amore tra Draco ed Hermione doveva rimanere un segreto.
Sempre, per sempre, anche dopo la morte.

A presto,
SweetTaiga : )

   
 
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