Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Esther Sparks    10/04/2011    3 recensioni
Essere parte della coppia più chiaccherata, seguita e perseguita del momento non è facile e non è nemmeno tutto oro quello che luccica. Robert è stanco ma sembra che qualcuno che si confonde e nasconde nelle nebbie del passato abbia voglia di aiutarlo regalandogli un po' di... Speranza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TEMPTATION
Fourteen times I call your name
Fourteen times I get the same
A silent chill an empty room
And four dogs barking at the moon.
I go out to the ancient street
And spill my way through scattered light
Fourteen times - Marcus Foster

L'aereo era decollato da poco più di 20 minuti. Bianca era sprofondata comodamente nella sua poltrona immersa completamente nella lettura delle poesie della sua adorata Szymborska. Quella donna aveva un talento particolare per scrutare e sconvolgere l'animo umano.
Hope sedeva accanto a Robert poco più in là. Le dita intrecciate. Era impensabile non riuscire a mantenere almeno un minimo contatto fisico.
"Diamine, aveva detto loro Bianca, manco Linus era così attaccato alla sua coperta tanto voi lo siete l'uno all'altra" poi era scoppiata a ridere e loro l'avevano seguita sentendosi come adolescenti alla prima cotta: sdolcinati e imbranati.
- Fammi sbirciare il tuo i-pod?
- Eh?
- Si, dai... Fammi sentire che canzoni ascolti di solito.
- Mmmm... Ok. Però niente critiche! Sono affezionatissima alle mie canzoni anche quelle italiane. E tu sei anche un musicista... e...
- Su su... farò il bravo. La musica è talmente personale che non posso proprio criticare nessuno. E poi musicista... Tra un po' scorderò persino come accordare la chitarra.
Un sorta di dolorosa malinconia si dipinse sul volto di Robert.
- Io ne dubito seriamente. La musica ti scorre nelle vene quanto il sangue. Ecco, tieni.
Hope gli porse l'i-pod e un accenno di sorriso tornò sulle labbra sottili.
Scorrendo la playlist trovò Van Morrison, Joni Mitchell, The Pogues, SecondHand Serenade, Marcus Foster... Marcus Foster?! Il suo amico Marcus?!?
- Hope ascolti le canzoni di Marcus?
Vide le sue guance farsi rosse. Cominciò a tormentarsi l'anello che portava al pollice della mano sinistra.
- Ecco. Sì... Sono anche stata ad alcune delle sue esibizioni. E devo dire che mi piace. Ha una voce particolare e i suoi ritmi mi prendono. Però se devo dire tutta la verità...
Robert la fissava incuriosito e vedendola in difficoltà le strinse una mano per incoraggiarla a proseguire.
- Beh... Ho cominciato a seguirlo sperando che in un qualche modo mi avvicinasse o mi riportasse a te. Patetico vero?... Però ti giuro che mi piace davvero la sua musica.
Non lo guardava negli occhi. Se l'avesse fatto si sarebbe resa conto immediatamente che tutto il suo imbarazzo era ingiustificato. Robert la fissava tenero pensando a quanto lei ci tenesse ad averlo nella sua vita. Per l'ennesima volta si sentì un fottutissimo fortunato bastardo. La guardò tormentarsi una ciocca di capelli e gli venne una voglia matta di baciarla. Beh, tutto di lei, tutto quello che faceva e diceva gli faceva venire voglia di baciarla e non solo... Il pensiero volò inevitabilmente anche a Kristen che ancora non sapeva nulla. Doveva risolvere la situazione al più presto.
- Non ci trovo nulla di patetico in realtà. E ti prego, davvero, ti prego, smettila di chiedere scusa o di sentirti in difetto per ogni singola cosa che hai fatto. A ben guardare lo stronzo della situazione sono io. E' colpa mia se hai sofferto...
- Ma che dici?! Non eri tu. Era la situazione. Senti ho afferrato. Io smetto di scusarmi e tu la smetti di sentirti colpevole per qualcosa che non potevi controllare. Ok? Qua la mano!
E fu un secondo. Per un solo secondo Robert ebbe l'impressione di vedere sovrapporsi un'immagine di Hope bambina alla donna che invece gli stava di fronte. La stessa di cui lei e Bianca gli avevano raccontato. Una specie di Robin Hood in gonnella che tentava di far andare d'accordo tutti e gli venne da ridere.
- Mi fai sentire come se fossi io Lady Marian.
- Eh?
- Si. Mi sento io la donzella bisognosa di essere salvata e tu l'eroe con arco e frecce.
- Robert?
- Dimmi.
- Dormi. Stai vaneggiando.
- Guarda che aveva senso il mio pensiero.
- Si tesoro, si. Ora però riposa.
E Robert brontolando rimbrotti sul suo essere un incompreso si infossò nella poltrona lasciando Hope a sghignazzare. Quando il respiro di lui fu regolare Hope si concesse di osservarlo nel suo sonno. Il profilo, le ciglia chiare che tremavano leggermente. Che stesse sognando? Le dita lunghe delle mani. Aveva una specie di fissa assurda per le sue mani dalle dita lunghe e magre. Le avrebbe volentieri baciate una ad una. E lo avrebbe fatto con una devozione esasperante. E poi gli avrebbe baciato il palmo della mano. E come se il suo corpo avesse volontà propria si ritrovò a farlo. Le labbra si posarono sul dorso e intanto inspirò l'odore della sua pelle. Sapeva di pulito e di caldo. Le labbra passarono poi alla punta di ciascun dito e per ciascuno un piccolo indugio mentre pensieri incontrollabili e sempre meno casti le invedevano la mente e la facevano tremare per il calore che provava. Si poggiò sulla guancia il palmo morbido baciandolo e respirando lui. Fu solo quando la bocca passò sul polso e lo sentì accelerato che si rese conto doveva essere sveglio. Fu un secondo e non capì più niente. Sentiva solo il respiro corto di lui vicinissimo al suo orecchio. La guancia ruvida da una barba lunga di qualche giorno che sfregava sulla sua.
- Hope... Hope... Se fai così mi fai morire... Se fai così...
La sua voce era... La sua voce, il suo fiato stavano facendo morire lei in quel preciso istante.
- Io... Robert...
Non riusciva a focalizzare nulla che non fossero loro due insieme in quel momento. Lo voleva. Oh se lo voleva. Si aggrappò al collo della sua camicia e lo tirò vicino, ancora più vicino. Gli posò un bacio sul collo e poi sulla mandibola e poi sulle labbra e lì cessò di esistere. Le sue labbra erano asciutte. Le venne voglia di inumidirle. Le succhiò piano con voluttà. Prima il labbro inferiore poi quello superiore e Robert vagamente pensò che nessuna l'aveva mai baciato in quel modo. Poi decise che non valeva la pena usare il cervello se non per concentrarsi sulle sensazioni che lei gli stava regalando. Se la spostò in braccio. Il come rimase un mistero per entrambi.

PAM!

Il rumore li fece sobbalzare! Si guardarono intorno come appena svegliati da un bel sogno. Il libro di Bianca giaceva per terra mentre lei dormiva beatamente. Fissarono il libro poi Bianca e poi tornarono a guardarsi e scoppiarono a ridere.
- Non ci posso credere di essermi dimenticata di Bianca!
Si ricomposero e Hope tornò a sedere al proprio posto non senza un certo rammarico.
- Guarda che puoi continuare a stare qui. A me non dispiace.
- Eh Robert... Non dispiacerebbe nemmeno a me, credi. E' che sono ancora "ormonalmente" instabile e... Per quanto mi scocci ammetterlo, preferisco che le cose siano chiare per tutti prima di fare qualcosa che ti giuro non vedo l'ora di fare con te.
Di certo Hope non usava giri di parole pensò Robert. Niente falsi pudori. Solo schiettezza.
- Beh, il mio ego ringrazia...
Lei scoppiò a ridere di nuovo. Robert adorava sentirla ridere.
- Anche io non vedo l'ora di fare l'amore con te. E ti prometto che sistemerò tutto al più presto con Kristen.
Hope senza preavviso lo baciò di nuovo. Fu intenso, fu surreale, fu... Troppo breve!
- E questo per cos'era? chiese Robert con la fronte appoggiata a quella di lei.
- Perchè vuoi "fare l'amore" con me.
- Di grazia, che altro dovremmo fare noi due?
- Attenzione Pattinson. Mi stai dando le risposte che ho sempre cercato e mi induci in tentazione. Sono mica una santa. La mia resistenza ha dei limiti precisi.
- Vedi? Te l'ho detto che la donzella in pericolo sono io.
- Sei fissato. Su ora ricomponiamoci. Di nuovo.
- Ok. Ma ho bisogno di distrami. Perchè non mi racconti di quando sei andata a sentire Marcus?
E Hope lo fece.

Era marzo. Sì una domenica di marzo. Marcus avrebbe suonato al The George IV un pub su Chiwick High Street. Hope era riuscita a convincere Bianca ad accompagnarla. Si sarebbero esibiti 3 artisti nella serata. Marcus era l'ultimo, per fortuna perché come sempre, loro erano in ritardo. La sala era piena. Satura di gente e odore di birra. Hope era elettrica. Vide un ragazzo magro con il cappello calato sugli occhi non molto lontano da lei. Le sembrava Tom Sturridge, ma nel buio e circondata com'era non poteva dirlo con sicurezza. La sua testa girava per il caldo e le emozioni. Bianca provvidenziale le mise in mano una pinta di London Pride per rendere onore alla città che era diventata casa loro. C'era qualcosa. Qualcosa che la rendeva irrequieta ma non capiva che era. Che la rendeva esaltata, febbricitante con il cuore che si accordava al suono della batteria e le faceva respirare in modo irregolare. Sapeva che Robert non ci sarebbe stato perchè era impegnato con le riprese del suo film. Eppure era come se ci fosse. Tutte quelle persone, quei ragazzi, molti dei quali probabilmente lo conoscevano, erano un pezzo della sua vita. Si sentiva immersa nella vita di Robert tanto profondamente da stare male fisicamente. Tanto intensamente che le pareva di poter toccarlo di nuovo e per davvero. Se ne sentiva parte in quel momento e assurdamente le veniva da piangere per l'emozione, per la consapevolezza che in qualche bizzarro modo la sua vita era intrecciata alla sua. Quando Marcus attaccò uno scarica di adrenalina le fece focalizzare tutta la sua attenzione sul palco, sulla sua voce, su di lui che era uno dei suoi più cari amici. E la mente cominciò a elaborare immagini che certamente non le appartenevano e che forse erano solo desideri e fantasie. Desiderio di essere stata nella vita di Robert sin dai primo giorni dell'infanzia e di crescere insieme e di vedere poi lui suonare coi suo amici. Lui su di un palcoscenico nervoso per l'esibizione. Lui che si ritrovava a ridere e bere birra finita la serata con gli amici commentando le stecche tirate. E mentre la musica la prendeva lì capì. Sentì che la musica e le scene di Londra lo aspettavano lo chiamavano a gran voce e lui non poteva non ritornare. Lui aveva armonie e melodie da tirare fuori. Aveva storie da raccontare in chiave di sol. E lei sarebbe stata lì di fianco a lui in quel momento. Se lo promise. Lei ci sarebbe stata per lui. Sempre.

Yakety-yak
Lo so che sono in ritardo e chiedo venia. Comunque eccomi. Insomma. Oggi sono di poche parole. Vengo da un periodo alquanto incasinato. Vi ringrazio come sempre. Grazie per le recensioni e grazie per continuare a seguirmi. Grazie alla mi Sorella/Spalla/Partner per il supporto e per sopportarmi sempre.
Vi abbraccio tutte.
P.S. Sole e sole e ancora sole a Londra che rifulge di bellezza!!!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Esther Sparks