Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
Segui la storia  |       
Autore: kymyit    10/04/2011    0 recensioni
[Le Bizzarre avventure di Jojo]
Noriaki Kakyoin è sempre cresciuto in solitudine. Ma non perché gli altri lo evitassero. Era lui stesso che s'isolava,perché nessuno poteva comprenderlo a fondo.
Lui possedeva il potere dello Stand, che solo pochi eletti posseggono.
Ma cosa succederà se questi pochi personaggi entrassero nella sua vita?
Cinque capitoli, cinque (ok, sei) colori, cinque situazioni nella vita passata ed incognita di Kakyoin, prima e durante il fatidico viaggio in Egitto.
Personaggi: Noriaki Kakyoin, Dio Brando, Jotaro Kujo, altri.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2: Invisibile/Solitudine


Estate.
Il clima era delizioso, né troppo caldo, né troppo fresco. I grilli si esibivano in concerti scricchiolanti ogni notte, cullando i sogni delle persone.
Le vacanze estive erano ormai alle porte. Noriaki stava sdraiato sul suo letto, joystick in pugno, cercando di superare il suo record di velocità in F-mega. Era molto abile in quel gioco e cercava sempre di superare i suoi limiti. Lo faceva sentire appagato e felice, molto più del parlare con le persone.
Non era un ragazzo solitario, prima di incontrare il piccolo uomo anfibio.
Ma conoscendolo, aveva preso coscienza di molte cose che non poteva ignorare.
-Noriaki.- lo chiamò sua madre, entrando nella sua cameretta -Sei ancora sveglio? Domani hai scuola.-
-Scusami mamma. Finisco la partita e spengo.- rispose.
Non riuscì a superare il record, ma ormai si era fatto tardi. Mancavano solo tre giorni alle vacanze e la famiglia Kakyoin avrebbe trascorso il mese di agosto in qualche posto da favola, com’erano soliti fare. Erano benestanti, amavano viaggiare, una passione che a Noriaki era entrata nel sangue. A otto anni sapeva già come comportarsi nei paesi stranieri e parlare le più importanti lingue. Non certo ad alto livello, ma abbastanza per affrontare qualsiasi evenienza.
Spense la console e s’infilò dentro il letto.
Come spense la luce, al suo fianco si materializzò il bambino anfibio e gli prese la mano.
Ormai Noriaki ne era consapevole.
Quel "bambino" era una parte di sè.
Se n'era accorto qualche mese prima, poco dopo il loro incontro. Stava realizzando un lavoretto per la scuola, facendosi aiutare dal verde. Mentre ritagliava del cartoncino, si era accidentalmente tagliato. La stessa piccola ferita era apparsa anche nel dito del suo amico.
Non ci mise molto a capire, che il bimbo anfibio era lui stesso, o meglio, la sua energia.
Se lui si feriva, anche l'altro veniva ferito.
Quando si sentiva forte, lo spirito era verde brillante e più in forma che mai.
Quando invece le giornate non erano delle migliori e le lacrime gli colavano dalle guance per la tristezza, il piccolo anfibio era debole e di un verde opaco, non molto bello a vedersi.
Ma sempre presente.
Appariva sempre accanto a lui in ogni momento e non lo lasciava mai.
Una definizione poteva essere: Stand, da "stand by me" , resta con me. Oppure la parola Stand poteva essere intesa come ''appoggio'' o ''sostegno''.

-Buona notte, Hierophant Green.- Noriaki tenne la mano in quella dello spirito e si addormentò.
Quel nome gli piaceva tanto.
Hierophant era il personaggio di un videogioco fantasy che gli piaceva molto e Green, beh, quello era il colore del suo amico.
Si addormentarono insieme, cullati dalle melodie dei grilli.

°°°


I grilli ormai non si esibivano più ogni sera nei loro concerti.
Era autunno, le vacanze erano finite ed era ricominciata la scuola.
I bambini percorrevano il viale tappezzato di foglie secche dai caldi toni autunnali. Tornavano a casa, chi soddisfatto della giornata, chi deluso o addirittura triste.
Qualcuno invece era ancora nell'edificio scolastico, in attesa.
-Molto probabilmente è colpa mia e di mio marito.- disse la madre. Noriaki la ascoltava attentamente. Non era colpa sua.
Stavano seduti da qualche minuto in sala professori, con la sua insegnate che, preoccupata, riferiva alla signora Kakyoin che suo figlio s’isolava dagli altri.
-Lavoriamo entrambi e non siamo molto presenti in casa.- continuò.
Noriaki avrebbe voluto dirle che non era colpa loro, ma come poteva spiegarglielo?
Qualche tempo prima aveva avuto modo di osservare l'agenda di un suo compagno di classe, c'erano tanti nomi e numeri di telefono scritti sopra. Fu un duro colpo per lui.
Quel bambino poteva avere tanti amici e condividere con loro gioie e dolori, confidare i suoi segreti e fare in modo che gli altri lo comprendessero a fondo.
E non perché aveva tanti amici.
Perché non aveva un amico che solo lui poteva vedere.
Noriaki non rimpiangeva di avere incontrato Hierophant Green, anzi, ma si era accorto subito che solo lui lo poteva vedere, essendo una parte di sé, nonché la sua energia vitale.
La parte più nascosta di sé che nessuno poteva conoscere.
E proprio questo lo fece riflettere.
Come possono le persone amare chi non conoscono?
Le persone si amano proprio perché si conoscono e si tende ad avere paura per ciò che è sconosciuto.
I suoi genitori si amavano proprio perché l'uno conosceva a fondo l'altro, ma chi poteva amare lui, se non conosceva il suo io più nascosto: Hierophant Green?
-Mamma, non ti dovevi scusare.- le disse, tornando a casa -Non è colpa tua.-
Lo pensava davvero.
I genitori lavoravano tanto, ma quando aveva bisogno di loro, erano sempre presenti. La situazione che stava vivendo, purtroppo però non poteva condividerla con loro, nonostante gli stessero a fianco e cercassero di capire cosa lo spingeva ad allontanarsi dalle persone.
Non stava solo perché odiava gli altri.
Stava per conto suo, senza frequentare troppo gli altri, perché loro non l'avrebbero mai potuto comprendere a fondo.


Perché loro non vedevano.



Fine capitolo 2








Che dire di questo capitolo? Boh, forse è un poco ripetitivo.
Kakyoin: Abbastanza ripetitivo.
Kym: Tu dovresti dire "Ma no, va tranquilla. E' ok!"
Kakyoin: Non si dice che la sincerità è alla base di ogni rapporto?
Kym: Si ma...
Kakyoin: Ecco, brava ora...
Kym: A te piace Jotaro.
Kakyoin: ... no.
Kym: Che si diceva circa la sincerità?
Kakyoin: U////U Non sono discorsi da fare, per favore, smettila.
Jotaro: Kakyoin c'è qualche problema?
Kym:  >:)
Kakyoin: U///U ... No, nulla.

Ok, ok, smetto perché poi potrei finire davvero con un collasso da parte del ciuffetto. Si lo so che lui non è gay anche se effeminato e bla bla bla. Ma se poi mi guardo l'anime e ogni volta che guarda Jotaro gli sorride radiosamente oppure rimane basito per i supi atteggiamenti... non so voi! E parliamo della scena di lui con Enya sulle spalle e Jotaro che gli si avvicina e sembra debba baciarlo? Ho bloccato un sacco di volte la scena.
Accidenti agli istinti yaoisti XDDD

Kakyoin: Avvertenza. La storia non è yaoi!!
Kym: >_____> e non ricordarmelo o ti spedisco da Darby!

Bene, alla prossima!!

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo / Vai alla pagina dell'autore: kymyit