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Autore: betheyoung    11/04/2011    1 recensioni
Stralci di una vita qualunque. Pensieri e riflessioni su avvenimenti qualunque. Una persona qualunque. Un io qualunque.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri in parole


Sentiva il bisogno di urlare. Ma non uno sfogo qualunque: uno di quei pianti isterici in cui alla fine ce se ne chiede il motivo e si ha come risposta soltanto un martellante mal di testa.

Era nervosa e i pensieri le affollavano la testa in modo confusionario. Il non avere niente da fare di certo non l'aiutava e così le giornate trascorrevano lente e monotone ciondolando per casa.
In quel momento non c'era nessun altro in casa e il silenzio era opprimente. Rimediò subito attaccandosi l'i-pod alle orecchie: cosa c'è di meglio di una canzone per riempire il vuoto che si sente dentro? Ancora meglio se quella canzone parla di un mondo rose e fiori.
Chiuse gli occhi. Si, era proprio come se stesse parlando direttamente con lei.
How are you? How have you been? Come stava andando? Non lo sapeva.
Non sapeva molte cose ultimamente, ma non pensare al suo stato d'animo era forse meglio. A volte aveva la sensazione che se avesse scavato a fondo, negli antri della sua anima, avrebbe trovato qualcosa che non le sarebbe piaciuto. E poi queste buche sono difficili da colmare.
Era come se il modo in cui appariva, cercando di passare oltre alle cose sempre con un sorriso, fosse una fragile bolla di sapone...pronta a scoppiare. O ancora meglio: era come trovarsi su una lastra di ghiaccio sempre più sottile che prima o poi si sarebbe rotta lasciandola cadere giù nel vuoto.
Non voleva definirsi depressa...quella era una grande brutta parola. C'erano dei giorni in cui il ghiaccio sembrava più spesso e solido che mai. Per quello non ci voleva pensare. Si consolava nella sensazione che tutto andasse bene e quando le chiedevano cosa aveva, il niente con cui rispondeva era per la maggior parte delle volte sincero.
Si sentiva sola su quella lastra di ghiaccio. Quante cose erano cambiate durante quell'estate. Alcune in bene e alcune in male. Aveva perso, ormai pensava irrimediabilmente, qualcuno e aveva avvicinato qualcun altro. E chissà perché, sembrava che l'una fosse la causa e la conseguenza dell'altra. La teoria del “tutti amici” non poteva funzionare, evidentemente. Pensandoci ora, con un po' di amarezza di troppo, si rendeva tranquillamente conto di non aver mai avuto quella che si chiama migliore amica. Quella persona di cui ti fidi ciecamente, a cui affideresti tutto ciò che ti è più caro, quella di cui non temi il giudizio, quella di cui sai di poter ascoltare i consigli che sono sempre nel tuo interesse e mai nel suo. Niente di tutto ciò.
Anzi spesso aveva dovuto assistere ad egoismi di varia natura e soprattutto negli ultimi tempi tutto sembrava essere andato a rotoli. Si sentiva chiusa in una bolla invisibile. Apparentemente non c'era niente che non andava. I rapporti si erano fatti superficiali con qualcuno. Solo facciata, alle cui spalle però si nascondeva il deserto più totale.
   
 
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