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Autore: Hui    11/04/2011    5 recensioni
Key e Jonghyun. Il loro amore è stato diviso dalla morte. Key, dopo aver avuto un'altra possibilità,ritorna ma non il Key che tutti noi conosciamo. Che succederebbe se la Diva che c'è in lui si innamorasse della persona sbagliata? Il caos.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Jonghyun sei sicura di farcela?” se ne ero sicuro? Cavolo io adoravo la corsa di auto. “E’ meglio che lo chiedi a mio figlio”. Kim si incamminò da Henry, però si fermò quando lo vide già in buona compagnia con Min. Ne approfittai per prendere il registratore. “Jong fai attenzione. Io cercherò di barare. Distrarrò Henry, o almeno ci proverò. Spero che Min reagisca e che alla fine mi ridia il corpo”. Guardai lo specchietto “Key non ti devi preoccupare per me. Più che altro stai attento tu. Va bene essere fantasmi, ma se vedi che la cosa si fa pericolosa fermati. E vacci piano con Henry, è pur sempre nostro figlio”. Feci un ultimo sorriso e poi sparì. Posizionai la macchina ad un millimetro dalla linea, parallela a quella di Henry. Kim si mise in mezzo e urlò “La gara consiste in tre giri. Chi arriva primo vincerà la gara. 1, 2, 3 GO!”. Il piede che premeva il freno si tolse e la macchina partì a tutto razzo. La mia vettura fu subito in testa. Cercavo di guadagnare spazio, ma dovevo ammettere che Henry ci sapeva fare. Superammo il secondo giro, nel quale Henry riuscì a superarmi.
----Key-----
Ero seduto al fianco di Henry. “Figliolo scusami per questo”. Presi la mira e gli tirai un pugno. Ovviamente non lo toccai, trapassando nella sua guancia, ma lui si ritrasse. Forse se mi vedeva nel finestrino poteva fermarsi. Era passato il terzo giro e la pista stava per finire. Non tardai a posizionarmi dietro. Appena i suoi occhi incrociarono i miei, la macchina si fermò. Min corse subito a vedere e io uscii dalla macchina. “Se forse mi ridavi il corpo le cose potevano andare meglio”. Irrigidì il pugno “Ok, te lo do ma a condizione che non dirai niente ad Henry”. Mi avvicinai verso di lei. La sensazione di vuoto mi entrò nel corpo. Un vortice mi avvolgeva, mentre il mio corpo pian piano scompariva mischiandosi a quello di Min. In pochi secondi fui subito dentro a Min. “Yattaaaa!”. Entrai in auto con Henry. “Ehy va tutto bene? Che ti è successo?” i suoi occhi stavano ancora fissando lo specchietto “Io…credo di aver visto…mio padre”. Jonghyun superò l’auto e tagliò il traguardo, vincendo la gara. La mia mano prese quella di Henry “Ne sei sicuro? Forse è stata la tua immaginazione o forse…tuo padre voleva proteggerti da…un gara pericolosa”. I suoi occhi lucidi mi fissarono “Min…per la prima volta ho visto io padre”.
Alle estremità degli occhi uscirono delle lacrime. “In tutti questi anni mi sono chiesto come potesse essere guardarlo dal vivo e …oggi finalmente l’ho fatto”. Jonghyun corse verso di noi. “Hey henry stai bene?”. Mio figlio scese dalla macchina per abbracciare il padre “Papà, per la prima volta ho visto Key”. Jonghyun subito mi guardò male e mi sussurrò “Un po’ di tatto!”. Cavolo era la prima cosa che mi era venuta in mente. Kim corse verso di noi e annunciò “Bene, questa volta è Jonghyun a vincere. Ora siete pari”. Dagli spalti un applauso attirò la nostra attenzione. “Waa bravissimiiii!”.
Yuki vestita da cheerleader ci incitava battendo le mani. Kim corse verso di lei abbracciandola.
Tutti noi mollammo un “Woooooo”.  Ormai era già divenuta sera, così ritornammo a casa.
---Yuki----
I nonni di Kim mi avevano ospitato da loro e avrei dormito nella stanza di Jonghyun e Kim.
Kim mi bisbigliò. “Ti sei divertita?” lo guardai superando il corpo di Jong che ci divideva.
“Sì grazie mille. Per un attimo tutti i problemi sono volati via e mi è ritornato il sorriso”. A quella risposta scavalcò il corpo di Jong e finì sopra il mio. “Ehm…vuoi che dormiamo insieme?”. Si mise sotto di me, in modo che la mia testa si appoggiasse sul suo petto.
Sentivo il suo gentile cuore battergli fortemente. “Kim … ti amo”. Non rispondendo mi girai verso il suo visetto, e notai che il mio eroe si era già addormentato. Gli detti un bacino e mi addormentai.
[Giorno Dopo] Mi alzai che erano solo le sei. A quell’ora di solito mi stavo preparando per andare a lavorare. Però in qualche modo dovevo pur guadagnare soldi. Mi alzai e uscii di casa a prendere una boccata d’aria. Ad un tratto due mani mi presero le spalle. Mi girai di scatto e feci un sospiro vedendo che era solo il nonno di Kim. “Lei che ci fa qui?” fece un sorriso e mi rispose “Cara signorina vado a lavorare. O crede che il sottoscritto sia troppo anziano per vendere dei biglietti?”. Respirai ancora dell’aria buona e poi gli chiesi “Io ora non ho praticamente più un lavoro. Lei me ne può consigliare uno?”. Mi dette una pacca sulla schiena “Ma è ovvio! Mia moglie ha una piccola fioreria, che però sono già dai giorni che ha chiuso per lavorare in hotel. Credo che sarebbe più che felice se qualcuno si prendesse cura dei suoi fiori”. Detto quello si avviò al lavoro. Rientrai in casa e incrociai anche la nonna. “Senta suo marito mi ha detto della sua fioreria…potrei occuparmene io? Solo se vuole ovviamente”. La vecchietta sdentata mi fece un sorriso “Ma ovvio! Se vuoi puoi anche andarci adesso”. Così lasciai un foglietto “Ciao Kim, non spaventarti se non mi vedi. Sono tornata a lavorare. Ovviamente non all’ospedale. Tua nonna mi ha dato le chiavi della sua fioreria, quindi quando ti svegli vieni a trovarmi ^^. Baci la tua cucciola Yuki”. Lo lasciai sopra al tavolo e mi avviai al mio nuovo lavoro. La fioreria era a due passi da casa. Quasi tutti i fiori erano appassiti.
Iniziai già a chiamare fornitori e altro. Comunque c’erano ancora dei buoni fiori, così non tardai ad aprire il negozio. Dopo soli tre minuti, un uomo entrò. “Gio-” le mie parole furono interrotte “Ciao! Cosa ci fai tu qui?” l’elettricista del giorno prima si avvicinò alla bancarella. “Ciao. Ero da queste parti e così appena ho visto che il negozio aveva riaperto sono andato a farci un salto. Quindi ora lavori…per i genitori del tuo amico”. Lo corressi “No, del mio fidanzato”.  “Ah giusto. Ma che belle rose rosseeee!”. Ne prese una. “Stai atte-” come non detto. Una spina gli si conficcò nella mano. “Aspetta ti aiuto”. Presi dalla borsa un fazzoletto e l’acqua. Una pinzetta sbucò dalla tasta più piccola. “Ahi, fai piano” lo pinzettavo per bene, sperando di riuscire a prendere la spina. “Ma che ti lamenti. Un omaccione forte come te che piagnucola davanti ad una ragazza” all’improvviso fece uno di quei sorrisi che solo gli idols potevano farti. “Ehm…tu sai come mi chiamo, ma io no”.
Con la mano ferita me la porse “Piacere sono Lee Hyung”. Gliela afferrai e dimenticandomi della spina gemette. “Oh scusami”. Dopo un silenzio estremo scoppiammo a ridere. Quell’uomo era davvero buffo. Alla fine riuscii a togliergli la spina. “Signore missione compiuta!”.
Ad un tratto il campanello del negozio suonò, ed entrò una vecchietta. “Scusi vorrei un mazzo di rose bianche”. Mi girai attorno. Ero nuova del negozio e non riuscivo a trovarle. Lee mi venne davanti con dei fiori in mano. “Tieni, rose bianche”. Le presi e ci feci un mazzo. “Tenga e grazie di essere venuta”. “Grazie Lee. Sono nuova in questo negozio e anche disorientata”. Ecco un altro sorriso. Mi avvicinai ai vasi di fiori per metterli a posto. “Ho saputo che fai l’infermiera, quindi perché sei venuta a fare la fioraia?”. Mi distrassi da quella domanda che come risposta c’erano solo tre parola “padre””paura” “orrore”. Il vaso di gerani mi cadde dalle mani, frantumandosi in mille pezzi al suono. Lee mi venne subito in aiuto. Presi un coccio, ma appena sentii la sua mano toccarmi il braccio, lo feci cadere e mi tagliai. “Ahh dannazione”. Mi prese la mano e tirando fuori un fazzoletto mi fasciò delicatamente la mano. “Ecco tieni. Dovresti fare più attenzione”. Mi inginocchiai, ma lui mi prese la pancia. “Lascia faccio io”. Gli tolsi subito le mani. Anche se quel tocco era lieve, avevo sentito un gran dolore. Prese la scopa nell’angolo e spazzò i cocci in un sacchetto. “Vuoi che ti accompagno in ospedale?”. In quel preciso momento entrò Kim.
“Ciao Yuki!” il suo corpo si fermò alla vista dell’uomo. “Che ci fa lui qui?” Lee gli porse la mano “Forse non mi ricorda, ma ci siamo conosciuti ieri. Sono Lee Hyung”. Kim ignorò la sua mano per concentrarsi sulla mia “Che ti sei fatta?”. Mi prese la mano e tolse la misera fasciatura. Strappò un lembo della sua maglietta e lo bagnò. Poi adagio mi rifasciò meglio la mano. “Va meglio così?”. I miei occhi brillavano sui suoi “Grazie mille Kim”. Mi prese il viso e mi dette un bacino sulle labbra “Ora devo andare a lavorare anch’io. Sai il tuo orsacchiotto lavora in una falegnameria. Aiuto i miei nonni a guadagnare dei soldi”. Lo strinsi in vita. “Ti adoro”. Ci staccammo e sorridendomi uscì dalla fioreria. Lee si precipitò verso di me “Ma perché è arrabbiato con me? Che gli ho fatto?”.
“No, non è colpa tua. E’ solo che è protettivo verso di me”. Prese una sedia e si sedette facendomi alcune domande “Quindi “l’orsacchiotto” nasconde anche un lato da leone? Attenti se si tocca la sua damigella”. “No non è vero”. Alzò le sopracciglia “Ma se quando è entrato appena mi ha visto gli è preso un infarto”. “Sì forse lo è. Ma lo fa solo per proteggermi. Io sono molto timida e lui vuole solo proteggermi dalla gente…che potrebbe farmi del…male”. Come ad esempio mio padre.
“Cosa mi dici di te? Sicuramente avrai una fidanzata! Come si chiama?”. Rise “Anche se non ci crederai, non ho ancora trovato la mia anima gemella”. Ascoltai interessata “E come dev’essere il tuo tipo ideale?”. Si avvicinò a me “Bè deve saper farmi ridere. Deve essere timida ma non troppo. Deve lavorare in una fioreria e deve avere un sorriso da farmi svenire. E il tuo tipo ideale?”.
“Ma io ho già un fidanzato! Comunque mi basterebbe uno che mi facesse ridere, che mi sostenesse e uno che sia pronto a proteggermi”. All’improvviso mi afferrò le mani “Ti andrebbe di pranzare fuori con me? Consideralo come mangiare con un amico”. Anche se c’eravamo appena conosciuti era molto simpatico, e visto che la mia pausa prevedeva un’ora, accettai.
“Io vorrei un piatto di pasta” dopo aver visto le misere cose sul menù ordinai lo stesso.
Pranzammo in silenzio…molto imbarazzante. Mi alzai per pagare il conto “Lascia faccio io”.
Senza nemmeno farmi replicare mise i soldi sul tavolo e si allontanò. Una bambina che stava giocando al pallone, attirò la mia attenzione. Da piccola giocavo sempre con la mamma.
Ad un tratto la palla finì in strada. La bambina la rincorse. Mi girai e mi avviai in strada.
Indietreggiai la bambina e le presi la palla, ma in quel momento un macchinone che correva un po’ troppo mi fece i fari. Rimasi impalata. Le luci che mi accecavano pur essendo giorno. La macchina che non si fermava. Per un momento chiusi gli occhi. Prima che potesse succedermi qualcosa di grave, sentii delle mani afferrarmi la pancia e pigiarmela, facendomi indietreggiare.
Un dolore assurdo mi percorse la schiena. I lividi pulsavano sulle sue mani. Aprii gli occhi e mi ritrovai le mani di Lee strette sull’immenso dolore. Con il fiato mozzato riuscii a dire “Ti prego…toglile”. Si avvicinò al mio orecchio “Cosa?”. Sembrava quasi lo facesse apposta “Le mani…togli le mani”. Le sue mani non si decidevano a mollare la presa. Le gocce di sudore che lentamente andavano a scendermi dalla fronte. “Lee…toglile ti prego. Mi fai…mi fai tanto male”.
“Yuki!”. Mi girai verso una voce familiare. Appena Lee vide Jong venirmi incontro tolse le mani.
Abbracciai Jong, tenendomi stretta a lui. “Cos’è successo?” Lee mi appoggiò una mano sulla spalla “La poveretta voleva aiutare una bambina a cui il pallone era finito in strada. Però stava arrivando una macchina. Per fortuna l’ho afferrata e l’ho tirata indietro se no avrebbe potuto morire”.
Il mio corpo ancora in quell’abbraccio strinse quello di Jonghyun sempre più forte. Appena sentii un “Via libera”, mi sciolsi da lui. “Lui non era l’elettricista di ieri? E’ stato gentile a salvarti”.
Le mie mani si aggrapparono alla mia pancia. “Lui…lui mi ha stretto la pancia”. Avendo il viso basso, Jong si inginocchiò per guardarmi mentre una lacrima scorreva lungo la guancia “Ti fa molto male vero? Però sono sicuro che lui non l’ha fatto apposta”. Alzai lo sguardo “Non lo so. Ho avuto tanta paura. Jong…” “Mmm ?” “Mi fa tanto male la pancia”.
----Jong----
La piccola sembrava terrorizzata. “Vuoi andare a casa?”. Era diventata ancora una volta pallida.
All’improvviso chiuse gli occhi e il suo minuscolo corpo si accasciò sopra il mio.
Forse il dolore era stato così forte da farla svenire. Chiamai Min “Ciao Key, sei ancora con Henry? Guarda che mi ingelosisco! No, Yuki è svenuta. Sì vengo a casa e poi ripasso al negozio per chiuderlo”. Spensi la telefonata e mi avviai con il corpo di Yuki in braccio. Vedendola il mio istinto paterno non resistiva. Arrivai a casa. Min, anzi Key, si era appena svegliato. “Che le è successo?”.
“Una macchina stava per investirla e l’elettricista di ieri l’ha tirata a se salvandola, ma a quanto mi ha detto Yuki e vedendo le sue condizioni, l’uomo le avrà pigiato un po’ troppo la pancia e con i lividi che ha è svenuta”. “Io ora te l’affido. Vado a chiudere il negozio e vado anche a dirlo a Kim”.
---Lee---
“Sì, per rimo ho scoperto che quel Kim lavora come falegname. Poi che dobbiamo stare attenti alla sua “guardia del corpo”. Un certo Jonghyun. Infine ho capito che Kim è molto molto geloso e anche molto protettivo nei confronti di sua figlia. Ne è sicuro? Ok vado subito”.
Mi avviai al negozio. Fortunatamente era ancora aperto. Tirai fuori dalla tasca la lettera, in cui c’era scritto una minaccia da parte del padre. La appoggiai sopra il tavolo e me ne andai.
Riuscii ad uscire prima che il tizio di prima mi vedesse. Che ci faceva lui lì? Entrò nel negozio e prese la borsa di Yuki. Dannazione! Prese anche la lettera! Aspetta, forse era meglio così.
---Kim----
“Kim ci sono visite per te!”. Mi fermai. “Ehi Jong che ci fai qui?”. Con lo sguardo cupo mi venne vicino “Yuki è svenuta. Non preoccuparti ora è a casa. Sai quel tizio…l’elettricista?” feci cenno di sì, chiudendo fortemente il pugno “Lui l’ha salvata da un incidente d’auto, però a quanto pare l’ha afferrata proprio sulla pancia e l’ha stretta forte. Quando l’ho vista continuava a dirmi che le faceva male dove c’erano i lividi. Poi è svenuta tra le mia braccia. Ah e poi c’è questa”
 Mi consegnò una lettera già aperta. “L’ho trovata sopra alla scrivania di Yuki, ancora sigillata”
“Cara Yuki, pur sapendo che avrei reagito, ti sei ribellata. Incontriamoci stasera alle 20:00 davanti al molo. Se chiamerai la polizia sappi che manderò i miei uomini a casa del tuo fidanzatino e farò fuori i suoi cari nonni. Al massimo puoi portare due persone con te. Fai come ti ho detto, se non verrai ti andrò a cercare personalmente. Baci tuo padre”. I miei occhi iniettati di rabbia continuavano a rileggere quella lettera. “Per te dovremmo chiamare la polizia?”.
“No, dobbiamo fare come dice, la porterai tu!”. Lui era più grande di me e poteva proteggerla meglio. “ E l’altra persona? Ci vorrebbe un altro uomo”. Il capo mi venne a chiamare “Kim è finita la tua pausa”. Mi rimisi i guanti “Tu stalle vicino e quando si sveglia chiedilo a lei. Ora devo ritornare al lavoro. Fra due orette torno a casa”. Jong mi porse il suo cellulare “Per precauzione”.
Perché mai il padre doveva ancora prendersela con lei? Se le sarebbe successo qualcosa non me lo sarei perdonato sicuramente. Lei era la mia cucciola e solo a sapere che soffriva così tanto mi faceva star male. Se il padre le avrebbe fatto qualcosa lo avrei ucciso con le mie stesse mani.
----Henry----
Min da ieri sera era si era un po’ staccata da me. Stasera avrebbe dovuto decidere chi dei due scegliere. Ritornai con del ghiaccio “Tieni”, glielo porsi a Min. Le sue mani alzarono la maglietta di Yuki scoprendole i lividi. “Cavolo! Mi verrebbe da andare da suo padre e strozzarlo!”. Lentamente le mise sopra il sacchettino con del ghiaccio sciolto dentro. Yuki aprì gli occhi.
“Hey come ti senti?” afferrò la mano di Min, ma essa non la tolse dal ghiaccio “Eh no! Hai bisogno di aiuto!”. Yuki lasciò perdere e sorrise “Grazie mille ragazzi”.
Min le prese la mano “Ora riposati pure e se hai bisogno basta che urli i nostri nomi”.
Si alzò e ritornò in camera. Come un segugio la seguii “Senti, tu stasera…” si bloccò “Henry…dovrei essere imparziale ora…non posso dirti niente”. Corse verso il bagno e si rinchiuse dentro. Perché ad un tratto il suo umore era cambiato?
Erano le 17:00 e Kim ritornò a casa. Subito si catapultò su Yuki “Yuki come stai?” le rispose baciandolo “Non devi preoccuparti così tanto, sto bene sono solo svenuta”.
----Kim---
“Kim perché fai quella faccia?” gli porsi la lettera e la sua faccia si contrasse “Io…non pensavo che arrivasse fino a questo punto…perdonami”. I suoi occhi lucidi mi fissarono da cagnolino bastonato “Ma di che ti scusi? Comunque ho deciso. Jong verrà con te e quando tu e tuo padre avrete chiarito il tutto, io e te ceneremo insieme, come promesso”. Le presi il viso e la baciai.
Ci riunimmo tutti “Allora, Min visto che Jong sarà occupato con Yuki, tu dovrai andare a fare la spesa per lui, così quando ritornerà potrà mettersi a cucinare. La gara consiste in due semplici piatti. Mentre Min gusterà le prelibatezze dei nostri chef, i ragazzi saranno ad aspettarla in camera. Alla fine Min entrerà nella camera di uno dei due proclamandolo vincitore. E mentre voi farete questo, io e Yuki ceneremmo tranquillamente, perché andrà tutto bene”. Yuki mi abbracciò “Grazie mille”.
Jong lesse di nuovo la lettera “Verrò io e chi altro? Potremmo chiedere a Lee”. Lo fulminai subito “Yuki tu che ne dici?”. Mi fece gli occhietti dolci “Ti pregooo posso portare Lee. Sono sicura che accetterà”. La lasciai farmi un altro po’ quegli occhioni teneri e poi annuii.
“Allora io intanto vado a fare la spesa per stasera”. Ci alzammo e io, Min e Henry ci avviammo a fare compere. Ognuno ovviamente doveva essere separato dagli altri, però ogni tanto sbirciavamo sui carrelli di ognuno di noi. “Ok ragazzi, qui ho finito”.
---Jonghyun---
“Allora che ti ha risposto?” “Che va bene e se lo passiamo a prendere noi”.
Misi in moto l’auto e mi avviai verso la casa di Lee. “Wow, altro che casa è una villa!”.
Lee salì “Ok, andiamo però dopo vorrei delle spiegazioni concrete!”.
Erano le 20:00. Arrivammo puntuali al molo. “Lee tu stai in macchina”. Io e Yuki scendemmo.
Come un agente del corpo mi piazzai davanti a lei. “Io da ora sarò il tuo Texas Ranger!”. Si mise a ridere “Agli ordini mio Chuck Norris!”. Ci avviammo sotto ad un lampione.
“Perché non si fa vedere nessuno?”. Passarono venti minuti e per ora nessuno in vista.
----Lee---
“Sì capo. Li sto trattenendo. Gli altri hanno fatto? Ora? Dovrebbe essere al super mercato però state attenti, con lui c’è anche un amico e una ragazza. Ok ricevuto”.
Scesi dall’auto. “Ragazzi forse non c’è nessuno. E se fosse uno scherzo?”.
Ritornarono in auto. “Va bè, forse era solo per spaventarci, sarà meglio ritornare a casa”.
----Kim----
“Ragazzi ci vediamo stasera all’ora”. “Come non vieni con noi?” “No, prima mi sono dimenticato di comprare una cosa, ma voi intanto andate a casa a dopo”.
Mi girai e rientrai nel super mercato. Andai vicino alla tavola con sopra una marea di fiori.
“Desidera?” “Vorrei una rosa…possibilmente rossa”. La donna le tolse le spine e me la porse.
Dopo aver pagato uscii guardando la rosa. “Ahh Yuki, quanto ti amo!”. Sospirai e mi diressi alla fermata del bus. Ad un tratto mi si piazzarono davanti due uomini “Permess-” le mie parole furono mozzate da un pugno sullo stomaco. La rosa mi cadde a terra. Mi rialzai e la ripresi, correndo più lontano possibile. Una macchina si fermò a poca distanza da me. Tre uomini mi presero per le braccia. Uno di loro mi prese la rosa e la calpestò per terra. Gli sferrai un pugno, ma qualcosa di appuntito e tremendamente freddo andava a sprofondare nel mio braccio. Riuscii a sentire “Come dico sempre, per fortuna esiste la droga”, poi sprofondai in un lungo sonno.
---Min---
Erano già le 21:30 e i miei “chef” aveva appena finito di prepararmi i piatti.
Facendomi un sorrisetto dolce salirono nelle loro stanze. Quei due piatti invitanti stavano davanti a me. Il primo quello di Henry. Una fetta di torta al cioccolato con sopra la scritta “I love U”.
La assaggiai e essa si sciolse gustosamente nel mio palato. Era davvero molto buona.
Poi passai al piatto di Jong. Spaghetti in rosso con una candelina sopra. Dentro alla candelina sporgeva un bigliettino “Cosa mancherebbe? La famosa pioggia sarebbe un condimento più che perfetto, e infine il bacio come ciliegina. Però se scegli me, portai avere la parte più buona. Key quella volta sotto la pioggia, il tuo compleanno non me lo dimenticherò mai, io ti amo da impazzire”. Le lacrime non tardarono a venire. Copiose vennero giù a più non posso. Chi avrei scelto? Forever Jonghyun. Senza aspettare un secondo in più presi la chiave della stanza di Jong e mi fiondai da lui. “Key…sapevo avresti scelto me”. Dolcemente lo baciai. Subito gli tolsi la camicia. Sentii le sue mani sfilarmi il vestitino. Una voce, probabilmente Min, gridava di non farlo, ma non potevo più fermarmi. Il mio corpo aderì perfettamente al suo. Dopo alcuni minuti i nostri corpi nudi si toccarono. “E’ diverso farlo con Min e con Key”. Gli chiusi gli occhi “Tu immagina di farlo con Key”. Iniziammo con dei semplici baci, per poi passare al sesso.
Dopo un po’ mi accorsi che c’era qualcosa di diverso. Aprii gli occhi. “Perché ti fermi?”.
Lui. Il mio corpo. Jong si tirò su e aprì gli occhi. Mi posizionai davanti allo specchio.
Ero io. Non ero più Min, ero io, Key! Con le lacrime agli occhi mi girai verso Jonghyun “Jong…sono io!”. Lui aveva già iniziato a piangere. Scese dal letto e mi saltò addosso.
Con le mani prese il mio pene, massaggiandolo. Mi mise con le spalle contro il muro. La sua testa scese, fino a leccarmelo. La sensazione piacevole di molti anni fa mi rivenne nel corpo.
Sentivo il mio sperma correre nella sua gola. Lo distesi e iniziai a spingere il mio pene contro il buco del suo ano. Ma una domanda mi assalì. Dov’era Min?
----Henry----
Era ovvio che ormai lei avesse scelto lui. Con la speranza che fosse venuta da me, mi addormentai.
Fu un movimento sul mio letto a svegliarmi. Mi ritrovai Min nuda che dormiva sopra al mio petto. E lei quando era entrata. “Min?” mormorò un “Ti amo…Henry”. I suoi occhi erano ancora chiusi.
Probabilmente stava sognando. Così alla fine…aveva scelto me? La abbracciai.
Ad un tratto la porta si spalancò. Nascosi il corpo nudo di Min sotto le coperte.
“Yuki che hai? Hai dormito male?”. Yuki, che stava piangendo come una disperata cadde a terra. “Kim….lui non è venuto”. Mi alzai. Per fortuna ero ancora vestito.
“Come non è ancora ritornato?” La alzai “Che è successo?”. Tra le lacrime mormorò “Ho trovato…ho trovato il cellulare di Jong vicino alla fermata del bus…in mille pezzi. Poi a qualche metro c’era una rosa rossa. Era tutta rovinata. Ho paura che gli sia successo qualcosa”.
“Andiamo subito ad avvisare papà!”. Corsi verso la sua stanza, e senza nemmeno bussare spalancai la porta. “Papà è urg-”. Lui e una figura stavano dormendo tranquillamente sotto le coperte.
Andai da loro e tolsi la coperta dal volto dell’estraneo. “COSAAAAA?!”.
Le mie urla svegliarono Jonghyun che trasalì subito. “Figliolo posso spiegarti tutto, però calmati”.
Quella persona…Key…mio padre si svegliò. “Oh…ci-ciao Henry”. L’unica cosa che riuscii a fare fu quella di scacciare un urlo. “Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!”.


Note d'autore: ciao a tutti ^^ spero che i colpi di scena vi siano stati di gradimento XD mi sono divertita (come sempre) a scrivere la scena di Henry OoO con Key OoO hihihi ^^.
Pultrppo ho una brutta notizia: ho brutti voti che devo subito recuperare ç_ç mia mamma mi ha detto "scrivi nu altro capitolo e avverti che fino a lle vacanze di pasqua non scriverai, però studiaaa XD e infatti devo studiare XD quindi fino alle vacanze di pasqua non scriverò XD
quindi godetevi questo capitolo a assaporatene il significato (?) XD
Grazie a tutte ler gentili persone che commentano, leggono e che si divertono XD
Ora le foto: 
ps: credo che molte persone siano felici del ritorno di Key XD


Min:



Yuki:



Henry:



JongKey the return:



Lee:



Padre Yuki:

   
 
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