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Autore: Mina7Z    12/04/2011    20 recensioni
La mia storia prende spunto dalla sera in cui Andrè rivela i suoi sentimenti ad Oscar. Ma lei è una donna diversa, che in quel momento prenderà una decisione naspettata.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chiudo gli occhi e prego Dio di non consentirmi di vedere mai più la luce.
Signore, perché non dai tregua al mio dolore?
Perchè non metti fine a questa assurda vita?
Perché mi hai permesso di fargli del male?
Ho trafitto il suo cuore con una lama dannata.
Ma il suo cuore, in quel momento, è diventato il mio.
So che per amore  mi seguiresti tra le fiamme dell’inferno,
Moriresti per me
Per salvarmi
Rinunceresti a ciò che ti è rimasto dopo una vita di tormenti.
Non ne vale la pena Andrè.
Te lo ripeto.
Non mi merito niente.
Non mi merito il tuo amore.
Non mi merito il tuo cuore.
Oggi ho raggiunto il fondo.
Ne sono convinta
E ti ho trascinato all’inferno.
Questo è l’inferno.
Sei contenta Oscar?
Hai raggiunto il tuo scopo?
Ti sei inflitta abbastanza sofferenza?
Ho ancora gli occhi chiusi.
Già, ma quando li ho aperti realmente?
Quando?
 
Sento ancora il suo odore sulla pelle
E provo una sensazione di disgusto.
Hai desiderato per anni avere su di te  il ricordo del suo tocco e adesso?
Cosa ti prende Oscar?
Gli occhi ancora chiusi e la mia  mente persa nel ricordo di questa nuova pazzia.
Fersen.
Quanto ho desiderato il tuo amore?
Ho passato anni a pensare a ciò che sarebbe potuto essere tra di noi.
Notti trascorse a fantasticare sui nostri corpi stretti un una morsa d’amore.
Perché d’amore si trattava, ne sono certa.
O almeno lo sono stata in quei momenti.
L’unica forma di amore che conoscevo.
Eri l’unico uomo al mondo che avrei visto al mio fianco.
L’unico che consideravo alla mia altezza.
Con il quale avrei voluto condividere ogni cosa.
A cui avrei donato il mio corpo di donna.
Con cui avrei scoperto il significato della parola passione.
Quanti sogni su di te, su di noi.
Per amor mio avresti rinunciato all’assurdo legame nei confronti della regina.
E io avrei abbandonato  tutto per stare con te.
E saremmo partiti per vivere nella tua dimora in Svezia  dove avremmo vissuto felici.
Stupidi sogni di una ragazzina innamorata.
Innamorata di chi, poi?
Di uno che non disdegnava certo alleviare le sue pene d’amore tra le braccia amorevoli di fanciulle nobili.
Perchè per amore un uomo non rinuncia alla soddisfazione della carne?
E’ così debole l’amore che hai  per la Regina da non resistere alle tentazioni della carne?
Cosa fai Fersen, affoghi anche tu il tuo dolore  tra le braccia di un fantasma?
Oggi sono stata io il tuo spettro.
 
 
Mi ha chiesto di fargli visita per discutere di alcune questioni  importanti ed ho acconsentito a raggiungerlo nella sua dimora.
Sono partita al galoppo sul mio cavallo lasciando te che mi guardavi dalle finestre di palazzo Jarjayes.
Avevo colto il tuo sguardo assente.
Sapevi che sarei andata da lui.
Non mi ero fatta scrupoli a comunicarti che avrei cenato con lui.
Da sola.
Ho visto ira nei tuoi occhi  color smeraldo ma non hai fatto nulla per fermarmi.
Sapevi dove mi sarei spinta Andrè?
Sapevi in quale abisso mi avrebbe portata la mia disperazione?
Perché non mi hai fermata?
Non hai incatenato la mia follia e hai lasciato che io giocassi con il fuoco.
E questa volta mi sono bruciata.
 
Sono corsa da lui  senza riflettere su ciò che sarebbe potuto accadere.
Ho trovato un uomo affascinante che ha rubato l’anima a mille donne.
E ho visto in lui una luce diversa quando i suoi occhi azzurri  hanno incontrato i miei.
Cos’è  di me che ti attrae  adesso Fersen?
Cosa vedi di diverso in me?
Non sono più solo un soldato?
Non sono più il tuo migliore amico?
Abbiamo conversato amabilmente durante la cena.
Nessuna tristezza nei tuoi occhi.
Nessun racconto doloroso nelle tue parole.
Nessun accenno alla tua disperazione
Non mi hai parlato di lei e del tuo amore impossibile.
Abbiamo riso sorseggiando del buon vino e la serata è trascorsa velocemente.
Avrei voluto che il tempo si fermasse, in realtà.
E con lui ogni mia emozione.
E ad un tratto il tuo è diventato uno sguardo insistente nel volere fissare il mio volto.
Mi hai detto di vedere in me qualcosa di diverso, che non riuscivi a decifrare.
Quanta sfrontatezza nel tuo atteggiamento.
Una lusinga che aspettavo da tempo.
Parole di adulazione, le tue, che sembravano colmare quel vuoto che non mi lasciava mai.
Adesso mi desideri Fersen?
Sono una donna ai tuoi occhi?
Mi vedi finalmente?
Hai continuato  imbrogliare i miei sensi facendoti più vicino e sussurrando alle mie orecchie dolci parole.
Il mio nome tra le tua labbra ha assunto una grazia inaspettata.
Siete meravigliosa, mi hai detto, e io ho voluto credere che fosse vero.
Vedo una luce diversa in voi, mi hai ripetuto e io ho pensato che finalmente la mia anima di donna si fosse svelata a te.
Forse noi potremmo essere felici Oscar e io ho creduto di essere  in paradiso.
Parole bisbigliate al mio orecchio.
La tua bocca sempre più vicino alla mia.
Hai capito quanto  la mia volontà fosse debole questa sera e non hai avuto compassione di me.
Hai capito che qualcosa in me era cambiato e che il soldato non sarebbe scappato  di fronte ai tuoi attacchi.
Hai capito che mi sarei buttata via come tutte le altre.
E io ho risposto con trasporto a tanta adulazione.
Cieca e sorda alle urla del mio cuore che mi volevano ricondurre al centro del mio universo.
Le tue mani sulle mie.
Il tuo tocco ha  esaltato i miei sensi provocando in me il desiderio del tuo corpo.
Liberata, finalmente, dalle mie catene, pronta a unirmi al tuo corpo.
Non più soldato, ma donna finalmente.
Non più amico, ma amante.
Non più confidente ma fonte di desiderio.
Il mio corpo avrebbe cancellato ogni tuo ricordo, ogni tua dolorosa passione.
La tua bocca sulla  mia.
Calda.
Morbida.
Il sapore del frutto proibito.
Il tuo bacio sempre  più profondo a conquistare quella  fortezza ormai sgretolata.
La mia mano sul tuo volto, come a essere sicura che fossi vero.
Che non fosse un sogno.
Che tu fossi lì per me.
Il mio viso tra le tue mani.
Le nostre lingue a lottare in un duello senza fine.
Nessuna resistenza da parte mia.
La passione ormai padrona del mio corpo.
Mi hai condotto in camera tua.
Io ormai preda di te e della mia pazzia.
Hai sfilato con indubbia sapienza la mia camicia mentre la tua bocca a fatica si staccava dalla mia.
Nessun imbarazzo da parte mia.
Le mie mani esperte disegnavano infiniti tratti sulla tua schiena.
Ti ho attirato a me sempre di più.
Le tue mani sui miei pantaloni gettati via come foglie al vento.
Nuda sotto di te.
A godere della mia vittoria.
Su di te.
Che per anni non avevi visto in me la donna.
Su di lui che credeva che fossi sua.
Su di lui che credeva di avere compreso la mia anima.
Su di lui che aveva tentato di liberarmi dall’inferno che mi divora l’anima.
Su di lui che mi amava più della sua stessa vita.
Su di lui che sarebbe morto per me.
Su di me che forse  un giorno ero morta davvero.
La  tua mano tra le mie cosce.
Il mio respiro trattenuto, ancora un volta.
Il mio cuore senza battiti.
La mia mente ormai assente.
Il mio corpo ormai lontano dal piacere.
Tutto chiaro adesso.
Non eri tu che volevo.
Non eri tu che il mio corpo cercava.
Non eri tu che volevo tra le mie cosce.
Non eri tu che volevo dentro di me.
Non il tuo viso, non il tuo corpo.
Estraneo nell’anima più che mai.
E una fuga, la mia, che ha il sapore della rinascita.
Ho ripreso il controllo di me stessa e ho abbandonato il campo di battaglia.
E ora?
Donna o uomo?
Santa o puttana?
Dimmelo tu Andrè chi sono.
Dimmelo tu, amore mio.
 
   
 
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