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Autore: Lydia17    13/04/2011    0 recensioni
Questa è la storia di Eliana, una ragazza costretta ad affrontare una situazione strana e fuori da ogni sua aspettativa...con l'aiuto di un'estraneo, che non sarà più tale, supererà questo periodo un po' strano della sua vita.ma...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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capitolo xvi CAPITOLO XVI

 Il giorno dopo andai a scuola completamente scoglionata. Chi diavolo era quella persona dietro la porta? E aveva ascoltato tutto il discorso con Andrea? E se fosse stata Ilenia e avesse capito male? E se fosse stato il rosso? Diventai rossa al solo pensiero, non doveva saperlo così.
- Ciao, rosso. – stava seduto al banco.
- Ah, ciao Eliana. Come va?
- B-bene, tu?
- Insomma, non c’è male, potrebbe andare peggio.
- Perché cosa c’è che non va?
- Niente di che, ho saputo che una persona è un po’ bugiardina e che è innamorata di qualcun altro.
- Ah si? Poverino ci starai davvero molto male, mi dispiace. – gli do una pacca sulla spalla per consolarlo, sicuramente non aveva ascoltato niente.
– Bene, allora vorrà dire che sarà una bella giornata . – dissi scherzando.
Per tutta la giornata Emanuele non fece altro che fissarmi stranamente, triste o forse malinconico non saprei, non riuscivo a leggergli dentro.
- La smetti? – bisbigliai durante l’ora di matematica.
- Di fare cosa?
- Non fare il finto tonto, smettila di guardarmi.
- Ah, quello dicevi… scusa ma perché non posso guardarti?
- Mi innervosisci!
- Hai fatto qualcosa di male e ti senti in colpa?
- Io non ho fatto niente di male – avevo capito che ad ascoltare la conversazione era stato lui ma aveva frainteso tutto a quanto pare – anzi dovresti essere tu quello con i sensi di colpa visto che hai origliato cose che non ti riguardano – intanto la professoressa si era avvicinata e ci rimproverò: - Scusate ragazzi! Perché non continuate la vostra conversazione in un’ambiente più consono, come fuori per esempio?
- Certo, volentieri! – rispose lui e prendendomi la mano uscimmo fuori.
- Ah, sì e ora come la metti?
- Hai ragione, ho origliato ma…
- E tirare un pugno alla porta solo per sfogarti, e per cosa poi, ti sembra normale?
- E fammi finire! Ho origliato, ma era perché stavo venendo a vedere come stavi e ho sentito la voce di Andrea, ho ascoltato tutto quello che vi siete detti e ho capito che lui ti piace ancora, ma poi cosa avevi?
- Niente, giramenti di testa.
- Solo quello?
- No, ma non voglio dirti altro.
- Vedo che hai molta fiducia.
- Dopo quello che hai fatto, ne hai dimostrata abbastanza nei miei confronti.
- Vabbè, devi scusarmi e ti giuro che non lo farò più, però parla.
- Ti… avevo sognato la notte prima.
- Davvero? Straordinario e cosa facevo?
- Il cretino come sempre.
- Va bene, non me lo vuoi dire, allora me lo dirai domani a colazione.
- Quale colazione?
- Domani andiamo insieme a colazione, poi ci facciamo un giro, successivamente ti porterò a pranzo e alla fine ti porto a casa.
- Wow, mi hai organizzato mezza giornata, e senza consultarmi!...e dimenticando che domani c’è scuola, giusto?
- No, non mi sono scordato. Ma noi non entreremo. – e sorride come se l’azione del giorno dopo sarebbe stata una cosa normale – ora torniamo in classe o ci daranno per dispersi.
- Va bene. – entrammo in classe e la professoressa ci guardò molto male. Finita l’ultima ora di lezione, scappai dalle “grinfie” di Emanuele o da quelle di Eric, che avevo notato mi stava cercando. Finii contro Andrea che si voltò e disse: - Ehi, ciao.
- C-ciao. – dissi sbigottita… possibile che i suoi occhi verdi facessero ancora effetto?
- Cos’hai?
- Niente. Dov’è Ilenia? – chiedo per cambiare discorso.
- A casa, malata. Ha un’allergia.
- Ah, ok. Scusa ma ora devo andare.
- Sempre di corsa? Aspettami, andiamo insieme.
- O-ok, va bene. – da lontano due occhi verdi e capelli rossi osservavano la scena e il povero Emanuele perse tutto il vigore acquistato poco prima. La mattina dopo arrivata alla fermata una moto nera mi aspettava, ma il suo proprietario ancora male!
- Si può sapere cosa ti ho fatto di nuovo?
- Niente. Andiamo! – disse arrabbiato, quasi urlando.
- Ok, calmati. Dopo mi spiegherai.
Saliti in moto partimmo per andare a fare colazione nel suo bar preferito. Seduti al tavolino gli chiesi: - Mi spieghi cosa è successo? Non credo che la fame o la mancanza di zuccheri- e feci segno alle 5 bustine di zucchero che aveva messo nel suo caffè - possa modificare radicalmente il tuo carattere solare, no?
- No, hai ragione, ma sai alla mancanza d’affetto ci vuole sempre una dose massiccia di zucchero.
- Smettila. Sembri una di quelle persone che entrano in depressione quando l’amore della loro vita non li ricambia. In fondo sei carino, e simpatico. Non avrai problemi con le ragazze, spero.
- Beh, in verità sì. C’è questa ragazza che mi fa impazzire…
- Stop, stop. Non voglio sentire niente che riguardi la tua vita privata.
- Invece tu, hai una nuova fiamma?
- Effettivamente c’è uno che mi piace, ma non so come confessargli i miei sentimenti.
- Prova con me, magari poi troverai il coraggio di parlare con lui.
- V-va b-bene… - mi presi due minuti per riflettere e dire le parole giuste.
- Allora? – mamma, quanto è impaziente questo ragazzo!
- Innanzitutto devo chiederti scusa perché negli ultimi tempi ti sto trattando davvero male, lo faccio soltanto per proteggermi da una nuova delusione che forse non potrei sopportare. Vorrei sapessi che in fondo io ti amo, anche se spesso non sembra. Spero che anche tu provi gli stessi miei sentimenti, altrimenti saprei che ne morirei visto che è ogni volta che mi illudo ne rimango ferita. Credimi quando dico che ti amo, perché anche se mi vedi parlare con altri ragazzi, so che sei geloso, ma penso solo a te. – e dopo queste ultime parole parte l’applauso che Emanuele mi ha gentilmente concesso.
- Wow, che belle parole. Mi hai veramente commosso. – e fa per asciugarsi una lacrima finta.
- Ah, ah, ah. Era da parecchio che volevo esprimermi. Ora però tocca a te.
- Cosa?
- Pensavi che avrei parlato solo io?
- No…beh, sì…io credevo che la tua confessione sarebbe bastata per oggi.
- Eh, no. Mi dispiace per te ma anche io voglio sentire cos’hai da dire alla tua lei.
- Ok, giusto. Allora…quando ti vedo con un altro sono geloso e mi agito, anche quando sei triste mi agito ma è per un altro motivo; quando sei felice e sorridi la mia giornata prende una piega diversa, migliore. Tante volte avrei voluto prendere le tue labbra e baciarle ma avevo paura che tu non contraccambiassi.
- Sei proprio cretino! – mi alzai e feci per andarmene ma lui mi si avvicinò e mi fermò.
- Perché…perché cretino? – era curioso, ma possibile che non capiva? eppure mi ero esposta parecchio. Ma ero decisa e gli avrei fatto capire tutto anche con messaggi subliminali.
- Perché non fai niente. Niente! E questo è un problema. Se ti piace una ragazza, prendimi…ehm, prendila – ora sono un po’ troppo esposta.
- Eheheh, come se fosse facile!
- Ma è terribilmente semplice, perché non lo fai? – inizia a guardarmi negli occhi per vedere se sto perdendo la ragione o se sono ancora sana di mente, o almeno è quello che credo.
- Come fai dirlo? – e distolse lo sguardo – neanche la conosci. – bene, ora il mondo crollava sotto i miei piedi, dunque lui non era innamorato di me, come io lo ero per lui?
- Davvero? Beh, neanche tu conosci il ragazzo che mi piace. – cos’altro potevo dire se non questa enorme bugia?
- Ah, sì? Bene.
- Andiamo? Sono stanca. – non potevo stare più vicina a lui se non potevo averlo. sentivo che da un momento all’altro sarei scoppiata in lacrime.
- Ok. Perché stai piangendo?
- È allergia, niente di che. – ma perché non la smettevo con le bugie?
- Le allergie non fanno piangere. – ora questo tono mi infastidiva.
- Ora sei diventato medico?
- No, ma…
- Andiamo. – presi il casco e lo indossai. Andammo in spiaggia e stesi sulla sabbia per un bel po’ ci fu solo silenzio, ma io non volevo continuare così e presi l’iniziativa. - Senti, Ema non ho intenzione di continuare in questo modo!
- Di cosa stai parlando?
- Non voglio tacere i miei sentimenti, anche se fa male io voglio dirtelo.
- Dirmi cosa? – ma perché scherzava?
- Mi prendi in giro? – fece di no con la testa. Allora era proprio cretino.
- Ti vuoi spiegare, per favore?
- Ok, dammi due minuti. – e si girò di spalle, come se non volesse vedermi.
- Io vorrei stare con te. – e si girò di scattò come una molla, quasi le mie parole avessero fatto da calamita.
- Dici sul serio?
- Certo! Prima mi riferivo a te, però quando ti ho chiesto chi era la tua lei e hai detto che non ero io mi hai spezzato il cuore, allora ho deciso di confessarti tutto tanto non avevo niente da perdere.
- Veramente stavo per confessare i miei sentimenti anche io.
- Cosa? – chiesi alquanto perplessa.
- Sì, Eliana. Tu mi sei piaciuta fin dal primo momento, mi sono innamorato dei tuoi capelli scuri e mossi e i tuoi occhi mostravano ogni tuo singolo cambiamento d’umore. All’inizio ho preferito rimanerti accanto e sapere un po’ di più sul tuo conto e sono diventato il tuo migliore amico ma poi volevo diventare qualcos’altro. Ti ho perfino aiutata con il rapporto in crisi con i tuoi per farti capire che a te ci tenevo molto ma non avevi capito.
- Io pensavo facessi tutto questo per essermi amico. Poi anche io ho iniziato a provare qualcosa per te, ma è solo grazie a un sogno che ho capito di amarti e ci sono stata male quando hai detto quelle cose prima.
- Ti sei sentita come me quando ti ho vista parlare con Andrea e ancora non sapevo cosa provavi.
- Sì, credo di sì. Mi dispiace per tutto il tempo che ti ho fatto soffrire, avrei dovuto capire prima invece di far passare il tempo e rovinarci.
- Hai ragione, ma adesso? – mi avvicinai al suo viso.
- Beh, adesso baciami scemo! – come se non fosse stato ovvio quello che dovevamo fare.
- Ne sei sicura?
- Fallo e basta. – sussurrai.
E così si baciarono, all’inizio fu un bacio lento come nei film quando i protagonisti allungano l’attesa ma quando le loro labbra si toccarono il bacio divenne più intenso ed energico. Ma il cuore di Eliana aveva un brutto presentimento e sapeva che quel momento di pace e serenità sarebbe stato interrotto
   
 
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