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Autore: Eire_    14/04/2011    8 recensioni
Ogni cosa lì, può farti impazzire, le verdure, i dolci, le persone, tutto può spingerti a profondi conflitti interiori.
Come possiamo noi poveri mortali a resistere al potere di questo luogo?
Andare al supermercato è ormai diventata una battaglia con molte, troppe vittime.
Ma l'esperienza può insegnarci a sopravvivere, o almeno a resistere fino alle casse.
Dal primo capitolo:
“Prendimi, prendimi”
Diceva la confezione di rapanelli.
“Prendi noi, saremo il tuo tessssssoro!.”
Dissero con equivalente veemenza le carote.
Sprofondai nel buio più assoluto quando arrivai al reparto dolci.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'arte di resistergli


Pasqua, si avvicinava quel pesante periodo in cui quei luoghi malefici erano incredibilmente affollati,.

Nessuno riesce a resistere alla potenza di quei posti terribilmente allettanti dove ogni vizio capitale trova il suo posto.

Pochi sono capaci di sopravvivere in quel luogo angusto dove ogni luce è usata per mettere in luce le rotondità, la qualità e la trasgressione.

Sì amici, come si poteva facilmente intuire dalle prime righe sto parlando di quegli orribili edifici dove si consumano le più orrende oscenità della storia: i supermercati.

Con quei loro nomi accattivanti ti costringono a comprare cose che in una normale bancarella di mercato non sogneresti nemmeno di avvicinare a te, che sei la purezza e l'innocenza fatta persona tu, che sei il cliente.

La cosa terribile di quei s... s... su... insomma, di quei terribili antri, sono i periodi che precedono le feste.

Mi trovavo come al solito davanti a quelle buffe porte scorrevoli del negozio vicino a casa mia, la coop, indecisa come al solito se morire di fame o entrare.

Ero ormai convinta di fare la scelta più giusta e morire dignitosamente in casa mia, quando una mandria di signore impazzite mi scaraventò dentro.

Prendimi, prendimi”

Diceva la confezione di rapanelli.

Prendi noi, saremo il tuo tessssssoro!.”

Dissero con equivalente veemenza le carote.

Sprofondai nel buio più assoluto quando arrivai al reparto dolci.

Li vedevo lì, ognuno carico di promesse che non avrebbe mai esaudito.

Non ho grassi!”

Se mi mangi vai in crociera!”

Snellisco i fianchi!”

Mi buttai a terra. Come potevo resistergli?

Allungai il braccio destro nella direzione di una barretta di cioccolato al latte Milka, ma per mia fortuna il suo gemello posto alla mia sinistra lo bloccò.

Che fai?Lo sai che lei non vuole!”

Solo una, ti prego, una!”

NO.”

Ok, uno di questi giorni dovrei andare da uno psicologo, ma uno bravo...

Continuai ad aggirarmi per gli scaffali, quando incappai Lì.

Sì, proprio Lì.

Alla svendita delle uova di Pasqua.

Non sono tanto quegli affari colorati a spaventarmi, bensì la calca.

Giorno e notte, sera e mattina lì c'era la ressa.

Forse questo accadeva perché quello era l'unico buco dove le uova Kinder avevano l'esorbitante sconto del 55,6789435427889309%, ma dannazione! Alle tre di notte uno dorme o al massimo è seduto su un water a smaltire ciò che ha in corpo, non al supermercato per delle stupidissime uova!

Riuscii in qualche modo ad uscire da quel groviglio di corpi e andai verso la mia meta: il sale.

Che però anche lì non è facile, dato che non hai due confezioni. NO, al supermercato ci sono almeno 235 tipi di quella sostanza.

Uno è marino, l'altro Himalayano, uno è per chi non ama il sale, l'altro è più salato, c'è quello che ha il retrogusto di zucchina...

Ma per fortuna io so cosa prendere e punto diretta su quella marca incomprensibile di cui mi servo da 3 anni.

Arriva quindi il fatidico momento di mettersi in coda per pagare.

In coda tu potresti benissimo iniziare un cruciverba maxi e finirlo, il problema è che, se lo fai, stai sicuro che qualcuno ti frega il posto.

Così, armata di pazienza mi metto in fila.

Bè, raccontarvi esattamente ciò che succede è impossibile, dato che quei 10 metri ricordano tanto un girone dell'inferno unito ad un'osteria piena di marinai ubriacati, ma dopo mezz'ora di pura lotta per la sopravvivenza incredibilmente mi trovai fuori.

Mi girai per l'ultima volta verso l'infausta insegna rossa, quando (ARGH) mi accorsi di aver dimenticato il pane.

E ricomincia la storia...

 

 

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Bene, spero che vi sia piaciuta.

Alla prossima!!

  
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