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Autore: Wynn    14/04/2011    1 recensioni
Belfast, 2007, una donna viene assalita da una figura incappucciata: A.A.A. Cercasi Verità.
A due anni dal delitto David, un apprendista poliziotto, scopre il cadavere di un uomo. Il colpevole è lo stesso del delitto precedente... Ma chi si cela dietro lo pseudonimo A.A.A. Cercasi Verità? Ed è stato davvero quest'ultimo a commettere i due crimini?
Tra libri, intrighi, profumi e voci David e A.A.A. Cercasi Verità in persona dovranno smascherare il vero colpevole dei delitti...
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passa...

Belfast, 1 Settembre 2009, ore 07:45, fuori da casa Rosostia.
David Rosostia era appena uscito dalla sua vivace villetta. La villa non era molto grande, ma gli sgargianti colori che andavano dal rosso ciliegia al giallo limone, al verde smeraldo, al blu marino la rallegravano.
David era il figlio di Marcel, un poliziotto che aveva da poco ricevuto la carica d’ufficiale, e Marine, la custode della sorveglianza dell’ufficio di polizia. Si stava dirigendo all’ufficio di polizia per il suo primo giorno di lavoro. Lui, come il padre e il nonno prima di lui, era destinato a diventare poliziotto. Era un ragazzino intelligente e scaltro. Secondo sua madre erano caratteristiche adatte a un poliziotto, ma a lui sembravano più caratteristiche da detective o da ladro.
Non era molto alto per la sua età. Era molto simile alla madre. Marine era una donna di corporatura media, ma molto seducente. I suoi biondi capelli mossi odoravano di ciclamino, come il suo corpo, e spesso sembrava circondata da un’aura di saggezza infinita. Marcel al contrario era uno stuzzicadenti, magro e alto, dai capelli neri sempre scarmigliati e indomabili. La sua caratteristica più particolare? La tendenza a gesticolare e tacere.
Ovviamente nessuno capiva cosa voleva esprimere. Solo David e Sonya.
Sonya era la sorella maggiore di David. Lei si era trasferita in Italia per sfuggire ad una vita da poliziotta o da sorvegliante. Ora viveva da sola a Bologna, in Emilia Romagna. Qualche volta tornava in patria per un po’ di tempo per vedere se la sua famiglia stava bene. Con David era molto dispettosa. Spesso lo prendeva in giro chiamandolo “Messer Police”, “Poliziotto da strapazzo” o “Poliziozio”. Era il suo modo di dimostrargli il suo affetto. Sonya era fatta così. Non si faceva più viva da due anni. David pensava fosse per quel che era successo durante i giorni della sua ultima visita al paese natale. Infatti proprio due anni prima era avvenuto un tentativo di omicidio. Il colpevole, un certo A.A.A. Cercasi Verità, non era mai stato acciuffato.
Era ancora in libertà, nascosto da qualche parte, nel buio, attendendo il momento più adatto per fare la sua mossa. Ma il momento era più vicino di quanto chiunque pensasse, di quanto qualcuno avesse mai potuto prevedere.
Si, il momento era ormai arrivato.

“Sono passati due anni, ormai. Le cose non sono cambiate. E nemmeno i miei obiettivi. La Verità è molto vicina ma anche molto lontana. Il momento è ormai giunto, il momento in cui le cose cambieranno e le parti saranno invertite. Il colpevole sarà creduto vittima della vera vittima che sarà scambiata per colpevole. Io farò l’impossibile per evitare inevitabile. Farò tutto ciò che è in mio potere per salvare ciò che conosco, e lo salverò.”

All’ufficio...
-Ridicolo! Un’agenda non può sparire all’improvviso!-.
David tirò un sospiro d’esasperazione.
-Che cosa c’è che non va, Toad?- gli chiese.
-La mia agenda! Sparita! Non esiste!Che qualcuno la ritrovi al più presto!- sbraitò Toad.
-Forse è nel cassetto in basso a destra della sua scrivania, dove si trova di solito?- sospirò David.
-Non so se non hai capito o mi stai prendendo in giro... ho detto che è SPARITA! S-P-A-R-I-T-A! A volte mi chiedo se parliamo la stessa lingua...- gridò inferocito Toad.
David sospirò ancora e si mise a cercare l’agenda del suo capo.
Nella scrivania, niente.
Negli archivi, sola polvere, etchiù!
Nei vasi, solo odore di concime a base d’escrementi, bleah!!!
In un armadio, ma che razza di vestiti porta l’ufficiale?!
Vicino ai gabinetti, cos’è quest’odore d’alcool? Sbadabam!
Ops, il pavimento era bagnato...
Morale: Un livido sulla chiappa destra e nessun’agenda.
-Rosostia! Muoviti a trovarla! Vi avevo scritto una marea d’impegni improrogabili!-.
David era a pezzi. Non c’era traccia dell’agenda. Tornò a cercare in qua e in là.
Alla fine trovò quella maledetta agenda nel cestino del pattume. Tsk, se Toad buttava la sua agenda, non era di certo colpa sua!
-Allora hai trovato la mia agenda?-
-Si, nel pattume!- disse esasperato David.
-Non insinuerai forse che io abbia messo la mia agenda nell’immondizia! Io, un tuo superiore! Faccio questo lavoro da prima che tu venisti al mondo, moccioso!- sbraitò allora Toad.
Allora, pensò David, è più decrepito di quel che credevo... che sia immortale? Mah, concluse infine, l’erba cattiva non muore mai e probabilmente è così anche con le persone...

“L’ora è giunta. Non ho potuto farci niente. Io non mi arrendo, non senza aver prima lottato. Ce la farò, puoi scommetterci. Ci riuscirò, costi quel che costi, anche se dovesse rivelarsi tutto inutile. No. Nulla di ciò che farò sarà inutile. Nulla, hai capito bene. Io ce la farò. Renderò possibile l’inimmaginabile, fermando l’inevitabile ed evitando il peggio.
Mi stai ascoltando? Ti fermerò.
Dovesse essere l’ultima cosa che farò, fermerò i tuoi piani malefici, costi quel che costi,parola di A.A.A. Cercasi Verità”
   
 
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