Il
sole scaldava il villaggio sperduto in mezzo al deserto. Come
ogni Domenica nelle vie principali si teneva il mercato ricco di
bancarelle di ogni tipo, gli abitanti del villaggio riempivano le
vie urlando e ridendo. Due bambine uguali camminavano
lentamente, al loro passaggio le persone si giravano facendo
commenti e smorfie piene di disgusto, solo perché quelle
piccole creature erano…Diverse. Dimostravano
undici anni, pelle lattea, erano identiche, eccetto i capelli, una
aveva i capelli color blu notte che arrivavano alle guance, la
seconda capelli lunghi color argento. Entrambe avevano al posto
delle orecchie umane, delle orecchie da gatto sopra la nuca nere e
pelose. La bambina dai capelli blu aveva grandi occhi color
nero catrame, grandi e profondi, indossava una maglietta lunga e
nera che le copriva fin poco sopra le ginocchia. La bambina dai
capelli argento aveva gli occhi ambrati, indossava la maglietta
uguale alla sorella. Strinse la mano della gemella –Lyeen
ho tanta fame!!- La bambina dai capelli blu la guardò
–AmyLeen tranquilla, adesso prendiamo qualcosa da mangiare-
la rassicurò con un sorriso. -Ma non abbiamo soldi…E
poi loro dicono che siamo dei Mostri- brontolò l’altra
–Come facciamo?- -Non ci rimane altra scelta……AmyLeen
vai a nasconderti là…Io arrivo subito- con il dito
le indicò un vicolo poco più avanti del mercato, la
bambina annuì e corse via entrando nel buio e umido
vicolo. Lyeen si guardava intorno, la gente aveva smesso di
guardarla, si avvicinò cautamente a una bancarella di
viveri, senza farsi vedere s’infilò sotto la
bancarella, strinse contro il petto le ginocchia
sospirando. Doveva farcela, la sua sorellina aveva fame, e lei
essendo la maggiore di dieci minuti doveva proteggerla. Fece un
altro profondo respiro, da sotto maglia tirò fuori un
fodero contenente un coltello lo tirò fuori cominciando a
tracciare un cerchio nel legno sopra di lei. Appena ebbe finito
tirò via il pezzo di legno e due mele caddero sopra le sue
ginocchia, un lieve sorriso le dipinse il volto, ma scomparve
subito dopo che la tenda della bancarella si alzò, un uomo
si accucciò –EHI TU!!- l’afferrò per un
braccio trascinandola fuori, Lyeen non accennava a mollare le due
mele –Ah ma sei tu…MOSTRO!!!- -Lasciami!!- ringhiò
lei. L’uomo le strattonò il braccio, la bambina si
dimenò –LASCIAMI!!!- affondò i canini
appuntiti nel braccio del mercante che urlò lasciandola
andare, la ragazzina cadde a terra. Si rialzò
velocemente e corse via entrando nel vicolo, trovò la sua
gemella seduta con la schiena appoggiata al muro –Lyn!!-
sorrise, lei si avvicinò porgendole la mela rossa
–Tieni- AmyLeen prese la mela iniziando a masticarla
imitata dalla sorella, le due bambine erano così prese a
mangiare che non si accorsero dei due uomini all’entrata del
vicolo. Lyeen si voltò e un colpo secco la fece cadere a
terra. -Lyeen!!!- urlò la gemella, il mercante che poco
prima Lyeen aveva morsicato tirò fuori un coltello, si
scagliò contro la bambina dai capelli blu che sgranò
gli occhi per poi chiuderli. Sentì qualcosa di liquido
schizzarle in faccia, lentamente aprì gli occhi, davanti a
lei dei capelli argentei sporchi di sangue.
Sangue
nero. La mela che Amy teneva in mano cadde a terra rotolandole
davanti a lei. Il mercante e l’altro uomo
indietreggiarono di qualche passo e la bambina dai capelli
argentati cadde rumorosamente a terra. Gli occhi ambrati
sbarrati e... privi di vita. Lyeen gattonò
fino al corpo inerte della gemellina –Amy…- la scosse
lievemente –AMYLEEN!!!RISPONDI!!!- Niente… Solo
silenzio… Non avrebbe MAI più sentito la dolce
voce della sua gemellina. Calde lacrime cominciarono a bagnarle
le guance, si alzò lentamente alzando anche il capo, la
frangia copriva solo un occhio, ma entrambi erano impregnati
d’odio. I due uomini si scagliarono contro di lei che
allargò di più gli occhi, i due vennero sollevati da
una forza invisibile –Vi…IO VI ODIO!!!- urlò
con tutto il fiato che aveva in corpo, i due uomini guardarono la
bambina con gli occhi pieni di terrore, fu l’ultima cosa che
videro perché lei tese le braccia con le mani aperte –Vi
odio- chiuse le mani a pugno e il corpo dei due uomini esplose, le
varie parti del corpo del corpo si sparsero per tutto il vicolo,
del sangue le schizzò macchiandola, ma lei non ci fece
caso, scavalcò il corpo della sorella uscendo dal
vicolo. Tutti la guardavano, ma lei non li degnò nemmeno
di uno sguardo, camminava lentamente. Ad ogni suo passo le
persone venivano spezzate, una forza invisibile faceva a pezzi
ogni singola persona di quel villaggio, pure chi era riparato in
casa non le sfuggiva, non risparmiava né bambini e tanto
meno gli uomini e gli anziani. Quel pomeriggio nel villaggio
cadde l’assoluto silenzio, il vento caldo sollevava la
sabbia, gli abitanti del villaggio giacevano uno ad uno per terra,
i corpo erano sparsi per tutte le vie, le case macchiate di sangue
come lo era la sabbia. Lyeen era inginocchiata in mezzo a una
delle vie principali, tra le mani il coltello che aveva usato per
prendere quelle due mele rosse. Aveva lo sguardo basso, sporco
e inespressivo. Il rumore dei passi ruppe lievemente il
silenzio, la bambina si voltò lentamente, trovandosi
davanti una donna dai lunghi capelli rossi che tendeva la
mano. -Tranquilla……Lyeen, sono qui per aiutarti-
la voce era dolce e calorosa. La piccola bambina abbassò
le orecchiette nere e dopo qualche secondo di esitazione afferrò
la mano della donna che le fece un materno sorriso.
“Una
cattiva azione non ci tormenta appena compiuta, ma a distanza di
molto tempo, quando la si ricorda… Perché il
ricordo non si spegnerà mai…”
La
pioggia cadeva impetuosa, la luna coperta da delle nubi nere non
riusciva a filtrare nemmeno un singolo raggio. Una ragazza
aveva il capo appoggiato al freddo vetro della finestra, era
seduta a ¾ sul davanzale. Con la mano sinistra giocava
distrattamente con un pistola. Ancora…Aveva sognato di
nuovo quel’ evento, eppure erano passati sette anni, il
dolore avrebbe dovuto essere superato, invece ogni giorno che
passava si faceva sempre più forte. Sospirò,
guardò l’arma che teneva in mano con un lieve
sorriso, triste e malinconico. In sette anni la sua vita era
totalmente cambiata, ora faceva parte di un’organizzazione
che eseguiva “commissioni” per la mafia
Americana. Erano definiti dei pirati immortali,
già…Immortali. Non c’era persona al mondo
che non li conoscesse…Che non conoscesse la loro
organizzazione… La Dark Fire… La
banda formata da quattro persone, le più pericolose…Le
più spietate. Lei faceva parte di quell’organizzazione
dall’età di undici anni, ora ne aveva diciotto ed era
una ragazza che sapeva il fatto suo, era temuta e rispettata. Le
avevano persino dato un soprannome…”La rosa
felina” Si, era bella e pungente come una Rosa ed era
furba come un gatto, ma non solo per quello, ma anche per via
delle orecchie da gatto nere che aveva sul capo. Non era come
tutti i comuni mortali, lei era speciale…Lei era
diversa. -Che fai sveglia?- una voce roca, ancora addormentata
spaccò il silenzio, Lyeen alzò il capo continuando a
giocare con la pistola –Non riuscivo a dormire- Colui che
aveva disturbato i suoi pensieri accese una piccola lampada che
era sul comò di legno in parte al divano, la tenue luce lo
illuminava completamente, era un uomo alto e muscoloso, pelle
leggermente scura, i capelli color cenere tutti spettinati, occhi
color cioccolato fini e profondi, indossava solo dei pantaloncini
neri, si lasciò andare sul divano accendendosi una
sigaretta –Incubi?- domandò emanando una lieve e
amara nuvoletta. La ragazza si avvicinò, venne
illuminata anche lei dalla tenue luce, indossava una camicia da
uomo nera che le arrivava a malapena a metà coscia, le
lunghe gambe da gazzella lasciate ben in vista. Aveva lunghi
capelli blu notte tutti sfilati, le arrivavano fino al fondo
schiena, le orecchie da gatto si mossero, si sedette su un’altra
poltrona scrutando con i grandi occhi neri l’uomo davanti a
lei –Ricordi- L’uomo la scrutò –Cioè?- Lyeen
prese una sigaretta dal pacchetto accendendosela -Roky il dolore
non se ne va- -E mai se ne andrà piccola, soprattutto
con il nostro modo di vivere- -Ah grazie, ora si che sto molto
meglio- soffiò sarcastica. -Di niente Lyn- ghignò
spegnendo la cicca nel posacenere –Ho ricevuto ordini da
Jessica, domani ci vediamo- -Che dobbiamo fare?- -Un
mercantile, si porta dietro un bel bottino e in più dei
documenti riguardanti un certo Carmine- La mora alzò un
sopracciglio –Chi è?- -Un mafioso credo…E a
giudicare dal nome deve essere Italiano…Ma lo sai, meno si
sa più si vive…Comunque Jessica vuole che lo
recuperiamo senza errori- -Quella donna è troppo viziata
per conto mio- spense la sigaretta nel posacenere. -Trovami una
donna che non lo è- -Io- disse con una smorfia
divertita. -Ti sei mai sentita quando vuoi una nuova
arma?- -Hn…- si alzò –Buona notte Roky- e
la ragazza silenziosamente se ne andò venendo inghiottita
dall’oscurità del corridoio.
“Certi
momenti sono buoni per morire… Dipende solo da cosa ci
si lascia alle spalle… Se vale lottare per vivere o se
guardandosi indietro Non si vede neanche più da dove si
è partiti”
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