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Autore: Arwen297    14/04/2011    6 recensioni
Quando dopo cinque anni ti trovi nuovamente alle prese con pannolini, biberon e pappe; e hai a che fare con un gruppo di amiche al quanto matte, non sai mai cosa può accadere. Tutto si complica se oltre alla vita quotidiana già incasinata ci si mettono anche nuove e strane comparse, nuove minacce per il Pianeta Terra?
Questa fanfic è il seguito della mia seconda long-fic "Abenteuer in Wien"
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unite per l'Eternita''
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Desclaimer: Parte dei personaggi di questa fanfic non mi appartengono, sono proprietà di Naoko Takeuchi creatrice del manga, e di chi ne detiene i diritti ovvero la GP Publishing e la Mediaset. L’unica cosa che c’è di mio sono alcuni personaggi – ad esempio: Sailor Seasons e i Gemelli – e la trama di questa fanfiction siete per tanto pregati di contattarmi se volete pubblicare questo racconto sulle vostre pagine Facebook, siti e blog in modo da metterci d’accordo per l’attribuzione dei vari crediti.

Note al Racconto: Il titolo in Inglese “You were a dream in my heart” corrisponde all’italiano “Eri/Eravate un sogno nel mio cuore” se vi chiedete perché ho scelto proprio questo titolo, la mia scelta è dovuta alla lettura di un aforisma tra genitori e figli dove il bambino chiedeva:”Mamma ma prima di nascere io cos’ero?” e la mamma risponde “Eri un sogno nel mio cuore”. Ovviamente è riferito alla trama del racconto. Per chi è nuovo alla lettura delle mie long fic consiglio la lettura propedeutica delle altre due -“ Unite per l’Eternità” e “Abenteuer in Wien” -  perché strettamente collegate a questa per la trama e per quanto riguarda alcune situazioni che si discostano dall’anime, anche perché così potrà sapere qualcosa di più sui personaggi di mia invenzione, anche se forse saranno molto approfonditi anche qui.

Note ai lettori: Come sempre pregherei al pubblico maschile di non commentare perché sono fidanzata.  Detto questo buona lettura =)

1^Capitolo:  Rientro a Casa

La permanenza di un mese e mezzo nella grande capitale austriaca si era conclusa nel migliore dei modi. Gli ultimi due concerti a Vienna avevano riscosso molto successo. Lo stesso non si poteva dire del viaggio di ritorno in aereo che si era rivelato un autentico incubo soprattutto in fase d’atterraggio. Ragion per cui Heles Tenou fu estremamente contenta di poggiare il piede sul pavimento dell’aeroporto, e giurò a se stessa che non avrebbe mai più preso un aereo in vita sua. Aveva il terrore del volo e non sapeva neanche lei come era riuscita a non perdere i nervi mentre il volo compiva un atterraggio che le era sembrato a dir poco di fortuna.

Milena invece procedeva al suo fianco diretta alla sala per il recupero dei bagagli stringendo la custodia del violino tra le braccia, come sempre sembrava il ritratto della pace e della serenità. Dopo una decina di minuti i rulli iniziarono a muoversi e le due posero man mano l’attenzione sulle valigie per afferrare al volo le loro quando sarebbero sfilate davanti alle due, compito che aspettava ad Heles in modo da non far compiere sforzi eccessivi alla compagna; questo accordo era la conclusione di una lunga e noiosa discussione che aveva occupato gran parte della serata precedente, la musicista infatti non avrebbe mai voluto caricare Heles di tutti i trolley, che però a sua volta non voleva farle compiere degli sforzi. Trovarono la soluzione solamente due ore più tardi: Milena avrebbe portato il trolley più leggero lasciando ad Heles le altre mansioni. L’aeroporto era come sempre affollato anche nella parte riservata agli sbarchi provenienti dall’estero, per fortuna però non impiegarono molto tempo a scorgere Sidia e Ottavia poco distanti dalle persone che attendevano amici e parenti, la donna come sempre era appoggiata con la schiena ad una colonna, come se non riuscisse a reggere il peso dei suoi capelli. Appena Ottavia scorse le due si piombo tra le braccia di Milena, stringendola a se.

“Non potete immaginare quanto ci siete mancate a casa” disse loro la ragazzina

“Anche voi ci siete mancate” le rispose Milena salutando poi Sidia

“Si soprattutto ci sono mancati i polli carbonizzati” ghignò Heles rivolta a Sidia.

“Sidia mi ha detto che diventerò una sorella maggiore” continuò allegra la ragazza dai capelli corvini facendo tirare un sospiro di sollievo a Milena: temeva infatti per la reazione di Ottavia alla notizia dei gemelli e per quello che poteva osservare, la ragazza non sembrava essere preoccupata o dispiaciuta per la notizia, ciò che Milena temeva di più era una reazione negativa da parte di Ottavia dettata da una possibile gelosia nei confronti dei gemelli, emozione che sembrava non essersi destata nei pensieri della figlia del dottor Tomoe.

“Be ci sono novità qui a Tokyo escluse gli intrecci sentimentali?” chiese Heles a Sidia sperando vivamente che non ci fossero eventi strani in vista o possibili mostri da sconfiggere.

“ No non c’è nessuna novità” tagliò piuttosto secca Sidia rabbuiandosi un po’, perché quella domanda aveva riportato alla mente il sogno che l’aveva svegliata una delle notti precedenti. La guardiana del tempo non sapeva infatti se dare l’allarme oppure considerarla una previsione senza ne capo ne coda e quindi doveva semplicemente aspettare l’evoluzione degli eventi.

“Sidia tutto a posto?” era Milena il cui spirito di osservazione aveva captato un tentennamento nella sua compagna di squadra “Dovremmo forse sapere qualcosa che non sappiamo?”

“No niente di tutto ciò… voi cosa ci raccontate? Vienna com’è?” rispose l’altra per cercare di deviare il discorso, sperando che così qualsiasi cosa avesse notato Milena fosse presa per un allucinazione dalla sua compagna di squadra.

“E’ tutta un’altra cosa rispetto a Tokyo, ci sono dei palazzi meravigliosi anche la cucina non è male, certo abituate alla cucina Giapponese abbiamo impiegato un po’ di tempo per apprezzarla, ma se volete poi ho imparato a cucinare qualche piatto e posso provare a rifarlo” disse loro Milena ripensando alla sera in cui aveva rivelato a Heles che era in cinta, al solo pensiero del capitombolo che aveva fatto la bionda andando a prendere una zuccata contro il mobile perché nel suo dondolarsi sulla sedia dalla sorpresa aveva perso l’equilibrio non poté trattenere una lieve risata.

“Perché ridi?” chiese curiosa Ottavia  mentre erano giunte accanto alla macchina di Heles.

“Perché pensavo alla caduta che Heles ha fatto la sera in cui ho cucinato i piatti viennesi”

“Cioè vorrei vedere te, se scopri di essere papà di un bambino, che poi si trasformano in due, come reagiresti” brontolò Heles, fermandosi davanti al posto di guida, nell’attesa che Sidia si alzasse per lasciarle il posto.

“Che succede? Perché non ti siedi dietro?” le chiese Sidia abituata com’era a guidare, visto che lo aveva fatto per un mese e mezzo.

“ Tesoro devo ricordarti forse chi è che guida qui?” le rispose Heles sfoggiando un finto cipiglio severo, e provocando uno sbuffo nell’altra che dovette così slacciare le cinture e alzarsi per fare tutto il giro dell’auto e andarsi a sedere dietro a Milena.

“Che palle Hel però potevi fare un’eccezione almeno per questa giornata”
“No signora, ho già fatto eccezione per un mese” rispose la guerriera di Urano beccandosi un occhiataccia attraverso lo specchietto retrovisore da parte di Sidia.

Intanto Milena notò che si iniziava decisamente a respirare l’atmosfera natalizia nelle vie di Tokyo, erano infatti comparse le illuminazioni del periodo a trasformare le strade in un luccichio di colori e di allegria, le vetrine nella via centrale intorno alla torre televisiva avevano già addobbato le vetrine a regola d’arte, alcune avevano messo dei rami di pino finto intorno alle vetrine addobbati con dei bei nastri rossi e dorati ai quali erano attaccate tante palline colorate. Altre invece avevano spruzzato con la neve finta le vetrine e avevano disegnato piccoli paesaggi invernali stilizzati, altre ancora avevano riempito le vetrine di animali che trascorrevano la loro vita al freddo: orsi polari con capellini da Babbo Natale, gatti che sembravano vivi, Pinguini e persino una slitta con un finto Babbo Natale e la sua slitta con le renne in una delle vetrine della più grande pasticceria cittadina. E Milena non sarebbe stata sorpresa di scoprire che quella composizione della slitta in realtà era stata fatta con materiali commestibili come erano soliti addobbare la vetrina quelli che gestivano il locale.

“Siete andate a vedere il palazzo di Sissi?” chiese Ottavia.

“Si ho fatto anche qualche foto con il telefono, non so quanto siano venute bene ma qualcuna l’ho fatta”

“E aggiungo anche che Sissy era veramente un cesso di donna, e secondo me c’era troppo sfarzo in quel palazzo poi vedrete le foto e giudicherete voi stesse” intervenne Heles. Dopo esser stata costretta a girare con l’auto a causa dei lavori che avevano bloccato proprio la strada che era perpendicolare a quella di casa loro. E avrebbe quindi dovuto infilarsi nella parallela e infilarsi nella prima traversa utile che la collegava alla strada di casa loro, per fortuna la prima che aveva in mente di imboccare era libera dai lavori in corso e quindi fecero piuttosto in fretta a raggiungere la meta.

Quella traversa però sorprese Milena, era la stessa dove abitava quasi due mesi prima Adrien ma la sua villetta era sparita senza lasciare tracce, possibile?

“Sidia ma che tu sappia hanno demolito una villetta in questa via di recente?” chiese all’amica.

“No non credo proprio anche perché altrimenti avrebbero bloccato tutta la zona se calcoli il cantiere all’inizio della nostra via” e in effetti Sidia aveva ragione, molto probabilmente quella villetta era solo il frutto di una pura e semplice illusione in cui lei era cascata alla fine di Settembre, per colpa del loro nemico, che però indirettamente aveva causato il concepimento dei due esserini che giorno per giorno crescevano all’interno del suo corpo. Dopo pochi istanti la macchina si fermò davanti al garage ad aspettare che il cancello che chiudeva l’entrata scorresse fino a creare il passaggio abbastanza grande per l’automobile, dopo averla parcheggiata le quattro scesero, e malgrado le sue intenzioni Milena non riuscì a prendere neanche una valigia da portare su perché le sue tre compagne insistettero per portarle loro su, così la musicista si dovette accontentare del suo violino, che fino a prova contraria ancora non era stato reclamato da nessuno più per la paura di danneggiarlo con qualche colpo accidentale che per altri motivi.

“Casa dolce Casa!!” esclamò Heles appena Sidia aprì la porta del loro appartamento all’ultimo piano, sia a lei che a Milena la visione di quell’ingresso in stile moderno era mancata e non poco. E speravano con tutto il cuore che la camera dei gemelli potesse essere in qualche modo ricavata dalla camera che ora era degli ospiti visto che era piuttosto spaziosa, altrimenti separarsi da quell’abitazione così densa di bei ricordi sarebbe stato un vero colpo al cuore.

“Direi che mentre vi sistemate preparo il te, così voi fate tutto con l’assoluta calma” propose Sidia.

“Io vado sotto la doccia” annunciò Milena “qualcuno deve per caso prima andare in bagno? Credo che sarà piuttosto lunga e non voglio scocciature di nessun tipo”

“Noi non dobbiamo andare, io ora chiamo i miei per chiedere se possiamo andare a pranzo domenica” rispose Heles.

“Ok”  rispose la musicista mentre Ottavia si sedeva davanti la tv in salotto per poi chiudersi in bagno a farsi la doccia. Sidia intanto aveva raggiunto la cucina, mentre Heles aveva già preso in mano la cornetta del telefono accanto al divano e dopo essersi seduta compose il suo numero di casa. Il telefono non registrò neanche uno squillo che la voce squillante della madre della bionda echeggiò nella cornetta telefonica.

“Pronto chi parla?”

“Mamma sono io, Heles”

“O ciao tesoro, com’è andata a Vienna? Ti sei divertita? Ho visto qualche concerto di Milena lo hanno trasmesso anche qui, è stata veramente brava, come state?”

“Si è andato tutto bene nel viaggio e stiamo tutte bene qui senti volevo chiederti se potevo venire a pranzo Domenica, ovviamente viene anche Milena”

“Lo sai che non devi neanche chiedere e che un posto per voi due a tavola ci sarà sempre finché mamma e papà saranno in vita” rispose allegra la donna.

“ok allora ci vediamo Domenica salutami anche papà quando arriva a casa dal lavoro” disse Heles “Ti saluta Ottavia” aggiunse poi vedendo i gesti che la brunetta gli faceva guardandola con la testa appoggiata alla spalliera del divano sopra le braccia.

“Salutamela anche te, a domenica tesoro” la salutò la madre. Ora il passo più complicato da fare era avvisare i genitori di Milena che era sicura, non avrebbero risposto al telefono avrebbero fatto dire alla domestica che non c’erano in casa appena sentivano la voce di Milena al telefono. Per distrarsi la bionda iniziò a spostare le tre valigie in camera, e finito il lavoro andò a far compagnia a Sidia in cucina, si sentiva quasi persa, doveva ancora abituarsi all’idea che era a Tokyo e soprattutto che stava per diventare quello che c’era di più simile ad un papà. Milena sembrava così serena per la situazione che stava vivendo, le pareva la cosa più naturale del mondo alla guerriera di Nettuno, ma lei ancora faceva fatica a crederlo, e in realtà non era la cosa più normale del mondo, almeno non per loro.

“Cosa ti turba?” la voce di Sidia si intromise nei suoi pensieri, da lontano.

“uhm?”

“Si vede lontano un miglio che c’e qualcosa che ti turba, di cosa si tratta? Dei gemelli?”

“Ma si Sidia, devo ancora abituarmi all’idea…sai con Ottavia è stato diverso lei non porta il mio cognome, è la cosa più normale del mondo essere genitori ma non per noi. Come lo spiegheremo a chi ci incontra? Non lo so sono confusa…Milena invece sembra aver raggiunto una pace interiore incredibile”

“E’ normale che ti senti così confusa, dopo tutto era l’ultima cosa che pensavi potesse accadere a seguito della notte di fuoco che hai passato con Milena quando avete raggiunto la vostra massima trasformazione, tuttavia non credere che per Milena sia solo rosa e fiori, la conosci meglio di me e sai con quanta difficoltà esterna le sue emozioni” rispose la bruna.

“Ho paura di non essere un bravo papà, e poi quando saranno grandi? Magari saranno presi in giro dai loro compagni e si sentiranno diversi”

“Ma figurati credo proprio che quando i due gemelli saranno grandi la mentalità sarà molto più ampia e aperta, e poi non fasciarti la testa prima di romperla. Tutti ti abbiamo vista cosa facevi con Ottavia a suo tempo e sono sicura che sarete degli ottimi genitori. Vi compensate a vicenda te e lei…e poi se ce ne sarà bisogno c’è sempre zia Sidia” la rassicurò la guerriera di Plutone battendosi un pugno sul petto” senza contare che i due piccolini avranno l’intero battaglione delle guerriere Sailor a disposizione”

“Non mi ci fare pensare, non oso immaginare cosa combineranno Banny e le altre…credo che mi spaventino più loro che l’idea di avere due bambini” rispose la bionda afferrando uno dei biscotti sul vassoio che Sidia aveva appena messo sul tavolo. Erano squisiti.

“Di cosa stavate parlando?” era Milena che si era messa i vestiti con cui era solita stare in casa, e si era appena finita di asciugare la sua moltitudine di capelli che ora svolazzavano dietro la testa raccolti da un nastro nero in una coda portata alta.

“Di come stava la nostra nuova neo mamma” esplose Sidia abbracciandola “Non ti ho ancora fatto le congratulazioni come si deve! Quindi auguri ad entrambe!”

“Grazie Sidia” le sorrise l’altra dolcemente

“Come ti senti?”

“Benissimo, anche se sono sempre affamata, è incredibile quanto riesco a mangiare”

“Be devi nutrirti per tre” rispose l’altra sedendosi a sua volta al tavolo “OTTAVIA IL TE è PRONTO” urlò rivolta alla guerriera di Saturno nella stanza accanto.

“ARRIVO” rispose la ragazza, e in fatti la sentirono muoversi e lasciare il divano dopo aver spento la televisione ed essersi infilata le sue ciabatte viola. Milena dal canto suo si perse nel sorseggiare il te, era diverso da quello di Vienna, il te giapponese era quasi più fruttato e lei lo aveva sempre amato. È incredibile come ti può far piacere ritrovare una cosa dopo un mese di assenza dalla tua terra, quando non ci avevi mai fatto caso prima.

“Allora cosa avete portato di regalo?” tornò nuovamente all’attacco Ottavia.

“E’ una sorpresa piccola, domani lo scoprirai assieme alle altre che mi vogliono vedere, e alle quali dobbiamo ancora dare la notizia dei gemelli” le rispose Milena, che fu costretta ad assistere allo sguardo deluso della brunetta.

“Va bè”

“A proposito poi dobbiamo chiamare Banny perché sono rimasta d’accordo che le facevamo sapere per domani” disse Sidia.

“Finisco il te e poi la chiamo io” rispose Milena.

E così infatti fece la violinista, chiamò a casa di Banny e le rispose Sam il fratello della sua amica che ormai era diventato un bel ragazzino di quindici anni, che le passo dopo le domande di rito Banny. La voce della biondina dai buffi codini risuonò dopo qualche minuto dentro la cornetta, e rispose molto entusiasta in modo affermativo alla conferma dell’invito, dicendo che avrebbe avvisato tutto il resto del gruppo in modo da essere li per quattro del pomeriggio seguente, dopo di che chiuse la comunicazione. Finita la telefonata Milena decise che era venuto il grande momento di entrare finalmente nella minuscola stanza che usava abitualmente per dipingere, e l’odore tanto familiare dei colori a tempera le invase le narici facendola sentire a casa, anche se nei giorni seguenti aveva deciso che doveva assolutamente recarsi in spiaggia perché aveva bisogno di pensare, e nella sua vita non aveva mai trovato un compagno migliore che il mare a farle da sottofondo, compagno che ascoltava silenzioso e che a volte forniva anche delle risposte giuste e sagge. Sul cavalletto c’era ancora il dipinto che aveva iniziato un mese prima incompiuta e decise di mettersi a dipingere mentre Heles faceva la doccia e intanto che aspettava la cena. In modo tale da estraniarsi e riuscire anche con la pittura a incanalare tutte le sue sensazioni, in quello che inizialmente era nato come un quadro piuttosto triste, di quelli moderni che sembrano rappresentare colpi di colore senza senso, ma che in realtà rappresentavano uno dei lati più profondi di ciascun artista; ma in quel preciso istante la pittrice decise che quei colori così scuri non rappresentavano la sua emotività in quel momento che era molto simile a un arcobaleno o a un prato di fiori primaverile, così si mise all’opera per variarne i colori che mancavano al suo completamento.

 

   
 
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