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Autore: buzzy    15/04/2011    1 recensioni
Si dice che il miglior modo per conquistare una donna sia farla ridere,nei miei 25 anni di vita posso affermare che il contrario non funziona,infatti le mie uscite con lo stesso ragazzo non andavano oltre quota due:un bel due di picche!!!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Il primo appuntamento è una fase che non deve mai mancare per la nascita di un rapporto,io ero già teoricamente fidanzata e con il mio suddetto boyfriend non ero uscita nemmeno una volta.
Le persone normali prima di iniziare una relazione seguono il classico schema in uso fin dai tempi dell'uomo primitivo,ossia:conoscersi,uscire insieme,vedere se ci si piace o meno e se tutto va bene fidanzarsi;
Io di normale non avevo mai avuto niente,perfino al momento della nascita ,un esempio banale il 95% dei bambini nasce in posizione cefalica,io sono nata podalica,ho avuto l'ardire di presentarmi al mondo mostrando le chiappe e forse questa sfrontatezza avrà dato fastidio a qualcuno...ma torniamo all'argomento in questione ossia la vita amorosa e in particolare dello schema da seguire prima accennato:a contrario di tutti,io e Andrea avevamo bene in presa visione di come andassero le cose nella routine e siccome di normale oltre me non c'era nemmeno lui avevamo iniziato il nostro rapporto fidanzandosi subito,avremmo avuto modo di conoscerci lo stesso e per quanto i sentimenti,lui a suo parere già li conosceva e io li avrei scoperti in futuro.
Ma sono positiva poteva andare peggio di così,potevamo anche andare direttamente in comune a sposarci,grazie al cielo non ero così svitata e in particolare ero abbastanza avversa alla parola matrimonio.
La sera dopo il nostro “accordo” Andrea insistette per riaccompagnarmi a casa e quello che seguette mi fece maledire per l'ennesima volta il fatto di non avere ancora comprato un'automobile.
Mia madre sarebbe rimasta ancora da me per altri 5giorni,purtroppo doveva ritornare al nostro paesino per via del lavoro,per fortuna mia aveva potuto prendere solo una settimana di ferie,ma il fatto di dover partire a breve e di vedermi arrivare in compagnia a casa,le diede spazio per organizzare una “serata in famiglia”,le nostre famiglie,e ovviamente il mio adorato e maledetto fidanzato accettò senza problemi.
Ricevetti il mio primo telefonino all'età di quattordici anni,inizialmente non lo usavo granché ma con il tempo era diventato un'optional indispensabile,ora lo stavo odiando invece...è incredibile come nel giro di pochi secondi avessero suocera e genero avvertito gli interessati di non prendere impegni e come fosse stato tutto organizzato a puntino per due sere dopo.
Fortunatamente i miei parenti abitavano lontano,mio padre non riuscì a liberarsi,mio zio era in viaggio come sempre verso un nuovo paese orientale,mentre mia nonna sarebbe partita a razzo ma metti l'età o forse mio nonno che la tratteneva dal partire all'avventura con l'aereo,resto anche lei a casuccia a terminare il famoso corredo.
Due giorni che furono di per sé interminabili,mia madre mi trascinò da parrucchiera ed estetista e anche ahimè a fare shopping,a differenza di Michela che riuscivo a impietosire,mia madre non mi lasciava scampo e mi costringeva a comprare vestiti eleganti che difficilmente avrei indossato una seconda volta e questi comprendevano anche le odiate gonne.
“Sei un maschiaccio”,era da quando avevo cinque anni che me lo sentivo dire,dalla prima volta che mia madre,dopo avermi comprato un vestitino che lei definiva un amore, mi aveva trovato immobile davanti allo specchio a versare silenziose lacrime di fronte all'orribile visione di quel abitino rosa a merletti.
Lo confesso,oltre le gonne odio anche il rosa è più forte di me,nel mio armadio non troverete gonne oltre quelle comprate sotto tortura e che nascondo accuratamente e nessun indumento rosa a parte un pigiama regalatomi da mia nonna.
Comunque,il fatidico giorno arrivò,ero già pronta da una buona ora,avrei perso anche meno tempo ma ero stata sottoposta alla tortura del trucco e in particolare della matita e del mascara che pericolosi si avvicinavano ai miei occhi,mia madre ancora era indaffarata nei suoi preparativi e come sempre in perenne ritardo,e noi figli che avevamo ereditato invece la puntualità l'aspettavamo fissando l'orologio insistentemente.
“Era ora”,dovevamo essere dall'altra parte della città tra un quarto d'ora e invece stavamo partendo da casa  solo ora,per Paola Burla era importante avere sempre un buon aspetto non per sé ma perchè era una forma di rispetto verso gli altri,eppure a mio parere era più rispettoso non far aspettare le persone. Quella sera non potevamo usare la due posti di Daniele e quindi prendemmo fortunatamente l'utilitaria di mia madre,mio fratello aveva una veloce spider ma guidava a media velocità e se avesse guidato lui non saremmo arrivati prima di un'ora all'incontro,così mi misi io al volante sfilando di slancio le chiavi a mia madre senza lasciare tempo di discussioni.
Trenta minuti dopo,una decina di eccessi di velocità superati e  infinite invocazioni ai santi lanciate dai miei due parenti senza alcun motivo,arrivammo a destinazione.
Quella sera oltre loro ci sarebbero stati solo Andrea,suo padre e sua sorella,anche i genitori del fustacchione erano divorziati e sua madre era in crociera con il suo nuovo “toy boy”.
Il Signor Ettore Carlisi, padrone dell'Eusclepiofarm, aveva prenotato la saletta piccola del ristorante tutta per noi,potevamo stare quanto volevamo a parlare senza preoccupazioni e disturbi,in queste evenienze l'occasione necessitava intimità e sebbene mi paresse abbastanza esagerato era impossibile negare qualcosa a quell'uomo,sprizzava sicurezza e fascino peggio del figlio e ciò travolgeva chi gli stava intorno.

“E' un piacere conoscervi-disse salutandoci,una stretta di mano a mio fratello,un baciamano a mia madre che arrossì come un pomodoro e un abbraccio a me-mio figlio non mi aveva parlato di te signorinella,ma in questi ultimi giorni ha recuperato e anche mia figlia a quanto pare ti conosce già,dice che lo screanzato a trovato pane per i suoi denti”-e scoppiò a ridere.

Quell'uomo era incredibile,dall'aspetto poteva sembrare un tipo molto serio ma quando poi lo conoscevi si dimostrava essere un simpaticone,se avessi avuto qualche anno in più o lui meno avrei scelto lui invece del figlio,chissà forse Andrea aveva lati del suo carattere che ancora non conoscevo e anche lui sarebbe riuscito a farmi ridere.

“Beh cognatina a quanto pare hai fatto colpo anche su papà”,disse Claudia salutandomi.

Il primo appuntamento che poi si era allargato ai familiari si stava dimostrando meno stressante di quello che pensavo.
Bastava evitare domande che scendessero troppo nel particolare sulla nostra relazione,non penso che i fatti sarebbero stati accolti benevolmente dai miei e dal signor Carlisi,fortunatamente potevamo contare sull'alleanza della sorella del fustacchione che ci avrebbe facilitato le cose.

“Perciò,mi sembra di aver capito che vi siete conosciuti a lavoro. Deve essere stato un colpo di fulmine visto che la collaborazione con mio figlio è recente”

“Già sono curiosa anch'io di sapere un po' quello che è successo,eviti sempre l'argomento ma ora è giusto che ci rendiate partecipi ragazzi”,mia madre stava rincarando la dose.

Oh sinfonia di sogliole siamesi con contorno di patate al cartoccio,che dovevo rispondergli,non potevo mica dirgli la realtà.

“E' stato un fulmine a ciel sereno o meglio un uragano catastrofico,mi ha sconvolto peggio di quanto potesse fare una calamità,mi ha colpito con un getto d'inchiostro caldo e attirato con il suo caratterino e le stranezze che spesso dice,tutto qui,non c'è niente da dire.”

Come facesse a trovare le parole giuste sempre al momento giusto era incredibile,è ancora più fenomenale era il fatto che sembrassero reali,possibile che il mio lato catastrofico che aveva sempre allontanato il genere maschile da me con lui avesse l'effetto contrario?








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