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Autore: Erin_Prince    15/04/2011    5 recensioni
"Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte." (dal capitolo 4) Si lo so...Sempre Sev!!!!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hola Gente!!!!!allora, vi è piaciuto il primo capitolo?Ringrazio Zefil, Always85 e Iurin per aver recensito e per avermi scritto la loro opinione....

Vi lascio al secondo capitolo, spero di ricevere altri commenti così da capire se questa nuova protagonista vi piace...

Un bacio, Erin.

 

 

CAPITOLO2

Come previsto dall'acume di Marietta, Lumacorno si rivelò un simpaticone e, allo stesso tempo, uno di quei professori che, alla prima lezione, individua la gente che ha delle potenzialità, quelli che risultano più intelligenti e più promettenti. Avevo sentito dire che tra i suoi allievi c'era stato persino il fantomatico Voldemort.

Certo che se tutti i suoi studenti facevano quella fine...

In ogni caso, Lumacorno ci fece preparare il Distillato della Morte Vivente, una pozione particolarmente difficile. Mi uscì qualcosa di discreto, ma Potter fu più bravo di me, sebbene fosse sempre stato una schiappa e un mezzo ignorante in materia.

Ma ciò che più ci premeva era la lezione che ci attendeva nel pomeriggio: Difesa. Aspettavo quelle ore con una certa ansia, o meglio, con curiosità. Piton era sempre stato l'arcigno, acido, impassibile professore di Pozioni, vederlo in un'altra veste era un po' strano...No, strano sarebbe stato vederlo sorridere.

Nelle prime ore dopo pranzo, rifiutando una scampagnata in biblioteca con Jane, uscii nel parco: i deboli raggi del sole trafiggevano le rade nuvole, donando ancora del calore a noi poveri studenti che cercavamo un po' di svago fuori dalle mura del castello. Mi era sempre piaciuto uscire e passeggiare nel prato, spingendomi fino ai confini della Foresta Proibita, immaginando cosa potesse nascondersi in mezzo a quegli alberi. Ma non mi ero mai spinta oltre. Camminai fino alle serre di Erbologia, sempre immersa nei miei pensieri. Mi piaceva la solitudine, mi piaceva staccarmi dal resto degli studenti, mi piaceva restare da sola per un po' anche se non avevo un vero motivo per farlo. Adoravo osservare in silenzio gli altri, i loro comportamenti. Forse risulto un po' una pazza, una maniaca e una squilibrata...Certo mi piaceva anche divertirmi, non ero mica una mummia!Però declinavo sempre gli inviti a feste clandestine nella Stanza delle Necessità o a qualche strana “riunione”...

Il grande orologio batté le cinque del pomeriggio: ero già in ritardo netto per la lezione di Piton.

Pensai che non potevo essere più sfortunata mentre correvo per i corridoi, cercando di raggiungere il più in fretta possibile l'aula.

Ma si, potevo essere più sfigata di quello che già ero: a metà del corridoio del quarto piano incontrai Stephan, il mio caro ex ragazzo.

Stephan ed io stavamo insieme l'anno prima, ma lui poi mi aveva tradita, verso la fine della scuola, con una Serpeverde, tale Pansy. Mi aveva mandato biglietti, lettere, interi fogli con mi dispiace di qua, mi dispiace di là. Ma, ovviamente, il pensiero di perdonarlo non mi aveva nemmeno sfiorata.

-Ehi Rebecca!- mi disse, facendo un debole sorriso.

-Stephan- risposi, atona -Sono in ritardo, Piton...- dissi, mentre già correvo, lasciandolo lì a guardarmi andare via. Non lo potevo soffrire, non riuscivo a guardarlo negli occhi: la ferita che mi aveva procurato si stava rimarginando, ma vederlo ogni giorno a scuola per nove mesi non avrebbe aiutato.

Non sapevo che presto, molto presto, qualcosa me lo avrebbe fatto dimenticare; in un batter di ciglia si sarebbe volatilizzato, sarebbe scomparso dalla mia mente come fumo, rimpiazzato da qualcun altro.

Come previsto, arrivai in ritardo alla lezione di Piton; i miei compagni erano già seduti ai banchi, rimaneva solo un posto libero, accanto a Cho.

-La signorina Hale ha deciso di onorarci della sua presenza...- mi disse lui, appena misi piede in quell'aula inquietante e decisamente sinistra.

-Mi scusi, professor Piton, ero..-

-Non mi interessa, 10 punti in meno a Corvonero.- disse, voltandosi, dirigendosi verso la cattedra.

Mi sedetti vicino a Cho, presi il mio quaderno e cominciai ad ascoltare, contro voglia, il tetro professore. Una lezione di inizio anno, una di quelle lezioni di cui aspetti con ansia la fine.

Ma dopo pochi minuti, il discorso di Piton prese un'altra piega, una piega ben più interessante di una stupida e normale lezione introduttiva. La sua voce era venata da una nota di passione, un qualcosa che faceva trasparire quanto lui fosse attratto da quella materia; non era la solita voce atona e annoiata con cui ci parlava durante le ore di Pozioni, era qualcosa di più. Solo allora notai quanto pesasse le parole, quanto di suo c'era in quello che diceva. Lo ascoltavo, rapita, mentre Cho, al mio fianco, guardava Piton con aria terrorizzata. Ad un certo punto, il professore tacque, guardandoci uno ad uno: solo in quel momento notai il colore dei suoi occhi, un nero privo di una qualsiasi luce, un nero profondo e senza fine. Distolsi lo sguardo, abbassandolo sul banco.

-Ora, farete questo piccolo test, così che io possa valutare la vostra preparazione.- disse, e con un colpo di bacchetta dieci domande di stamparono sui fogli che avevamo davanti.

-Come se non sapessi già che solo la metà della metà di voi riuscirà ad evitare una T.- aggiunse, gelido, sedendosi alla scrivania; appoggiò il mento al dorso di una mano, mentre guardava, fuori dalla finestra, il sole che, rosso sangue, scompariva dietro le montagne.

Risposi alle domande senza alcuna difficoltà. Mancava ancora qualche minuto alla fine dell'ora, così consegnai sperando che Piton mi facesse uscire prima. Mi alzai dal posto e, tenendo il foglio in mano, mi avviai alla cattedra: non scorderò mai il suo sguardo, affilato e pallido, posarsi su di me con aria interrogativa.

-Ho finito, professore.- dissi, sicura delle risposte che avevo dato. D'altronde, ero una delle poche a essere riuscita a passare i GUFO in modo eccellente.

-Prima della Granger?..- disse Piton, prendendo il test dalle mie mani -Può andare, Hale.- mi congedò.

Recuperai le mie cose e uscii da quell'aula diventata improvvisamente asfissiante e opprimente.


 

  
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