Libri > Il diario del vampiro
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Autore: gaga96    15/04/2011    2 recensioni
Una nuova avventura che metterà in difficoltà la nostra strega.
“Gli stregoni millenari sono quasi impossibili da distruggere. Per distruggere uno di essi, bisogna essere almeno in due, entrambi discendenti dalla stessa stirpe e molto uniti in un forte legame.”Così dice il libro. Ma non era l’ultima discendente della sua stirpe? E chi sarà il nuovo arrivato, che metterà a dura prova i sentimenti che la nostra Bonnie prova per Damon? In questa nuova avventura, Bonnie incontrerà degli amici di cui si potrà fidare e che l’aiuteranno nel suo intento: il circolo delle streghe. Damon può tornare in vita. Ma, alla fine, Bonnie riuscirà a far tornare Damon, o si innamorerà del nuovo arrivato? E riusciranno a sopravvivere tutti? In questa storia, misto tra amori, tradimenti, lotte e perdite, troviamo i personaggi de “I diari delle streghe” e “Il diario del vampiro”, in un crossover all’ultima…presenza…
(Leggere l’episodio uno, “Your Love”, perché tutto dipende da quello. Buona Lettura =P)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Il padre di Eric era un tipo piuttosto simpatico e chiacchierone, ma fortunatamente, parlava più con suo figlio che con me.
—Eccoci, siamo arrivati!— esclamò Eric ad un certo punto. Girai lo sguardo verso destra e vidi una casa sul giallo ocra molto carina, con colonne bianche che sorreggevano il portico e un piccolo giardinetto pieno di fiori davanti alle scale della porta d’entrata. Era una casa a due piani. Davvero molto carina. Uscii dall’auto e Eric mi aiutò a prendere la valigia dal bagagliaio.
—Senti, grazie mille per il passaggio, davvero!— lo ringrazia di cuore, voltandomi di novanta gradi verso di lui.
—Di niente, Bonnie!— sorrise. Un sorriso che mi provocò una strana reazione allo stomaco. Sorrisi di rimando e rimanemmo qualche secondo in piedi come due scemi, finchè non arrivò il padre di lui e, appoggiandosi al porta bagagli, esclamò:
—Perché non ti fermi qui da noi, Ronnie?— io sorrisi.
—Non voglio disturbare! Comunque è Bonnie, non Ronnie!—ridacchiai.
—Ma sì, che non disturbi mai! E poi è una vita che non vedo una ragazza con Eric! Su, ti mostro la stanza degli ospiti!— e partì in quarta verso la casa. Io arrossii; abbastanza imbarazzata cominciai a seguire il padre del ragazzo ma subito venni bloccata da una mano sul mio polso. Mi girai e vidi Eric pericolosamente vicino a me. Sentii il mio respiro accelerare e lo stomaco fare i salti mortali, mentre il mio cervello non assimilava più le notizie. In quel momento, tornai indietro nel tempo, a quando Damon mi prendeva così i primi tempi della nostra storia. E mi guardava coi suoi occhi così scuri nella stessa maniera in cui in quel momento, lo sconosciuto mi stava guardando. Ritornai di colpo alla realtà.
—S-sì?— balbettai. Lui sembrò cadere dalle nuvole. Si guardò la mano e la scansò in fretta.
—Scusa, scusa! Mi ero incantato! Segui pure mio padre!— borbottò con voce roca, il che mi fece riflettere. Perché aveva fatto un cambiamento d’umore del genere? Cosa diamine gli era accaduto?
La casa era davvero bella e spaziosa. Davanti alla porta d’entrata c’erano le scale che salii, notando il padre di Eric sbracciarsi dal piano di sopra. Mi indicò l’ultima porta del corridoio e me l’aprì. Entrai in una stanza di medie dimensioni, con un letto violetto vicino alla finestra, un armadio bello grande di fronte ad esso e uno specchio vicino alla porta, con tanto di scaffali pieni di libri di fianco e un tappeto ai piedi del letto. Era comoda e accogliente! Mi mostrò una porta di fianco all’armadio che portava al bagno, in comune con la stanza di Eric (il che non è che mi esaltasse molto!). Lo ringraziai e lui richiuse la porta nell’uscire. Iniziai a sistemare alcune delle mie cose nell’armadio. Non avevo idea di quanto tempo ci avrei messo per trovare il mio pseudo-parente e instaurare un rapporto forte con lui, ma sapevo che un mese circa non sarebbe bastato. All’improvviso, Eric spalancò la porta.
—Bonnie!— chiamò, prendendomi alla sprovvista, tanto che sussultai.
—Scusa, non volevo spaventarti! Vuoi conoscere mio cugino e la sua ‘banda’?— annuii, nel vederlo così contento. Mi accompagnò fino al giardino nel retro, dove trovai dodici, dico dodici, ragazzi! Spalancai leggermente la bocca!
—Bonnie, lui è Adam!— puntò ad un ragazzo coi capelli scuri e alto. Un bel ragazzo!
—Piacere!— rispose lui, senza staccarsi dalla sua fidanzata, una ragazza con dei capelli marroni, alta nella media.
—Lei è Cassie!—continuò Eric. Poi, una ragazza bellissima, alta e slanciata, molto sensuale, con capelli neri e labbra rosse, con sicurezza disse:
—Eric, lascia che mi presenti da sola! Io mi chiamo Faye! Tu sei…?—
—Ehm, Bonnie! Mi chiamo Bonnie!— balbettai, un po’ in imbarazzo.
Accanto a lei, una ragazza coi capelli biondi e con un seno piuttosto pronunciato, si presentò:
—Io sono Susan!— e di fianco, una ragazza cupa e tenebrosa, coi capelli scuri davanti e vestita da motociclista, esclamò: —Piacere, Deborah!—
Il ragazzo accanto, inquietante anche lui, disse:— Nick!—
Vicino, c’era una ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi verdi! Sembrava un misto fra Elena e Stefan. Era molto bella!
—Diana, piacere! E loro sono Melanie (occhi grigi, come comportamento somigliava a Meredith! Molto carina) e Laurel (magra e castana)—feci un cenno col capo.
—Lui è Sean— disse Eric, puntando un ragazzo bassoccio.
—E loro sono i due fratelli Henderson,  Chris e Doug!—terminò. Sospirai e li guardai tutti. Calò un silenzio imbarazzante. Cercai di farmi venire una battuta!
—Wow! Dodici! Dovete essere molto uniti fra di voi, allora!— ridacchiai falsamente. La ragazza, Faye mi sembra, mi fulminò con gli occhi:
—Sì, certo! Come no!— commentò ironica. Mi sentii sprofondare.
—Dai, Faye! Piantala! Benvenuta a New Salem, Bonnie!— disse la bionda, Diana! Mi venne incontro e, inaspettatamente, mi abbracciò! Quando sciolse l’abbraccio, mi guardò dritta negli occhi.
—Qual è il tuo cognome?— mi chiese, innocentemente.
—McCullogh! Bonnie McCullogh!—il clima si congelò. Vidi Diana spalancare gli occhi e irrigidirsi. Cassie si rizzò in piedi e Nick cominciò un’altra sigaretta.
—McCullogh? Davvero? Quella McCullogh?— disse Diana.
—Diana, non ho idea di quante McCullogh ci siano a Salem, comunque sì, sono io!— sorrisi, cercando di rompere quel ghiaccio che si era creato. Vidi Diana guardarsi intorno, poi tornare a guardarmi e alla fine fare un sorrisetto piuttosto falso e tornare in fila.
—Ehm…ok! Beh, dopo aver fatto le presentazioni, direi che Bonnie, tu puoi andare, se vuoi!— mi disse Eric. Io sorrisi, un po’ scombussolata e salutai tutti i ragazzi, tornandomene pensierosa in camera.
Riflettei che mi trovavo nella camera e nella casa di un perfetto sconosciuto e che lui era così ospitale con me, fin troppo, ma non mi dava l’idea di essere cattivo. C’era come qualcosa fra di noi, che non riuscivo a capire e che mi lasciava essere me stessa senza troppe barriere. Mi sentivo quasi al sicuro. Gli amici di suo cugino erano piuttosto strani, però! Erano molto misteriosi e dovevano custodire chissà quale segreto per essere così uniti essendo così diversi in realtà. Bastava vedere quella Faye e Diana. Chissà cosa era successo a New Salem prima del mio arrivo. Strana anche la reazione al mio cognome.
“—McCullogh? Davvero? Quella McCullogh?—“ aveva detto Diana. Sembrava seriamente stupita e dovevo scoprite il perché che, senza ombra di dubbio, riguardava qualcuno della mia famiglia o che comunque ne era a stretto contatto.
Decisi quel pomeriggio di uscire di casa e fare un giro per le vie di Salem. Quando uscii, andai d’istinto a destra e continuai a camminare, fino a che un cartello non mi indicava la via “Crowhaven Road”. Notai una serie di case in ambedue i lati della strada e la scogliera in fondo alla via. Decisi che sarei andata a farmi una passeggiata vicino all’acqua. Appena sorpassata una casa diroccata al numero 12, raggiunsi l’acqua. Il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli era molto rilassante e chiusi gli occhi per godermelo meglio. Sembrava quasi come se si portasse via i miei ricordi, lasciandomi solo pace e serenità dentro me stessa. Sentii quasi una voce chiamarmi…
—Bonnie…Bonnie…Bonnie!— sentii gridare. Poi una mano sulla mia spalla mi fece urlare e mi spaventò.
—Oddio, scusami! Non avevo intenzione di spaventarti!— esclamò Diana, sorridendo dolcemente. Tirai un sospiro di sollievo, mentre il mio cuore riprendeva il suo battito regolare!
—Volevo solo chiederti se ti andava di venire a casa mia la settimana prossima! E’ la casa gialla che vedi la infondo! Ci saremo tutti!— disse lei. Probabilmente avevo un espressione piuttosto sorpresa o titubante, perché lei mi guardò e sospirò.
—Bonnie, mi dispiace per prima! E’ solo che è da tanto che non si sente un McCullogh qui in giro. Dai vieni! Dobbiamo parlarti.— divenne improvvisamente seria. Mi spaventò quasi. Annuii e lei sorrise, salutandomi e andando verso casa sua. Forse quella sera mi avrebbero spiegato i loro strani comportamenti…
 
Era passata una settimana e io avevo conosciuto meglio il gruppo dei dodici e soprattutto Eric, che si era dimostrato così dolce e accogliente nei miei confronti. Eravamo diventati molto amici, nonostante ci conoscessimo da pochi giorni.
Quella sera, mi vestii con dei jeans e una maglietta a fiori un po’ scollata. Delle ballerine bianche e una borsa bianca. Eric mi aveva detto che lui non sarebbe venuto all’incontro a causa di un contrattempo, così mi toccava andarci da sola. Fino a Crowhaven Road. Quando vidi la casa gialla, venne ad aprirmi un uomo, probabilmente il padre di Diana. Mi indirizzò nella sala da pranzo e uscì. Notai che la porta era chiusa e mi ci avvicinai piano piano. Sentii che stavano discutendo.
—E se ci ha preso per il culo?— ok, questa era Faye!
—No, ti dico! Lei è la nipote di McCullogh! Se è qui a Salem deve essere successo qualcosa!— sembrava Melanie.
—Beh, è un bel bocconcino, vero Chris?— sentii una risata e avvampai.
—Comunque sia, penso che sia la famosa strega che stava con un vampiro! Vi ricordate che abbiamo sentito la notizia? Una di Fell’s Church, mi pare!— disse Cassie. Sentii il mio stomaco aggrovigliarsi. Damon…
—In ogni caso dobbiamo sapere! E oggi lo scopriremo! Se è veramente la nipote di R…— stava per dire un nome, quando involontariamente urtai con la borsa una mensola e qualcosa di rumoroso cadde.
“Merda, merda, merda!” mi maledissi e, per salvare la situazione, aprii la porta della sala.
—Oh, Bonnie! Non ti avevamo sentito arrivare!— disse Diana, sollevata di vedere che ero arrivata. Notai che eravamo in un altro salotto, non nella sala da pranzo. Salutai in modo abbastanza controllato e mi sedetti vicino a Diana. Se loro sapevano tutte quelle informazioni,  significava che non erano semplici umani. Ma sapevo, non so come, che di loro avrei potuto fidarmi.
—Allora…Bonnie…—cominciò Faye, accocolandosi accanto al ragazzo ombroso, Nick.
—Da dove vieni?— terminò. Deglutii. Metteva i brividi quella ragazza.
—Da Fell’s Church!— esclamai, notando subito il cambiamento di espressione nello sguardo della ragazza.
—Fidanzata?— mi chiese Melanie. Volevano sapere se ero quella strega. E io volevo che loro lo sapessero.
—Sì. Con un vampiro.— mi scappò. Di colpo arrossii e mi immobilizzai. Per salvare la situazione, notando che il clima si era congelato, feci una risata falsissima, come se avessi appena detto la barzelletta più comica del mondo! Sentii qualcuno fare una risatina nervosa, ma non ebbi molto successo, così mi ricomposi.
—Ragazzi, ormai è chiaro. Dobbiamo parlarle.— disse Diana.
—Ma brava, fai saltare la copertura, tanto l’abbiamo già fatto una volta con Cassie, possiamo farlo anche con questa qui!— sputò Faye, con cattiveria. Io spalancai gli occhi e arrossii, piuttosto confusa.
—Faye, piantala! Lo sai benissimo che E’ lei! La senti anche tu la sua aura! E’ lei!— rimbeccò Melanie.
—Fate come diavolo vi pare, io la mia l’ho detta!— finì Faye, ancora più nervosa di prima. Io non sapevo cosa fare! Ero completamente ghiacciata e imbarazzata. Poi Diana mi accarezzò la schiena e io mi girai verso di lei.
—Bonnie, sappiamo che sei una strega. Perché sei qui?— mi chiese con calma. Io rimasi di sasso. Non mi aspettavo di essere così visibile e non mi aspettavo che loro lo scoprissero così in fretta.
—Tranquilla, Bonnie! Con noi il tuo segreto è al sicuro!— mi tranquillizzò Laurel.
Feci un gran respiro e sperai con tutta me stessa di stare facendo la cosa giusta.
—I-io…sono una strega…—comincia, subito interrotta dalla voce tagliente di Faye:
—Oh, sai che novità?—
—Faye, stai zitta!—la zittì Nick. Lo ringraziai con lo sguardo.
—E mi sono innamorata di un vampiro…lui si chiama…si chiamava Damon Salvatore…— mormorai. Notai Faye e Susan come risvegliarsi da un torpore.
—Damon? Oh, come sta il buon (sottolineò questa parola in modo piuttosto sensuale) vecchio Damon?— rise Faye, scambiando un’occhiata di intesa fin troppo significativa a Susan, che ridacchiò. Mi sentii veramente una schifezza in quel momento. Damon era stato con Miss sensualità-e-cattiveria e Miss balconcino? Come diamine ho fatto a competere con quelle due lì?
—Beh, bene spero, visto che ora non c’è più…—dissi io, mentre i due sorrisi soddisfatti di Susan e Faye si congelavano.
—E’…morto?— mormorò Cassie. La guardai, avvinghiata a Adam. Un moto di nostalgia mi investii.
—Sì…— sussurrai. Poi spiegai tutta la storia di Baltor e di cosa dovevo fare per ucciderlo. Diana mi spiegò la loro storia, che erano un circolo de streghe e che dovevano rimanere uniti e che non potevano essere colui che cercavo. Poi mi spiegarono che anche loro conoscevano Baltor e che potevano darmi una mano a sconfiggerlo, creando una barriera protettiva di energia. Infine, mi dissero che uccidendo Baltor, avrei acquistato abbastanza Potere per far ritornare in vita Damon. E quella fu la più bella notizia che avevo ricevuto nel giro di quattro settimane. La speranza cominciava a ritornare. Damon sarebbe tornato. Era una promessa. Ma dovevo trovare questo parente. Decisi di andare a fondo a questa storia!
—E non c’è un altro discendente delle streghe di Salem?— Diana e Adam si guardarono.
—Allora?— incalzai io.
—Beh, ci sarebbe…—
—E chi è?— ci fu un attimo di silenzio.
—Eric.— disse Adam. Per un attimo non capii cosa mi avevano detto. Poi compresi. Eric, l’unico discendente rimasto, era anche l’unico che poteva aiutarmi.
—E lui sa di essere una strega?— era strano dire ‘strega’ riferito ad un maschio.
—Sì. Il problema è che non lo accetta. Dovrai convincerlo tu.— disse Adam. Mi sentii delusa. Molto delusa. Sapevo quanto poteva essere difficile convincere una persona a fare qualcosa che non voleva. Sospirai. Dovevo farlo. Poi mi venne in mente una cosa.
—Chi era mio nonno?— e qui iniziò Deborah.
—Era il capostipite di due circoli fa. Si chiamava Robert. Era un uomo molto potente, dicevano che discendeva dalla più importante stirpe di Salem. S’innamorò di un’altra strega, tua nonna. I tuoi genitori, però non sono magici. Ma tu sì. Non sappiamo perché abbiano saltato una generazione.— disse.
Dopodiché, aspettai una mezz’ora e tornai a casa. Avevo una missione da compiere, e non potevo permettermi di perdere tempo.
 
 
 
 
 Ciaooo! Ringrazio immensamente Amy in Wonderland che, oltre ad avermi recensito lo scorso capitolo, ha messo questa storia sulle seguite, insieme ad altre che io ringrazio! Grazie mille! Spero di leggere i vostri commenti! Bacioni! P.S: qualcuno sa dirmi come mettere le immagini in un capitolo? Grazie mille!

gaga96


 
 
 
   
 
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