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Autore: Etoiles    15/04/2011    8 recensioni
Tutto ha inizio con la caduta di una stella cadente. Bunny e le sue amiche ancora non lo sanno, ma dovranno intraprendere un viaggio che le porterà alla riscoperta delle vecchie amicizie, dei vecchi amori e di nuovi nemici.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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-CAPITOLO 24-

-CAPITOLO 24-

 

-IL PATTO-

 

Riuniti davanti ad una camomilla profumante di miele, riprendevano le forze cercando di superare i postumi di una giornata così lunga e faticosa.

Ancora straniti dagli avvenimenti di quella notte, si guardavano gli uni con gli altri senza proferire parola. Heles fissava spesso quel bicchiere in più rimasto appoggiato sul bancone in cucina, con ancora l’orma delle labbra di Pearl.

“Detesto avere sempre ragione” disse orgogliosamente, rivolgendo in particolar modo quelle parole a Seiya. Infastidito dal suo atteggiamento, Seiya sbatté la tazza sul tavolo “Non ha senso ora rivangare il passato! Cosa vuoi sentirti dire? che avevi ragione? Non potevamo saperlo, le tue erano solo supposizioni!”

“Che tuttavia si sono rivelate fondate…”

“Seiya ha ragione” intervenne Yaten “non potevamo saperlo. Pearl ci è piombata addosso, non potevamo fare altrimenti”

“Bè per cominciare se mi aveste dato ascolto avremmo di sicuro preso le precauzioni del caso” accusò Heles. Provava un profondo rancore. Sapeva ciò che avevano rischiato e non riusciva a darsi pace. I suoi sospetti erano attendibili ed incolpava se stessa per non aver insistito.

“Ora basta” ordinò Kakyuu, alzandosi in piedi “non è questo il momento di dire quello che si poteva o doveva fare. Ciò che è stato è stato. Ora dobbiamo pensare a come affrontare questa nuova minaccia. Da quello che Bunny ha riportato, Pearl è intenzionata a risvegliare Persefone e noi dobbiamo impedirlo!”

“Non capisco però quale sia il collegamento tra Pearl e Thanatos…” “Mi sembra chiaro Rea” rispose sospirando “Si è alleata con loro per raggiungere il suo obbiettivo. Ne ha approfittato. Sapeva che gli Dei erano in collera con i terrestri, con le guerriere Sailor, per ciò che avevano fatto a Chaos”

“Ed ora Pearl vuole l’Entità Stellare…” concluse Taiki, con tono malinconico.

“Se voi l’aveste vista…” la voce pacata di Bunny s’innalzò sulle altre “…era così triste ed affranta. Voleva solo poter riabbracciare sua madre, non desiderava altro. E’ stata sola per così tanto tempo senza sognare altro che rivederla. Come possiamo biasimarla?”

“Ha cercato di ucciderti, Bunny!” gridò Heles “torna alla realtà! Non puoi mettere sempre i sentimenti davanti a tutto, sii razionale. E’ una minaccia per te e per noi! Se sarà necessario dovremmo eliminarla”

“Come puoi parlare in questo modo?”

“Cerco semplicemente di essere quello che tu ostenti a diventare!”

“Sarebbe?” “Una persona adulta, cosciente e responsabile!”. Bunny non replicò. Heles si stava sfogando e questo riusciva a capirlo. Lo stress a cui aveva sottoposto tutti era notevole, i nervi stavano cedendo.

“Questo non è più un posto sicuro per te…” riprese Heles, abbassando il tono “…dobbiamo lasciare questo Pianeta e tornare sulla Terra!”. Tutti la guardarono stupiti.

“Cosa stai dicendo? Non possiamo lasciarli qui a combattere da soli!” replicò Marta

“sulla Terra saremo più al sicuro! I nostri poteri sono maggiori e…” alzò lo sguardo verso Bunny e Seiya, vicini “...maggiore sarà la lontananza fra voi due, minore sarà la possibilità per Bunny di usare l’Entità Stellare! E così ridurremmo le chance di Persefone…”

“Non è affatto vero” s’irritò Bunny a quell’affermazione “non me ne andrò da qui, lotterò fino a sconfiggerli tutti! Io non lo…” si bloccò per correggersi “…non li abbandonerò”

“Non è una decisione che spetta a te prendere!”

“Infatti” s’introdusse Rea, a difesa dell’amica “spetta a tutte noi, a tutte le guerriere! Ora abbiamo paura ma non dobbiamo lasciarci sopraffare. Inoltre insieme siamo più forti! Possiamo farcela!”. Heles si alzò, indispettita, iniziando a camminare su e giù per la stanza. Si fermò di colpo, invasata da qualche strano artifizio.

“Principessa” disse, rivolgendosi a Kakyuu “possiamo parlare…in privato…”. Kakyuu acconsentì, allontanandosi insieme a lei dalla stanza.

“Chissà cosa le sarà venuto in mente…” derise Seiya.

Infastidita da quella segretezza, Milena decise di raggiungerle. Sapeva bene che quando Heles si metteva in testa qualcosa niente e nessuno avrebbe potuto distoglierla. E questo la spaventava. La situazione era troppo delicata per farsi prendere dalla rabbia e per riecheggiare i conflitti trascorsi. Si alzò anch’essa in piedi, appoggiando dolcemente la testa di Ottavia, crollata nel sonno, su un cuscino.

Sporgendosi sull’uscio della porta, sentì Heles e Kakyuu discutere animatamente. Si nascose come poteva, per sentire cosa stava macchinando Heles, lasciandola allo scuro di tutto. La voce rimbombava tuonante, con parole obbiettanti. Ma non era quella di Heles. Era quella di Kakyuu. Le stava dando contro e Milena aveva tutte le intenzioni di scoprirne il motivo. Si avvicinò ulteriormente per ascoltare meglio.

“Non puoi chiedermi una cosa del genere, Heles”

“Devi farlo, non c’è altro modo hai visto come ha reagito!”

“Ci sono altre maniere, quello che mi stai chiedendo va contro ogni mia etica, contro ciò in cui credo”

“Mi dispiace doverti dare un tale peso…ma è la nostra unica soluzione. Se non lo fai saremo perdute”. E così dicendo se ne andò, ignorando la presenza di Milena che aveva recepito ogni singola sillaba di quella conversazione.

Prima che Heles potesse raggiungere la porta d’ingresso, Milena la fermò prendendola per un braccio “Cos’hai fatto Heles? Cosa le hai chiesto?”

“Milena per favore” disse, svincolandosi dalla presa “non è il momento adatto”

“Da quando non parli più con me, Heles?”

“Da quando hai smesso di fidarti di me…”. Un velo di afflizione coprì gli occhi mare di Milena. “Te l’avevo detto Milena…”

“Cosa?” chiese, ormai rassegnata

“che avrei fatto ciò che era giusto”. Si allontanò, uscendo da quella stanza, da quella casa, lontano da lei, lontano da tutti.

Milena tornò in sala, affranta, con sguardo a terra e capo chino. Non era rimasto nessuno. Erano già andati a dormire, spossati da quella notte durata più del dovuto. Solo la piccola Ottavia si trovava ancora li, distesa sul divano morbido di pelle, con il viso che affondava tra le piume del cuscino.

Milena si sedette accanto a lei, accarezzandole le punte dei capelli. La invidiava. Era una guerriera anche lei, certo, ma nel cuore e nell’anima era ancora una bambina, vogliosa di vita e speranzosa. Spesso non riusciva a capire i comportamenti delle sue compagne, cresciute troppo in fretta. E questa sua ingenuità la rendeva ciò che era veramente: un piccolo angelo dal potere distruttivo.

“Non riesci a dormire?” chiese Amy, offrendole un altro sorso di camomilla. Milena accettò volentieri, sforzando un sorriso di gratitudine “Sono preoccupata per Heles” rispose con franchezza “è troppo impegnata a cercare tutti i mezzi possibili per dividere Bunny e Seiya piuttosto che accettare la realtà, anche se dura”

“E quale sarebbe?” domandò Amy, appoggiandosi di fronte a lei

“…che si amano, che vogliono stare uniti. Per quanto Bunny possa provare un forte sentimento per Marzio, quello per Seiya va oltre l’inimmaginabile! Un amore talmente potente da riuscire a…”

“…sprigionare un potere infinito” concluse Amy, rubandole le parole di bocca. Milena annuì.

Forse era la prima volta da quando si conoscevano che Amy e Milena si comprendevano in quel modo. Si stava creano una perfetta sintonia, cosa che aveva perso da un po’ con Heles. E ciò spinse Milena a confidarsi.

Amy la osservava riflettere, persa in un intruglio di pensieri e preoccupazioni. Si alzò, dirigendosi verso le scale “Io non so cosa accadrà, non so cosa voglia fare Bunny ora che le cose stanno in questo modo…so solo che mi fido di lei. Non ci ha mai deluso, perché dovrebbe cominciare ora”. Lasciandola con un sorriso radioso impresso nella mente, Amy salì i gradini nella speranza che Milena facesse tesoro delle parole dette.

Percorse il lungo corridoio che conduceva alle camere da letto. Appoggiò le dita sul pomello della porta ma qualcosa le impedì di spalancarla “Sei un’amica eccezionale, Amy” confessò Taiki, attorniandole il braccio dietro alla schiena “e sei una persona unica”. Si avvicinò al suo viso, prima che potesse dire qualcosa, appoggiando le labbra alle sue, concedendole un tenero ma ancora timido bacio.

Allontanatosi dalla sua pelle, la fissò negli occhi alla ricerca di qualcosa che va oltre la semplice scienza. “Questo te lo dovevo” le disse, sorridendo.

Amy lo abbracciò forte, lasciandosi andare a se stessa, forse per la prima volta nella sua vita.

Un rimbombo violentissimo frantumò quell’attimo di pura gioia. Come un albero sradicato, il tetto si aprì, rilasciando tegole e travi di legno possenti. Amy e Taiki si gettarono a terra, uno sopra l’altra, con le mani sulla testa per proteggersi dai detriti che cadevano incontrastati.

Le mura della casa iniziarono a sbriciolarsi come cera al fuoco, lasciando incolume il solo muro portante. “Che succede!” urlarono terrorizzati

“Usciamo tutti da qui!” incitò Taiki.

Scesero veloci al piano inferiore, prima che la scala si disintegrasse. Milena afferrò prontamente Ottavia, mettendosela sulle spalle, e corse svelta fuori da quella casa disastrata.

“State tutti bene?” urlò Seiya, radunatosi con i restanti in strada “Ci siamo tutti?” aggiunse Taiki, con il fiatone “Si!!” risposero insieme.

Seiya spostò premurosamente Bunny dietro di lui “Stai tranquilla” disse “Non ti accadrà…”

“…Serenity…”. Le parole di Seiya furono interrotte da una voce soave, squagliatasi leggiadra nell’aria. Bunny superò Seiya, rapita da quella voce “Serenity…” chiamò nuovamente. Seiya strinse la mano a Bunny, ad evitare che procedesse oltre. 

Brillante in quel fumo di frammenti, apparve una donna, dalla lunga treccia e dalle labbra rosse e scure. Guardava Bunny in modo ostentato, come se avesse solo lei di fronte, come se fosse un gioiello rarissimo desiderato da troppo tempo. Fece un paio di passi verso di lei, allargando le braccia “come sei cresciuta, Serenity…sei identica a lei”

“Persefone?” chiese balbettante. Persefone annuì, felice di quel riconoscimento. Bunny vedeva molto di Selene in lei, credeva persino di sentirne lo stesso profumo. Era certa in cuor suo di averla già conosciuta, di aver già vissuto momenti ed esperienze insieme a lei.

“Lascia che ti stringa, Serenity”. Ammaliata da quella donna, Bunny avanzò verso di lei, desiderosa di ricevere quell’abbraccio. Ma non ne fu capace. Si fermò a metà strada, ricordando ciò che Pearl aveva detto su di lei, ciò che sua madre aveva fatto. Non poteva fidarsi.

“Come hai fatto a liberarti?” domandò lontana Kakyuu, stupefatta

“la vostra principessina è proprio sciocca” derise Persefone “non è vero, Pearl?”.

Nel pronunciare il suo nome, Pearl apparve accanto alla madre. I suoi occhi erano cambiati, non trapelava più tristezza e solitudine bensì soddisfazione e gloria “Già, è proprio un’ingenua” confermò, appoggiandosi alla spalla di Persefone

“Perché parli cosi?”

“Ho portato Serenity davanti a quella grotta per un motivo ben preciso…era li che Selene aveva imprigionato mia madre!” “Cosa??”

“Proprio così…inoltre sapevo benissimo che minacciando lei e voi avrebbe emanato l’Entità Stellare, che si sarebbe ramificata in tutta la grotta permettendo la liberazione di Persefone..e così è stato, Serenity…grazie a te mia madre è libera”. 

Mortificata, Bunny si girò a guardare le sue compagne “Mi dispiace ragazze…non potevo saperlo”

“Non devi incolparti, Bunny” risposero, stringendosi attorno a lei

“E’ tutta colpa mia, tutta questa storia è solo colpa mia”

“Smettila di piangere, finirà tutto prestissimo” irruppe Persefone “riprenderò il controllo del Pianeta, ti eliminerò e l’Entità Stellare tornerà a me, come avrebbe dovuto essere sin dall’inizio”. Yaten, Taiki e Seiya si schierarono di fronte a lei, in allerta “Dovrai passare su di noi” minacciarono. Persefone li fissò, sbeffeggiandoli con il solo sguardo “Non vedevo l’ora” rispose.

Persefone richiamò a se tutte le stelle, che caddero come torce infuocate, perforando la terra. “Io sono la vostra sovrana, e mi ubbidirete” comandò Persefone, serpeggiando tra quella pioggia cocente.

“Non credo proprio! Ragazze siete pronte!” spronò Morea “Si!”

“Potere di Marte, vieni a me” “Potere di Giove, vieni a me!” “Potere di Venere, vieni a me” “Potere di Mercurio, vieni a me!” “Potere eterno dei…” Non finì la formula. Un’ombra antrace la colpì, immobilizzandola. Come una ferrea tenaglia, Thanatos la cingeva fin quasi a stritolarla. “Non riesco a respirare” disse debolmente

“Bunny!!!” Seiya gli si gettò contro ma Pearl lo bloccò prima che potesse impedire a Thanatos di adempiere al suo compito. Pearl trascinò Seiya lontano da lei, con una tale forza da non lasciar sperare via d’uscita “Bunny!Bunny!!” urlava, dimenandosi per sfuggire alla stretta di Pearl “Lasciami!”. Bunny impallidiva, le mani strette attorno a Thanatos crollarono come foglie secche, la testa le pesava.

“Bunny no ti prego!”. Seiya la chiamava, incitava l’aiuto delle altre, impegnate a sfuggire agli attacchi ripetitivi di Persefone. “Guardala” gli sussurrò Pearl nell’orecchio “la persona che ami di più al mondo…”. Seiya alzò gli occhi. Bunny era ormai priva di sensi, ed il suo copro pesante giaceva tra le mani di Thanatos, ancora fermamente avvinghiate al suo sterno. “Ora è come sono stata io per molto tempo…sola”.

Una rabbia incessante lo fece trasalire, annerendoli lo spirito come nemmeno Galaxia era riuscita fare. Facendo perno sulla gambe, si piegò gonfiando il petto, serrando le braccia fino ad esplodere come un impulso elettromagnetico, scaraventando a terra Pearl, presa alla sprovvista. Seiya brillava di tutto il suo potere, tutta la lucentezza della sua stella lo attorniava come un effluvio raggiante. Stava emanando tutta la sua energia senza la necessità di alcuna trasformazione. Era il suo cuore la fonte di quella magnificenza. Un alito caldo li scompigliò i capelli, colpendo turbinosamente l’ombra perfida di Thanatos che assalito da quel potere ignoto, mollò la presa facendo cadere Bunny a peso morto.

Ancora infuriato e in escandescenza, Seiya afferrò Pearl ancora a terra, fino a sollevarla con la sola forza di un braccio. La guardò negli occhi con rancore e disprezzo. Pearl scalciava per sfuggire a quella reazione così violenta ed inaspettata, ma non la mollava. “Lei non è sola” disse, per farla crollare nuovamente “Vattene ora”.

Le diede le spalle, camminando velocemente verso Bunny. Ma Pearl non accettò la sconfitta, non si era ancora arresa. Graffiando la terra, si alzò velocemente rubando la possente energia di Persefone fino a creare una spirale di luce che atrocemente si preparò a scagliare contro Seiya “…lo sarà” disse, per poi rilasciare quella potente onda d’urto.

“Bomba di Urano, azione!”. La bomba di Sailor Saturn colpì cruentamente Pearl prima che il suo attacco potesse infilzare Seiya di spalle, carbonizzandola.

“Pearl, no!!!” urlò Persefone straziata, distraendosi dagli attacchi delle altre Sailor che la urtarono, appiattendo la sua presa psichica sulle stelle che cessarono di precipitare. Ferita ma ancora in forze, Persefone raggiunse la figlia, a terra “Pearl!Pearl!” chiamò, ma nessuna risposta. Non c’era respiro, non c’erano lacrime né sorrisi. Non c’era più nulla. Un corpo freddo, slegato da quella vita trascorsa  con uno scopo di vendetta e mai vissuta veramente.

Le lacrime di Persefone debellarono l’assalto. Stretta a Pearl, tentava di sentire ancora qualche sussulto, qualche battito. Appoggiò la guancia a quella di Pearl, che per così tanto aveva desiderato di poter percepire ancora una volta il tocco della sua pelle. Ed ora era riuscita a realizzare quel sogno. Ora erano insieme, di nuovo. Ma qualcosa di più forte le stava dividendo, ancora, e questa volta non c’era via di ritorno.

“Thanatos!” gridò al cielo, Persefone “Thanatos, fa qualcosa!”. Ma Thanatos era già fuggito, prima che l’ira potesse colpire anche lui.

Dilaniata da quel dolore, Persefone accolse Pearl fra le sue braccia. Gli occhi lampeggiavano di un astio violaceo. Ancora con le lacrime fisse sul viso, guardò Bunny che aveva ripreso conoscenza, accecata dal risentimento “Tornerò Serenity…prima o poi tornerò, e quel giorno non mi limiterò ad eliminare solo te…ora non ho più niente da perdere”.

Persefone si dissipò fra le rovine del rustico, irradiata dalla prime luci dell’aurora.  Il sole ancora tenue s’innalzò tiepido, colorando l’aria di turchese. Con l’aiuto di Seiya, Bunny si sollevò da terra, con il cuore in frantumi. Heles si avvicinò con sguardo afflitto. Aveva minacciato di eliminare Pearl, ma non avrebbe mai voluto farlo veramente. Seiya le mise una mano sulla spalla “Grazie” disse riconoscente

“Non volevo ucciderla…” rispose Heles, rivolgendosi a Bunny, sperduta “ma vi avevo avvertito…non è più sicuro stare qui”

“Io non me ne andrò, Heles”

“Persefone non tornerà così presto, e Thanatos è fuggito con la coda fra le gambe! Dobbiamo tornare sulla Terra, ora dobbiamo proteggere il nostro pianeta!”

“Anche questo è il mio Pianeta…”

“Hai perso la ragione, non sei più razionale…” “Heles, smettila!” intervenne Seiya “lasciala respirare una volta ogni tanto, lascia che sia padrona di se stessa, non credi che abbia già rinunciato a troppo?”. Heles lo ascoltava, stordita.

Con una piccola spinta, Seiya si fece strada fra lei e Kakyuu che lo fissavano. “Rimuoverò tutti coloro che vorranno ostacolarci” disse, allontanandosi “…e ripeto, tutti”.

Taiki e Yaten si guardarono a vicenda, stanchi e con ancora problemi da affrontare. Sapevano che per lei, Seiya si sarebbe rivoltato contro il suo stesso sangue.

 Ed allo stesso modo, Heles e Kakyuu si fissarono, capendo perfettamente ciò che pensavano in quell’istante.  

Accertatasi che nessuno la sentisse, Kakyuu si appoggiò al viso di Heles, bisbigliandole sinuosamente nell’orecchio “Va bene, Heles…lo farò”.

   
 
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