Di deambulatori e fiori di ciliegio
Guardò in cagnesco l’oggetto che il suo più caro amico gli aveva portato con tanto zelo e sentimento, probabilmente lo aveva fatto spinto dal pensiero che avrebbe potuto aiutarlo sul serio. Peccato che avrebbe solo peggiorato la situazione e lo avrebbe ucciso dal dolore.
«Choji »si rivolse al ragazzo- che aspettava impaziente dei ringraziamenti- nel modo più calmo e incolore che conosceva «dubito che una sedia a rotelle vada bene per me». Il giovane guardò Shikamaru confuso, non capiva cosa non andava in quella sedia, non era all’avanguardia, ma era sicura e solida.
L’erede dei Nara, esasperato dalla situazione – no decisamente quella non era la sua giornata- si indicò la zona lombare con un’eloquente occhiata. « Un paio di stampelle andavano più che bene!»
« Hai ragione, però non ne ho trovate in giro.» Borbottò sconsolato, per poi riscuotersi subito, illuminandosi. Tutto contento si avviò alla porta della stanza d’ospedale, ricordandosi di una cosa importante. Rientrò con in un mano un deambulatore.
« Un gentile e simpatico vecchietto me lo ha prestato! Aveva sentito che cercavo delle stampelle, ma pare che siano tutte occupate. Non capisco proprio come in un ospedale attrezzato come il nostro possano essere tutte- »
« Scordatelo, io con quel coso non ci vado in giro» Sbottò nervoso Shikamaru. Il suo orgoglio era stato ferito un po’ troppe volte quel giorno, pensare che si era svegliato da meno di mezz’ora.
« Non ci credo. Shikamaru che fa i capricci, se ci fosse Ino ti prenderebbe in giro per sempre! Ti conviene accettare il dono di quel simpatico nonnino. Oppure non potrai sincerarti delle condizioni di una certa kunoichi. No, non faccio allusioni» Lo liquidò prima che potesse protestare, più di una volta quel testone aveva negato di essere legato in qualche modo alla sorella del Kazekage, ma dopo tutti gli anni trascorsi insieme lo conosceva anche troppo bene.
Aveva una pazienza smisurata, ma dopo aver visto agonizzare il suo miglior amico per giorni a causa di una ferita avvelenata e sentirgli chiedere di Temari appena sveglio – chi se ne frega di com’è andata la missione- bhé no, adesso basta.
Shikamaru rimase sorpreso dalla piega che aveva preso quella situazione, ma rimase sconcertato nel veder sparire Choji prima che potesse chiedergli di accompagnarlo.
« Oh qualcuno mi sta chiamando! Ci vediamo Shika!» Così dicendo scappò – termine più appropriato- dalla stanza lasciandolo solo con il deambulatore, l’umore sotto terra e una voglia inesistente di uscire da quella stanza.
Guardò con disperazione il letto, poi spostò l’attenzione sulla sedia a rotelle, rabbrividendo. In seguito fulminò quell’aggeggio pregando che scomparisse all’istante ma ovviamente nessun kami lo ascoltò o provò pena per le sue condizioni.
« Maledizione» sibilò fra i denti, mentre lentamente e zoppicando raggiunse il gentile regalo di uno sconosciuto che gli affari suoi non poteva proprio farseli. Lo afferrò con rabbia e lo spinse in avanti, guadagnandosi solo una fitta che gli serpeggiò fino alla base del collo, facendolo tremare dal dolore.
« Maledetta seccatura» Sbottò con rabbia, iniziando la sua odissea verso una stanza che, sicuramente, sarebbe stata dall’altra parte dell’ospedale.
***
Qualcuno lassù doveva aver avuto pietà di lui perché la stanza si trovava solo tre camere più in là della sua. Probabilmente lo spettacolo pietoso di lui che arrancava lentamente e borbottando ogni improperio verso se stesso, Choji, l’anima pia del nonnetto,Temari che lo aveva distratto in combattimento perché preoccupato per lei, l’Hokage che lo aveva spedito in missione, Temari che aveva insistito per far parte della spedizione – Perché si annoiava!- , il ninja traditore che lo aveva ferito dove mai un uomo dovrebbe beccarsi un kunai , Temari perché… perché si!- presumibilmente quello spettacolo era troppo anche per un kami.
Quindi arrivato alla seconda porta, dopo un quarto d’ora, il buon kami di prima gli face trovare subito dopo la stanza di Temari.
Entrò velocemente, in barba al dolore. Non ne poteva più degli sguardi divertiti e canzonatori che lo stavano osservando da quando la sua piccola impresa era iniziata. Quei maleducati, pur di godersi lo spettacolo si erano pure fermati in mezzo al corridoio, facendo di finta di avere validi motivi per star lì a spiarlo e deriderlo.
Si chiuse la porta alle spalle, sospirando pesantemente. Aveva un po’ il fiatone a causa dello sforzo che aveva fatto, insomma, era pur sempre un ferito!
Spostò l’attenzione sul letto occupato da Temari e un tuffo al cuore lo fece vacillare lievemente.
Era supina, il corpo coperto dalle bianche lenzuola d’ospedale, un braccio disteso aveva in bella mostra un ago infilato nella pelle collegato a un tubicino che portava a una flebo dal contenuto trasparente. L’altro braccio invece copriva interamente il volto, solo le fini labbra erano lasciate libere.
Shikamaru strinse forte i pugni colto da rabbia ed impotenza. Era evidente il dolore che stava dilaniando il corpo della giovane e lui non aveva potuto far niente per impedire ad un anonimo e fottuto nemico di farle del male e ridurla così.
Si avvicinò claudicante e con delicatezza le prese la mano, spostandola dal volto, e vide quel che mai, in tutta la sua vita, nei suoi incubi più tremendi o nelle sue vendette più sentite si sarebbe aspettato di vedere: occhi rossi, tracce di occhiaie e lucide scie secche sulle guance.
Questa volta dovette appoggiarsi al letto per non cadere a terra sconvolto, le strinse forte la mano come per partecipare alla sua sofferenza, per prenderla su di sé e lasciarla libera e tranquilla.
« Seccatura, cosa ti hanno fatto?» Riuscì a dire interdetto.
Non poteva credere che la sua valchiria fosse stata colpita così duramente, di sicuro colui che l’aveva conciata in quel modo a quest’ora era morto.
E se non lo fosse stato lo avrebbe stanato lui e torturato fino a farlo morire di dolore.
« Giuro sul mio onore che ti proteggerò, non come l’ultima volta, ma lo farò.» Disse con tono serio, vederla in quello stato lo aveva spinto a fare una promessa che mai le avrebbe fatto da sveglia.
Peccato che lei fosse lucida e completamente vigile.
« Apprezzo lo sforzo e il pensiero, ma sono capacissima di badare a me stessa, grazie.»
***
Shikamaru gelò e sbiancò come mai gli era successo in vita sua. Tutte quelle nuove esperienze lo stavano distruggendo completamente.
La Seccatura aveva sentito, la Seccatura ora sapeva che la voleva proteggere, la Seccatura adesso sapeva che la amava disperatamente.
La Seccatura lo avrebbe ricattato per sempre.
Temari rise divertita nel vederlo così sconvolto, chissà cosa aveva mai detto di così catastrofico. Poi ripensò al tono disperato e convinto che aveva usato e alla delicata carezza che le aveva regalato. Si benedì mentalmente per aver sempre finto di dormire, se no col cavolo che avrebbe goduto di una mezza dichiarazione. Proprio perché mezza e perché non gliela aveva fatta “dal vivo” decise di non dargli scampo.
«E
così ci siamo presi un bel kunai avvelenato dritto dritto
nel sedere
eh Shika-kun?» Esordì con un tono smielato e
crudele allo
stesso tempo. « Non credevo ti piacessero questo tipo di cose, a buon rendere» Continuò divertita.
Lui si riscosse e la guardò sconvolto, arrabbiato e imbarazzato.
A quanto pare prima di svenire lei lo aveva visto urlare di dolore e reggersi la parte lesa.
Splendido, gli mancava solo quella.
Non contenta si alzò a sedere, poggiando la schiena alla marea di cuscini che aveva dietro di sé.
Inutile
dire che lui fece subito caso ai suoi splendidi capelli biondi
–
anche se erano scompigliati – lasciati sciolti come poche
volte le
aveva
visto avere, ai
suoi luminosi occhi verdi – non gli erano mai
sembrati così luminosi in verità- e alla montagna
di morbidi e
sicuramente comodi guanciali.
«
Ehi com’è che hai tutti quei cuscini te!? Io mi
son svegliato con
una soletta sotto la testa e un mal di collo epico»
Deviò la
conversazione su ben altri lidi, infervorato.
Lei
rimase sorpresa per la piega che aveva preso la conversazione, poi lo
guardò altezzosa rispondendogli: « Sorella del
Kazekage, ti
dice
niente? E comunque non mi scappi, da chi e per quanto vuoi
proteggermi? Ma soprattutto-» e qui assunse un tono malizioso
«
perché?»
Shikamaru sudò freddo, non sapendo come svicolare da quella domanda così scomoda.
Erano
mesi che si corteggiavano in quello strano modo, cercando di mettersi
nel sacco a vicenda, ma l’intelligenza di uno e
l’astuzia
dell’altra avevano fatto sì che la situazione non si sbloccasse un gran ché.
Questa
volta era in vantaggio lei, ma l’ amata materia grigia e
sangue
freddo tornarono in lui giusto in tempo per fargli dire: «Oh
Temari,
come sei pallida,
hai sicuramente bisogno di riposare, le tue
ferite si devono rimarginare per bene, tornerò
più tardi!» Poi
tentò la fuga verso il suo nuovo migliore amico: il deambulatore.
La
kunoichi di Suna scoppiò a ridere e tra le lacrime gli
rispose: «
Ma io non sono ferita! E’ questa dannata allergia ai pollini
che mi
sta uccidendo, quindi mettiti comodo – sempre che tu ci riesca- e spiegami un po’ quanto sei perso di me»
Un
enorme starnuto le fece perdere lo sguardo sconvolto e disperato che
aveva rapito il volto del ragazzo, si affrettò a reperire un
fazzoletto e si soffiò con forza il naso. Poi stizzita si asciugò gli occhi bagnati per via del raffreddore e per colpa della risa.
« Ormai sei nel sacco, fattene una ragione. Ho vinto io.» Temari riprese il discorso iniziale con estrema soddisfazione.
Shikamaru
borbottò qualcosa imbronciato. Non poteva credere di essere
stato
battuto con un trucchetto così banale; avrebbe dovuto
chiedere
a
Choji il motivo della degenza della ragazza di Suna, prima di
giungere a conclusioni affrettate. Tralasciando il fatto che il
suo
“migliore amico” era scappato via senza lasciargli
modo di
chiedere informazioni su di lei e, in generale, sulla missione,
doveva
ammettere di aver sperato di vederla sotterrare l’ascia di guerra, almeno in quella circostanza.
E invece lo aveva beffato senza troppi rimorsi – degno di lei del resto- incastrandolo per bene.
A quel punto non rimaneva che quello.
Senza
alcuna intenzione di rispondere verbalmente
alla
giovane che lo stava ancora guardando con quell’irritante
sorriso a
trentadue
denti,
tornò sui suoi
passi con tutta la velocità che
poteva aspirare con quelle limitazioni. Poi prese deciso il volto
della bionda e la
costrinse in un bacio rabbioso.
Dopo l’iniziale sorpresa – dai insomma, stiamo parlando di quel Nara- Temari fu investita da rabbia, disperazione e passione.
Senza
pensarci troppo ricambiò con uguale ardore quello scontro
tra
labbra, anelato da così tanto tempo ma mai soddisfatto. Dopo
qualche attimo dovettero separarsi, respiri ansanti, labbra umide e rosse e sguardi incatenati.
Riprendendo possesso del fiato necessario a parlare, il ninja delle ombre stava per rendere ancora più schiacciante la sua resa.
Fece
un respiro profondo, raccolse tutto il coraggio che gli era rimasto e
le chiese: « Quando le mie ferite saranno guarite, verresti
con me in un posto?»
Lei
lo guardò un attimo smarrita, il bacio di prima oltre ad
averla
piacevolmente sorpresa le aveva anche scombussolato le funzioni
vitali
– ma questo lui
non lo avrebbe mai saputo- così riacquistò
in fretta il suo abituale ghigno, si stiracchiò sui cuscini,
soddisfatta,
e replicò con un’altra domanda: « Nara, mi stai per caso chiedendo un appuntamento?»
Ancora
quel sorriso odioso, che non sopportava ma addosso a lei stava
benissimo. Quando non presagiva il peggio per lui, ovvio. Ma
ora
sapeva come cancellarlo, così riportò le sue
labbra alle proprie
senza tante cerimonie e quando il gioco stava diventando più
interessante si ritrasse lasciandola insoddisfatta, con un lamento rabbioso stretto tra le labbra.
Prima che lei potesse riacciuffarlo raggiunse il deambulatore e con esso guadagnò la porta.
« Esatto Seccatura», rispose in ritardo alla precedente domanda, ammiccando.
« Se oserai lasciarmi di nuovo così giuro che ti uccido» sibilò adirata Temari.
Shikamaru rise divertito e soddisfatto: era un si.
Uscì senza rispondere, tanto lei avrebbe voluto avere l’ultima parola.
***
«Tra una settimana ci sarà la fioritura dei ciliegi. Penso proprio che la porterò a vederli» Rifletté oltremodo divertito.
Avrebbe
assistito a un bellissimo spettacolo, tremendamente raro: la letale
e tutta d’un pezzo Temari della Sabbia dagli occhi rossi e
lacrimanti, naso chiuso e viola, voce arrochita dal raffreddore e starnuti compulsivi e rumorosi.
Probabilmente
sarebbe morto a metà manifestazione, una volta rivelatele
che si,
l’aveva portata a vedere un’enorme distesa di fiori
pollinosi. E sarebbe morto felice.
Ma
per scongiurare quella fine violenta e per non lasciarla
insoddisfatta – che ci volete fare, sotto sotto era un
ragazzo
altruista-
decise
che si sarebbe
dichiarato in quel modo così
sdolcinato e schifoso che avrebbe leso alla sua immagine e al suo
orgoglio,
presumibilmente per sempre.
Ma lo avrebbe fatto solo per salvarsi.
« Come no… » si derise da solo, grattandosi la testa. « Che seccatura.»
NdA:
Ecco
a voi la mia storia per il Black Day! (di ieri .-.”) Causa
poca
voglia, ispirazione all’ultimo secondo e portatile non
reperibile
non sono stata capace di
postarla
ieri. Stessa
cosa è successa per
il White day XD (Se non fosse per la scarsa qualità dei miei
scritti
mi farei chiamare la Nera Principessa del Ritardo
Perenne)
Comunque
spero vi possa piacere, ammetto che (a parte la fine) mi sono
divertita mentre scrivevo e dopo essermi accanita su Shikamaru alla
fine ho deciso
di dargli una chance di rivalsa, anche perché poveretto in tutte le mie storie è lui quello che subisce .-. Sempre.
Perdonatemi
la
formattazione della storia, con Word era perfetta e Composer si
è
divertito a farmela fuori, è mezz'ora che provo a
sistemare... abbiate
pazienza T.T
Vi rinnovo l’invito al forum ShikaTema TheBlackParade che è sempre pronto ad accogliere nuove reclute!
Spero vi sia in qualche modo piaciuta XD
Sempre vostra, Cla
DirtyCharity ( Lady wird ) - Di deambulatori e fiori di ciliegio
Correttezza grammaticale: 12.5/15
Stile e forma: 9/10
IC: 15/15
Originalità: 9.5/10
Trattazione del tema: 10/10
Tot: 56/60
Non c'è che dire, hai scritto proprio un'adorabile ShikaTema, esilarante in certi punti, dolce in altri. Premetto che io non amo particolarmente questo pairing (anche se questo significa ben poco, visto che la cerchia di personaggi e pairing da me amati è ben stretta), come al solito però quando leggo una fanfiction come la tua che sa fare onore a quel determinato pairing, allora comincia a piacermi in quella storia. Trovo che i personaggi siano perfettamente IC, Temari con la sua grinta e la sua altezzosità, e Shikamaru con la sua leggendaria pigrizia. Ho provato ad immaginarmi anche quel Shikamaru innamorato nel momento in cui si dichiara a Temari, e ho pensato da subito che Shikamaru avrebbe potuto benissimo comportarsi in quel modo, e tirare fuori lo spirito dolce e protettivo che c'è in lui.
Un Shikamaru a trecentosessanta gradi, dunque. Hai un po' rischiato in alcuni punti, con la sua caratterizzazione, ma sei riuscita perfettamente ad inquadrarlo. Lo stesso vale per Temari, anche lei perfettamente inserita nei suoi limiti di IC.
Un altro bel lavoro l'hai fatto per quanto riguarda la trattazione del tema. È stata una vera sorpresa scoprire il motivo del ricovero di Temari, e anche il finale, in cui Shikamaru non rinuncia alla sua ultima rivincita. La primavera non è certo motivo di fantasticherie romantiche per i due, anzi. È vista in modo più realistico e “terreno”. Anche per questo mi è piaciuta la tua trattazione del tema: sei stata originale perché non ti sei dilungata in eccessivi significati retorici, ma hai inaspettatamente analizzato un mero aspetto della stagione, rimanendo sul concreto. Era un'altra scelta che si poteva benissimo fare (anzi, era quasi la più ovvia), che io ho amato molto per la sua diversità. Inoltre hai sfruttato l'allergia di Temari per inscenare un simpatico equivoco, sul quale hai costruito una trama leggera ma molto piacevole da leggere, ed efficace per svolgere il pairing.
Passo a parlare dell'ultimo punto, lo stile. La tua storia è ben scritta, si legge in modo scorrevole, il linguaggio è semplice ma molto efficace ed adatto a descrivere la scena che vuoi descrivere. Infatti hai raggiunto un punteggio più che distinto, ma non ho potuto darti dieci punti per via di alcuni particolari. Ci sono alcune ripetizioni (ad esempio “dire interdetto”), ma soprattutto quello che mi ha spinto a sottrarti un punto è stato il linguaggio un po' troppo colloquiale che assumi in alcuni pezzi. Non sto parlando dell'espediente che a volte usi di rivolgerti al lettore, ma di alcune espressioni del parlato che stonano con il tono generale, ad esempio: “dai insomma”, o “e qui”. Ultima cosa, a volte inserisci troppi incisi nei periodi, e li rendi complicati da capire sull'immediato, oltre che spezzare la fluidità della lettura. Ma sto parlando prevalentemente di casi sporadici, che in ogni modo non intaccano la resa complessiva. La tua storia resta comunque ben scritta.