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Autore: evilangel    16/04/2011    1 recensioni
Una ragazza appare in un mondo di cui non conosce assolutamente nulla: il mondo degli elfi, elfi guerrieri. Rubi non appartiene a questo mondo ma sarà lei, un'umana, a salvarlo dall'attacco degli orchi.
P.s. Ho finalmente trovato il nome per questa storia
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: In fuga...

 
Josh uscì di corsa dalla casa.
<< Ehi! Ma che faccio io? >>
<< Tu resta lì >>
<< Ma… Aspetta! >> ma Josh era già sparito nella folla d’arcieri che stavano salendo le mura.
Le donne e i bambini si erano chiusi in casa, mentre gli uomini ed i ragazzi tentavano di tenere a bada l’orda di orchi che cercava di sfondare il muro.
Urla, grida, rumori metallici e scocchi di archi.
Rubi continuava ad osservare quello spettacolo disumano, senza poter fare nulla, sentendosi incredibilmente impotente.
Poi notò che alcuni arcieri stavano scendendo dalle mura, correndo a casa per scappare insieme ai propri famigliari.
Anche Josh, dopo un po’, corse nella sua direzione.
<< Sono troppi! Dobbiamo andare via! >>
<< Ma… >>
<< No! Sono troppi >> e le prese la mano, costringendola a seguirlo. Non c’era tempo per prendere le proprie cose, così tutti stavano correndo in direzione del muro opposto a quello che gli orchi cercavano di sfondare.
Molti stavano già atterrando dall’altra parte. Anche Rubi e Josh scavalcarono il muro e si ritrovarono fuori dal villaggio, circondati da alberi e dai suoni della battaglia che ancora infuriava tra gli orchi e alcuni elfi restati nel villaggio per dare il tempo agli altri di fuggire.
Josh iniziò a correre, seguito da Rubi, da altre famiglie di elfi e Takka.
<< Dove stiamo andando? >> chiese Rubi nella foga della corsa
<< A Yanish >>
<< Eh? >>
<< A Yanish >> ripetè Josh, << E’ un villaggio nella foresta. Per raggiungerlo dobbiamo attraversare il Lago di Cristallo. E’ un villaggio con delle mura forti e ci proteggerà >>
<< Ma gli altri? >>
<< Non c’è tempo >> e con questo prese a correre più velocemente, mentre i rumori della battaglia si facevano sempre più lontani.
 
Era giunto il tramonto e il gruppo si stava iniziando a stancare. I bambini non ce la facevano più a continuare e imploravano le mamme di prenderli in braccio; gli anziani venivano aiutati dai nipoti, anche loro senza forze; Josh e Takka, seguiti da Rubi, stavano guidando il gruppo verso il Lago di Cristallo. Non si erano mai fermati, nemmeno per una breve sosta e procedevano molto lentamente, ma tutti erano intenzionati a raggiungere Yanish. Pian piano, in lontananza, s’iniziava a scorgere il Lago di Cristallo, che rifletteva gli ultimi rosei raggi solari di quella giornata. Era successo tutto così in fretta e molti non si erano ancora abituati all’idea di aver abbandonato Kajar per sempre.
Dopo alcuni minuti, che sembrarono ore, giunsero sulle sponde del lago. Solo ora Rubi s’accorse della sua bellezza: l’acqua era limpida e pura e rifletteva come uno specchio il magnifico cielo crepuscolare solcato da bianche nuvole solitarie; gli eleganti aironi si levavano in volo al loro passaggio; piccoli pesci sbucavano dall’acqua per osservarli meglio, ma, appena il loro sguardo si posava su di essi, tornavano subito sotto la superficie dell’acqua, lasciando piccoli cerchi concentrici che si allargavano dal punto in cui erano spariti; gli insetti (libellule in particolare) svolazzavano vicino alla superficie dell’acqua, mentre il cielo si faceva via via più scuro.
<< Fermiamoci qui >> annunciò Josh, appena raggiunto un punto favorevole, << Continueremo domani >>.
Tutti accolsero l’idea con sollievo e si sedettero sul terreno per recuperare un po’ le forze. Alcuni bambini si buttarono subito in acqua, presi dalla gioia della tanto attesa sosta.
Josh si sedette, anche lui evidentemente stanco.
<< Taylor, come faremo con tutta questa gente? >> chiese a Takka che gli si era seduto accanto.
Rubi, che aveva sentito tutto, si avvicinò.
<< Taylor? >> chiese perplessa. Takka, o meglio, Taylor la guardò un attimo e poi rispose: << Come avrai già notato, io non sono né un elfo né un orco. Io sono un umano, come te, e il mio vero nome è Taylor >>
<< Ma allora perché ti sei chiamato Takka? >>
<< Vedi, dopo il fallimento del compito a me assegnato, avevo deciso che non dovevo più avere a che fare con la mia vita passata, che dovevo ricominciare da capo. Così ho fondato Kajar e mi sono chiamato Takka >>
<< Quale compito ti era stato assegnato? >> chiese Rubi, curiosa di sapere il perché della sua stessa apparizione in quel mondo, che dopotutto lei aveva iniziato a non considerare più un sogno.
<< Ogni dieci anni appare in questo mondo un umano. Ogni umano può essere il protagonista della leggenda che spero che Josh ti abbia raccontato, ma non lo si può sapere finché la minaccia degli orchi non sarà sconfitta. Tu potresti essere la protagonista della leggenda, ma anche no. Ogni umano ha il compito di ristabilire la pace >>
Rubi sapeva di non essere in grado di completare quel compito estremamente difficile per una come lei, che non aveva mai avuto a che fare con storie del genere. Le piaceva aiutare le persone, si, ma conosceva i suoi limiti e sapeva di non poterlo fare.
<< Ma io non so nemmeno da dove iniziare… >>
<< Tranquilla >> cercò di rasserenarla Taylor, << Nessuno sa quello che deve fare. Le cose accadranno da sole >>.
Stranamente Rubi non si sentì tanto rasserenata da questo, anche perché non pensava che le cose accadessero da sole, ma solo se una persona ci si mette d’impegno ed è in grado di farlo.
<< Ma resta ancora il problema di come trasportare tutte queste persone al di là del lago >> ribadì Josh, ritornando alla domanda che si era posto pochi minuti prima. Rubi si guardò attorno: erano circa una ventina di persone o poco più e di certo a nuoto non ce l’avrebbero fatta.
<< Possiamo costruire delle barche, no? >> suggerì osservando tutti gli alberi caduti che si trovavano su quella sponda del lago.
<< Potrebbe essere un’idea, ma ci vorrebbe tutta la notte >> disse Josh
<< Ma se ci mettiamo tutti d’impegno forse ce la facciamo >>
<< Va bene. Taylor >> disse rivolgendosi a quest’ultimo, << Raduna tutti e dì loro di raggiungere me e Rubi là, dove ci sono tutti quegli alberi caduti >> e indicò il punto esatto. Taylor annuì velocemente e corse ad avvisare gli altri. Intanto, Josh e Rubi erano già sul luogo e stavano raccogliendo la legna utile. Ben presto arrivarono tutti e Josh assegnò i vari compiti: i bambini che erano in grado di farlo avrebbero raccolto i giunchi per legare insieme i tronchi, che avrebbero dovuto diventare delle zattere; le donne avrebbero cucito le vele; lui, Rubi, Taylor e altri elfi avrebbero raccolto e tagliato la legna; gli elfi restanti che potevano rendersi utili sarebbero andati a caccia per procurarsi cibo e il grasso necessario per impermeabilizzare almeno un po’ le zattere.
Si misero tutti all’opera e, dopo ore e ore di lavoro, le quattro zattere furono pronte. Ognuna di esse avrebbe trasportato cinque o sei persone.
<< Quando partiamo? >> chiese Rubi, avvicinandosi a Josh, che, senza che nessuno se ne rendesse conto, aveva preso il controllo dell’intero gruppo.
<< Ora è troppo buio. Partiamo appena sorge il sole >>
<< Va bene >>.   
Tutti, venuti a sapere che sarebbero partiti allo spuntare del sole, cercarono di dormire quelle poche ore che li separava dalla partenza, chi dormendo su letti di paglia o erba improvvisati, chi nelle zattere appena costruite, chi, troppo assonnato per pensarci, direttamente sul terreno.
Josh si appoggiò ad un lato di una grossa roccia e iniziò a fissare le stelle. Anche Rubi, dopo un po’, gli si sedette accanto.
<< Che fai? >> gli chiese
<< La vedi quella stella? Quella più splendente? >> le chiese indicando una stella luminosissima, << E’ la Stella Polare>>
<< La Stella Polare? Anche nel mio mondo esiste una stella chiamata così >>. Poi, guardando meglio, notò che c’erano anche l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore e poi, guardando meglio, anche tutte le altre costellazioni.
<< Ora che ci penso, il cielo del mio mondo e di questo sono… uguali >>
<< Evidentemente, siamo tutti uguali sotto lo sguardo di chi è al di sopra di noi >> e con questo tornarono entrambi e contemplare il cielo.  
<< Josh >> lo chiamò Rubi qualche minuto dopo
<< Mmh? >>
Rubi sbadigliò. << Non è un sogno questo, vero? >> chiese assonnata  
<< No, non è un sogno >> fece in tempo a rispondere, ma Rubi si era già addormentata poggiando la testa sulla sua spalla.
Josh sorrise. Non le dispiaceva quella ragazza, apparsa nel suo mondo così, all’improvviso. Si sentiva legato a lei in un modo che non aveva mai provato prima. Guardò un attimo il cielo prima di addormentarsi anche lui. Sarebbe partito insieme a lei al sorgere del sole…
   
 
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