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Autore: Atramess    16/04/2011    2 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction in assoluto. Ho voluto provare a far funzionare una coppia che a me è sempre piaciuta, ovvero quella composta da L e Misa. In questa storia entrambi i personaggi sono molto fragili, spaventati dal mondo esterno e cercheranno di aiutarsi l'un l'altra. E' decisamente OOC, specie per quanto riguarda Misa. Inoltre è estremamente romantica, perché io l'ho sempre immaginata così :)
Vi auguro buona lettura.
EDIT. Non avevo previsto di farla finire così, né che sarebbe stata così poco originale ma alla fine ho deciso che non doveva importarmi. Ho scritto quello che sentivo, credo sia sufficiente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Misa Amane
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ryuzaki non aveva mai avuto bisogno di nessuno. Era un ragazzo intelligente, assolutamente fuori dal comune e ne era consapevole. La sua vita ruotava da sempre intorno alle sue abilità e da quando aveva intrapreso la carriera di detective tutte le sue energie erano state impiegate nel lavoro. Questo caso però, il caso Kira, non era come tutti gli altri. Questo caso l'aveva portato a lavorare con una persona così simile e allo stesso tempo così diversa da lui: Light Yagami.

Light non era come gli altri ragazzi della loro età. Sembrava ambisse ad essere il miglior studente dell'università, esattamente come Ryuzaki si sforzava per eccellere nel suo lavoro. Si era unito alla squadra con molto entusiasmo. Voleva diventare come suo padre ma soprattutto voleva catturare Kira. Era importante, come lo era per Ryuzaki. Inoltre, proprio come lui, Light non mostrava alcun interesse per le ragazze che gli giravano intorno. Certo, era perfettamente al corrente del fascino che esercitava su di loro e l'aveva sempre visto approfittarsene ma la storia finiva lì. La sua vita sociale era solo una maschera. Niente coinvolgimenti, niente amore...

Fu così che quando Light presentò Misa Amane come sua compagna, Ryuzaki si trovò per la prima volta in vita sua a non capire. Perché? Possibile che avesse perso di vista i suoi obiettivi?

Da sempre Ryuzaki credeva che non fosse possibile conciliare sentimenti e lavoro, per lui non lo era mai stato. Anzi, a dir la verità la situazione non gli si era mai presentata. Non aveva mai avuto amici, non aveva mai avuto donne. Le sue attenzioni erano rivolte totalmente alla sua professione, infondo era tutto ciò che sapeva fare. Lui era L...non c'era spazio per altro nella sua vita.

A prima vista Light gli aveva dato l'impressione di essere come lui, allora come mai ora si era lasciato andare con qualcuno? Che esistesse la possibilità di riuscire a concentrarsi in una relazione senza perdere di vista i propri doveri? Che fosse possibile anche per lui riuscire ad avere degli amici e forse anche qualcosa di più?

Misa era una bella ragazza, questo non poteva negarlo. Provava delle sensazioni strane nei suoi riguardi. Da un lato una punta di odio si insinuava nella sua mente ogni volta che la guardava perché il suo carattere esuberante e un po' invadente era fonte di distrazione per tutto il quartier generale, dall'altro lato però non aveva potuto esimersi dal restarne affascinato. Come aveva fatto quella creatura apparentemente uguale a tutte le ragazze della sua età ad ammaliare Light? Cosa c'era di così speciale in lei?

Ryuzaki doveva ammettere che a volte gli capitava di girarsi a guardarla. In quei momenti la sua figura lo incuriosiva molto: era sempre in silenzio, immobile, lo sguardo basso a fissare un qualcosa che solo lei sembrava vedere. Era completamente assorta, da tutt'altra parte. Fu allora che Ryuzaki capì: probabilmente il suo comportamento allegro e vivace era un gioco studiato. Lei sapeva...sapeva che presentarsi come una persona chiassosa le avrebbe permesso di ritagliarsi degli istanti in cui nessuno avrebbe più fatto caso a lei, degli istanti da poter dedicare interamente a sé stessa. Infondo non era quello che faceva anche lui quando si sforzava di apparire il più strambo possibile davanti agli altri? Non badava a cosa indossava, mangiava quintali di dolci, si sedeva in modo assurdo e spesso biascicava frasi senza senso. Tutto questo gli faceva guadagnare tempo e spazio nei quali poter pensare liberamente, senza che nessuno si preoccupasse di lui. Se non vuoi che gli altri ti notino devi essere il primo a far sì che lo facciano, di modo che si abituino a te e ti lascino perdere. L'attacco è la miglior difesa e quella ragazza sembrava saperlo fin troppo bene.

  
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