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Autore: buzzy    17/04/2011    1 recensioni
Si dice che il miglior modo per conquistare una donna sia farla ridere,nei miei 25 anni di vita posso affermare che il contrario non funziona,infatti le mie uscite con lo stesso ragazzo non andavano oltre quota due:un bel due di picche!!!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vieni a trovarci qualche volta mi farebbe molto piacere e guarda che se ci metti troppo tempo qualche giorno vengo a fare un'ispezione a sorpresa mentre lavori e sarò molto pignolo.”,così disse il signor Carlisi ,o meglio Ettore come voleva essere chiamato,salutandomi a fine cena mentre si congedava con la figlia.
La serata era stata divertente,a differenza di come avevo sospettato mi ero trovata benissimo e perfino mio fratello non aveva creato problemi,a quanto pare c'era una totale armonia tra la mia famiglia e quella di Andrea,e questo mi faceva stare bene da un lato e malissimo da un altro.
Ero felice che tutto fosse andato bene e chissà forse ci sarebbe stata un altro incontro simile in futuro o molti altri se quella relazione fosse diventata reale,però il fatto che questa fosse costruita tutta su una menzogna raccontata ai nostri cari mi faceva stare male.
Forse mi davo troppe paranoie,non era un vero e proprio fidanzamento ma stavamo uscendo insieme,e conoscere le famiglie è importante in un certo senso anche quando ci si frequenta,anche se farlo al primo appuntamento era accelerare un po' troppo le cose.

“Guido io”,disse mia madre risvegliandomi da tutto il ragionamento mentale in corso nella mia testa.

“Non se ne parla mamma,hai bevuto e se ti ferma la polizia ti fanno la multa,figlio o non figlio poliziotto”,dissi io intervenendo per prendere le chiavi.
La mano di Daniele però fu' più veloce della mia.

“Ferma li Schumacher di paese,mi è bastato il viaggio di andata”

“Dammi le chiavi,non ho intenzione di tornare a casa a chissà che ora,io domani mattina devo andare a lavorare”.
Era come essere di nuovo bambini quando ci contendevamo un giocattolo,io cercavo di raggiungere la mano sollevata di mio fratello per acciuffare il mazzo di chiavi e lui svincolava in mezzo la strada.

“Problema risolto,la pilota di formula uno la porto a casa io”,Andrea mise un braccio sulle  mie spalle, “La porto sana e salva,non vi preoccupate”, disse rassicurando mia madre ma più che altro Daniele.

“Va bene,ma non farla guidare”, rispose mio fratello,e così anche l'ultimo ostacolo era caduto.

Mi sarebbe piaciuto un casino mettermi al volante di quel bolide e sentire la velocità sotto i piedi,ma ovviamente qualcuno considerava la mia guida spericolata e così anche questa volta ero finita sul sedile del passeggero,almeno l'abitacolo era ben riscaldato e in sottofondo si sentivano le melodie dei Beatles,il ragazzo aveva acquistato punti grazie alla scelta musicale.

Rispetto alla guida di mio fratello quella di Andrea era più fluida e soprattutto più veloce,infatti arrivammo per primi a destinazione.

“Beh grazie del passaggio e della serata,mi sono divertita”,dissi aprendo lo sportello.
Questa volta non c'era la sicura,a quanto pare c'era stata un aumento di maturità.

“Niente bacio della buonanotte?”chiese abbassando il finestrino,dal comando elettronico,quando già stavo per andarmene.
Si era comportato bene,non aveva fatto nessuno dei suoi trabocchetti,avrei potuto dargli un piccolo bacio sulla guancia,però il mio piccolo diavoletto interiore prevalse sul dargliela vinta.
“Scusa ma è tardi devo andare subito a nanna,domani ho lavoro devo essere sveglia e puntuale il mio capo è un tiranno non vorrei farlo arrabbiare.Accontentati di questo.”,gli lanciai solo un bacio con la mano.

“La prossima volta porterò le patatine. Buonanotte.”
Era partito a razzo forse per paura che dopo quella frase gli lanciassi qualche pietra al ricordo di quel bacio strappato,il nostro primo bacio.

(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do
I'm comin' home now, right away
(Do-do-do)
I'm comin' home, baby now
(Do-do-do-do-do-do-do-do)
I'm sorry now I ever went away
(Do-do-do-doo - I miss you)
Every night and day, I'm gone stay


Vi era mancata la suoneria del mio cellulare?
Molto probabilmente no,e in quel momento non mancava nemmeno a me.
La rana-sveglia non aveva emesso ancora il suo cracra e qualcuno disturbava il mio sonno,stavo dormendo così serenamente e il risveglio nonostante la melodia gradita non era stato altrettanto gradito.

“Pronto?”,il tono seccato non colpì minimamente chi stava dall'altro lato della linea.
“Non credere di ricevere favoritismi perché sei la fidanzata del capo,sei in ritardo di una buona ora e come hai detto ieri io sono un tiranno.”
“Cacchio non ho sentito la rana”
“Non è il gallo che canta la mattina?”
“Lascia perdere ti spiegherò un'altra volta,mezz'ora e sono lì”.

Quella mattina non avevo udito affatto l'allarme e mia madre dormiva ancora beata,saltai dal letto come un grillo facendo volare la maglia e i pantaloni del pigiama e infilai la prima camicetta e jeans che trovai a portata di mano.
Un mugolio di buongiorno arrivò dall'altra stanza,con tutto il rumore fatto avevo sicuramente svegliato la mamma ma non avevo tempo per le scuse,aprii il frigorifero per prendere un succo di frutta e corsi per strada con la bottiglietta di vetro attaccata alle labbra.

Quando arrivai in laboratorio avevo un'ora e mezza di ritardo e seppure non posso lodare tra le mie doti lo stacanovismo,posso invece affermare seria che ho un gran senso del dovere,perciò dal momento che indossai il camice fino a cinque minuti prima della pausa pranzo mi misi a lavorare e non degnai nessuno di attenzione.

“Vieni ti offro il pranzo”,Andrea mi prese il camice dalle mani e lo mise nell'armadietto.

“Ho solo un'ora scarsa di pausa per prendere qualcosa da mettere sotto i denti,facciamo un'altra volta,per oggi basta ritardi e favoritismi”,gli dissi prendendo dalla tasca la chiavetta della macchinetta degli snack ,situata all'entrata.

“Nessun favoritismo damigella,il tempo di mangiare un panino e bere una bibita e ti spedisco dritta davanti il microscopio a rovinarti la vista. Su non si discute con i tiranni.”

“Va bene”,posai gli occhiali nella custodia e misi zainetto in spalla curiosa di sapere dove mi avrebbe portato.

Come promesso,andammo in una paninoteca a due passi di strada,e anche il menù fu di parola.
Quello che non era nei calcoli invece fu l'arrivo di qualcuno.




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