Byakuya nel frattempo benediceva le stelle, i pianeti, e gli anelli sui pianeti, per essere arrivato all’ultimo concorrente della lista.

“Amici miei! E man mano siamo arrivati verso la fine della presentazione delle pubblicità! Ci resta un solo concorrente e poi potremmo sapere chi è il vincitore di questa edizione!” Sorrisone da crampo alla mascella. “Proiettiamo adesso lo spot della nostra ultima finalista! Ecco a voi… Kagura!”




Il demone femmina guardava gli obiettivi con i suoi occhi rossi scintillanti. Doveva avere uno stuolo di ammiratori, visto che molti maschietti del pubblico si erano praticamente sporti dal balconcino per vedere bene ogni singolo secondo della proiezione. Dava l’aria di sapere il fatto suo. Di fatto aprì con un gesto deciso il ventaglio e coprì parte del viso, ammiccando alle telecamere. Anche l’addetto che spesso rimproverava i ragazzi si era un attimo imbambolato.








Partì il filmato di circa trenta secondi. La canzone scelta era “Velcro fly” degli ZZ Top. La scena si apriva con Kagura in tailleur, durante una riunione di lavoro. La ragazza era seduta ad un tavolo ovale ed oblungo ed ascoltava scocciata il dibattito vivace che si teneva intorno a lei. L’inquadratura successiva riprendeva le mani della ragazza che tiravano dalla tasca un cellulare in vibrazione.
La shot seguente mostrava il viso sorridente di Kagura, di profilo. La sequenza dopo faceva vedere la ragazza che si allontanava dal tavolo senza essere notata, perfetta nel suo tailleur e con dei tacconi a spillo.
Kagura a quel punto entrava in ascensore, poco affollato. A differenza degli altri colleghi, che guardavano davanti a sé con espressione serissima, lei fissava l’obiettivo con un sorrisetto ammiccante.
La sequenza successiva faceva vedere la ragazza che usciva da quella specie di palazzo modernissimo, con un primo piano delle caviglie e dei polpacci. Shot dopo: Kagura ripresa leggermente dal basso, mentre, di profilo, sorrideva col cellulare incollato all’orecchio. L’inquadratura metteva in risalto le unghie curate e smaltate di un bianco perlato.
Una voce maschile fuori campo diceva: “Sentiti libero di comunicare in ogni momento. Con la nuova tariffa *** di ***, potrai chiamare tutti i numeri a costo zero.”
Seguirono dei rapidi spezzoni in cui Kagura compariva in canotta rossa e larghi pantaloni violetto, in una stanza arancione al tramonto, intenta a dipingere, col cellulare incastrato nella spalla.
La scena era divisa in due da una riga bianca mentre sulla destra compariva il suo interlocutore, un’anziana signora africana.
La shot successiva faceva vedere Kagura ad un party, con un tubino nero e un rossetto rosso. La ragazza estrasse un cellulare. Comparve la linea bianca divisoria ed apparve un ragazzo dai tratti scandinavi con il quale il demone femmina ridacchiava.
L’ultima scena ritraeva Kagura dentro un automobile in piena ora di punta. Accanto a lei, sul sedile, c’era un cellulare grigio.
Seguì una shot del primo piano di Kagura che si girava sorridente verso il telefonino.
L’immagine dopo faceva vedere la ragazza che rispondeva, mentre compariva la solita linea bianca. A destra, vi era un bambino dai tratti sudamericani che intratteneva la protagonista.
La voce fuori campo diceva: “Abbonati ora! ***, per le tue conversazioni. Senza limiti.”
E l’immagine si concludeva con una Kagura incollata al cellulare, su una spiaggia. I piedi erano immersi nell’acqua, e il vento le scompigliava i capelli, oltre ad alzarle a intervalli il pareo. La ragazza era ripresa leggermente di spalle.










L’applauso del pubblico e degli altri finalisti fu prolungato. Kagura fece un sorrisetto. “Allora, Sesshomaru, che te ne è parso?” gli chiese.

“La scena sulla spiaggia ricorda il mio spot. Vergognati.” “Non dire sciocchezze. Tu sei dentro una stupida macchina, io…” E lasciò finire la frase. D’altronde la pubblicità era stato generosa nel riprendere Kagura, e non solo il suo viso.

“Accidenti, sig.na Kagura!” esclamò Miroku, “eravate bella da togliere il respiro.” Sango in un attimo fu vicina a quei due. Stava già per prendere a male parole il monaco, quando questi le disse seriamente: “Non è come credi. Le stavo chiedendo dove avesse preso quel pareo così da comprarlo per te.” Sango restò spiazzata. Non sapeva se schiaffeggiarlo o volergli credere.

Kikyo disse: “Non sta bene che una donna faccia spot un po’ ambigui. La canzone e le riprese delle tue gambe erano tutto un programma.” “Ma stà zitta! Almeno la pubblicità era verosimile. Tu che uccidi con un mascara… Per favore! Serve altro per far svenire, non l’hai ancora imparato?” le rispose gongolante e maliziosa. Kikyo si zittì, arrossendo.

Kagome disse la sua: “Beh, sei stata brava, Kagura. Lo hai dedicato a qualcuno in particolare?” La ragazza non rispose.

“Già, è vero. Era per qualcuno questo spot?” incalzò Inuyasha.

“Se sì, dicci chi!” esclamò Naraku. Koga scattò in piedi. “Imbecilli! Non avete capito che era per Sesshomaru? Peccato che lei non gli piaccia e lui sarebbe indifferente anche alla fine del mondo.” Kagura avrebbe fatto volentieri di Koga del mangime per squali.









Il loro brusìo fu interrotto da Byakuya. “Ragazzi, siamo off the record. Avete mezz’ora di autonomia e poi la giuria porterà le buste con i nomi dei vincitori. Avete un po’ di tempo per prendere aria.”


Al pubblico fu chiesto di restare seduto, mentre i finalisti poterono rilassarsi e scambiare due chiacchiere.