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Autore: iride89    02/02/2006    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come la scuola di Hogwarts nacque...dopotutto la Rowling non ha che sfiorato l'argomento...e questa è la mia versione dei fatti come Godric Grifondoro, Cosetta Corvonero, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde, semplici ventenni, dovranno affrontare magie e ostacoli per creare una scuola... leggete e recensite in numerosi mi raccomando!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pozioni

Ciao a tutti, e con questo siamo al 17° cap…la storia sta inesorabilmente terminando, ancora pochi capitoli e purtroppo dovremo abbandonare i nostri quattro amici…basta però con i tristi pensieri, leggete e fatemi sapere…

 

Capitolo 17 – la prigioniera del sonno

 

 

Corse, corse più velocemente che poté, per poi trovarsi di fronte alla porta di mogano di quella candida stanza.

Immobile, gli occhi verdi sbarrati in un’espressione di puro terrore…

La mano destra si mosse lentamente stringendosi alla manopola di ottone lucido. Il metallo rubava il calore della sua mano donandole frescura mentre un pensiero terribile le si proiettava nella mente…e se fosse troppo tardi?

 

Senza più indugiare spalancò la sottile apertura di legno per vedere il dolore che regnava in quella stanza.

 

Suo padre si stava facendo medicare la testa da Mrs Curtis, Simeon Serpeverde guardava sorridendo il sole che tramontava colorando di sangue i suoi capelli di pece, Salazar appoggiato ad un muro di pietra si stava riposando con gli occhi chiusi e Galviano Grifondoro dava leggere pacche sulle spalle di Godric, costretto a letto, che aveva occhi solo per l’angolo della stanza dal quale provenivano leggeri sussurri.

 

Ed ecco la scena più desolante, Cosetta giacente inerme su un letto candido, mentre il padre le stringeva le mani e le sussurrava parole di incomprensibile natura.

 

E lei, ancora lì, immobile, in mezzo alla stanza, con gli occhi smeraldini luccicanti di lacrime, con la mano sinistra che stringeva ancora i gelsomini.

 

 

 

 

 

Il conte Merovit avanzava lento nei corridoi del suo castello.

 

Contemplava i vari quadri sulle pareti sorridendo tristemente al fatto che di lì a poco anche lui se ne sarebbe andato per vivere in una di quelle cornici…e sua figlia Cathrine l’aveva fatto prima di lui.

 

Ora però doveva pensare a ciò che doveva essere concluso…il torneo era terminato, i quattro ragazzi della profezia erano stati trovati…l’epoca del buio stava passando, tra poco sarebbe arrivata la luce.

Aveva lasciato che i quattro giudici andassero in infermeria senza di lui…perché lui doveva preparare il tutto per la celebrazione finale del torneo.

 

Continuò a camminare immerso nei suoi pensieri, quando un urlo di straziante dolore vibrò tra le pareti dell’edificio facendolo preoccupare.

 

Camminò più velocemente fino a raggiungere l’infermeria. La porta era aperta e i suoi occhi si posarono su una Tosca in preda alla disperazione, con le mani nei capelli biondissimi e gli occhi smeraldini che brillavano per le lacrime…il suo sguardo era puntato sull’amica, Cosetta, che nonostante quel richiamo disperato non si mosse.

 

Subito dopo la giovane Tassorosso si  lasciò cadere a terra sulle ginocchia, singhiozzando a più non posso…una visione straziante.

 

Tutti in quella stanza si erano voltati verso quella ragazza che non la smetteva di piangere…allora il Conte e Mrs Curtis le si avvicinarono cauti e tristi.

Il dolore che affliggeva Tosca, non era purtroppo un dolore guaribile con una semplice pozione…no, era un dolore che lacerava l’animo.

L’infermiera le si parò di fronte e le lanciò un incantesimo che la fece cadere addormentata, mentre il conte con un incantesimo di levitazione la posò delicatamente su un letto.

 

Una volta ristabilita la situazione Theodore Tassorosso raggiunse la figlia addormentata e le sfiorò la fronte con un delicato bacio, mentre la memoria lo riportava alla promessa che tanti anni fa aveva pronunciato, una promessa che non aveva mantenuto, una promessa fatta dopo la morte della sua adorata moglie…la promessa di proteggere sempre la sua dolce figlia.

 

Il dolore, la sofferenza, la paura regnavano sovrani in quelle mura, ma non era il momento di darsi per vinti…Merovit invitò gentilmente i quattro giudici a seguirlo.

Sia Corvonero che Tassorosso stavano per ribattere, quando le parole del conte li fermarono

 

-so che tutti voi volete rimanere con i vostri figli, ma non è questo il momento di perdere la speranza…coraggio, qui non possiamo fare niente, penserà Mrs Curtis a loro. Saremmo solo d’intralcio…-

 

così dicendo aspettò che Corvonero baciasse un ultima volta la figlia e poi tutti e cinque i maghi uscirono silenziosi dalla bianca stanza delle nere preoccupazioni.

 

 

 

 

 

Una volta soli Mrs Curtis formulò un ulteriore incantesimo a Tosca, che le permetteva di dormire un sonno senza sogni e poi se ne andò nel suo ufficio chiedendo esplicitamente a Godric e Salazar di non fare troppo rumore, e di risposare.

 

Non appena la donna si chiuse la porta alle spalle, Salazar si avvicinò al letto di Godric sedendosi e fissando il giovane negli occhi.

 

C’era sempre stata rivalità tra loro, si erano sempre scambiati sguardi carichi d’odio e le loro conversazioni forzate, per quanto apparentemente cortesi, celavano sempre quell’ombra di disprezzo, ma ora, in quell’infermeria, non si guardavano più come Serpeverde e Grifondoro, ma come Salazar e Godric.

 

Salazar protese una mano che Godric afferrò. Pace era stata fatta. Il giovane Serpeverde aveva trovato la sua fenice, e un sorriso sincero si dipinse sulle sue labbra.

 

Godric sorrise a sua volta, nonostante i suoi occhi celesti così vivi e spensierati una volta, ora, tradivano preoccupazione e stanchezza.

 

 -cos’hai intenzione di fare? Con Cosetta intendo, cos’hai intenzione di fare?- il moro rivolse quelle parole al biondo che stupido si concesse una smorfia ironica.

 

-cosa vuoi che faccia, aspetterò…- sussurrò per poi voltare lo sguardo verso Cosetta –non posso fare nient’altro per lei, solo starle accanto…-

 

-capisco, ma tu…- e qui Salazar si fermò valutando se la domanda che stava per porre fosse troppo personale -…cosa provi per lei?-  ecco, l’aveva detto…un’ innaturale sfumatura rossa, colorò le sue gote, mentre i suoi occhi vagavano imbarazzati per la stanza.

 

Godric inizialmente rimase stupito da quella domanda, poi comprese dove l’ “amico” voleva arrivare

 

-sinceramente non lo so bene…lei mi piace, mi attrae…non so come spiegarmelo, è come se fosse magnetica…all’inizio mi stava anche un po’ antipatica con le sue arie da perfettina e saputella, ma poi…qualcosa è cambiato…da quando ho sentito la sua storia con un certo Nicholas, tu non lo sai, ma è stato…-

 

-… il primo amore di Cosetta…- Salazar sapeva la storia d’amore della Corvonero.

 

-e tu come fai a saperlo?- Godric volse un’occhiata stupita a Serpeverde, che spiegò il fatto con innaturale calma.

 

-proprio quel giorno avevo mandato Lector in ricognizione, sai com’è a quel tempo non vi conoscevo bene e lui stava passando proprio nella stanza in cui le ragazze stavano parlando, così dopo aver ascoltato la conversazione me l’ha ripetuta…- ma proseguì vedendo lo sguardo di ammonimento di Godric -…però anche tu stavi origliando, Lector me l’ha detto che eri nascosto dietro la porta dell’aula!-

 

Godric arrossì leggermente e distolse lo sguardo facendolo cadere accidentalmente sul letto di Tosca.

Salazar se ne accorse e disse ciò che premeva a entrambi

 

-non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da Tosca, quell’urlo mi ha davvero spaventato!-

 

-già, probabilmente non riesce a sopportare l’idea di perdere un’altra persona cara…anche se non ha mai conosciuto sua madre, forse ha paura di soffrire come ha fatto suo padre…chi lo sa!-

 

 

 

 

 

continuava a camminare per quei corridoi, ma non riusciva a trovarla…volatilizzata…e questo gli dispiaceva.

Gli piaceva molto quella buffa biondina, e dopo quello che era successo sotto il portico dei gelsomini qualcosa era cambiato…o meglio, si era accorto che qualcosa era già cambiato.

 

Richard non si era reso conto che da quando Tosca aveva accarezzato dolcemente la sua lattea peluria di toro, il suo cuore aveva cominciato a battere in modo diverso.

 

Apriva e chiudeva le porte a gran velocità quando ad un certo punto aprì una porta nella quale riecheggiavano lontane voce infantili perse nei giochi spensierati dell’età…da quanto tempo non faceva visita a quella stanza…entrò lentamente e lo colpì il fatto che nulla era cambiato, c’erano sempre quei bauli di pesante legno ricolmi di balocchi colorati, le pareti tappezzate dei luoghi più vari che facevano da sfondo per magiche avventure, lo stesso camino di marmo bianco con incisi in un angolino i loro nomi, e sempre lei…la sua presenza sarebbe rimasta lì per sempre…

 

-ciao Richi…-

 

-ciao Cathi…-

 

i due cugini si fissarono negli occhi senza scambiarsi altro che occhiate penetranti…fu Richard a distogliere per primo lo sguardo, non riusciva a guardarla per troppo tempo…il senso di colpa era ancora troppo forte, il dolore non era ancora passato.

 

-è da tanto che non viene a trovarmi…- la ragazza dipinta cercava di far parlare il suo vecchio compagno di giochi, gli mancava la sua presenza, era sempre stato un amico prezioso e il fratello che non aveva mai avuto. Perché molti li scambiavano per fratelli, nonostante fossero solo cugini i loro tratti erano molto simili…gli stessi morbidi capelli castani, lo stesso naso, lo stesso sorriso, lo stesso mento…solo gli occhi si differenziavano, grigi quelli di lei, verdi quelli di lui.

 

-già, è passato tanto tempo…- era restio a rimanere ancora lì, voleva scappare, ma ormai non aveva più dieci anni, doveva reagire, doveva riuscire a superare quel trauma…

 

aveva ancora lo sguardo basso e le mani chiuse a pugno mettevano in risalto le nocche bianche…lei del resto lo fissava triste, cosciente dei suoi dubbi e del suo turbamento.

 

-ascolta Richard…è ora di lasciarsi il passato alle spalle, non possiamo cambiare ciò che è successo, nessuno può, quindi perché non ritorni a sorridermi come una volta?…-

 

-io…non posso…non riesco a dimenticare…non riesco a perdonarmi per ciò che ho fatto…se non fosse stato per me, tu non saresti appesa a un muro, ma saresti qui accanto a me…e a volte mi chiedo se merito di vivere con una morte sulla coscienza…con la tua morte sulla coscienza…- il suo tono era incrinato e rotto da tremiti di rabbia repressa.

 

-smettila di parlare così non è tua la colpa per ciò che mi è successo…solo io sono responsabile delle mie azioni, quindi smetti di piangerti addosso e sii uomo…non siamo più bambini…-

Richard alzò stupito lo sguardo, non aveva mai sentito parlare così duramente sua cugina, che era sempre buona e sorridente. Era rimasto letteralmente a bocca aperta, e stava per ribattere quando Cathrine lo interruppe ritornando al suo solito dolce tono -…coraggio Richi, non affliggerti, non hai colpe per ciò che è successo…ho scelto io di salvarti da quella caduta, e non sono pentita di averlo fatto…-

 

Gli sorrise, come sempre gli sorrise amorevolmente e lui colpito da quelle parole non riuscì a reprimere una lacrima che asciugò subito…cancellò quella lacrima come cancellò quei brutti ricordi…ora poteva vivere pienamente la sua vita, anche se quella vita avrebbe avuto sempre una piccola ombra su di sé…

 

Le si avvicinò tendendo una mano e sfiorando il suo abito verde smeraldo di olio e le sorrise di nuovo come tanti anni fa, in cui bambole di pezza e nobili destrieri di legno coloravano le loro giornate.

 

 

 

 

 

Sollevò le palpebre pesanti come macigni e la tenue luce delle candele la svegliò del tutto.

Era ancora tramortita per ciò che era successo…veramente non se lo ricordava molto bene, anzi, non si ricordava proprio niente…si passò una mano sulla fronte per togliere un ricciolo ribelle e si mise seduta su quello che doveva essere un letto mentre agli occhi le si presentava la scena più improbabile del mondo…Godric e Salazar che chiacchieravano tranquillamente con sguardi cupi…

 

Richiamò la loro attenzione con un colpetto di tosse e loro la fissarono addolorati…si guardò in torno e vedendo la sua amica a letto ricordò subito tutto ciò che era successo…

 

Si alzò titubante dal letto e si diresse verso Cosetta, quasi impaurita.

 

Subito Godric e Salazar le furono accanto, poggiandole le mani sulle spalle…erano solo loro quattro…come una volta…e per la prima volta senza la paura di prove inattese o inimicizie…solo quattro ventenni, amici…

 

Tosca posò le sue rosee labbra sulla fronte marmorea di Cosetta mentre Godric accarezzava i suoi capelli corvini e Salazar le stringeva una mano…erano tutti lì per lei, erano presenti, stavano aspettando, e avrebbero aspettato…ma il fato si dimostrò benevolo con loro e con delicatezza liberò la sua prigioniera del sonno…

 

 

 

 

 

I suoi occhi pervinca rividero ancora la luce e con essa la speranza negli occhi di Tosca, la gioia nel sorriso di Godric e la realtà nella stretta di mano di Salazar.

 

Sbatté più volte le palpebre confusa, si sentiva strana, ricordava solo un flusso di pensieri, qualcosa su Polifemo e una mano immaginaria che la costringeva a rimanere imprigionata in un mondo tremendamente instabile. Più volte le era venuto l’impulso di liberarsi, quando sentiva un’aura che le rimaneva vicina, ma mai il desiderio di evadere da quella prigione era diventato forte come in quel momento…sentiva che aveva bisogno di liberarsi da quella stretta mentale e ritornare dai suoi amici e da suo padre.

 

E ora ce l’aveva fatta. Tentò di mettersi seduta, ma una donna anziana interamente vestita di bianco, sopraggiunta subito dopo il suo risveglio, fece spostare i suoi amici, la bloccò mettendole una mano sulla spalla e conducendola a rimettersi stesa.

 

-si sente bene signorina Corvonero?- le chiese la donna delicatamente –io sono Mrs Curtis, l’infermiera del castello di Garthsow, e lei è stata ricoverata in infermeria in seguito a un potente incantesimo mentale che lei ha effettuato durante l’ultima prova del Torneo indetto dal Conte Merovit…se lo ricorda?- la sua voce era poco più di un sussurro, mentre con i suoi profondi occhi nocciola sorrideva felici al risveglio della giovane.

 

-si, ricordo tutto…ora sto bene, cioè sono ancora un po’ dolorante, soprattutto la testa…- e qui si portò una mano alle tempie.

 

-non si preoccupi, è normale…ora le porto una pozione che la farà star meglio…- se ne stava andando quando si rivolse agli altri tre ragazzi -…io vi avevo detto di rimanere a letto a riposare, quindi vi consiglio vivamente di seguire i miei ordini altrimenti vi ci faccio piombare io in un sonno profondo, a suon di incantesimi!- e detto questo ritornò nel suo ufficio per prendere la pozione.

 

-ah, che arpia!- Godric si avvicinò incurante al letto di Cosetta e le baciò il dorso della mano sorridendole apertamente…ora che lei era tornata i suoi occhi celesti ripresero a brillare di vita.

 

-oh, su scansati Godric, sempre in mezzo!- così dopo aver letteralmente spostato il ragazzo Tosca abbracciò l’amica con furore, saltandole addosso di peso, cosa che per bloccò la respirazione a Cosetta finché Salazar non pensò bene di sollevare la biondina e lasciar prendere fiato alla ragazza schiacciata.

 

-mi fa piacere che tu stia meglio, Cosetta- Salazar proferì quelle parole dopo aver lasciato andare Tosca.

 

Cosetta si stupì leggermente di un’affermazione così spontanea e affettuosa (per quanto lo possa essere!) del giovane Serpeverde, ma l’apprezzò.

Così sorrise a tutti e tre i suoi amici –grazie mille, sono felice che siate qui- e dopo aver stretto la mano della sua migliore amica ed essersi sistemata una ciocca corvina ribelle scoppiò a ridere, seguita a ruota dagli altri tre.

 

Con quelle risa festose, la candida stanza delle nere preoccupazioni si colorò di sorrisi vivaci e cuori colmi di speranza.

 

 

 

 

 

 

Bene, dato che avete finito il cap, ora c’è il posto delle spiegazioni, già, perché mi rendo conto di non essere stata molto chiara…cmq, la parte sicuramente più vaga è quella di Cathrine e Richard: loro due, come avete capito, sono cugini e da piccoli giocavano sempre insieme nella stanza in cui risiede il ritratto della ragazza.

Inizialmente la storia di lei che salva lui da una caduta che costò la vita a Cathrine non doveva esserci, però un’ispirazione del momento mi ha fatto scrivere quella parte, è stato più forte di me…mi dispiaceva non lasciare spazio ai due cugini, mi sentivo ingiusta nei loro confronti (comportamento altamente patetico, eppure non ce l’ho fatta…l’ho dovuto aggiungere!)…non è rilevante ai fini della storia, cmq è andata!

Un’ultima cosa sul ricordo dei due Merovit: chiedo scusa se sono ripetitiva, mi rendo conto che ho fatto morire molte persone, e le conseguenze non sono mai felici, però, per quanto sia macabro, mi viene spontaneo inserire le morti…ok, forse è meglio se cambio argomento…

 

 

Credo di aver spiegato tutto ciò che mi sembrava troppo generalizzato, cmq non fatevi scrupoli, se non riuscite a comprendere una parte non esitate a chiedere, capisco che molte volte non sono precisa, quindi non abbiate vergogna a chiedere, non mi offendo!

 

 

Ed ora si passa ai dovutissimi ringraziamenti:

 

-lilyblack: ciao bellissima! Come va? Hai visto, Cosetta si è svegliata per la tua gioia! E spero che Salazar sia cresciuto un po’ di cuore come speravi…cmq recensisci mi raccomando, soprattutto per questo capitolo mi piacerebbe ricevere un tuo commento, dato che sei un’accanita ammiratrice di Cosetta, quindi dimmi, se secondo il cap fa pena o no…ci conto…bacioni 

 

-Angelikall: ciao carissima…per la cerimonia mi sa che bisogna aspettare il prossimo cap, ma non temere, ci sarà e spero che sarà di tuo gradimento…cmq riguardo a quella ‘cosa’, cosa intendi? Forse oggi sono più tonta del solito, ma non ho capito a cosa ti riferisci…scusa…

cmq recensisci, mi raccomando, ora che la storia sta terminando, ho bisogno di sostegno morale, dato che non vorrei assolutamente finirla…baci tesora

 

-Judeau: ciao, grazie per la recensione e per i complimenti…purtroppo le ferite fisiche e morali hanno costretto un po’ tutti a letto, cmq, come puoi aver letto, si stanno riprendendo alla grande (più o meno)…baci

 

-parsifal89: grazie mille per i tuoi complimenti…sono diventata tutta rossa…sei troppo buono e gentile, davvero mi sono commossa a leggere il tuo commento…mai pensato di fare il critico letterario? Le tue spiegazioni sono così articolate e mature che ti vedo bene a mettere giudizi sui vari libri, a meno che tu non sia un promettente scrittore…chiusa la parentesi sul tuo futuro lavoro (che non spetta a me decidere dopotutto), mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto il cap precedente e ammetto che anche a me i gelsomini piacciono molto, perché quando fioriscono spandono nell’aria un profumo delizioso…grazie ancora e commenta…baciotti

PS spero non ti sia offeso se ho scherzato sulle tue doti di commentatore, non era una critica negativa, anzi…

 

 

grazie mille anche a tutti coloro che leggono ma, purtroppo, non recensiscono…

 

                                                                                                                                    …baci iride89

 

 

  
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