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Autore: RoseScorpius    18/04/2011    64 recensioni
Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie'
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Te l'ha detto l'uccellino?

No, era un GUFO. 

 

Perché gli uccelli ti fottono sempre, in tutti i sensi.

Sorvolando sulle interpretazioni più basse a cui questa affermazione si presta (e che non credo abbiano bisogno di essere commentate), non si può negare che gli uccelli siano dei gran bastardi: da' loro anche la più piccola possibilità di metterti nei casini e puoi star certo che lo faranno. 

Un esempio, giusto per rendere l'idea: credi di uscire una sera con il ragazzo dei tuoi sogni rifilando a tua madre la classica, vecchia scusa della serata con le amiche? Bene, non sorprenderti se il giorno dopo tutti i membri (vivi e morti) del tuo albero genealogico ti diranno “un uccellino mi hai detto che hai il fidanzato”. Ah, sì, perché poi l'uccellino deve sempre ingigantire tutto, naturalmente. 

Ma gli uccelli di gran lunga più stronzi sono i gufi. Soprattutto i gufi che portano i GUFO: mai che si perdano per strada, quelli. 

 

***

 

La mattina dopo avevo un piano: restare chiusa in camera mia ad elaborare un piano per rimediare alla mia idiozia e convincere Scorpius a sposarmi e fare tanti bambini biondi. 

Sul secondo piano ci stavo ancora lavorando. 

Nell'attesa che un'idea che possibilmente non implicasse l'umiliazione di strisciargli ai piedi chiedendogli perdono in sanscrito e greco antico mi venisse in mente, mi ritrovai a spulciare il diario di Draco. 

 

27 novembre 1993

 

Wow, sono mesi che non scrivo su questo diario. Bhe, mi sembra anche comprensibile, visto che un Ippogrifo mi ha praticamente staccato il braccio dal resto del corpo. Cioè, non so se ti rendi conto: sono stato deliberatamente aggredito da un Ippogrifo durante una lezione di Cura delle Creature Magiche. Stupide bestiacce permalose...

E cosa pensi che abbia fatto quell'imbecille di Hagrid? Niente, ovviamente: era troppo impegnato a piagnucolare che il suo dolce e tenero Fierobecco non farebbe male ad una mosca. Bhe, io non sono una mosca, infatti. Stupido ibrido... altro che figlio di un Gigante, quello è figlio di un Troll!

Ma comunque vedrà, vedrà... ho detto tutto a mio padre e lui naturalmente era furioso: ha giurato che farà ammazzare quella bestia infame e farà sbattere dietro le sbarre anche Hagrid. Di nuovo. In fondo non penso che l'ultima volta abbia avuto il tempo di socializzare a dovere con i Dissennatori... anche se, ora come ora, potrebbe benissimo farlo anche qua, visto che la scuola è infestata da quegli orribili cosi.

L'unico motivo per cui non li detesto troppo è che continuano a terrorizzare Potter: durante l’ultima partita di Quidditch è caduto dalla scopa e si è quasi ammazzato. Quasi, purtroppo. Ma figurati se quel venduto di Silente non salvava la vita del suo cocchino Potterino. Bleah...

Ora vado, pare che Zabini abbia trovato un'anima pia disposta a farci copiare i suoi compiti di Trasfigurazione.

Post Scrittum: sono un figo. Sul serio: ho piantato Pansy e sono ancora vivo. Ed oltretutto ora lei passa la vita a farmi da zerbino per riconquistarmi. La situazione è quasi divertente.

 

3 gennaio 1994

 

Sono tornato a casa per le vacanze di Natale, ovviamente. Figurarsi se avevo voglia di restare in quel postaccio infestato dai Grifondoro e dai Dissennatori. Certo, vedere Potter che sviene come una femminuccia ogni tre passi è sempre un piacere, ma quei dannati cosi mettono addosso una depressione… spero soltanto che qualche Sanguesporco si deprima troppo e decida di suicidarsi: almeno la presenza dei Dissennatori a scuola avrebbe una parvenza di senso. Perché, no, salvare Potter dal suo padrino assatanato non mi pare assolutamente sensato. Voglio dire, ma magari qualcuno lo accoppasse!

Comunque, in caso non ci riesca, spero davvero che quegli idioti del Ministero si sbrighino a catturare Black. Sono stufo marcio di vedere la sua faccia sulla prima pagina della Gazzetta. E sono stufo di questi stramaledetti Dissennatori. E… beh, sono stufo di tante cose ultimamente.

Ora vado a cena, comunque. Spero che gli elfi abbaino fatto il pasticcio di carne.

Venti minuti dopo

Oggi uccido. È una promessa.

Non che il pasticcio non ci fosse... oh, no, ce n'era una teglia piena, a dire il vero. Una profumata, invitantissima teglia piena di pasticcio di carne che se ne stava al centro della tavola pronta per essere divorata dal sottoscritto. Ma non me l'hanno fatta mangiare.

Cioè, non so se mi sono spiegato: io, Draco Lucius Malfoy, mandato a letto senza cena. Anzi, per la precisione, trascinato in stanza per le orecchie da mia madre e chiuso dentro a chiave. Senza cena.

È semplicemente inammissibile! Se non fossi così indebolito dalla fame avrei sicuramente sfondato la porta a calci e ucciso qualcuno a mani nude.

Merlino, Morgana, Salazar e Circe, voglio quel maledetto pasticcio!

Non esiste che arrivano a casa degli amici di mio padre e per colpa loro mi tocca starmene chiuso in camera mia a morire d'inedia come un moccioso in punizione. Ma neanche per sogno!

Adesso prendo la bacchetta, me ne frego delle leggi, faccio saltare la serratura, scendo di sotto e vado a sentire cos'hanno da dirsi di tanto importante da attentare alla mia vita murandomi vivo. E li costringerò a darmi il dannato pasticcio. Tutta la teglia.

Dieci minuti dopo

Merda.

Cazzo.

Merda.

Porco Merlino.

Credo che i tizi di sotto siano tutti ex Mangiamorte...

Stavano parlano di Black e di quello che scrivono i giornali sulla sua evasione. Pare che quello che si dice in giro potrebbe essere vero, che... che il Signore Oscuro potrebbe essere vivo. Cioè, non vivo. Ma nemmeno morto morto. Insomma, hanno detto che potrebbe tornare...

Ma alla fine sono solo voci, no? Leggende metropolitane, tutto qua... e poi, in teoria, la mia famiglia lo ha sempre servito, quindi se anche dovesse tornare non saremmo noi quelli che dovrebbero preoccuparsi, vero?

Però... però, alla faccia, sembravano tutti preoccupati. Sembrava che avessero quasi paura... no, senza il quasi. Se la stavano letteralmente facendo addosso. Uno di loro ha detto che se il Signore Oscuro tornasse sarebbero tutti nella merda fino al collo... anche la mia famiglia...

Merlino...

Sarebbe tanto disonorevole se dicessi che adesso ho una paura fottuta?

 

Rimasi a fissare le ultime righe, tracciate con una calligrafia frettolosa e tremolante, come imbambolata. Le parole Mangiamorte e Signore Oscuro continuavano a rimbombarmi nel cervello, come se la voce infantile e spaventata di un Draco adolescente continuasse a sussurrarmele all'orecchio.

Miseriaccia...

Ero la figlia di due dei salvatori del Mondo Magico, perciò fin da quando ero piccola non mi erano mai stati risparmiati i racconti mezzo inventati di mio padre, volti più che altro alla sua autocelebrazione, ma nemmeno i resoconti attendibili ed infarciti di insegnamenti morali che mi propinava mia madre per rimediare. Eppure Voldemort ed i Mangiamorte, per me, erano sempre rimasti delle figure fantastiche relegate alle pagine illustrate di qualche tenebroso libro di fiabe, spaventosi solo nel buio della notte mentre, dopo una delle mie marachelle, me ne stavo raggomitolata sotto le coperte chiedendomi se l'Uomo Nero sarebbe davvero arrivato per portarmi via.

Da brava ragazzina viziata qual'ero, cresciuta in una villetta sicura, lontana mille miglia dalla guerra, non avevo mai davvero percepito quelle figure spaventose come qualcosa di reale, qualcosa che aveva davvero ucciso mio zio Fred, e i nonni di Al, e i genitori di Ted...

Me ne rendevo conto appieno solo in quel momento, ma per me quelle persone non erano mai esistite, proprio come i personaggi dei libri, vivi solo la sera, durante l'ora delle favole della buonanotte. E Voldemort ed i suoi Mangiamorte non mi erano mai sembrati più veri che in quel momento, davanti alla pagina del diario di un ragazzino di tredici anni. Un bambino, insomma, a tutti gli effetti. Eppure quel bambino si era ritrovato incastrato in una guerra iniziata quando lui non era nemmeno nato, obbligato a seguire una strada già tracciata per lui non meno di quanto lo era stato lo zio Harry.

Non avevo mai pensato a Draco in quel modo; non mi ero mai soffermata a chiedermi come fosse stata la sua vita prima, cosa lo avesse spinto a voltare le spalle ai Mangiamorte e alla sua famiglia per diventare Auror, indifferente al disprezzo e alla diffidenza che tutti i “buoni” nutrivano nei suoi confronti.

E tutt'ora non avevo una risposta. Ma avevo le domande, ed avevo davanti gli occhi grigi di un ragazzino che ancora non immaginava quanto sarebbe stato nella merda.

 

***

 

Alle dieci e mezza conclusi che, dopo quell'edificante lettura, odiavo Draco ancora di più: per colpa sua avevo perso mezza mattina a pensare a Voldemort e ai Mangiamorte, con l'ovvia conseguenza che il mio piano per convincere Scorpius a sposarmi ed avere tanti bambini biondi era rimasto arenato nella fase iniziale della sua stesura, descrivibile in sintesi con un grande punto di domanda.

Ok, sono ufficialmente un'idiota.

Cosa cavolo avrei detto a Scorpius, adesso? “Ehi ciao, senti, per ieri sera guarda che stavo scherzando, in realtà mi piaci anche tu. Haha, visto che senso dell'umorismo?” 

Nel migliore dei casi mi avrebbe mandata a quel paese con un biglietto di sola andata. Nel peggiore mi avrebbe detto che dopo il mio discorso della sera prima le cose erano cambiate e che si era reso conto di non avere la minima intenzione di stare con un'imbecille del genere. 

In tutta onestà non avrei potuto biasimarlo: se una volta non era bastata a farlo scappare a gambe levate, dopo la seconda (e così plateale) prova della mia idiozia non sapevo neanche se aspettarmi che mi rivolgesse ancora la parola. 

Stupidastupidastupida...

Il ricordo di una bambina con la gonna della divisa troppo corta che chiedeva a un Malfoy dodicenne di mettersi con lei in cambio dell'esame scritto di Trasfigurazione mi tornò alla mente per la prima volta dopo secoli, scivolando fuori da uno dei tanti cassetti rimasti chiusi troppo a lungo della mia memoria. Immaginavo di dovermi ritenere fortunata per il semplice fatto che non mi avesse scagliato addosso un'Avada Kedavra, in quell'occasione: se a sedici anni ero una testa di cazzo, a dodici dubitavo esistesse un termine abbastanza offensivo per descrivermi. 

D'accordo che è un'età cretina, però...

Però con che coraggio mi sarei presentata davanti a Scorpius per dimostrargli che nel mio caso, più che l'età, la cretina ero io? No, decisamente, dovevo inventarmi una balla che reggesse per spiegare quello che gli avevo detto la sera prima, se volevo venirne fuori in qualche modo. 

... la storia dell'alieno impossessatosi del mio corpo è abbastanza credibile? O magari potrei dirgli di essere schizofrenica... sono sicura che non farebbe fatica a credermi. Oppure potrei sempre Obliviarlo, visto che già non ricorda il bacio una ritoccatina in più alla sua memoria non dovrebbe fare troppi danni...

Ma evidentemente non era destino che io portassi a termine la stesura del mio piano per convincere Scorpius a sposarmi ed avere tanti bambini biondi, perché le mie congetture furono interrotte dalla vibrazione del cellulare. Lo raccolsi dal comodino, per nulla stupita di scoprire che il mittente del nuovo messaggio era Albus. 

Sev – Solo due cose. Uno, sei un'idiota. Due, non provare a cavartela con una balla: alzati e vai a dirgli la verità. Ah, ce n'è una terza: se non lo fai tu lo faccio io. Baci baci. 

Lanciai uno sguardo truce allo schermo. 

Baci baci?!

Ci voleva una faccia tosta da record per incastrarmi in un ricatto così vile e spregevole e poi salutarmi con “baci baci”. Davvero, Al si era superato: me lo potevo quasi vedere mentre mi rivolgeva un sorrisino angelico, con tanto di aureola sbrilluccicante sulla testa, ed in contemporanea nascondeva dietro la schiena un tridente le cui punte rosse gli sbucavano da dietro le spalle. 

Odioso, viscido, lurido...

Premetti i tasti del cellulare con furia, digitando la mia risposta. 

Rose – Non so di cosa tu stia parlando.

La replica del viscido non si fece attendere. 

Sev – Sì, ho notato che tu e Scorpius tendete a “non sapere mai niente” di questo argomento. Comunque se è riuscito a sopportarti fino ad ora non vedo perché non dovrebbe continuare a farlo. Vai, scommetto che starete assieme entro questa sera. Anche perché se non gli chiedi tu di mettersi con te lo faccio io. 

Se fossi stata Superman a quel punto il mio cellulare avrebbe come minimo preso fuoco sotto il mio sguardo assassino. 

Certo, uno schiocco di dita e mi metto con Scorpius, che ci vuole?

La faceva facile, lui. 

Rose – Continuo a non sapere di cosa tu stia parlando. Non ho più batteria, il cell si spegnerà a momenti. Baci.

E premetti il tasto rosso per accelerare il processo di spegnimento del telefono che altrimenti, se mi fossi affidata alle cinque tacche di batteria, avrebbe potuto andare un po' per le lunghe. 

Lasciai cadere la schiena sul materasso, buttando fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni con uno sbuffo esasperato. Mi mancavano solo i ricatti di Al per completare la mia perfetta giornata di merda. E ci terrei a rimarcare il fatto che non erano nemmeno le undici di mattina: probabilmente entro sera sarei caduta in un burrone e sarei morta. 

Chiusi gli occhi, tentando di scacciare dalla mente l'immagine delle mie budella spiaccicate sul fondo di una gola rocciosa come il cadavere della puffola pigmea di Lucy che da bambini avevamo fatto cadere dal tetto della Tana. Decisamente non un granché come morte. 

Accidenti, dovrei davvero dirlo a Scorpius... se non altro per evitare che pensi che ho chiesto ad Albus di dirglielo al posto mio, se e quando il viscido dovesse decidere di mettere in atto le sue minacce...

Ma dirglielo come, poi? La letterina in stile bambina dell'asilo, oltre ad essere decisamente da vigliacchi, era anche parecchio inutile: considerato che vivevamo nella stessa casa l'opzione “se mi rifiuta lo evito per tutto il resto della mia vita” non era molto praticabile. Di dirglielo in faccia, poi, non se ne parlava nemmeno: sarei morta di vergogna prima di riuscire a finire di pronunciare la prima frase. Forse avrei potuto urlarglielo dietro assieme ad una caterva di insulti... non era particolarmente romantica come dichiarazione, ma se non altro dargli dell'idiota mi aveva sempre fatta sentire meglio. E poi forse…

"E poi forse Al ha ragione e gli piaci davvero."

Suggerì Calvin, comparendo a tradimento nella mia testa assieme ad una strepitosa immagine di Scorpius che mi baciava senza alcun preavviso in mezzo al soggiorno, sotto gli sguardi allibiti di Draco e di mia madre, e mi dichiarava eterno amore. 

Scossi la testa, prima che il modello arrivasse a mostrarmi il film del mio matrimonio da favola con il suddetto Malfoy: non avevo bisogno di peggiorare la situazione, davvero. In effetti mi sembrava anche parecchio difficile che la situazione potesse essere peggiorata ulteriormente… 

"Di sicuro potrebbe essere migliorata." osservò Calvin "A quest'ora potresti aver chiarito tutto con Scorpius e potreste essere chiusi nel vostro bagno a sbaciucchiarvi clandestinamente."

La faccia orripilata di Draco alla vista della sua progenie che amoreggiava con un essere appartenente all'indegna stirpe dei Weasley scomparve immediatamente dal mio cervello, sostituita da una pittoresca immagine di me e Scorpius che ci scambiavamo attenzioni più o meno caste in un angolo del giardino, come due perfetti fidanzatini.

Ovviamente mi affrettai a far scomparire anche quella: non stavo esattamente morendo dal desiderio di vedermi sbattere in faccia tutto quello che avrei potuto avere e che invece, da brava idiota, avevo buttato nel cesso alla prima occasione. 

Avresti potuto stare con lui già secoli fa, al primo anno, se non fossi stata così immatura da sfotterlo fino alla morte perché gli piacevi.” Mi ricordò Calvin che invece, a quanto pareva, non vedeva l'ora di sbattermi in faccia quello che mi ero persa.

In quel momento sentii di odiarlo profondamente: uno passava anni a dimenticare le traumatiche esperienze della sua infanzia e poi arrivava un modello partorito dal suo cervello a rovinare tutto.

Saremmo durati al massimo quattro giorni, una settimana se ci andava di lusso.” 

Replicai, tentanto di convincermi della verità delle mie parole: se proprio dovevo piangere sul latte versato, almeno volevo avere la consolazione di sapere che avrei finito per rovesciarlo in ogni caso. 

Probabile.” convenne Calvin “Ma dopo averlo mollato e trattato da stronza – perché lo avresti fatto – ti saresti sentita in colpa e gli avresti chiesto scusa, e magari sareste andati avanti a tira e molla finché non sareste stati abbastanza maturi da fare coppia fissa ed iniziare una relazione seria.

Le subdole insinuazioni di Calvin trovarono un terreno fertile nel mio cuore che aveva vissuto fin troppo a lungo nutrendosi di fantasie utopistiche di questo genere: immaginai uno Scorpius che mi salutava ogni mattina con un bacio a fior di labbra, che mi teneva un braccio attorno alle spalle davanti a tutti, senza il minimo imbarazzo, e mi appioppava nomignoli che avrebbero fatto morire sul colpo un diabetico. Immaginai di potergli dire ogni giorno quanto erano belli i suoi occhi e di godermi la luce che li avrebbe illuminati alle mie parole, immaginai di detenere tutti i diritti sul suo intrigante fondoschiena e di sentirmi legittimata a staccare il collo a tutte le ragazze che avrebbero provato a guardarlo per più di un decimo di secondo di fila. O forse in effetti le avrei lasciate fare e lo avrei baciato sotto i loro sguardi carichi di disappunto, assaporando il dolce gusto che avrebbe avuto la parola “mio” sulla punta della lingua. 

Brava, abbiamo appurato che sai coniugare i Condizionali. Ora che ne dici di andare di sotto e trasformarli in Indicativi?

Per una volta Calvin non ebbe nemmeno bisogno di cominciare a sfilarsi la maglietta per convincermi. 

Prima di poter cambiare idea mi alzai dal letto e mi fiondai giù dalle scale, incurante del look “cespuglio anni ottanta” dei miei capelli e con un unico proposito in testa: mandare a quel paese il mio piano per convincere Scorpius a sposarmi ed avere tanti bambini biondi e spiattellargli tutta la più umiliante verità. E poi sperare che volesse comunque sposarmi ed avere tanti bambini biondi. 

In fondo, cos'ho da perderci?

Sì, beh, a parte la faccia. 

 

***

 

Feci il mio trionfale ingresso in cucina inciampando nei miei stessi piedi per la fretta che avevo di trovare Scorpius, saltargli addosso e possibilmente stuprarlo e/o convincerlo a stuprare me. 

Mi sentivo così euforica all'idea di confessargli finalmente tutto quello che provavo per lui che nemmeno la presenza di Draco riuscì ad irritarmi, nemmeno quando gli andai a sbattere contro. Ma probabilmente fu solo perché se il suo corpo non si fosse trovato tra il mio naso ed il pavimento sarei finita distesa per terra a pelle di leone. 

Naturalmente la totale assenza di reazioni che palesassero schifo o quantomeno fastidio da parte mia fu ampiamente compensata dalla reazione di Draco, che si ritrasse contro il muro stringendosi al petto la Gazzetta del Profeta a mo' di scudo e mi lanciò uno sguardo di puro disgusto. 

Tutto normale fino a qui, ma quando lo superai e mi trovai davanti a mia madre che si stringeva al petto un altro pezzo di carta con un'espressione altrettanto disgustata stampata in viso cominciai a preoccuparmi: gli occhi castani di mamma generalmente celavano abbastanza bene le sue emozioni, ma quando era arrabbiata parlavano più chiaramente di un cartello al neon, e per la precisione al momento stavano dicendo “se ci tieni alla vita comincia a scappare”. 

Mi bloccai a due passi dal frigorifero, cominciando a considerare seriamente l'idea di seguire il consiglio delle sue iridi lampeggianti e darmi alla fuga. 

Avrei dovuto saperlo che prima o poi me l'avrebbe fatta pagare per la sbronza di mercoledì sera...

Mi guardai nervosamente attorno, inizialmente alla ricerca di un angolo dove nascondermi in caso avessero cominciato a piovere Maledizioni, ma quando il mio sguardo si posò su Scorpius i miei propositi cambiarono radicalmente e decisi che l'angolo poteva aspettare. 

Scorpius se ne stava seduto davanti ad una tazza di tè, il gomito sinistro appoggiato sopra ad un foglio di pergamena, e quando i nostri occhi si incrociarono si limitò a lanciarmi un vago sguardo di condoglianze per poi affrettarsi a spostare l'attenzione sulla sua colazione. 

Deglutii, a disagio. << Ehm... come mai voi due non siete al lavoro? >> chiesi, rivolta a mamma e Draco, per spezzare l'angosciante silenzio che era calato sulla stanza. 

<< Questa notte abbiamo il turno di pattuglia. >> 

Rispose Draco, occhieggiandomi da dietro le pagine della Gazzetta come se stesse controllando lo schermo della televisione per vedere se la pubblicità era finita. Mamma si limitò ad inspirare seccamente, come una dragonessa pronta ad arrostire lo sventurato curioso che si è avvicinato alle sue uova. 

<< Ah... >> aggiunse Draco, voltando pagina << Sono arrivati i gufi da Hogwarts. >> 

Il che voleva dire che erano arrivati anche i GUFO...

Mi bloccai a metà di un respiro, mentre finalmente l'espressione omicida di mia madre assumeva un senso. 

Cominciai a sudare freddo. “Miseriaccia, i GUFO! Me n'ero completamente dimenticata...

Voltai lentamente il capo, sbirciando la mia furibonda genitrice; poi, troppo terrorizzata da quella visione, tornai a rivolgere il mio sguardo supplichevole a Draco. 

Era un Auror, per Merlino, non poteva lasciare che mamma mi uccidesse!

Ma evidentemente poteva, perché in risposta alla mia muta richiesta di aiuto si limitò a scrollare le spalle e rivolgermi uno sguardo che interpretai come un “In fondo mi ha fatto quasi piacere conoscerti. Quasi.”

Mamma tese il braccio davanti a sé con uno scatto secco, rischiando quasi di tirarmi un pugno in pancia per porgermi la lettera; e non ero così sicura che le sue intenzioni non fossero realmente quelle di tirarmi un pugno. La pergamena era spiegazzata ed aveva l'aria di essere stata maltrattata parecchio dalle sue dita: ovviamente non aveva ritenuto importante aspettarmi per aprire la lettera con i risultati dei miei esami. 

Oddio, mi avranno bocciata in tutto...

Papà mi diceva sempre che avevo ereditato la stessa tendenza a uccidermi di paranoie che aveva mamma dopo gli esami. Il problema era che le sue erano solo paranoie, il mio era puro e semplice realismo... 

Presi il foglio con mano tremante e lo portai lentamente davanti al viso, pregando tutti gli dei di tutti i popoli perché mi salvassero la vita. 

 

GIUDIZIO UNICO PER I FATTUCCHIERI ORDINARI

 

Voti di promozione: Eccezionale (E)

Oltre ogni previsione (O)

Accettabile (A)

 

Voti di bocciatura: Scadente (S)

Desolante (D)

Troll (T) 

 

ROSE JENNY WEASLEY HA CONSEGUITO: 

 

Astronomia:                                        S

Cura delle Creature Magiche:          E

Incantesimi:                                      O

Difesa contro le Arti Oscure:           O

Divinazione:                                     D

Erbologia:                                        O

Storia della Magia:                           D

Pozioni:                                            O

Trasfigurazione:                               T

 

***

 

Dieci minuti dopo, com'era prevedibile, mamma non aveva ancora finito di urlare. 

<< Ma cosa credi, che i soldi crescano sugli alberi?! O forse pensi che io e tuo padre ti manterremo per tutta la vita?! >>

La solita, abusata e stra-abusata storia del “da grande ti toccherà fare la spazzina e morirai di fame”. Livello di originalità: sotto zero. 

<< Sei un'irresponsabile, ecco cosa sei! Un'irresponsabile, immatura, incapace di prendere la vita sul serio! Merlino, ma ti rendi conto che fra due anni sarai fuori da Hogwarts?! Cosa pensi di fare dopo, senza un'istruzione?! O forse hai intenzione di farti bocciare per sempre e non affrontare mai il mondo reale?! >>

Bla bla bla...

Dopo cinque anni di scuola avevo sviluppato l'utile capacità di mandare il cervello in stand-by durante gli scappottamenti di mamma, perciò ormai le sue profezie sul mio infelice futuro da barbona non mi facevano più né caldo né freddo. L'unica cosa che mi metteva a disagio, dannatamente a disagio in effetti, era la presenza di Scorpius: non mi andava proprio di farmi urlare in faccia tutti quegli insulti alle mie capacità intellettive in sua presenza. 

Non che non pensi già che sono un'idiota, ma...

<< Il Desolante in Divinazione lo posso accettare, è una materia stupida, non avrei comunque voluto che continuassi a studiarla il prossimo anno... >>

La odiavo quando faceva così: Merlino, doveva per forza mettermi in imbarazzo con le sue scenate assurde in presenza di Scorpius? 

<< Il Desolante in Storia della Magia anche: sei un'imbecille con il livello di cultura generale di un giocatore professionista di Quidditch, ormai me ne sono fatta una ragione... >>

Percepivo la sagoma di Scorpius immobile sulla sedia, all'angolo del mio campo visivo, ma non avevo il coraggio di voltarmi a guardarlo. Avevo troppa paura di leggere il disgusto che mamma mi stava riversando addosso anche nei suoi occhi. 

<< Posso anche chiudere tutti e due gli occhi sullo Scadente in Astronomia e fare finta di niente, se proprio devo... >>

Io invece non potevo far altro che pensare “Non davanti a lui, diamine, non davanti a Scorpius!”. E avrei solo voluto che mi mettesse in punizione per il resto della mia esistenza e le smettesse di umiliarmi in quel modo. 

<< Ma il Troll in Trasfigurazione dove me lo metti? >>

Nel culo ti va bene come risposta?

Draco non aveva mai fatto delle scenate del genere a Scorpius. E Scorpius, d'altronde, non aveva mai preso un Troll in vita sua. 

Naturalmente la sfigata sono sempre io.

Mamma fece una breve pausa per riprendere fiato, senza staccare il suo sguardo assassino dal mio viso nemmeno per un istante. 

Non era mai contenta di me, naturalmente: avessi anche preso Eccezionale in tutti i GUFO avrebbe comunque trovato qualcosa di cui lamentarsi. Era sempre stato così, fin da quando ero una bambina: non faceva altro che paragonarmi con mio fratello, con i miei amici, con i miei cugini, facendomi pesare il fatto che loro fossero migliori di me. 

La odiavo. 

<< Scorpius ha preso cinque Eccezionale, per tua informazione! >> sbraitò. Di sicuro sarebbe stata ben lieta di scambiarmi con lui, se avesse potuto scegliersi il figlio ideale. << Cinque! >> ripeté, come se il concetto non fosse stato già abbastanza chiaro.

Ma io non la stavo più ascoltando: avevo sbattuto la lettera spiegazzata sul tavolo, facendo rovesciare la caraffa del succo, e prima di rendermene conto mi ero ritrovata ad urlare anche io, sputando fuori la mia rabbia con tutta l'aria che avevo nei polmoni. 

<< Sì, lo so che Scorpius è un secchione! >> sbottai << E lo so anche che ti vergogni da morire di avere una figlia stupida come me. Ma sai cosa ti dico? Sono affari tuoi se non ti piace come sono, io sto benissimo così! >>

Mi voltai di scatto, lasciando la pergamena ad inzupparsi nel succo, e me ne andai a grandi passi, con tutta l'intenzione di rintanarmi in camera mia e restarvi chiusa in un ostile mutismo per tutto il resto della giornata o anche della mia vita, se necessario. E lo avrei fatto davvero, se la porta della cucina non mi si fosse chiusa a due centimetri dal naso. 

<< Signorina, non credere di... >>

Mi voltai verso mia madre, che se ne stava immobile con la bacchetta ancora alzata, e le lanciai uno sguardo di odio profondo. << Fammi. Uscire. >> sibilai, accanendomi sulla maniglia che non ne voleva sapere di abbassarsi: non avevo intenzione di restare un secondo di più in quella stanza a farmi urlare contro sotto gli occhi di Scorpius. 

<< Non se ne parla. >> rispose lei, incrociando le braccia sotto al seno in quella che doveva ritenere una posa da madre autoritaria << Ora tu resti qua finché... >>

Ma prima che potesse finire di parlare la porta si era spalancata, tornando ad offrirmi la tanto agognata via di fuga. 

Non persi tempo, mentre mamma si voltava verso Draco, esterrefatta, e balbettava il suo nome con incredulo furore. Non persi tempo, mentre il mio insospettabile benefattore le diceva di darci un taglio e di calmarsi, e mi fiondai fuori dalla cucina prima che mamma potesse squartare Draco e poi venire a sbudellare pure me. 

Lo dicevo io che sarebbe stata una giornata di merda.

 

***

 

Quella sera, come ultimamente stava diventando una mia deprecabile abitudine, me ne stavo seduta sul letto a fissare il vuoto con un vasetto che prima della mia crisi depressiva aveva contenuto Nutella posato sulle gambe.

La odio.

Lei, il professor Ferguson, Trasfigurazione e i maledetti GUFO. Oh, e anche il mondo. 

E non dimentichiamo Scorpius.”

Merlino, in quel momento avrei dato qualsiasi cosa per far sparire dalla faccia della Terra lui e la sua pagella perfetta. A momenti non mi importava neanche più di mantenerlo in vita per sposarlo e fare tanti bambini biondi. 

Posso sopportare tutto, ma non dei figli secchioni.

Le mie riflessioni furono interrotte dal suono di un pugno che bussava sulla porta di camera mia senza alcun riguardo per la delicatezza. 

Sbuffai e mi sistemai più comoda sul materasso, senza lasciar trapelare la benché minima intenzione di alzarmi e andare ad aprire, intenzione che infatti non avevo assolutamente. << Chiunque tu sia, ho una sola parola per te. >> dichiarai << Vaf-fan-cu-lo. >>

<< Gentile. >> commentò la voce strascicata di Malfoy il Vecchio << Hai detto così anche all'esaminatore di Trasfigurazione? >>

Strinsi i pugni in grembo, trattenendomi a stento dal tirare in mezzo alla conversazione Merlino, le sue mutande e quello che ci stava dentro. << Malfoy, perché non fai una bella cosa e ti uccidi? >> proposi. In fondo non si poteva mai sapere che per una volta nella vita non decidesse di ascoltarmi: io intanto proponevo. 

<< Non posso uccidermi: sono un Auror, il mondo ha troppo bisogno di me. >> rispose lui, con aria d'importanza. 

Ma, decisamente, non era quella la volta buona. 

Neanche fosse il Ministro della Magia...

<< Allora vai a fare l'eroe lontano da qui. >> grugnii, premendo con ferocia il dito contro l'interno del vasetto vuoto, nel vano tentativo di raccogliere un po' di Nutella << E cerca di farti ammazzare mentre salvi il mondo. >> aggiunsi. 

La speranza, dopotutto, era l'ultima a morire. 

<< Sto già salvando il mondo. >> puntualizzò Malfoy, picchiettando la superficie della porta in un modo che trovai tremendamente irritante << Tu e tua madre arrabbiate in contemporanea siete una seria minaccia per la pace internazionale. >>

Fissai con astio il dito che avevo appena estratto dal vasetto e su cui non spiccava nemmeno una mezza miserrima macchiolina marrone. 

<< Ma che spiritoso. >> sbuffai << Vai a parlare con lei, allora: forse avrai più fortuna. >>

<< Con più fortuna intendi un altro taglio sul sopracciglio? >> s'informò Malfoy, senza smettere di tamburellare le dita contro la porta. 

Abbandonai definitivamente i miei infruttuosi tentativi di estrarre qualche residuo di Nutella dal vasetto ed alzai il capo per lanciare un'occhiata perplessa alla maniglia. << Ti ha picchiato? >> 

Non che mi dispiacesse, ben inteso, ma mi sembrava troppo bello per essere vero. 

<< Mi ha lanciato in testa un pelapatate. >> precisò lui, sfoderando una voce decisamente offesa.

Dovetti mordermi la lingua per non ridere: mia madre che inseguiva Draco lanciandogli dietro una serie di utensili da cucina doveva essere stata una scena piuttosto epica.  

<< Forse è il suo modo per chiedermi scusa. >> ipotizzai. 

Malfoy smise di picchiettare il legno della porta e si esibì in uno sbuffo alquanto teatrale. << C'è un modo per farvi riappacificare che non implichi il mio omicidio? >> s'informò. 

<< No. >>

<< Stupendo. >> 

<< E comunque non ho la minima intenzione di riappacificarmi con quella megera. >> rettificai, a scanso di equivoci. 

Draco tacque per un paio di secondi, poi ricominciò a bussare. << Beh, visto che io non sono “quella megera” che ne dici di aprirmi la porta? >>

Mi stiracchiai ed allungai i piedi sul copriletto, fissando la porta chiusa con moderato interesse. << È troppo lontana. >> dichiarai infine << Non ho voglia di alzarmi dal lett... >>

<< Alohomora. >>

Non ebbi nemmeno il tempo di finire di parlare che la maniglia si era già abbassata e la porta aveva ruotato da sola sui cardini, spalancandosi. Malfoy s'infilò la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni ed entrò nella mansarda sistemandosi i capelli ossigenati con molta nonchalance per uno che sta per venir picchiato a sangue da una cintura nera di Karate. 

Lo trucidai con il mio migliore sguardo da Lord Voldemort. << Quando ho detto che non avevo voglia di alzarmi non voleva dire che potevi aprire la serratura ed entrare. >>

Malfoy mi degnò della stessa attenzione che avrebbe riservato ad una mosca morta sul davanzale della finestra del bagno e, prima che potessi indovinare le sue intenzioni e sopprimerlo, si sedette sul materasso accanto a me. 

<< E quando ho detto che non potevi aprire la serratura ed entrare non voleva dire che potevi sederti sul mio letto. >> aggiunsi, meditando seriamente di dargli una piccola dimostrazione di arti marziali. O anche grande.

Malfoy sospirò, stampandosi in faccia un'espressione melodrammatica. << È davvero un peccato che la nostra società non ascolti mai i giovani, non trovi? >>

<< Impiccati. >> sibilai.

Ma Malfoy, invece di concedere questo favore a me e al resto del mondo, si limitò a sistemarsi più comodamente sul mio copriletto. Lo squadrai con astio, chiedendomi cosa diavolo volesse da me: non era semplicemente pensabile che Draco Malfoy si fosse scomodato a venire in camera mia per godere della mia “piacevole” compagnia, ragion per cui mi sentivo perfettamente autorizzata a sospettare di lui. Ma l'unica cosa che potei appurare fissandolo in quel modo fu che aveva davvero un taglio sul sopracciglio destro. 

Draco si stiracchiò, con incredibile naturalezza per uno che si trova da svariati secondi sotto l'insistente sguardo omicida di una persona. << Sai, >> disse << anch'io a scuola avevo problemi in Trasfigurazione. >>

<< Sai, >> replicai, infastidita << nessuno ti ha chiesto niente. >>

Di certo non gli avevo chiesto la sua falsa solidarietà. 

Ma per come rispose Draco, ovviamente, avrei anche potuto essere muta. << Di Trasfigurazione hai Ferguson, dico bene? >> chiese.

Questa volta non mi degnai di replicare: che facesse pure il suo monologo, se voleva, forse il muro lo avrebbe ascoltato. 

Malfoy appoggiò la nuca alla parete e si lasciò andare alla solita espressione vagamente nostalgica che assumevano i “più maturi” (come si definivano loro per non dire vecchi) quando parlavano della loro gioventù. << Io avevo la McGranitt... un incubo, te lo posso assicurare: quella donna è stata una dei peggiori traumi della mia adolescenza. >> fece una pausa in cui le sue labbra si incresparono in un mezzo sorriso << Se fosse stata una fessa come Ferguson probabilmente non avrei mai imparato a trasfigurare un ago in un fiammifero, ma la Mc non era una con cui potevi concederti il lusso di non studiare. >>

Storsi la bocca, decisa a continuare a snobbarlo finché non se ne fosse andato. 

<< Lo conosco, Ferguson, sai? >> continuò Malfoy, ridacchiando << A scuola era un paio di anni dopo di me, mi sembra che fosse al secondo anno quando io facevo il quinto... era il classico Tassorosso sfigato che se ne andava in giro con scritto sulla fronte “prendimi per il culo”. Poi la metà delle volte aveva anche un cartello con scritto “prendimi a calci” attaccato con un incantesimo di adesione permanente alla schiena. Io e i miei amici abbiamo passato anni a rendergli la vita un inferno. >>

Mi morsi le labbra e voltai la testa dall'altra parte: non potevo dargli la soddisfazione di sembrare interessata a quello che stava dicendo. 

<< Lo scherzo migliore che gli abbiamo fatto è stato quando facevo il settimo anno: Ferguson era il classico secchione che non aveva nemmeno idea di come si slacciasse un reggiseno, così quando abbiamo scoperto che aveva una cotta per la ragazza di Blaise abbiamo deciso di farci due risate alle sue spalle e gliel'abbiamo fatta trovare sul suo letto con addosso un completino intimo di pizzo. La faccia di Ferguson è stata impagabile, ma la cosa migliore è stata quando ha provato ad avvicinarsi a Daphne e Blaise ha fatto irruzione nella stanza e l'ha gonfiato di botte. Credo di non essere mai andato così vicino a morire dal ridere. >>

Mi accorsi con sommo orrore di essermi lasciata sfuggire una mezza risata e mi affrettai a camuffarla con un colpo di tosse. 

Ecco, brava Rose, continua ad ignorarlo.”

Ma non ci fu bisogno che mi sforzassi un granché per farlo, perché da quel momento Draco non disse più una parola. All'inizio, troppo terrorizzata alla prospettiva di ridere al racconto di qualche altro tiro mancino che avevano fatto a Ferguson, accolsi il suo silenzio con sollievo, ma dopo un po' la cosa cominciò a diventare irritante, soprattutto perché mi ero imposta di non voltarmi a guardarlo e mi sentivo tremendamente osservata.

Alla fine cedetti e mi girai verso di lui per sbuffargli in faccia e possibilmente cacciarlo via, ma quando mi trovai a guardarlo negli occhi ammutolii: non trovai la minima ombra di disprezzo o di ostilità in quelle iridi grigie, per una volta. 

Draco mi rivolse addirittura una mezza smorfia che, con un po' di fantasia, poteva essere fatta passare per un sorriso. << Non so che problemi tu abbia con Ferguson, >> disse << ma non puoi lasciare che un idiota del genere ti rovini la vita. >>

Sospirai ed appoggiai la testa al muro, mentre tutti i miei propositi di ignorarlo andavano a farsi benedire: avevo un dannato bisogno di parlare con qualcuno e se non altro, al contrario del cuscino, Draco mi avrebbe risposto.

Chiusi gli occhi: se proprio dovevo confidarmi con Malfoy, volevo farlo senza vederlo in faccia. Almeno avrei potuto convincermi di star parlando da sola in una stanza vuota. << Non è Ferguson che mi rovina la vita: minaccia di bocciarmi da cinque anni, orma cosa vuoi che me ne freghi? È lei... è sempre stata lei, con la sua mania di essere sempre perfetta e... >> mi bloccai: non sapevo nemmeno come esprimere a parole il vortice confuso che mi stava scombussolando le viscere << Vedrai, ora cercherà di sposare Scorpius e la sua cazzo di pagella perfetta. Credi che non mi scambierebbe con lui, se potesse? >>

Le mie parole caddero nel vuoto. 

<< Ehm... >> commentò Draco, dopo un po' << Ti aspetti una risposta, quando dici queste stronzate? >>

<< Era una domanda retorica, infatti. >> replicai, piccata. << E risparmiati il discorsetto in cui mi dici che un genitore non cambierebbe i suoi figli per nulla al mondo, grazie. >>

<< Non avevo nessuna intenzione di sprecare fiato in questo modo. >> mi assicurò Draco. 

<< Bene. >> grugnii.

Passarono un paio di secondi prima che Draco parlasse di nuovo, con una voce che mi parve vagamente esitante. << E comunque, nell'universo parallelo in cui vivi tu e in cui i genitori scambierebbero i loro figli come figurine delle Cioccorane, io non ci penserei due volte a regalare Scorpius a tua madre per avere te in cambio. >>

Ridacchiai. << Sei davvero pessimo a raccontare barzellette, Malfoy. >>

Ma quando aprii gli occhi per dedicargli uno sguardo di sufficienza mi trovai a fronteggiare la sua espressione perfettamente seria. Aggrottai le sopracciglia, cercando di capire se mi stesse prendendo per il culo tanto per il gusto di farlo o se avesse un doppio fine losco nel fare il ruffiano in quel modo. << Tu non dici sul serio. >> sentenziai, sicura. 

Draco inarcò un sopracciglio, tornando ad assumere la sua solita espressione profondamente irritante. << Naturalmente nell'universo dove vivo io, se avessi avuto una figlia con i capelli rossi, mi sarei buttato giù da un tetto. >>

Ecco, appunto.

<< Ma questo non vuol dire che non mi sarebbe piaciuto avere un figlio con cui si potesse parlare di Quidditch. >> aggiunse << Pensi che non mi chieda dove diamine ha sbagliato il mio DNA quando torno a casa con i biglietti per una partita e Scorpius mi dice di non disturbarlo mentre legge? >>

Pensi che non mi chieda dove diavolo ha sbagliato il mio, di DNA, quando Scorpius dice di non disturbarlo mentre legge ed io lo trovo attraente?

Scossi la testa e puntai lo sguardo sulle mie dita intrecciate, arrossendo: andare d'accordo con Draco era qualcosa di decisamente imbarazzante. 

<< E comunque la tua pagella non faceva così schifo. >> aggiunse. Gli lanciai uno sguardo profondamente sarcastico. << Sì, insomma, faceva schifo e basta, senza il così. >> si corresse. 

Se non avessi avuto una certa dignità probabilmente avrei sorriso. Draco annuì, anche lui palesemente imbarazzato dall'improvvisa confidenza che si era creata, e distolse lo sguardo. 

<< Vieni a cena? >> chiese << Se tua madre cerca di ucciderti giuro che ti difendo. >>

 






   
 
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