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Autore: loonaty    18/04/2011    5 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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CAPITOLO 25 - LE SPIRE DELLA SERPE





Quell'affare viscido le si stava arrotolando attorno alla gamba ferita. La lingua biforcuta saettò ad assaggiare il sangue. Kioko mandò un gemito strozzato. -Chi sei? Cosa vuoi?-
L'uomo mantenne immutata la sua espressione mentre le si avvicinava. I suoi occhi dorati la cercarono, la trovarono e ...
-WHAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-  La ragazza inarcò la schiena con gli occhi venati di rosso, le mani ai lati della testa. Quello che vedeva, quello che stava accadendo era troppo ... troppo! Basta!
-SMETTILA!- Il ringhio acuto che proruppe dalle sue labbra tese sorprese l'uomo che già si godeva la disfatta della ragazza. Kioko era in evidente stato di choc la prima cosa che fece fu gettare in avanti la testa e vomitare tutto quello che aveva in corpo. I capelli corvini che le si appiccicavano alla fronte per il sudore, le bruciavano gli occhi in maniera tremenda, le mani le tremavano, sarebbe caduta in terra, si sarebbe rannicchiata su se stessa piangendo, se non fosse stato per i serpenti che le avvolgevano le gambe ed ora le cingevano la vita. Aveva assistito alla sua morte! Era morta! Santo cielo!
Orochimaru dal canto suo piegò la testa di lato con uno scatto delicato. I suoi occhi allungati che la scrutavano. Le aveva fatto provare la sua morte e lei ... Si era accorta che non era la realtà? Non era umanamente possibile. Si avvicinò curioso alla ragazza che respirava a fatica e rabbrividiva a tratti.
Kioko calma ...
Sono morta! Mi dici di stare calma ... Sono morta!
Non sei morta Kioko!
Lo so non sono stupida!
Ma allora ... ?
Era un'illusione ... Giusto ... ?
Sì ... Quindi prima ...
Allora lasciami andare fuori di testa in santa pace!
Eh? ... Ho perso il filo ...
Tu sei un demone come puoi pretendere di capire?
Il falco tacque, cosa alquanto insolita.
Orochimaru era a pochi centimetri di distanza da lei, doveva essere davvero fuori di se se non reagiva. Probabilmente sarebbe svenuta da un momento all'altro.
La ragazza sollevò la testa verso di lui con gli occhi dorati puntati in quelli d'ambra e cerchiati di viola dell'uomo. -Bene ... - Ansimò. -Sei repellente, lo sai vero?- Domandò mentre le sue labbra tremavano aprendosi in un sorriso che esprimeva in pieno tutto il suo terrore. L'uomo ghignò. -Uchiha, degna erede del tuo clan ... Dimmi ragazza ... Sei forse la forza portante del falco?-
Tecnicamente non sei una forza portante perché io non sono sigillato e non mi faccio portare da nessuna parte ... Casomai ti trascino io, questo è da mettere in chiaro ...
Le ali le si spalancarono sulla schiena.
-Cosa vuoi?!- Ringhiò, era sul filo dell'isteria, se si fosse avvicinato di solo un centimetro di più l'avrebbe morso.
Lui si esibì in una risata sguaiata. -I tuoi occhi- Disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo. E' già mio bel cattivone, perché non mi chiedi un alligatore che magari ti accontento?
-I ... Miei occhi?- La sua mano le sforò una guancia. La ragazza sguainò un kunai tentando di fare un passo indietro ma riuscendo solo a far soffiare i serpenti che la immobilizzavano.
-STAI INDIETROOOOOOOOO!!! - Frappose la lama fra i loro volti e quel gesto intralciò la traiettoria di qualcosa di appuntito che le perforò la carne, qualcosa che in un primo istante non calcolò, ma poi il suo braccio prese fuoco. Non c'erano fiamme, solo dolore, attraverso il braccio, la spalla, la testa, non lo sopportava. Vide l'uomo davanti a lei passarsi il dorso della mano sulle labbra con una strana espressione. -Cosa ... c-cosa mi hai fatto ... OH!- Si accasciò a terra mentre i serpenti si allontanavano e lei si contorceva al suolo stringendo il braccio diventato tutto d'un tratto bollente. Strillò in preda agli spasmi mentre gli artigli graffiavano la roccia.
Kioko!
Ansimò il falco nella sua testa. Soffriva, soffriva anche lui. C'era qualcosa che gli corrompeva entrambi, che li bruciava dall'interno. Kioko riuscì a spostare lo sguardo sul braccio in fiamme. Un segno nero pulsava dove il dolore era più intenso.
Il sennin delle serpi si chinò sulla ragazza troppo stravolta dal dolore per accorgersene. La osservò colpito dalla forza di quella ... Donna. Le donne sono esseri inferiori, sfruttabili, malleabili. Non era così stupido da pensare che l'essere umano sarebbe potuto andare avanti molto a lungo senza di loro, certo, era uno scienziato e doveva riconoscere la loro utilità ... Riproduttiva ...
Stalle lontano!
Un'ondata argentea traspirò dalla pelle della ragazza facendolo atterrare sul didietro. Nelle sue retine era andata ad imprimersi l'immagine demoniaca di un falco.
-V-via ...-  La sua voce era sottile e strozzata. Il falco l'aveva protetta? Che scemenza, era autodifesa, si stava proteggendo da solo.
-I tuoi amici, probabilmente saranno già morti, tanto per informarti.  Sei sola. - Una mano le accarezzò il capo con inaspettata gentilezza. Sollevò il volto verso di lui. Vi trovò lo sguardo stranito di prima. Confuso. Non sembrava appartenergli quell'espressione contraddetta. Un'altra fitta di dolore la fece rannicchiare. Lo sentì alzarsi e allontanarsi.
-Potresti ricevere un grande potere ... Non dirmi che non hai almeno ... Un obbiettivo?-
La sua presenza. Non c'era più. Se n'era andato. Era sola.
 
Doveva tornare indietro. Il sennin delle serpi ... Probabilmente volevano lei fin dall'inizio! Dannazione!
 
Kakashi, Rin, perfino quell'oca di Yuago. Qualcuno! Il dolore non lasciava posto ai pensieri. Aveva perso i sensi ma non ne era sicura perché il dolore la tormentava pure adesso che non sentiva più il terreno sotto di se. Le pareva di essere chiusa in un limbo. Le spire di un serpente. Si sentiva ardere di febbre. Ed era sola. E se fossero morti?
I suoi occhi si spalancarono a quel pensiero, le pupille si restrinsero nelle iridi che cambiavano ad ogni spasmo. Giallo, carbone, giallo, carbone.
No, non potevano essere morti!
 
Sentiva le sue stesse dita contrarsi attorno al braccio mentre le unghie le ferivano la pelle bagnata di acqua e sudore.
 
-Rin! Rin mi senti?-
La ragazza batté più volte le palpebre fino a quando gli occhioni castani non si schiarirono.
-K-Kakashi?- Constatando che il volto del jonin si trovava a pochi centimetri dal suo e che la sorreggeva per le spalle schiacciandola contro l'albero lì dietro la ragazza non poté fare altro che arrossire. -Ce la fai? Stai bene?- Disse lasciandola andare e continuando a guardarla negli occhi. Lei annuì. Poi il suo sguardo si spostò sulla catasta di corpi alle sue spalle. Deglutì ... Kakashi cosa ... ?- Il ringhio che gli increspò le labbra sotto la mascherina le bloccò le parole in gola.
-Ce la fai a rimettere in sesto gli altri mentre arrivano i rinforzi?- Lei annuì con più vigore sbiancando leggermente. -Ti spiego dopo- Disse lui dopo aver seguito il suo sguardo. Fu allora che Rin si accorse dell'occhio rosso che la stava fissando. Solo che ormai era così abituata a fissare solo la parte destra del volto di Kakashi che non ci aveva fatto caso. Il ragazzo si sollevò facendo leva contro la corteccia dell'albero. Lei non osò fiatare mentre il ragazzo si allontanava di corsa. Sapeva che Kakashi aveva usato per la terza volta di seguito il chidori. In più lo sharingan. Se non fosse morto ... Se non fosse morto avrebbe ringraziato il cielo dal più profondo del suo cuore. E forse anche Kioko. Doveva invitarla a cena ... Pensò mentre si accingeva a richiamare il chakra nei palmi e a ricacciare indietro lacrime fin troppo pungenti.
 
-Kioko!- Cornacchia! Sei viva vero? Stai bene vero?!
Il volto della ragazza si sollevò dall'acqua mentre un gemito le sfuggiva dalle labbra. Si stringeva convulsamente il braccio sinistro.
-Kakashi ... - Si sollevò dolorante sulle ginocchia il ragazzo le si fece incontro perdendo l'equilibrio e riacquistandolo quando lei gli cinse la vita con le braccia stringendolo. -Lo sapevo che non eri morto ... - Mormorò. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. Troppo presto. Fu un secondo e la falchessa lo tirò giù con se sul pavimento roccioso e annegato d'acqua piovana. -Kioko?- La ragazza urlava e si dimenava. Si accorse che le vene del braccio che pareva farle così male erano gonfie all'inverosimile e sporgevano minacciose dal braccio. Lei cercò la sua mano stringendogliela fino quasi a spezzargli le ossa e l'unica cosa che gli venne in mente di fare fu abbracciarla stretta, soffocare i suoi urli conto la propria spalla in cui lei affondò i denti accuminati. Fu in quell'istante che Kakashi si rese conto del suo stato. Quando la testa cominciò a girargli ed il petto ad essere oppresso da un macigno mentre il suo corpo sembrava rispondergli con uno stacco di alcuni secondi. Troppo spazio tra pensiero ed azione. Doveva muoversi. Con sforzo fece scivolare un braccio sotto le gambe della ragazza mentre l'altro si stringeva attorno alla sua schiena che continuava ad inarcarsi a ritmo con gli urli ed i battiti accelerati. Cosa le aveva fatto? Ebbe seri problemi con le ali che continuavano a scivolarle di lato dalla schiena, le piume morbide di quegli arti chilometrici che a nessuno era permesso toccare gli solleticavano il viso. Gli lacerò la tuta sul petto con gli artigli, e il suo scalciare e scuotere il capo non gli rendevano certo più semplice il procedere per il bosco, incespicava nelle radici ed era in grave stato di trance. Chissà cosa sarebbe successo se la squadra di soccorso,attirata dalle urla disperate della ragazza non li avesse rintracciati? Probabilmente sarebbero morti entrambi, o solo Kakashi.
Il braccio bruciava.
Cos'è quella roba sul braccio?
Non lo so non sembra una ferita ...
Che sia una nuova tecnica?
 
 LA testa pulsava, ma non faceva poi così male come il resto del corpo.
 
Che ne è stato degli altri ragazzi?
Sì stanno tutti bene ...
E quel membro dell'ANBU? Il figlio di Zanna Bianca?
Shhhht! Lo sai che non devi pronunciare quel nome ... e poi di lui non si sa ancora niente però dovrebbe riprendersi abbastanza in fretta ...
 
Le lenzuola. L'odore intenso d'ospedale che in quegli anni l'aveva accompagnata fin troppo spesso. Secondo piano stanza dodici. Casa dolce casa.
Ehi! Fammi entrare! Sono un medico IO!
Eh? Ma tu non sei quella mocciosetta del Team Kakashi?
Sì e sono un medico migliore della metà di voi, scansatevi grazie! Quella è una mia amica!
 
Oddio, Rin no!
Eppure un sorriso le illuminò il dolore. Probabilmente avrebbe parlato a raffica ...
 
Oh! Kioko! DEvi raccontarmi tutto! E prima che tu lo chieda, Kakashi sta bene! ME ne sono occupata io! Anche se non potrà muovere il braccio per un po' quella spalla gli darà seri problemi in futuro ... E' un idiota, appena puoi ricordaglielo! Se si facesse ammazzare anche lui io ... Io ...
 
Rin, perché dove vai, vai devi piangere me lo spieghi?
Socchiuse gli occhi incontrando il volto umido e arrossato della ragazza. Che le sorrise vedendola finalmente presente.
- Buon compleanno Kioko- Singhiozzò. La falchessa roteò gli occhi. bellissimo momento per ricordarmi che oggi è il mio sedicesimo compleanno, grazie tante!-
-Vedo che stai meglio ... -Commentò Rin asciugandosi le lacrime.
-E comunque il tuo compleanno è stato tre giorni fa!-
Una voce sbottò dalla soglia.
Kioko voltò lentamente la testa verso il ragazzo dalla capigliatura argentea e delicata che ricadeva sul viso fasciato dalla mascherina e dalle bende che gli cingevano l'occhio di Obito ...
"Se si facesse ammazzare anche lui " Oh ...
-Sei un idiota Kakashi - disse lei mortalmente seria scatenando l'ilarità di Rin che prese a ridacchiare istericamente.
 
 
 
 
 
 
 
 

-Lo ribadisco per l'ennesima volta, quello è il mio letto-
Kioko si lasciò cadere sul materasso stropicciando le lenzuola.  Era pallidissima e il top nero come i capelli e i pantaloncini  non contribuivano a darle un bell'aspetto. Per non parlare del segno nero e contornato di viola simile ad un succhiotto che le permeava sul braccio come una brutta infezione.
-Sono ancora convalescente!- Ghignò stanca afferrando il cuscino e stringendolo fra braccia e ginocchia.
-Sono io quello che ha rischiato di morire!- Disse il ragazzo accomodandosi sulla poltrona che tre anni prima lei stessa aveva occupato facendo irruzione in casa sua.
-Giusto!- Esordì Kioko allungando una mano nella sua direzione. Il ragazzo la guardò stranito, lei gli afferrò un polso e lo tirò con lei sul materasso per poi accomodarsi meglio. Lui si mosse a disagio sgranando gli occhi mentre la ragazza sfruttava il suo corpo come un secondo materasso. -Kioko .. Io ...-
-Fermo- Gli intimò mostrando appena i denti, ma con già gli occhi chiusi. -Ho trovato una posizione comodissima- annunciò premendo meglio la testa sotto il suo collo. Afferrò nuovamente un suo polso e guidò la sua mano attorno al simbolo nero e bollente. Poi gongolò soddisfatta. -Hai le mani fredde! E così non brucia!-KAkashi sollevò l'occhio al cielo -Sfruttatrice- mormorò sconfitto. -Già, la vita è uno schifo-
-Essere uomini e uno schifo, per questo è meglio essere dei gufi!-
-Io non sono un gufo!- Si lamentò lei colpendogli uno stinco con un calcio.
-Cornacchia, piccione, gufo, in fondo l'idea è quella-
-Io SONO un falco!- Ringhiò.
-Scusa cocorita-
LE scompigliò i capelli con una mano e lei arricciò il nasino affilato si sistemò meglio ma con una mossa disattenta qualcosa tintinnò.
-Ah- Fece lei accorgendosi di avere ancora il nastrino assicurato attorno alla caviglia. Male.
-Mh?- Kakashi aprì l'occhio.
Allora lei prese fiato. Non si dica mai che gli Uchiha sono timidi!
-E' il campanellino che regalasti a quella ragazza al ballo tre anni fa, ero io! Sorpresa!- Ghignò spalancando le dita delle mani ad imitazione di un botto d'artificio. Lui la fissò annoiato.
-Dormi Kioko- Mugolò sistemando la testa sul guanciale. La ragazza rimase interdetta. -La cosa non ti causa nessuno choc? -
Kakashi ridacchiò. -Secondo te io sono uno che va a regalare campanellini a gente che non conosce? Kioko, ti facevo più intelligente.-
LA ragazza fissò il vuoto.
-Ah-
-Dormi Kioko-
quindi tu lo sapevi già?-
-Dormi-
-Rispondi-
-...-
Kakashi?!?-
-Giuro che se non chiudi quella bocca ti soffoco con il cuscino.-
-...-
Silenzio.
Respiri regolari.
-Quindi lo sapevi ...-
Sospiro.
-Sì, Dormi-

   
 
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