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Autore: whateverhappened    20/04/2011    7 recensioni
Cinque momenti Draco/Pansy dal punto di vista di lei.
È stato lì che è iniziato tutto. Mia madre mi disse che un uomo regala fiori ad una donna quando è innamorato di lei, immediatamente iniziai ad immaginarti come il mio principe azzurro. Fui incoraggiata dai miei genitori, persino dai tuoi, e nei miei pensieri eri già il mio fidanzato.
Terza classificata nella categoria Draco/Pansy al contest "Les enfants qui s'aiment", indetto da Gigettina.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Pansy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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I: torta



Ricordo ancora la prima volta che ci siamo visti. Ci eravamo appena trasferiti in Scozia e i miei genitori avevano immediatamente provveduto ad instaurare dei rapporti con le famiglie più in vista del luogo. L’unico erede dei Black e dei Malfoy aveva la stessa età della loro figlia, era un'occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata.

Era l'inizio di giugno, ancora adesso mi viene in mente la gioia di mia madre nello scoprire che il cinque era il tuo compleanno. Un invito era d'obbligo, i Parkinson erano una delle famiglie più importanti d'Inghilterra, e la tua festa fu l'occasione perfetta per il nostro primo incontro.

Era una bella giornata, non c'era una nuvola in cielo e i prati di Villa Malfoy sembravano fatti apposta per giocarci. Ero una bambina molto timida allora, rimasi attaccata alla veste di mia madre per paura di fare qualcosa di sbagliato. Lei mi invitava a cercare gli altri bambini, io mi vergognavo. Fu tua madre a risolvere la questione, chiamandoti e chiedendoti di invitarmi a giocare.

Quello fu il nostro primo incontro. Ricordo il tuo sorriso senza un dente, il modo affrettato in cui mi chiedesti di seguirti. Camminavo dietro di te con la testa bassa, quasi piangendo perché mi avevano allontanato da mia madre, e tu continuavi a parlare di come quel compleanno fosse importante per te. Hai sempre avuto le idee chiare, fin da piccolo, e quei sei anni ti introducevano “nel mondo dei grandi”.

«Un bambino piccolo non avrebbe una torta così grande» dicesti una volta arrivati al tavolo delle vivande.

Rimasi a bocca aperta. Quella torta era immensa, il numero di piani pari a quello dei tuoi anni. Era interamente ricoperta di glassa verde acqua, già allora il mio colore preferito, e una piccola coroncina di fiori viola ornava lo strato superiore. La torta era probabilmente più grande di te, o forse anche l'altezza era identica alla tua. Ne eri così fiero, così orgoglioso che fosse stata fatta esclusivamente per il tuo compleanno.

«Ti regalo i fiori, se vuoi» mi dicesti. Ero talmente felice per quel tuo dono da non ascoltarti mentre mi spiegavi che li aveva voluti Narcissa, ma che a te non piacevano per nulla.

È stato allora che ho iniziato a risentire della tua influenza, sai? Ho conservato quella coroncina di fiori come il regalo più prezioso, proprio come una donna fa con un dono del proprio fidanzato. È rimasta sul mio comodino finché non è sfiorita del tutto e anche allora non volevo buttarla, era troppo importante.

È stato lì che è iniziato tutto. Mia madre mi disse che un uomo regala fiori ad una donna quando è innamorato di lei, immediatamente iniziai ad immaginarti come il mio principe azzurro. Fui incoraggiata dai miei genitori, persino dai tuoi, e nei miei pensieri eri già il mio fidanzato.




   
 
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