Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)
Diagon
Alley era da sempre una caotica confusione di persone e di colori; una vera
oasi per chi intenzionato a scomparire in mezzo a quella massa multiforme. Negozi,
vetrine; un alternarsi di merci e paccottiglia da far invidia alle migliori
fiere e mercati Babbani e che, a differenza di questi, durava tutto l’anno.
Era
un sabato mattina come tanti nel quartiere magico di Londra, che tradotto nel
linguaggio della gente del posto significava ancora più caos e affollamento del
solito. Forse il variopinto sobborgo poteva essere l’ideale se si era in fuga
da qualcosa o qualcuno, difficilmente se si era alla ricerca di pace e tranquillità
per riflettere, pensare, o stare semplicemente in solitudine; a meno che il tuo nome fosse Ginny Weasley e il tuo ex
ragazzo ti avesse invitato a trascorrere del tempo in compagnia sua, della sua
nuova ragazza (tua ex…amica?), e di tuo fratello (il cui entusiasmo alla
proposta ti aveva come sempre raggiunto
dritta al cuore), tu avessi portato con te la tua migliore amica (il cui
entusiasmo dell’intera comitiva era riuscito a commuoverti ancor maggiormente),
della quale, ad un certo punto, tu stessa avevi desiderato disperatamente
liberarti per le più svariate e, a tuo parere, estremamente valide ragioni, tra
le quali l’ improvvisa decisione di questa che “l’arte dell’osservazione di
oggetti assolutamente immobili” si trattasse di un’attività di incredibile
interesse, e sempre nell’ipotesi che tu non fossi un habituè del posto e delle
fughe, e perciò conoscessi l’esistenza
di un luogo ignorato dalla maggior parte delle persone.
Lì
Ginny si era diretta, decidendo di trascurare almeno per il momento proprio
piano di riconquista (con Hermione, Ron e Luna nei paraggi sarebbe stata
un’impresa sicuramente interessante, ma un po’ troppo stressante per qualcuno
che di stressarsi l’anima non aveva proprio l’intenzione; voleva Harry, si
sarebbe ripresa Harry, non sarebbe andata in esaurimento per questo) e vaporizzandosi
una volta raggiunta lentamente, senza sforzo alcuno di celare la propria
dipartita, la porta di “Sogni, libri, oggetti e ornamenti”.
La
giovane maga era uscita dal negozio lasciando risuonare alle sue spalle i campanellini
appesi all’ingresso.
Luna
non ci avrebbe fatto caso perché era Luna, e gli altri
non ci avrebbero fatto caso comunque perché si trattava di lei.
Raggiunto
l’altro lato della strada, e mascherata in mezzo alla folla, era stato facile
per la maga superare un altro paio di negozi e scomparire attraverso una
piccola imboccatura laterale senza alcun’indicazione.
L’aspetto
era quello di un viottolo chiuso, malridotto e abbandonato, non poteva essere
più lungo di quattro metri, forse addirittura meno, e
di certo non più largo di uno e mezzo;
sembrava il genere di posto che, per dimensioni e posizione strategica,
le persone riservano ai bidoni dell’immondizia e ai vecchi scatoloni
inutilizzati. Le mura grigie degli edifici circostanti erano in pessimo stato,
tuttavia non possedevano quell’aria lugubre e cenciosa, tipica di zone come Nottur
Alley; era sporco, era scarno, ma non trasmetteva
presagi di morte o l’idea di potersi prendere una chissà quale malattia se non
si stava attenti a dove si appoggiavano le mani.
Abbandonando
la via principale, ed entrando nel piccolo passaggio, uno sguardo inesperto non
avrebbe intravisto nulla e sarebbe passato oltre; ma quando eri la sorella di
Fred e George, in fuga da alcuni Serpeverde piuttosto grossi, ai quali avevi
lanciato incidentalmente una fattura, perché “tendenzialmente ad undici anni si
era stupidi” e anche un po’ goffi, e certe cose si
facevano ancora semplicemente perché non si era bravi a controllare la propria
bacchetta, beh la disperazione era in grado di fare cose miracolose, anche
riuscire a farti notare che, nonostante il vicolo fosse cieco, alcuni mattoni
all’estremità del muro sinistro sporgevano all’infuori alternandosi, in una
maniera che, se non proprio una scala, era quanto di più vicino ad una via di
fuga, e sembravano implorare un appiglio. E, sempre
per il fatto che ad undici anni si era stupidi e ingenui, improvvisare free climbing su una parete, rischiando di rompersi l’osso
del collo, sembrava chissà perché essere più promettente che fare da bersaglio
a qualche bell’incantesimo.
Ginny
Weasley in quel momento si trovava seduta sul tetto dell’edificio con “Settled”
di “Scherrie Saphiro” tra le mani.
**********
Vi
erano delle giornate che iniziavano in un modo incredibile…
Draco si era arrestato in mezzo alla
via prendendo visione dell’immagine davanti ai suoi occhi. Potter, Weasley,
Granger, una maga sul biondo non altrimenti identificata, e
Il giovane mago era stato sul punto di
raggiungere “Il Ghirigoro” per procurarsi alcuni libri supplementari che la “gran
testa di cazzo”, altrimenti conosciuta come Alexander Lestafier, lo aveva…come
dire….”incitato” ad osservare, e che, “ma guarda un po’ che strano”, non
facevano parte dell’immensa collezione di famiglia, quando, del tutto
fortuitamente, aveva avuto l’onore e il privilegio di assistere allo
spettacolino che gli si era presentato davanti, e del quale avrebbe benissimo
potuto fare a meno.
**********
La comitiva di giovani aveva finito col
ritrovarsi davanti all’entrata di “Sogni, libri, oggetti e ornamenti” senza che
vi fosse stato un accordo preciso al riguardo, avevano già girato un paio di
negozi, uno dei quali di libri, su richiesta di
Hermione, ed osservato parecchie bancarelle; quella volta i passi li avevano
condotti sino a lì.
Ron era stato il primo ad entrare, e lo
aveva fatto con una certa fretta, Hermione lo aveva seguito sorridendo,
conosceva il motivo di quella fretta; quello era stato quando Luna se n’era
uscita con un “Do per caso fastidio a tuo fratello? “.
Harry si era limitato ad arrestarsi con
le mani in tasca leggermente in difficoltà come spesso capitava alle trovate di
Luna, e dall’espressione della maga dai capelli rossi, si sarebbe potuto
tranquillamente intuire che Ginny, in quel momento, avrebbe voluto volentieri
dare un calcio sui denti al suddetto fratello.
Era allora che si era verificata la
scena intravista dal giovane mago in lontananza.
- No, Luna lo sai che c’è? C’è che mio
fratello è un’idiota. - E detto ciò, con aria seccata,
Ginny Weasley si era sporta per aprire a sua volta la porta del negozio e
lasciare entrare Harry.
E Harry Potter, limitandosi a sorridere,
perché ormai era cosciente delle abitudini della sua ex ragazza, era semplicemente
entrato nel negozio.
All’inizio questa sua abitudine lo
aveva fatto irritare, specie a scuola, ed avevano anche discusso una volta, e
ricordava perfettamente di non avere chiarito l’esatto motivo per il quale
stavano avendo quella discussione, ma di averne tirato in ballo altro, dentro
di sé sapeva perfettamente che era una ragione stupida; poi aveva intuito che
non era davvero niente. Era più forte di lei, se non rifletteva e faceva le
cose in automatico, Ginny apriva sempre la porta per chiunque.
- Gi-Gin si può sapere perché te la… - Luna
si era interrotta ed aveva osservato il ragazzo dai capelli scuri scomparire
oltre la porta, dimenticandosi completamente di quanto era stata sul punto di
dire.
In tutto questo, l’ex Grifondoro era
rimasta immobile con la mano ferma sulla maniglia, attendendo che l’amica
entrasse a sua volta.
Ginny, all’improvviso stato di mutismo
di Luna, aveva corrugato la fronte. – Cosa? –
- Gi-Gin, ehm Ginny…forse i miei occhi
sono difettosi, ed è possibile, non sarebbe la prima volta, ma…ti sei accorta
di avere appena tenuto aperta la porta per Harry? -
Il cipiglio della giovane Weasley era
aumentato maggiormente; Ginny aveva inclinato il capo leggermente ed aveva
osservato la maga bionda come se fosse arrivata al punto d’iniziare a temere
seriamente per la sanità mentale dell’amica, infine, non riuscendo a vedere il
problema, aveva sollevato le sopracciglia scetticamente. Nonostante il
rimprovero di prima al fratello, avrebbe potuto benissimo essere interpretato
con un “sei pazza lo sai, sì, vero?”
Siccome la maga non aveva risposto
immediatamente, Luna, per nulla allarmata da quello che aveva reputato essere
un momentaneo stato d’amnesia della ragazza, aveva specificato ulteriormente. -
Harry… hai presente chi è Harry, vero? -
Ginny si era ritrovata a chiudere gli
occhi e a conficcarsi la lingua fra i denti per evitare di commentare, in un
evidente sforzo di mantenere il controllo.
Riaprendo gli occhi, la giovane aveva
puntato direttamente le proprie iridi azzurre in quelle strabuzzanti
dell’amica. – Lo so chi è Harry… - E,
dicendolo, aveva lasciato richiudere la porta del negozio alle proprie spalle.
Luna aveva osservato l’amica corrugando
a sua volte la fronte, e scrollando il capo leggermente come se fosse stata la
maga dai capelli rossi quella ad avere qualche problema. - Lo so che lo sai chi è Harry… -
Ginny, che a quel punto era completamente
rivolta verso la giovane con le braccia incrociate, si era morsa le labbra. Aveva
sospirato. – Vogliamo tornare alla questione porta? –
Non aveva avuto realmente l’intenzione
di “tornare alla questione porta” semplicemente con Luna i discorsi finivano
spesso col deviare sui più disparati e assurdi soggetti. Quasi immediatamente l’espressione della
giovane era divenuta quella di chi si era pentito di aver avuto una simile idea
e, ovviamente, Luna quella volta era sembrata recepire
al volo quello di cui si stava parlando.
- Niente…stavo semplicemente osservando
che non puoi proprio fare a meno di avere sempre il
controllo della situazione… - Era stata la replica molto professionale della maga,
quasi fosse stata sul punto di trovare dell’ottimo materiale per un articolo.
Ginny si era ormai portata le braccia
sui fianchi con fare molto sostenuto e seccato recuperando quel proprio modo di
fare non esattamente gentile. - E l’hai osservato semplicemente
vedendomi tenere aperta una porta? –
La ragazza dai capelli biondi aveva
roteato gli occhi. - Ma no sciocchina… -
Ed ora erano arrivati a “sciocchina”…
…fantastico…
…e dire che a
scuola era la prima a dare sempre dei nomi a chiunque…
La giovane Weasley si era
momentaneamente grattata il naso.
- …il fatto è che è sempre stato
così…per forza poi è più che logico che uno finisca per scegliere un tipo più
come la tua amica Elettra… -
- Hermione… -
- Elettra era…Ginny dovresti leggere un
po’ di più… -
No,
grazie, Luna ho già l’ultimo libro che mi hai dato…
- Tu lo fai sempre…lo fai con tutti,
persino con me… -
Ginny a quello era sembrata davvero
divertita, nonostante non avesse smorzato il proprio atteggiamento, Luna era e
restava…beh Luna. - E da quando per te è un problema
farti aprire le porte, e poi è da pazzi Luna! – Dicendolo, la giovane aveva
allargato in esasperazione le braccia - …ero davanti a lui…sono semplicemente
arrivata prima alla porta, che cosa dovevo fare? Tornare indietro per farlo passare
avanti e far aprire a lui la porta? –
Luna aveva scosso leggermente il capo. -
Lasciamo perdere se non la vuoi capire… -
L’ex Grifondoro, ancora divertita,
aveva osservato l’amica con un mezzo sorriso.
Luna Lovegood aveva sbattuto un paio di
volte le palpebre prima di parlare nuovamente. Ginny era peggio del Dottor Jackyl e Mr. Hide…inoltre, a
differenza degli altri, non era affatto possibile
dirle le cose come stavano perché o assumeva subito posizione difensiva, oppure
non ti prendeva mai sul serio.
La maga bionda aveva contemplato ancora
un istante la giovane. Se le avesse detto che la
verità era che aveva bisogno di un uomo, probabilmente avrebbe risvegliato la
bestia…meglio tacere, dunque.
- Allora per te non sarà un problema
lasciarti aprire la porta da me? -
Ginny aveva mantenuto il
sorriso-smorfia e l’aria spaccona, sembrando, se fosse stato
possibile, ancora più divertita e sicura.
Figurarsi se le dava fastidio lasciarsi
aprire la porta da qualcuno…che cosa voleva che fosse?
- Certo che no
io…certo. – Aveva concluso infine, stringendosi nelle
spalle, ma ad un’occhiata più attenta si
sarebbe potuto dire che non sembrasse né convinta né contenta.
Ginny Weasley non avrebbe mai ammesso
di non essersi mai resa conto di esserne infastidita; era una cosa cui lei non
aveva mai fatto caso ma alla quale, si stava rendendo
conto, avevano fatto caso tutti gli altri. Ed era un
problema?
**********
Draco aveva fissato lo sguardo sulla
ragazza dai capelli biondo sporco che avanzava, oltrepassando Ginny e sporgendosi
per aprire la porta, e sulla reazione della rossa che, voltandosi, era rimasta
per un momento ferma sui propri piedi a contemplare l’amica prima di sfilare ed
infilarsi nel negozio; questo non prima di aver lanciato un’occhiata orgogliosa
in direzione della giovane.
Dopodichè, il mago, ignorando
l’accaduto, si era mosso verso l’entrata del Ghirigoro ed era scomparso di là
dalla porta.
**********
Per ulteriore
coincidenza, l’aveva rivista uscire, questa volta da sola, dal negozio, quando a sua volta era
stato sul punto di lasciare il Ghirigoro con un pacco non indifferente di
libri. Erano tre volte quella mattina che incrociava la “Corte dei Miracoli”.
La prima volta, uscito dalla sua
stanza, era stato costretto ad assistere all’invito di Potter alla “Miss
rompipalle”, e alle reazioni poco entusiaste del resto dello squadrone, Granger
compresa; vederli tutti insieme riusciva sempre a
illuminare le sue giornate…
Di solito era Hermione a salutarlo per
prima, provocando dal resto dei presenti dei grugniti simili a saluti, ai quali
rispondeva sempre con un “Granger”, a volte esteso ad un “Potter. Weasley.”, a
volte con cenni del capo o della mano…invece quel giorno, oltre alla bella
sorpresa ad attenderlo fuori della sua stanza, vi era stata anche la libera
improvvisazione e l’estro da parte della testa rossa; era stata lei a salutarlo
rimediandosi le occhiate stralunate di Potter e Weasley, e la più
inapprezzabile di tutte da parte di Hermione…solitamente non era abituato a
voltarsi, si accomiatava tirando dritto, quella volta,
però, interesse o no, si era girato a causa dell’equilibrio interrotto.
Probabilmente era la prima volta che
l’aveva guardata intenzionalmente nell’intero arco della sua esistenza, e gli
era uscito così “ho, il tuo cappello”, e se n’era andato senza salutare,
evitando di rimanere a contemplare il del tutto involontario
effetto sorpresa che doveva essere riuscito a sortire.
Ed era vero, aveva il suo cappello, in
tasca precisamente. Non era minimamente propenso a permettere un ulteriore accesso alla propria stanza, e se lo avesse
lasciato da qualche parte per la casa e lei non l’avesse trovato di sicuro si
sarebbe ripresentata senza invito…
...avrebbe potuto ridarglielo al momento,
ma ciò avrebbe potuto produrre dei catastrofici effetti e la richiesta di
spiegazioni da parte dei presenti, ed aveva già avuto la sua bella gatta da
pelare…
Non era incline a digerirsi l’intera
banda di prima mattina, specie se si stava recando a Diagon Alley e non certo
per la più felice delle commissioni…
…ripensandoci avrebbe dovuto
immaginarsi che con tutta probabilità li avrebbe ribeccati in giro…
Malfoy aveva fatto per tirare dritto,
quando, con la coda dell’occhio, aveva osservato la giovane maga imbucare un
vicolo tremendamente famigliare.