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Autore: Max    03/02/2006    2 recensioni
You're the strangest person I ever met, she said & I said you too & we decided we'd know each other a long time. - Brian Andreas - StoryPeople [Una coppia giunta al capolinea. Una coppia che non sarebbe mai nata. Una coppia agli inizi. La più improbabile delle collaborazioni.]
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)

Chiacchiere, porte, libri e cappelli (You live you learn)

Diagon Alley era da sempre una caotica confusione di persone e di colori; una vera oasi per chi intenzionato a scomparire in mezzo a quella massa multiforme. Negozi, vetrine; un alternarsi di merci e paccottiglia da far invidia alle migliori fiere e mercati Babbani e che, a differenza di questi, durava tutto l’anno.

Era un sabato mattina come tanti nel quartiere magico di Londra, che tradotto nel linguaggio della gente del posto significava ancora più caos e affollamento del solito. Forse il variopinto sobborgo poteva essere l’ideale se si era in fuga da qualcosa o qualcuno, difficilmente se si era alla ricerca di pace e tranquillità per riflettere, pensare, o stare semplicemente in solitudine; a meno che il tuo nome fosse Ginny Weasley e il tuo ex ragazzo ti avesse invitato a trascorrere del tempo in compagnia sua, della sua nuova ragazza (tua ex…amica?), e di tuo fratello (il cui entusiasmo alla proposta  ti aveva come sempre raggiunto dritta al cuore), tu avessi portato con te la tua migliore amica (il cui entusiasmo dell’intera comitiva era riuscito a commuoverti ancor maggiormente), della quale, ad un certo punto, tu stessa avevi desiderato disperatamente liberarti per le più svariate e, a tuo parere, estremamente valide ragioni, tra le quali l’ improvvisa decisione di questa che “l’arte dell’osservazione di oggetti assolutamente immobili” si trattasse di un’attività di incredibile interesse, e sempre nell’ipotesi che tu non fossi un habituè del posto e delle fughe, e perciò conoscessi  l’esistenza di un luogo ignorato dalla maggior parte delle persone.

Lì Ginny si era diretta, decidendo di trascurare almeno per il momento proprio piano di riconquista (con Hermione, Ron e Luna nei paraggi sarebbe stata un’impresa sicuramente interessante, ma un po’ troppo stressante per qualcuno che di stressarsi l’anima non aveva proprio l’intenzione; voleva Harry, si sarebbe ripresa Harry, non sarebbe andata in esaurimento per questo) e vaporizzandosi una volta raggiunta lentamente, senza sforzo alcuno di celare la propria dipartita, la porta di “Sogni, libri, oggetti e ornamenti”.

La giovane maga era uscita dal negozio lasciando risuonare alle sue spalle i campanellini appesi all’ingresso.

Luna non ci avrebbe fatto caso perché era Luna, e gli altri non ci avrebbero fatto caso comunque perché si trattava di lei.

Raggiunto l’altro lato della strada, e mascherata in mezzo alla folla, era stato facile per la maga superare un altro paio di negozi e scomparire attraverso una piccola imboccatura laterale senza alcun’indicazione.

L’aspetto era quello di un viottolo chiuso, malridotto e abbandonato, non poteva essere più lungo di quattro metri, forse addirittura meno, e di certo non più largo di uno e mezzo;  sembrava il genere di posto che, per dimensioni e posizione strategica, le persone riservano ai bidoni dell’immondizia e ai vecchi scatoloni inutilizzati. Le mura grigie degli edifici circostanti erano in pessimo stato, tuttavia non possedevano quell’aria lugubre e cenciosa, tipica di zone come Nottur Alley; era sporco, era scarno, ma non trasmetteva presagi di morte o l’idea di potersi prendere una chissà quale malattia se non si stava attenti a dove si appoggiavano le mani.

Abbandonando la via principale, ed entrando nel piccolo passaggio, uno sguardo inesperto non avrebbe intravisto nulla e sarebbe passato oltre; ma quando eri la sorella di Fred e George, in fuga da alcuni Serpeverde piuttosto grossi, ai quali avevi lanciato incidentalmente una fattura, perché “tendenzialmente ad undici anni si era stupidi” e anche un po’ goffi, e certe cose si facevano ancora semplicemente perché non si era bravi a controllare la propria bacchetta, beh la disperazione era in grado di fare cose miracolose, anche riuscire a farti notare che, nonostante il vicolo fosse cieco, alcuni mattoni all’estremità del muro sinistro sporgevano all’infuori alternandosi, in una maniera che, se non proprio una scala, era quanto di più vicino ad una via di fuga, e sembravano implorare un appiglio. E, sempre per il fatto che ad undici anni si era stupidi e ingenui, improvvisare free climbing su una parete, rischiando di rompersi l’osso del collo, sembrava chissà perché essere più promettente che fare da bersaglio a qualche bell’incantesimo.

Ginny Weasley in quel momento si trovava seduta sul tetto dell’edificio con “Settled” di “Scherrie Saphiro” tra le mani.

**********

Vi erano delle giornate che iniziavano in un modo incredibile…

Draco si era arrestato in mezzo alla via prendendo visione dell’immagine davanti ai suoi occhi. Potter, Weasley, Granger, una maga sul biondo non altrimenti identificata, e la Miss seccatura, fermi davanti ad una delle tante vetrine di Diagon Alley.

Il giovane mago era stato sul punto di raggiungere “Il Ghirigoro” per procurarsi alcuni libri supplementari che la “gran testa di cazzo”, altrimenti conosciuta come Alexander Lestafier, lo aveva…come dire….”incitato” ad osservare, e che, “ma guarda un po’ che strano”, non facevano parte dell’immensa collezione di famiglia, quando, del tutto fortuitamente, aveva avuto l’onore e il privilegio di assistere allo spettacolino che gli si era presentato davanti, e del quale avrebbe benissimo potuto fare a meno.

**********

La comitiva di giovani aveva finito col ritrovarsi davanti all’entrata di “Sogni, libri, oggetti e ornamenti” senza che vi fosse stato un accordo preciso al riguardo, avevano già girato un paio di negozi, uno dei quali di libri, su richiesta di Hermione, ed osservato parecchie bancarelle; quella volta i passi li avevano condotti sino a lì.

Ron era stato il primo ad entrare, e lo aveva fatto con una certa fretta, Hermione lo aveva seguito sorridendo, conosceva il motivo di quella fretta; quello era stato quando Luna se n’era uscita con un “Do per caso fastidio a tuo fratello? “.

Harry si era limitato ad arrestarsi con le mani in tasca leggermente in difficoltà come spesso capitava alle trovate di Luna, e dall’espressione della maga dai capelli rossi, si sarebbe potuto tranquillamente intuire che Ginny, in quel momento, avrebbe voluto volentieri dare un calcio sui denti al suddetto fratello.

Era allora che si era verificata la scena intravista dal giovane mago in lontananza.

- No, Luna lo sai che c’è? C’è che mio fratello è un’idiota. - E detto ciò, con aria seccata, Ginny Weasley si era sporta per aprire a sua volta la porta del negozio e lasciare entrare Harry.

E Harry Potter, limitandosi a sorridere, perché ormai era cosciente delle abitudini della sua ex ragazza, era semplicemente entrato nel negozio.

All’inizio questa sua abitudine lo aveva fatto irritare, specie a scuola, ed avevano anche discusso una volta, e ricordava perfettamente di non avere chiarito l’esatto motivo per il quale stavano avendo quella discussione, ma di averne tirato in ballo altro, dentro di sé sapeva perfettamente che era una ragione stupida; poi aveva intuito che non era davvero niente. Era più forte di lei, se non rifletteva e faceva le cose in automatico, Ginny apriva sempre la porta per chiunque.

- Gi-Gin si può sapere perché te la… - Luna si era interrotta ed aveva osservato il ragazzo dai capelli scuri scomparire oltre la porta, dimenticandosi completamente di quanto era stata sul punto di dire.

In tutto questo, l’ex Grifondoro era rimasta immobile con la mano ferma sulla maniglia, attendendo che l’amica entrasse a sua volta.

Ginny, all’improvviso stato di mutismo di Luna, aveva corrugato la fronte.  Cosa? –

- Gi-Gin, ehm Ginny…forse i miei occhi sono difettosi, ed è possibile, non sarebbe la prima volta, ma…ti sei accorta di avere appena tenuto aperta la porta per Harry? -

Il cipiglio della giovane Weasley era aumentato maggiormente; Ginny aveva inclinato il capo leggermente ed aveva osservato la maga bionda come se fosse arrivata al punto d’iniziare a temere seriamente per la sanità mentale dell’amica, infine, non riuscendo a vedere il problema, aveva sollevato le sopracciglia scetticamente. Nonostante il rimprovero di prima al fratello, avrebbe potuto benissimo essere interpretato con un “sei pazza lo sai, sì, vero?”

Siccome la maga non aveva risposto immediatamente, Luna, per nulla allarmata da quello che aveva reputato essere un momentaneo stato d’amnesia della ragazza, aveva specificato ulteriormente. - Harry… hai presente chi è Harry, vero? -

Ginny si era ritrovata a chiudere gli occhi e a conficcarsi la lingua fra i denti per evitare di commentare, in un evidente sforzo di mantenere il controllo.

Riaprendo gli occhi, la giovane aveva puntato direttamente le proprie iridi azzurre in quelle strabuzzanti dell’amica.  – Lo so chi è Harry… - E, dicendolo, aveva lasciato richiudere la porta del negozio alle proprie spalle.

Luna aveva osservato l’amica corrugando a sua volte la fronte, e scrollando il capo leggermente come se fosse stata la maga dai capelli rossi quella ad avere qualche problema. - Lo so che lo sai chi è Harry… -

Ginny, che a quel punto era completamente rivolta verso la giovane con le braccia incrociate, si era morsa le labbra. Aveva sospirato. – Vogliamo tornare alla questione porta? –

Non aveva avuto realmente l’intenzione di “tornare alla questione porta” semplicemente con Luna i discorsi finivano spesso col deviare sui più disparati e assurdi soggetti.  Quasi immediatamente l’espressione della giovane era divenuta quella di chi si era pentito di aver avuto una simile idea e, ovviamente, Luna quella volta era sembrata recepire al volo quello di cui si stava parlando.

- Niente…stavo semplicemente osservando che non puoi proprio fare a meno di avere sempre il controllo della situazione… - Era stata la replica molto professionale della maga, quasi fosse stata sul punto di trovare dell’ottimo materiale per un articolo.

Ginny si era ormai portata le braccia sui fianchi con fare molto sostenuto e seccato recuperando quel proprio modo di fare non esattamente gentile. - E l’hai osservato semplicemente vedendomi tenere aperta una porta? –

La ragazza dai capelli biondi aveva roteato gli occhi. - Ma no sciocchina… -

Ed ora erano arrivati a “sciocchina”…

…fantastico…

…e dire che a scuola era la prima a dare sempre dei nomi a chiunque…

La giovane Weasley si era momentaneamente grattata il naso.

- …il fatto è che è sempre stato così…per forza poi è più che logico che uno finisca per scegliere un tipo più come la tua amica Elettra… -

- Hermione… -

- Elettra era…Ginny dovresti leggere un po’ di più… -

No, grazie, Luna ho già l’ultimo libro che mi hai dato…

- Tu lo fai sempre…lo fai con tutti, persino con me… -

Ginny a quello era sembrata davvero divertita, nonostante non avesse smorzato il proprio atteggiamento, Luna era e restava…beh Luna. - E da quando per te è un problema farti aprire le porte, e poi è da pazzi Luna! – Dicendolo, la giovane aveva allargato in esasperazione le braccia - …ero davanti a lui…sono semplicemente arrivata prima alla porta, che cosa dovevo fare? Tornare indietro per farlo passare avanti e far aprire a lui la porta? –

Luna aveva scosso leggermente il capo. - Lasciamo perdere se non la vuoi capire… -

L’ex Grifondoro, ancora divertita, aveva osservato l’amica con un mezzo sorriso.

Luna Lovegood aveva sbattuto un paio di volte le palpebre prima di parlare nuovamente. Ginny era peggio del Dottor Jackyl e Mr. Hide…inoltre, a differenza degli altri, non era affatto possibile dirle le cose come stavano perché o assumeva subito posizione difensiva, oppure non ti prendeva mai sul serio.

La maga bionda aveva contemplato ancora un istante la giovane. Se le avesse detto che la verità era che aveva bisogno di un uomo, probabilmente avrebbe risvegliato la bestia…meglio tacere, dunque.

- Allora per te non sarà un problema lasciarti aprire la porta da me? -

Ginny aveva mantenuto il sorriso-smorfia e l’aria spaccona, sembrando, se fosse stato possibile, ancora più divertita e sicura.

Figurarsi se le dava fastidio lasciarsi aprire la porta da qualcuno…che cosa voleva che fosse?

- Certo che no io…certo. – Aveva concluso infine, stringendosi nelle spalle,  ma ad un’occhiata più attenta si sarebbe potuto dire che non sembrasse né convinta né contenta.

Ginny Weasley non avrebbe mai ammesso di non essersi mai resa conto di esserne infastidita; era una cosa cui lei non aveva mai fatto caso ma alla quale, si stava rendendo conto, avevano fatto caso tutti gli altri. Ed era un problema?

**********

Draco aveva fissato lo sguardo sulla ragazza dai capelli biondo sporco che avanzava, oltrepassando Ginny e sporgendosi per aprire la porta, e sulla reazione della rossa che, voltandosi, era rimasta per un momento ferma sui propri piedi a contemplare l’amica prima di sfilare ed infilarsi nel negozio; questo non prima di aver lanciato un’occhiata orgogliosa in direzione della giovane.

Dopodichè, il mago, ignorando l’accaduto, si era mosso verso l’entrata del Ghirigoro ed era scomparso di là dalla porta.

**********

Per ulteriore coincidenza, l’aveva rivista uscire, questa volta  da sola, dal negozio, quando a sua volta era stato sul punto di lasciare il Ghirigoro con un pacco non indifferente di libri. Erano tre volte quella mattina che incrociava la “Corte dei Miracoli”.

La prima volta, uscito dalla sua stanza, era stato costretto ad assistere all’invito di Potter alla “Miss rompipalle”, e alle reazioni poco entusiaste del resto dello squadrone, Granger compresa; vederli tutti insieme riusciva sempre a illuminare le sue giornate…

Di solito era Hermione a salutarlo per prima, provocando dal resto dei presenti dei grugniti simili a saluti, ai quali rispondeva sempre con un “Granger”, a volte esteso ad un “Potter. Weasley.”, a volte con cenni del capo o della mano…invece quel giorno, oltre alla bella sorpresa ad attenderlo fuori della sua stanza, vi era stata anche la libera improvvisazione e l’estro da parte della testa rossa; era stata lei a salutarlo rimediandosi le occhiate stralunate di Potter e Weasley, e la più inapprezzabile di tutte da parte di Hermione…solitamente non era abituato a voltarsi, si accomiatava tirando dritto, quella volta, però, interesse o no, si era girato a causa dell’equilibrio interrotto.

Probabilmente era la prima volta che l’aveva guardata intenzionalmente nell’intero arco della sua esistenza, e gli era uscito così “ho, il tuo cappello”, e se n’era andato senza salutare, evitando di rimanere a contemplare il del tutto involontario effetto sorpresa che doveva essere riuscito a sortire.

Ed era vero, aveva il suo cappello, in tasca precisamente. Non era minimamente propenso a permettere un ulteriore accesso alla propria stanza, e se lo avesse lasciato da qualche parte per la casa e lei non l’avesse trovato di sicuro si sarebbe ripresentata senza invito…

...avrebbe potuto ridarglielo al momento, ma ciò avrebbe potuto produrre dei catastrofici effetti e la richiesta di spiegazioni da parte dei presenti, ed aveva già avuto la sua bella gatta da pelare…

Non era incline a digerirsi l’intera banda di prima mattina, specie se si stava recando a Diagon Alley e non certo per la più felice delle commissioni…

…ripensandoci avrebbe dovuto immaginarsi che con tutta probabilità li avrebbe ribeccati in giro…

Malfoy aveva fatto per tirare dritto, quando, con la coda dell’occhio, aveva osservato la giovane maga imbucare un vicolo tremendamente famigliare.

   
 
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