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Autore: Hui    20/04/2011    2 recensioni
Key e Jonghyun. Il loro amore è stato diviso dalla morte. Key, dopo aver avuto un'altra possibilità,ritorna ma non il Key che tutti noi conosciamo. Che succederebbe se la Diva che c'è in lui si innamorasse della persona sbagliata? Il caos.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!”.
Jonghyun si alzò dal letto e prese un asciugamano posandolo sul culetto ancora nudo.
“Tu…chi diavolo sei? P-perché?”. Lui…lui era realmente Key, mio padre, quello che era morto anni addietro? Mio padre mi si fiondò davanti “Non è come pensi, lui…lui è una lunga storia”.
Key, se almeno potevo chiamarlo così si alzò. Si mise un asciugamano in vita e si avvicinò a me “Henry…io sono…io sono tuo padre”. Indietreggiai “Non toccarmi…lui, il mio vero padre è morto anni fa”. Jonghyun lo fermò “Key, Yuki potete uscire?”. Key baciò sulla guancia mio padre e uscì insieme a Yuki che anche lei era ancora scioccata.  “Papà dimmi che succede!”. Ci sedemmo sul letto pieno di una sostanza liquida. “In poche parole…tuo padre…lui…lui era morto, ma dopo è ritornato”. Mi alzai e gli urlai “Sì, la solita scusa! Invece diciamo che non è morto e se n’è andato! Conosco quei tipi di padri, troppa paura di crescere il figlio! E ora che è venuto a fare?” Sì alzò anche lui e mi prese fortemente il braccio “Ascoltami! Non è andata così! E’ stato obbligato a stare assente per questi anni! Non è colpa sua! E ora ci siamo rincontrati! Lui non lo merita, davvero le ha passate di tutti i colori, forse quando sarai grande ti dirò tutto, ma per ora ti basta sapere questo!”. Sì vestì e uscì fuori dalla stanza, sbattendo la porta. Il mio sguardo si fermò sui vestiti alquanto femminili appoggiati sulla sedia. Li presi in mano, erano quelli di Min!
-----Jonghyun-----
Quel marmocchio non sapeva nemmeno quello che il mio Key aveva dovuto passare! Presi la mano di Kibum e la trascinai in bagno, con i vestiti in mano. “Su, vestiti”. Mentre vedevo il suo pene oscillare nelle mutande incrociai le braccia. “Jong capiscilo, è molto confuso e … sono sicuro che gli passerà”. Mi girai dandoli le spalle “Un corno! Tu…tu ne hai dovute passare di tutti i colori! E ora che ci siamo finalmente riconciliati ecco che lui ci crea problemi!”. Due mani mi cinsero la vita. Sentii una lingua passarmi gentilmente dietro l’orecchio. La mia testa si piegò leggermente.
“Key…” mi girai di scattò e gli presi il viso, baciandolo. La rabbia divenne frustrazione e si trasformò in un pianto. “Jong…non ti preoccupare, me la vedrò io con lui. L’hai cresciuto tu per tutto questo tempo, beh ora devo riscattarmi in qualche modo”.
----Key----
Già vestito uscii dal bagno con Jong. “Yuki dimmi che succede perché stai piangendo?”.
Jong le prese il viso asciugandolo “Kim…gli è successo qualcosa”. Dalla borsa tirò fuori tanti pezzi del suo cellulare, seguiti da una rosa a cui erano restati pochi petali, completamente distrutta.
“Lui…lui non è ancora ritornato. Aveva detto che sarebbe andato tutto bene…invece”.
----Kim----
I miei occhi lentamente si aprirono. Tutto buio. Non riuscivo a vedere niente. Dove cavolo ero finito? Appena mi mossi un dolore mi trapassò per la pancia. All’improvviso una luce si accese.
“Bene, vedo che ti sei risvegliato”. Un uomo si alzò. Le luci scattarono. Ero legato ad una sedia. La stanza sembrava quella di un cantiere. Riconobbi l’uomo. Era il padre di Yuki.
Si avvicinò a me con uno dei suoi scagnozzi dietro di sé. “Non dimentico molto facilmente un pugno”. Fece cenno allo scagnozzo e esso si avviò verso di me con una mazza in mano. Si tolse il passa montagna e lo riconobbi. Era Lee. “Tu?? Tu sei sempre stato dalla sua parte…ma tu…tu eri amico di Yuki!”. Lee sorrise e dopo aver preso la mira, puntò sulla mia testa la mazza. Inevitabilmente caddi dalla sedia. Sputai il sangue in bocca. Lee venne verso di me slegandomi le mani e i piedi. Altri due uomini mi presero le braccia, mentre Lee mi venne addosso colpendomi con un pugno sulla pancia. Caddi a terra. “Lee…non sei capace…ad affrontarmi uomo a uomo vero?”.
“Che hai detto?” venne verso di me e mi dette un calcio sulla testa “Prova a ridirlo e sei un uomo morto!”. Risi e alzai la testa “Vigliacco”. I suoi occhi si inferocirono, ma prima di sferrarmi un’altra mazzata, il padre di Yuki lo fermò. “Se è quello che il ragazzo vuole allora sarà così!”. Gli uomini mi scaraventarono per terra”. Il padre di Yuki mi venne vicino. “Drogalo!”.
Lee prese una siringa e una boccetta dalla sua borsa. Prese un po’ di liquido e con ferocia mi conficcò l’ago nella coscia. “Ahh!”. Subito la vista mi divenne sfocata. I miei colpi svolazzavano in aria, ma il mio intento era un altro! Si avventò su di me e cademmo insieme. Io ero sotto di lui che aveva incominciato a darmi pugni sulla faccia. Lentamente gli presi il cellulare dalla tasca. Composi il numero di Yuki. Mentre continuavo a sentire la mia faccia oscillare sempre di più, sentii la sua voce. Un flebile “Pronto” rispose e senza farmi vedere, misi il cellulare in tasca. Mi rialzai.
“Almeno potete dirmi dove siamo? Tanto chi vuoi che lo sappia?”. Lee ridacchiò “Speri che la tua fidanzatina venga a salvarti?” Urlando mi scaraventai contro Lee “Io amo Yuki! Lee dimmi dove siamo!”. Gli sferrai un pugno. Lee riprese la siringa e me la rificcò nella spalla. “Se ci tieni tanto, siamo al porto, sì, dove dovevamo incontrarci con il terribile padre”. La testa mi pesò da morire. Appena mi alzai caddi a terra, allontanandomi da loro. Presi il cellulare e sussurrai “Yuki…aiutami…ti prego” Riuscii a sentire un “Kim!” due mani mi presero il collo “ Dove vai?”.
Mi accasciai su Lee e gli rimisi il cellulare in tasca. Prese la mira con in mano un pezzo di legno me lo conficcò nella gamba. “Così ora starai finalmente fermo! Tanto noi non vogliamo te, ma Yuki”.
---Yuki-----
Il cellulare mi tremava in mano. Jonghyun mi prese le spalle “Yuki dobbiamo andare!”.
Henry svegliò Min e tutti insieme ci avviammo al porto.
“Allora, Min rimane qui e tutti noi andiamo dentro” Jong mi fermò “No, tu resta con Min. Kim non me lo perdonerebbe mai se ti succederebbe qualcosa. Per me tu sei come una seconda figlia, e non sopporterei il fatto di doverti perdere. Quindi per favore resta in macchina”. Mi arresi e feci cenno di sì. “Però sii prudente”. Min mi strinse la mano “Speriamo che vada tutto bene”.
----Henry----
Prima di entrare fermai Key. “Papà, volevo chiederti … scusa”. Presi un sasso da terra e glielo porsi “Eccoti un regalo da parte mia, per essermi comportato male, è solo che … tu te ne sei andato!”.
Mi abbracciò di colpo “Henry…ti ho sempre voluto bene. Se solo fosse stato possibile ti sarei stato affianco, crescendoti. Perdonami”. Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi. “Papà…ti voglio bene”.
Lo abbracciai più forte. Jong venne dietro di me e mi arruffò i capelli. Poi si avvicinò alle labbra di Key e lo baciò. “Ma che bel quadretto familiare” ci girammo. Due uomini si avvicinarono a noi con due mazze di legno in mano. All’improvviso uno mi prese per i bracci. Key si avventò sull’uomo, ma esso gli dette un colpo in testa, che lo fece svenire. Jong fu fermato dall’altro uomo. “Papà!!!!”. Key era li per terra. Uscì un terzo uomo che prese il corpo di Key e lo portò dentro trascinandolo. “Lasciatelo stare!”. Entrammo nel “covo”. “Guardi chi ho trovato”. Mentre l’uomo che mi teneva per il collo era rivolto ad un collega riuscii a morsicargli la mano e prendendo la pistola pendente al fianco mi allontanai. Quella pistola pesante mi tremava tra le mani. “Dì al tuo amico di lasciare mio padre o…o io…” l’uomo rise “O cosa? Mi spari? Davvero riusciresti a premere il grilletto?”.
Si avvicinò verso di me. La pistola che mi tremava tra le mani mi cadde. L’uomo rise “Cos’è non sai nemmeno difendere tuo padre?”. Il mio sguardo si girò verso il corpo di Key. Ripresi la pistola in mano, puntandola nuovamente sull’uomo. L’uomo che teneva Key per la giacca lo prese e gli dette un calcio nella pancia, facendolo risvegliare. “Ti …ti ho detto di lasciarlo”. Key si girò verso di me “Henry…” l’uomo mollò la presa sulla giacca e lo prese per i capelli “Ma guarda il paparino che non fa un bel niente”. Gli dette un altro calcio sulla pancia. Jong si divincolò e riuscì a scappare, dirigendosi verso l’uomo che teneva Key. Gli dette un calcio e lasciò i capelli di Key. I due uomini ora tenevano Jong. La pistola che ancora mi tremava in mano divenne ferma. “Papà! Lasciatelo o vi uccido!”. Dettero un altro calcio a Jonghyun e persi la pazienza. Urlando “VI HO DETTO DI LASCIARLOOOOOOOOO!” premetti il grilletto e l’uomo davanti a me si accasciò al suolo.
Uno di loro lasciò Jonghyun e prese la pistola “Brutto bastardello ora la paghi!”. Jong si girò verso di me e urlò a squarciagola “Attento Henry!!!!”. Il dito dell’uomo premette il grilletto e dalla pistola ne uscì a tutta velocità una pallottola verso la mia direzione. Chiusi gli occhi mettendomi le mani davanti alla testa. “Bum!”.
----Yuki-----
“Bum!” le dita che stavano tremando si bloccarono “Min…era uno sparo? Sono sicura di aver sentito uno sparo! E se era Kim?”. Mi prese la mano “Stai tranquilla, i nostri tre uomini sono lì, ci penseranno loro. Le lasciai la mano e aprii la portiera “Tu resta qui!”. “NO Yuki!”.
Corsi più in fretta che potei, dirigendomi dalla porta opposta a quella che i ragazzi erano entrati.
Subito vidi Kim. Mi avventai contro di lui. “KIM!”. Il suo corpo era appoggiato al muro.
L’uomo che stava per andare via si girò verso di me. “Ehy tu!” l’uomo mi prese per il braccio “No! Lasciami!”. Ad un tratto sentii un colpo venirmi sulla testa. L’uomo ridacchiò “Ehy pollastrella stai calma ora ci sono io”. Ero stordita. Lo sentii afferrarmi la gamba e alzarmela. “Ma guarda che buona mercanzia abbiamo qui!”. Kim scattò in piedi e gli sferrò un pugno in piena faccia. “Non toccarla lei è la mia ragazza!”. Un uomo venne verso di noi “Lee? Lee, tu…che ci fai qui?”.
Aguzzai la vista e vidi anche mio padre “Papà! Sapevo che c’entravi tu!”. Lui venne verso di me.
“Lee prendila e legala”. I miei passi furono fermati da due mani che mi presero da dietro legandomi. Mi divincolai “Lee! Maledetto”. Si avvicinò al mio orecchio “Ti prego, non fare niente oppure ti farà del male. Non opporti”. Mi trascinò al muro vicino a Kim”. “Kim…come stai?”. La sua mano mi accarezzò gentilmente la guancia “Non dovevi entrare! Loro non volevano me! Volevano te”. Mio padre venne verso di me e si girò “Lee, allontanati”.
“Bene, finalmente sei venuta”. Si avvicinò sempre di più “Lo sai in che guaio ti sei cacciata? E’ per colpa tua se un tuo amico è stato appena ucciso da un mio uomo! Il poveretto voleva proteggere il figlio, ma alla fine è finito per morire proprio davanti a lui”. Kim si alzò con le gambe tremanti, mentre il sangue gli colava giù. “Che gli avete fatto? Nooo! Maledettiiii!”. Si avventò contro mio padre, ma prima ancora di poterlo toccare cadde a terra. “Kim che ti succede?” si girò verso di me “La gamba…ho un pezzo di legno…nella gamba”. “Che c’è il fidanzatino vuole vendicarsi dell’amichetto?”. Sputai verso mio padre “Sei uno stronzo! Loro…sono come dei padri per me!”
Asciugandosi la faccia rise “Bene tanto alla fine anche te la pagherai!”.  Un uomo venne verso di me e mi prese alzandomi “Capo è ora?”. Facendo cenno di sì mi prese le braccia e me le incatenò al muro. Poi prese le catene e fece lo stesso con le gambe. Mio padre si avvicinò verso di me e poi si girò verso Kim “Bene e ora vedrai lo spettacolino! Vedila in questo modo, tu sei lo spettatore e noi gli attori. Ora, oltre a non poter fare niente per il tuo amico morto, non potrai far niente nemmeno alla tua fidanzatina. Sentiamo come ci si sente?”. Le sue mani mi toccarono le gambe. Kim cercava di avvicinarsi, ma un uomo lo teneva fermo. La mano entrò sotto alla gonna. La sentii penetrarmi dentro le mutande, mentre l’altra saliva avvicinandosi al petto “No…ti prego non davanti a lui”. “Nooo Yuki! Porco lasciala stare!”. Lee venne verso mio padre e prese la pistola puntandogliela sulla testa. “Capo direi di smetterla ora. Hai finito di maltrattarla”.
Gli occhi di mio padre si infuocarono “Come osi?”.
----Lee----
Ero sempre stato fedele al mio “Grande Capo”, finché non avevo conosciuto Yuki.
In quel momento vederla soffrire così mi faceva star male. Pur di sacrificare la mia vita l’avrei salvata. Presi il capo per il collo e lo costrinsi ad allontanarsi da Yuki. Puntai la pistola verso il mio collega che teneva fermo Kim. Gli sparai e cadde. Mollai la presa sul capo e mi avventai verso Kim.
“Stringi i denti, ti farà un po’ di male”. In lontananza corsero altri due colleghi. Feci veloce e gli tolsi il pezzo di legno. “Ahhhh!”. “Fai un altro passo e sarai tu a morire”. Mi girai. La pistola del capo era nella mia stessa direzione, mentre una mano si era già posizionata sotto la gonna della piccola Yuki. Mi voltai e sparai ai due che stavano correndo, prendendoli in pieno. “Lee stai attento!”. Ad un tratto una pallottola mi si conficcò nella schiena. “Noooooo!” Yuki mi stava guardando. Yuki mi avrebbe guardato morire. Mi avrebbe visto come un fallito.
Le ginocchia mi cedettero e caddi. Mi girai. Suo padre mi aveva sparato. Però almeno ero riuscito a vederla un ultima volta. La mia mano tremò in aria e il dito premette di nuovo il grilletto. Una pallottola volò e si inficcò sul petto del capo, facendolo cadere a terra. Kim mi venne vicino. “Lee… perché lo hai fatto?”. Prima che le forze mi abbandonassero del tutto riuscii a sorridere, rispondendogli “Mi…mi sono innamorato…di Yuki….Kim…rendila …felice…fallo….per me”.
---Yuki-----
“Nooooo Leeee!” Kim mi venne incontro e con la pistola spaccò le catene. Lo abbracciai forte “Perché???!”. Ad un tratto sentii odore di bruciato. “Kim…non lo senti anche tu questo odore?”.
Si girò intorno. “Qualcosa va a fuoco!”. Mi girai verso il corpo di mio padre. Era ancora vivo e aveva un accendino in mano. Con le poche forze che gli erano rimaste lo lanciò verso dei badili.
“Kim usciamo!”. Si girò e mi prese in braccio, scaraventandosi all’uscita. Sentimmo dietro di noi un esplosione e dopo di quello i nostri corpi vennero scaraventati fuori dal cantiere.
Subito mi venne una fitta alla spalla. Aprii gli occhi e vidi Kim qualche metro più avanti. Strisciai per terra avvicinandomi a lui. “Kim…stai bene?”. La sua gamba sanguinava ancora. Strappai un lembo del mio vestito e gli fermai il sangue. “Questo dovrebbe tenere per un po’”. Si alzò e mi prese in braccio, portandomi verso la macchina. “Min, tienila d’occhio”. Mi girai ritornando al cantiere, quando Yuki mi fermò “Kim…dove vai?” guardò Min “Non ti preoccupare, vado a salvarli. Min, uno dei padri di Henry…credo che sia morto o almeno così hanno detto. Non li lascio indietro. E poi se non mi sbrigo la struttura potrebbe crollare. Yuki, ritornerò stanne certa!”.
---Jonghyun----
“Noooooooooooooooooooo! Keyyyyyy!” presi la pistola dall’uomo che aveva appena sparato e con la rabbia dentro alle vene, sparai a tutta raffica verso gli scagnozzi. Continuavo a premere, anche se ormai la munizione era finita. La pistola mi scivolò dalle mani. Mi alzai e mi avventai contro Key.
Henry era lì fermò con lo sguardo bloccato sul padre. “Key!” scossi il suo corpo immobile.
“Keyyyy! Non mi lasciare di nuovo! Ti prego”. All’improvviso si sentì un botto. Un’ esplosione grandissima venne verso di noi “Henry vattene!”. Spinsi il corpo di Henry via e lo vidi andarsene “Papà vieni anche tu!” tra le lacrime gli urlai “Non lo abbandono! Almeno tu esci!!”. Le fiamme arrivarono subito. Appena vidi Henry uscire coprii con il giubbotto i nostri corpi. “Key…Key…rispondimi…” continuavo a singhiozzare. “Key… tu sei la mia vita. Non potrei vivere senza di te. E’ già successo una volta, ma mi hai affidato un orfano, ora se morissi, non ce la farei di sicuro a continuare di nuovo senza di te!”. L’esplosione si fermò. Mi tolsi il giubbotto pieno di fiamme e lo buttai via. Iniziai a tossire. “Key! Non farmi questo!”. Lo presi in braccio. Le fiamme però erano troppe, e senza accorgermene due travi di legno caddero sopra di noi.
----Key----
Feci un grosso respiro, però tossii. Aprii lentamente gli occhi…non ero morto? Mi toccai il petto, non era bucato. Dalla tasca cadde un sasso, con incisa una pallottola. “Il sasso…il sasso mi ha salvato! E’ quello che mi ha dato Henry”. Appena mi mossi gemetti dal dolore. La mia gamba era bloccata da dei massi. Ma cos’era successo? Perché andava tutto a pezzi? Jonghyun era sopra di me. Tolsi la trave di legno che era sopra alla sua testa. Stava sanguinando. Presi la giacca e ne strappai un pezzo. Poi lo appoggiai sulla ferita. “Jong resisti!”. Ma come potevo uscire? La mia gamba era bloccata. All’improvviso sentii “Keyyy! Jonghyun!! Henry!!”. Kim corse verso di me “Key! Dobbiamo uscire da qui!”. Gli porsi Jonghyun “Tu portalo fuori!” Appoggiò il corpo di Jong per terra “Non ti lascio qui a morire! Fra poco questo posto crollerà! Dobbiamo uscire e anche te!” indicai la gamba “Se vi porterete anche me non ce la farete. Jong ha bisogno di soccorso! Come faccio ad uscire da qui?”. Un’altra trave cadde vicino a noi “Ho un’idea…tagliamela”. Se me l’avrebbe tagliata sarei stato più leggero da portare e non avrei causato problemi.
“Ma sei impazzito?”. Mi guardai attorno. Presi un sasso e glielo porsi “Spacca una finestra e con il vetro tagliamela! E’ l’unica soluzione se vuoi che usciamo da qua!”. Non si mosse “Guarda com’è messo Jong! Se non riceve al più presto una mano, potrebbe morire anche lui! Quindi prima ti muovi e prima usciremo! Sai a quanto Yuki tenga a Jong e sai anche quanto ci tenga Henry”. Si alzò e dopo un po’ ritornò con un pezzo grande di vetro in mano. “Key… mi dispiace se ti farà male”.
Presi la mano di Jong “Ok, inizia!”. Mi misi in bocca un pezzo di stoffa. Il dolore mi penetrava sempre più maggiormente. Il mio sguardo era fisso sul mio amato. Ah Jong, se solo avresti potuto vedere quanto è diventato forte il tuo Key. Gli strinsi la mano, anche se non mi poteva sentire, averlo vicino era sempre meglio di niente. Oggi avevo salvato ben due vite. Avevo salvato mio figlio e avrei salvato anche Jong. Poi se sarei morto o se sarei stato invalido non mi importava.
Sentivo la testa girarmi. Le forze andarmi via. Non sentivo più la gamba. Ancora un po’ e non ce l’avrei fatta. “Key! Ho finito! Ora vi porto fuori!”. La mia mano scivolò e svenni.
----Henry-----
Continuavo a piangere. Ero in ginocchio per terra, e al mio fianco Min mi teneva la mano.
“Min…lui…mio padre mi ha salvato la vita! E ora…per colpa mia …lui è morto!”.
L’avevo appena incontrato e se n’era già andato. “Hey ragazzi!” mi girai di scatto, verso Yuki. “Non vi preoccupate, Kim è andato ad aiutarli, vedrai che ce la faranno. Ma…è vero che uno di loro è … morto?”. In quel momento arrivarono i vigili del fuoco, seguiti da polizia e ambulanza. Un vigile del fuoco mi venne vicino “Quante persone sono lì?” Min si alzò e lo portò lontano da noi, dicendogli tutto quello che doveva sapere. Yuki mi prese la mano “Henry mi dispiace molto, vedrai che li porteranno fuori”. Li porteranno fuori. Tutti facevano del loro meglio ma alla fine ero io l’unico che non aveva fatto niente. Mi alzai e con le lacrime agli occhi cosi verso il cantiere. “Henry! No torna indietrooo!”. Non mi importava quello che mi sarebbe successo, avrei fatto di tutto per loro. Loro erano i miei genitori e visto che Key era morto ancora prima che potessi fare qualcosa, almeno volevo salvare Jong e Kim. Entraii dentro. “Papàààààà!” li vidi. “Che ci fai qui? Potrebbe essere pericoloso!” nelle spalle aveva Jonghyun. Key per terra che sanguinava. “Papà…che gli è successo?? Perché è così? L-la gamba…”.
“Non è morto. Qualcosa gli ha bloccato la pallottola e si è risvegliato però la sua gamba era bloccata e … mi ha chiesto lui di tagliarla!”. Lo presi in braccio e corsi verso l’uscita.
“Papà resisti!”. Una trave cadde davanti a noi. “E ora?” un vigile che era fuori appena entrò dietro di lui cadde un’altra trave, piena di fiamme che circondava l’uscita. “Ragazzo non uscire per di lì”. Il fiato mi stava andando via. Ero andato in panico. “Dove usciamo?” il sangue continuava a scivolare dalla sua gamba, fino alle mie scarpe. Il tempo passava, se non uscivamo subito, sarebbe morto per dissanguamento! Presi la rincorsa e attraversai il muro di fuoco, andando a sbattere alla trave di legno. Io e Key rotolammo per terra, ma fuori dal cantiere. Subito vennero i medici. “Per favore…trattatelo bene. Non voglio perderlo”. Min corse verso i medici che mi avevano messo sopra ad una barella “Henry, scemo mi hai fatto preoccupare”. Le strinsi la mano “Io… ti amo”.
----Yuki----
Dov’è? Era uscito ma non lo riuscivo a trovare. “Min, sai dov’è Kim?” indicò un ambulanza.
Era seduto sul bordo di essa. Appena mi vide scese e zoppicò verso di me, abbracciandomi forte.
“Oggi sono diventata orfana…” le lacrime non tardarono a scendere “… avevo paura di perdere anche te”. Si allontanò da me “Yuki…io ti amo”. Le lacrime si moltiplicarono “Non…non me lo avevi mai detto”. Gli sorrisi dolcemente e gli presi il viso “Kim, anch’io ti amo”.
Lo baciai subito. Ad un tratto qualcuno si schiarì la voce “Scusate…” ci staccammo.
Il vigile abbassò lo sguardo “Signorina, abbiamo trovato i corpi, dovrebbe esaminarli”.
Presi la mano di Kim e insieme ci avviammo seguendo il vigile. I corpi erano dentro a dei sacchetti neri. Dopo alcuni corpi bruciati per metà dei scagnozzi di mio padre arrivammo all’ultimo.
Di lui era bruciato tutto il corpo tranne la testa. Lui…lui stava ancora sorridendo.
Singhiozzai “Lee…” Kim mi strinse la mano “Lui prima di morire, mi disse che l’aveva fatto perché ti amava. Era sempre stato dietro come un cane a tuo padre, ma quando ti aveva conosciuta era disposto a sacrificare la sua vita per salvare la tua”. I suoi occhi erano ancora spalancati.
Le mie mani tremanti sfiorarono il suo viso. Mi avvicinai a lui, baciandogli la guancia. Poi in un dolce gesto le mie dita toccarono i suoi occhi, quelli che senza esitare mi avevano difesa. Glieli chiusi.“E’ morto…con il sorriso”. Il mio salvatore era morto felice. Anche se era cattivo, mi aveva salvato. Era andato contro mio padre e mi aveva salvato. Kim mi abbracciò “Vieni qua”. Piansi contro il suo petto, macchiandogli la maglietta. Il poliziotto venne verso di noi “Di lui abbiamo trovato solo queste cose”. Le foto ritraevano una bambina. Poi c’era un anello e infine il tesserino con scritto “idraulico”. “Aveva una figlia?”. Quella piccola quindi…ora non aveva più un padre.
“Poi avete trovato altri corpi?”. Il poliziotto scosse la testa. Mi alzai di colpo “Come no? E…mio padre?”. Il poliziotto fu chiamato “Steve vieni a vedere”. Aspettammo una decina di minuti, poi ritornò “Abbiamo scoperto una striscia di sangue uscire dal retro. E’ vostra?”. “Solo noi siamo usciti dal retro ma…siamo stai sbalzati fuori quindi in teoria non dovrebbe esserci nessuna macchia”. Kim mi guardò preoccupante “Che tuo padre sia ancora vivo?”.
Un brivido mi percorse lungo la schiena. “Kim….ho paura”.
----Jonghyun----
Ti prego. Dimmi che sono morto. Non riuscirei a vivere ancora sapendo di aver perso due volte Key. I  miei occhi si aprirono. “Papà…come ti senti?”. Non appena alzai la testa gemetti “Ah…mi fa male la testa ma per il resto bene”. Mi prese la mano “Sei sicuro?”. Le lacrime sgorgarono immediate sulle mi guancie “Key…l’ho perso un’altra volta. Ovvio che non sto bene!”.
“Oh…giusto tu eri svenuto…papà” i miei occhi si illuminarono “Lui…lui è vivo”.
Le lacrime si fermarono. I miei occhi si spalancarono “Lui è vivo? Lui è vivo!!”. Mi alzai dal letto e uscii dalla stanza. “No papà”. Andai in corridoio e trovai Yuki e Kim che piangevano.
“Jong! Ti sei svegliato!”. Un dottore uscì. Kim si alzò e andò verso di lui. “Il paziente ha perso molto sangue. Mi dispiace ma ora è in uno stato di coma. Non so se si risveglierà”.
Il dottore se ne andò e Kim si girò tremante verso di me. “Jong…mi dispiace”.
I miei occhi divennero lucidi “Lui…è qui?”. La porta era socchiusa. Entrai tremante. Henry dietro di me. La mia voce vibrò nell’aria “Key…”. Nella stanza c’erano gli altri del gruppo.
Onew mi prese per il collo, sbattendomi contro il muro. “Come hai potuto?” Taemin prese il braccio di Onew “Hyung…”. “Dimmi Jong! Come hai potuto non dirci che Key…lui…lui era ritornato! Dannazione! Perché?!”. Mi dette uno schiaffo. Minho venne vicino a Onew e anche lui prese gli prese il braccio “Hyung…non farlo”. La mia schiena scivolò contro il muro, finendo seduto per terra. Portai le mani sul viso, piangendo più che mai. Onew e gli altri uscirono. Onew aveva ragione, era tutta colpa mia. Se forse gliel’avrei detto anche agli altri…ora forse avremmo trovato una soluzione migliore. Mi alzai e andai vicino a Key. Gli presi la mano. “Key…perdonami”.

 
Note d'autore: eccomiiiiiii chi mi vuole uccidere si metta gentilmente in fila ^^ ok voglio chiedere scusa per la fine che gli ho fatto fare ma ricordiamoci che la storia non è finita! Rallegratevi miei cari lettori, perchè nei prossimi capitoli le cose miglioreranno! 
Spoiler: Mentre Yuki e Kim investigheranno per trovare la figlia di Lee e la moglie, Jonghyun si ritroverà a cercare da solo il padre di Yuki che è ancora vivo. E ora vi domanderete...e il nostro caro Key che fine ha fatto? Io potrei rispondervi semplicemente "E' in coma in ospedale" ma voi reagireste sicuramente come un "NOOOOOOO" infatti. Tu, con la maglietta bianca, ti ho visto! Non siate scandalizzati, perchè anche Key parteciperà alla ricerca! E ecco un'altra domanda "Ma come fa se è in coma?" semplice, mentre il suo corpo è in ospedale, la sua anima è... heehe volete saperlo vero? Be, è tutta logica XD Quindi vi lascio il mistero al prossimo capitolo che poster domani ^^
Ps: per le foto, sappiate che ssendo alla fine della storia metterò solo quelle essenziali, come la Jongkey XD
Ah, vi rassicuro, non preoccupatevi per la gamba di Key, niente è come sembra! Prima di trarre conclusioni continuate a seguire la storia XD
Bye e buona serata ^^


   
 
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