It’s
The Story Of Him, It’s The Story Of Her.
Figli Di Papà E Dipendenze.
“Potevo decisamente
evitare di andare a trovare ogni dannato giorno quella, alla fine cosa mi
aspettavo da una come lei?
Riconoscenza forse? Non ne è capace, e mai
ne sarà”.
Questi sono i pensieri
del ragazzo, che cammina gobbo sul marciapiede vicino all’Ospedale Maggiore. Pensieri
giusti, forse. Troppo affrettati. Ma lui le persone le riesce a capire bene,
già dall’inizio. Fin da piccolo il fratello gli a insegnato a distinguere la
gente in diverse categorie:amici, nemici,
infami, figli di papà. E lei? Lei rientrava proprio nell’ultima opzione, la
più squallida. I figli di papà. Tutti quei ragazzi che avevano sempre tutto ciò
che volevano dalla vita, solo schioccando le dita. E perché? Perché il padre
posava il culo ogni giorno su una sedia, dietro una scrivania, intrecciando le
proprie mani piene di giganteschi anelli, e pensando alla propria
decappottabile nel parcheggio privato dell’ufficio,programmando le vacanze con
una delle tante amanti. E se la moglie l’avesse scoperto? Tanto meglio, così
anche lei guadagnava un grosso diamante, o delle tette nuove.
“Che squallore” riuscì a
pensare il ragazzo, mentre si sedeva esausto su un malconcio sedile della
metropolitana milanese.
Si guarda intorno,
cercando qualche volto conosciuto, un po’ di comprensione, forse un po’ d’amore.
Ma niente.
In un angolo vede un
signore, piuttosto avanti con gli anni, scarpe logorate dal tempo, barba sporca
e disordinata,qualche bottiglia intorno a sé e una lattina di birra,ormai
vuota, in mano.
Dall’altra parte un paio
di ragazzi, con le mani nelle tasche, volti incappucciati, occhi grigi e
spenti.
“Alex,che ci fai qui?”
sussurra uno dei due, al ragazzo.
Alex si volta di scatto,
e vede Emanuele, vecchio compagno di nottate.
“Ema,
da quanto.” Risponde lui, sorpreso.
“Mi hanno revocato gli
arresti, sono libero. Che hai da fare stasera?”
Alex pensa velocemente.
Che ha da fare? Pensa al posto in cui abita, cosa lo aspetta a casa? Una cena
fredda? Una madre che piange per i comportamenti di un uomo sempre ubriaco? Dover
vedere la sorellina entrare in camera sua,piangendo, con un livido nuovo, e non
poter far niente?
“Non ho da fare nulla..”
risponde allora deciso.
“Ci facciamo i soldi
stasera?”
“Soldi? Io ci sono
sempre, lo sai!”
Soldi. Ecco cosa mancava
sempre a loro. Soldi, denaro, cash.
Come se li facevano? Stando
alle uscite delle discoteche più in vista di Milano, aspettando che i ragazzi
uscissero ubriachi, in cerca di qualche sballo che colpisca più dell’alcool. In
cerca di emozioni. In cerca di dipendenze.
Ed eccoli lì, appostati
all’uscita della discoteca più frequentata. Iniziano ad uascire,
ragazze ubriache con poco e niente addosso, ragazzi che puzzano di vodka e
rhum. Bambine cresciute troppo velocemente in minigonna e tacchi, a braccetto
di qualche uomo che già prende lo stipendio.
Si avvicina un uomo, con
una ragazzina ubriaca, deve avere massimo sedici anni.
“Ragazzi..” inizia lui,
a voce bassa.
“Che ti serve?”.. Chiede
Ema, sentendo già i soldi nelle tasche.
“Avete per caso… qualcosa che faccia stordire sta puttanella? Sapete,
non vorrei che domattina si ricordasse qualcosa e dicesse tutto ai genitori, mi
capite no?” ride lui.
Ema ride con lui, e inizia
a frugare nello zaino.
“Tanto per curiosità, ma
quanti anni hai?” chiede Alex all’uomo.
“44, perché?”
“E la ragazza?”
“Sedici, ehe, bell’acquisto stasera né?” ride di gusto.
“Sedici anni” pensa Alex
“sta ragazza ha sette anni in più di mia sorella. Tra sette anni mia sorella
sarebbe al posto suo! E questa ragazza fra nove mesi potrebbe avere un bambino
dall’uomo che ha approfittato della sua stupidità. Mia sorella. E io, io vedo
all’uomo il mezzo per approfittare di questa povera ragazza?”
Rabbia. Solo ed
esclusivamente rabbia.
Alex guarda l’uomo, che
ride, tirando fuori il portafoglio e dando una manata al sedere della
ragazzina, che mugola indispettita.
La mano del ragazzo
raggiunge veloce la faccia di quell’uomo. Un sonoro pugno rimbomba nella notte.
Gli amici si girano verso Alex, stupiti.
Quell’uomo indietreggia,
sorpreso e spaventato. La sua mano corre alla faccia, dove si è aperto un
taglio che subito inizia a sanguinare.
“Ma che cazzo credi di
fare bambino?!”urla, cercando di saltare addosso al ragazzo, che prontamente
viene difeso dagli amici.
Quell’uomo,vedendo la
reazione, volta le spalle hai ragazzi, lasciandoli lì, con quella piccola
ragazzina che nel frattempo si era messa a piangere.
“Mi.. Mi dis..” inizia Alex.
“Non fa niente Frà, ti capisco, anche io ho pensato a mia sorella”
interviene Ema, sorridendo.
Alex si toglie la felpa,
dandola alla ragazzina, che smette di piangere,e si allontana barcollante sui
tacchi,forse troppo alti per la sua età.
Qualcosa di freddo tocca
il braccio nudo del ragazzo, è Ema, che porge un
oggettino appuntito ad Alex.
“Offro io stasera, però
dopo ci mettiamo a fare il cash” ride..
Alex lo guarda, con
riconoscenza. Si siede lì, sul marciapiede. Un respiro, due.
L’ago penetra nella sua
pelle, abbronzata per le troppe estati sotto il sole. Il sangue si mischia
insieme a quella sostanza che fa star bene, che fa volare in mondi incantati,
senza problemi. Ma quando l’effetto finisce? Quando tutti scompare, cosa resta?
Queste domande Alex non se le pone. Forse ha troppa paura delle risposte, o non
ne vale la pena.
Si rialza, la vista si
sfuoca, ma quando quella nebbia se ne va, tutto è più colorato, più divertente
e c’è meno sofferenza.
Quei ragazzi, con i
vestiti firmati iniziano a uscire dalla discoteca, con in mano le chiavi delle
loro costosissime macchine.
Notano il trio, e li
raggiungono. Comprano di tutto, pastiglie, polverine da bruciare, polverine da
tagliare.
Comprano dipendenza.
Ecco come si fanno i
soldi dove abita Alex. Sarà la categoria peggiore, ma sono i figli di papà che fanno
fare i soldi alla gente di Alex.
E poi? Poi.. creano
dipendenze. Sì, Alex è dipendente dal cash, perché senza
quello non compra i suoi viaggi. I viaggi creano dipendenze, perché fanno star
bene, all’inizio. I viaggi però costano. E i soldi dove si trovano? Dai figli di papà,ovvio.
Il
mio angolino:
ebbene sì! Sono ancora viva! Credevate
che non ce l’avessi fatta!
Ora ho più tempo e aggiornerò
tutto il prima possibile.
Un bacio a tutti, e scusate per i
tremendi ritardi!
Spero che mi recensiate ancora e
che non ce l’abbiate a morte con me!
PeaceLoveAndRock
<3.
*PsicoSoul .