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Autore: CatMJ    21/04/2011    2 recensioni
La cronaca di una bellissima storia di amicizia vera, disinteressata, raccontata, attraverso i ricordi, dalle parole di una persona che ha amato Michael come un figlio e che ha combattuto, ogni giorno, contro un dolore devastante.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ***

 
 La sera seguente, presi la consegna dalla collega del turno di giorno che mi rassicurò ulteriormente sulle condizioni fisiche dell’attrice ma io sapevo perfettamente dove risiedeva, il suo male. Non era riuscita a trovare sollievo dalla sofferenza causata da quella improvvisa perdita che venti giorni prima, le aveva straziato l’anima, portandole via la voglia di lottare, privandola di una parte della sua stessa vita. La trovai ancora accanto alla grande vetrata, intenta a guardare la luna che, come la sera prima, brillava nel cielo sereno. Non appena entrai nella stanza, mi si avvicinò velocemente con la carrozzina.
 

-Per fortuna sei arrivata, Abby! –aveva tra le mani una pagina di giornale -Guarda!- disse allungando il pezzo di carta verso di me.
-Guarda che cosa hanno scritto!!! Dio quanto li odio!!!- fece una smorfia di disappunto.
 
Presi quel ritaglio tra le mani e lessi:
 
“LIZ TAYLOR- la grande assente.
La famiglia del Re del Pop,  non avrebbe gradito la presenza dell’attrice  al Memorial in suo onore della scorsa settimana ed è per questo che Liz non si sarebbe recata allo Staples Center per porgere l’ultimo saluto all’amico scomparso il 25 Giugno. L’ipotesi più accreditata è quella che vede il riaffiorare di vecchi rancori nei confronti della Taylor da parte della madre di Jackson, Katherine, che non avrebbe mai approvato, per gelosia, il forte legame affettivo che univa suo figlio alla ‘Diva dagli occhi viola’.

 
 
-Maledette menzogne!- scrollava la testa agitandosi sulla sedia.
 
-Non faccia così, Liz, deve stare tranquilla, vedrà che ci sarà un modo per metterli a tacere – le dissi per rassicurarla prendendole le mani.
 
-Oggi pomeriggio – si calmò – ho chiesto a Sally, la mia portavoce ufficiale, di rilasciare un comunicato che smentisse questo articolo sul mio conto. Ascolta, questo è il testo:
 
"Mi era stato chiesto di parlare allo Staples Center. Il mio è un dolore privato.  Non credo che Michael avrebbe voluto che io condividessi quello che provo con milioni di altre persone. Quello che provo riguarda solo noi due".
 
-Credo che queste parole sortiranno un effetto positivo, con i  media- la confortai.

 
-Sono molto difficili da tenere a bada, credimi. Quando poi si accaniscono su qualcuno in particolare……..Quanto dolore, mio Dio, quanto male gli hanno fatto!!!!-si portò una mano sulla fronte, amareggiata, i lati della bocca contratti, verso il basso, disgustata.
-Loro sono come sciacalli, si insidiano nella tua vita e la sconvolgono, riportando notizie totalmente false che facciano scalpore perché per loro sei solo un pezzo di carne senza anima né cuore che fa girare le rotative dei loro giornali. Dopo tutti questi anni, si potrebbe pensare che ci si sia abituati, alle loro angherie scandalistiche, ma non è così. Non ci sia abitua mai, si può morirne………..- i suoi occhi si chiusero, congiunse le mani e le portò davanti al viso quasi a voler coprire la commozione.
 
La invitai ad assumere la sua terapia e le controllai polso e pressione che poi riportai sulla tabella personale, ai piedi del letto.
Mi ringraziò per averle prestato la mia attenzione, la sera precedente e mi confidò che si sentiva molto meglio, che ricordare le faceva sopportare di più il dolore e, così, riprese il suo racconto.
 
-Lo rividi l’8 Maggio, tre anni dopo la proiezione del corto, in occasione dei  BRE Awards. Gli consegnai personalmente, insieme con Eddie Murphy,  i meritatissimi premi  e fui davvero felice di poter affermare in tutta franchezza che quel ragazzo conosciuto tempo addietro  e che arrossiva alla sola vista di tutte quelle celebrità, era di diritto entrato a far parte dell’Olimpo dell’Arte della Musica Pop, Rock e Soul, divenendone l’indiscusso Re. Cominciammo a frequentarci assiduamente, andavo a trovarlo spesso a Neverland. Era felice in quel luogo incantevole e fantastico dove riusciva ad evadere da un ‘sistema’  che lo soffocava, lo sfruttava e lo giudicava più nel male che nel bene, dove poteva dimenticare tutte le cattiverie e le falsità, tutte le assurdità che lo ferivano e che i media gli cucivano addosso. Non sarebbe corretto dire che tornava bambino, dietro i cancelli del Ranch, a Los Olivos, ma solo perché Michael lo è sempre stato, dentro di sé-abbozzò un sorriso, a richiamare un ricordo felice.
 

-Ci incontravamo spessissimo, ogni volta era una festa. La sua carriera stava regalandogli un universo di soddisfazioni, il mondo intero lo acclamava, ogni suo disco o video erano un vero successo, persino il suo libro autobiografico, riscosse molta approvazione per non parlare di ‘Moonwalker’, il film che aveva da  sempre sognato di realizzare, perché Michael era un artista completo e non si accontentava mai di ciò che aveva ottenuto, in tanti anni di sacrifici, voleva costantemente mettersi alla prova, superare sé stesso, annullando ogni limite, nella ricerca della perfezione.
Eppure, in tutta quella immensità che era il suo personaggio, si sentiva solo ma, soprattutto, senza nulla di gioioso da ricordare, senza l’affetto di un padre che lo avesse, anche solo una volta nella vita, portato con se a pescare o a vedere una partita di Football, senza amici sinceri con i quali parlare, con cui condividere la vita di tutti i giorni, una volta che si spegnevano le luci del palco. In parte mi riconobbi in lui perché, anche se ebbi una vita più facile dal punto di vista affettivo, a soli 9 anni iniziai la mia carriera nel cinema e dovetti rinunciare a giocare con le bambole, perdendo così alcuni degli anni più belli dell’età dell’innocenza e fu questo il motivo che mi spinse ad avvicinarmi sempre più a lui, ad imparare ad amarlo, lo capivo, lo consolavo e lo sostenevo, come si fa con un figlio. Aveva un grandissimo bisogno di affetto, attenzione, considerazione che parevano svanire, disperdersi in una notte buia, ogni volta che  la musica finiva,  si chiudevano le scene, i fan tornavano alle loro occupazioni primarie e lui tornava ad essere il ragazzo timido con l’anima fanciulla che avevo conosciuto tanto tempo prima.-
 
Si alzò piano dalla sedia e mi chiese di uscire sul terrazzo; glielo permisi, accompagnandola, perché sapevo che il suo cuore aveva ripreso a battere regolarmente e anche la pressione era nella norma. Si appoggiò con i gomiti alla ringhiera e si incorniciò il volto tra le mani.

 
-Abby- disse  malinconica, lo sguardo rivolto verso il cielo- lui amava tanto la Luna, diceva che riconduceva ad un continuo cambiamento, alla trasformazione, rivolta al divenire e se ne sentiva fortemente attratto. Per lui in essa è racchiusa l’essenza divina della totalità, della perfezione, suggerisce quella sospensione tra materiale e immateriale e Michael ha seguito spesso questa linea, durante la sua esistenza. Per questo motivo la Luna ha avuto un ruolo determinante per lui e la possiamo ritrovare nel film, nel libro,nei video,  nei suoi passi di danza e nelle canzoni. Mi disse che era lì che avrebbe voluto  andare, perché si sarebbe sentito protetto da quell’astro misterioso che lo ascoltava, come un’amica discreta, quando le parlava nelle notti di insonne solitudine e gli trasmetteva pace e tranquillità. Si sentiva figlio della Luna -sospirò voltandosi per rientrare nella stanza. Volle stendersi nel letto, sopra le lenzuola, il cuscino leggermente alzato. Chiuse gli occhi per qualche minuto e quando li riaprì erano lucidi .
 
 Quel giorno era disperato. “Liz,”mi disse tra i singhiozzi “mi hanno umiliato, annientato l’anima! Ho sempre cercato di aiutare le persone a trovare i loro sogni e adesso, mi hanno preso alle spalle e scaraventato in un incubo senza risveglio! Hanno usato le loro menzogne per distruggere la mia dignità.” Non sapevo come fare per calmarlo, avevo visto il filmato  che rilasciò da Neverland, riguardo alla ‘perquisizione’ che dovette subire e, quel giorno non riuscii a mangiare. Ero veramente allibita, scioccata ma non potei raggiungerlo subito perché i medici, in quel periodo, mi proibirono di viaggiare anche per brevi tratte. Ma, in autunno, non appena ebbi il permesso di spostarmi, andai da lui, a Mexico City, una delle ultime tappe del ‘Dangerous Tour’, perché sapevo che stava molto male.-
 
Guardai l’orologio, era quasi mezzanotte, così l’aiutai a togliersi la vestaglia e a coprirsi con il lenzuolo.
 
-Sei una ragazza eccezionale, Abby, comprensiva e molto dolce. Grazie per la tua pazienza.- mi accarezzò .
 
Quella sera Mrs. Taylor non prese nemmeno la sua capsula per dormire, mi disse che non le sarebbe servita, che sapeva quanto male potessero fare, quei farmaci, ma probabilmente riuscì ad addormentarsi perché il pianto che seguì ai suoi ricordi, l’aveva aiutata a trovare riposo.  Si svegliò il mattino seguente, alle prime luci dell’alba mentre stavo recuperando la mia borsa dopo aver fatto rapporto a Rachel, l’infermiera del turno diurno.
 

  
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