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Autore: Beatriz Aldaya    21/04/2011    3 recensioni
FANFICTION TERZA CLASSIFICATA AL CONTEST "DIRTY LITTLE SECRETS" (indetto da Emogirl in Pink sul forum di efp; all'interno il bando!)
SongFiction AlicexJasper ispirata alla stupenda canzone di Tiziano Ferro "Sere Nere", di cui sono presenti spezzoni nel quarto e quinto capitolo.
Dopo che Alice combina un pasticcio, la vampira si trova a dover affrontare da sola una paura scaturita dal suo passato che credeva ormai scomparsa e che non ha mai confidato a nessuno non riuscendo a comprenderla lei stessa...
Dal primo capitolo:
"Smisi di respirare, e il silenzio assoluto mi travolse. Un antico terrore che credevo ormai scomparso si affacciò sulla mia anima per poi tuffarvisi dentro a capofitto.
Cercando di mantenere la calma, presi fiato per spezzare il nulla, ma il suono somigliò solamente ad un lugubre rantolìo che mi spaventò ancora di più.
In un attimo mi ritrovai in piedi e, senza averlo deciso razionalmente, comiciai a correre verso la casa, verso il mio amore, scappando dal silenzio della natura e della mia anima."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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2. Silenzio
Appena misi piede in casa, comiciò a piovere. Dal piano di sopra proveniva un cicalìo quasi inudibile, che potevo riconoscere facilmente: Jasper stava ascoltando musica in cuffia.
Me lo potevo immaginare, steso di traverso sul letto, le gambe penzolanti e le braccia scomposte.
L'antico terrore si placò ritornando ad essere solamente un mostro sopito nella mia anima, ma la paura rimase anche troppo presente.
Piano piano cominciai a salire le scale.

Quando scostai la porta e la mia testa fece capolino nella stanza con un sorriso che speravo fosse abbastanza convincente, Jasper fissava in maniera truce un punto non meglio pecisato del soffitto, identico a come l'avevo immaginato pochi minuti prima. Non diede segno di avermi sentita entrare, anche se sapevamo benissimo tutti e due che lui mi ignorava deliberatamente. La consapevolezza di essere io l'artefice della situazione mi schiacciò, ma riuscii comunque a chiamare il suo nome in un sussurro. In risposta mi arrivò un mugolio e nient'altro.
Cercai invano di controllare i sentimenti, perchè sapendo che lui poteva percepirli tutti mi sentivo a nudo nell'ostentare le mie debolezze, poi tentai di richiamare la sua attenzione.
«Jazz? Dobbiamo parlare, ti prego.»
In un istante, lui era seduto sul letto e i suoi occhi mandavano fulmini verso di me. L'mp3 gracchiava ancora debolmente sul cuscino.
«Vedi, Alice, il problema è questo. Tu vuoi parlare sempre. E qualche volta parli troppo. Ascolta il silenzio!» esclamò lui, poi tacque.
Silenzio. Non lo volevo sentire, no, no! Il silenzio era il nulla, perchè il silenzio era il mio passato dimenticato.
Le mani mi tremarono leggermente mentre il terrore si reimpossessava di me.
«Jasper, io non volevo...» mormorai infrangendo quel momento di vuoto.
Immediatamente, il suo viso fu ad un soffio dal mio.
«Tu non volevi?» mi urlò addosso.
Per la prima volta, i miei occhi si soffermarono sulle cicatrici lucide del suo collo e provai paura. Lo vidi come quella macchina mortale che era stato e che io gli avevo rivelato sarebbe tornato. Ma il futuro cambia, ed ero sicura che ciò non sarebbe successo. Non lo avrei mai permesso.
Era stata una fugace visione tremolante, poi più niente. Ed io in un momento di inquietudine gliel'avevo confidata.
Così il mondo era cominciato a crollare.

Lo guardai negli occhi neri come il carbone, impaurita, piccola piccola di fronte a lui che si chinava verso di me facendomi ombra col suo viso. Per un attimo in quegli occhi passò lo stupore.
«Hai paura... di me?».
Il furore scacciò prestissimo il momento di incertezza nei suoi occhi, che divennero talmente bui e profondi da somigliare ad una voragine. Rimasi immobile, quasi risucchiata da quei due pozzi paurosi, senza sapere cosa fare. All'improvviso, Jasper chiuse gli occhi, celando alla mia vista l'entrata dell'inferno, e tornai in me.
La paura irrazionale scomparve, e mi sentii un mostro. Provai a sfiorargli una mano, ma lui si ritrasse e un istante dopo non c'era più.

Tutto l'amore che provavo e la disperazione scoppiarono dentro di me. Saltai dalla finestra per provare a fermare Jasper, ma lui era scomparso e il suo profumo già cominciava a sbiadire sotto quella pioggia torrenziale. Provai in ogni caso a seguire la scia incerta, ma presto mi ritrovai senza più niente che mi indicasse quale direzione prendere, mentre il muro d'acqua intorno a me distorceva la visione d'ogni cosa.
Chiamai il suo nome, poi attesi nel silenzio una risposta che non arrivò mai. Se n'era andato.
Terrorizzata dall'assenza di suono e vuota dentro, corsi a casa.
Irruppi nel salotto sperando di ritrovare pace, ma l'edificio vuoto mi spaventò ancora di più.
Non c'era nessuno.
Ero veramente sola. Di nuovo, per la seconda volta nella mia vita.
   
 
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