...che a volte capita, no? Che te ne rendi conto. Hai paura.
Vivi da sempre in una bolla d'aria compressa in cui tutto ciò che vedi è un riverbero schematico di quello che pensi.
Forse Draco, brillante com'è, dovrebbe imparare a sentire più che pensare.
E a rischiare, ogni tanto.
Perché, poi, lo ha sempre saputo.
Che Potter è piacere e dolore.
Capitolo I
"Sorride.
E io ricordo.
Ricordo quanto fosse bello spiare di sottecchi, fingendo indifferenza, il suo volto con quel bel monile che era quel sorriso.
Potter felice. Potter che sorride.
“A domani, allora,” dice e fa due passi indietro, senza voltarsi.
Io annuisco e lui si blocca.
Mi guarda con una incredulità vaga che gli macchia quelle labbra d'incanto e poi riprende presa ferrea sul suo sorriso e Pop.
Non c'è più.
Mi porto il polso destro davanti agli occhi, per leggere l'orario.
E solo quando mi rendo conto di essere in ritardo per il turno all'ospedale capisco.
Era questo ad avere impressionato Potter.
Sorridevo.
Sorridevo come un idiota.
Un idiota felice."